Transumanar, organizzar e legalizzar.
Più PIL per tutti
- Il primo titolo : Transumanar, organizzar e legalizzar.
Il primo riferimento è a Pier Paolo Pasolini : “transumanar
e organizzar”. Rinvio a Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini
da cui traggo la breve sintesi che segue.
« Smetto di essere
poeta originale, che costa mancanza di libertà: un sistema stilistico è troppo
esclusivo. Adotto schemi letterari collaudati, per essere più libero.
Naturalmente per ragioni pratiche. »
Trasumanar e
organizzar è l'ultima raccolta di versi di Pasolini. Uscita nel 1971 raccoglie
le poesie scritte durante la lavorazione di Medea e alcuni versi
precedentemente pubblicati sulla rivista "Nuovi Argomenti".
Come in "Poesia
in forma di rosa" la raccolta accumula poesie di vario tipo non
organizzate lungo una linea tematica e stilistica.
Con "Transumanar
e organizzar" si chiude un ciclo ben preciso; dalla certezza che è
impossibile per l'uomo adattarsi alla Società, alla convinzione che l'uomo non
può vivere senza la Società.
Nei versi di questa
raccolta Pasolini si lascia andare all'oratoria con una denuncia aggressiva che
riguarda la difficoltà di "trasumanar", cioè di uscire dalle
condizioni umane date.
Ecco il punto. Forse quanto osservato di seguito può
contribuire ad aprire una porta per transumanare.
- Il secondo titolo : Più PIL per tutti
Si riferisce allo slogan elettorale del personaggio di Cetto
La Qualunque, politico calabrese cinico, corrotto, e depravato, creato da
Antonio Albanese. http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Albanese
Mai nessuna parodia si rivelò più profetica del suo Cchiù
pilu per tutti.
Addirittura, come circostanziato di seguito, penso si possa affermare che “’U pilu ci
salverà”.
- La notizia : Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del Pil
Questa si che è una notizia. Perlomeno a me così è sembrata.
Mi pare che sia passata un po’ inosservata.
A me pare una “svolta epocale”, o almeno una opportunità per
una svolta epocale.
- I numeri e il buon padre di famiglia
In primo luogo non so se siano ben chiari i termini
“economici” della questione. Se lo fossero probabilmente si ridurrebbero anche eventuali
sterili polemiche.
L’Ansa riporta che il sommerso vale tra 255 e 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è
quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5%
del Pil.
Reintegrare il sommerso vorrebbe dire che tutto d’un tratto
finiscono i problemi di rispetto dei parametri europei.
Il deficit e il rapporto debito/pil sarebbero sistemati
d’incanto.
Certo, poi si dovrebbe smettere di alimentarli, di spendere
troppo, tanto per intenderci.
Ma partendo da una base più solida basta applicare la logica
del “buon padre di famiglia”, come si diceva una volta : gestire entrate e
uscite dello Stato in maniera sostenibile non è diverso da quanto deve fare
ogni operaio, impiegato o pensionato tutti i mesi.
E se ce la fanno loro perché mai non ce la dovrebbe fare un
governo?
- Controlli e imposte
Ma il dato che trovo più interessante è che il
riconoscimento ufficiale dell’esistenza dei fenomeni potrebbe, o forse
dovrebbe, precludere ad una loro qualche forma di “cooptazione sistemica”.
Negarne l’esistenza è ipocrita e addirittura inutilmente “castrante”.
Così facendo si rinuncia :
·
al governo di processi e dinamiche reali, il che
è in buona parte causa della loro relativa “degenerazione” etico-sociale. Transumanar, appunto.
·
alla tutela di determinate intere classi di
persone. Potrà essere fastidioso sentirne parlare, ma puttane, travestiti e
pusher sono esseri umani anche loro. Organizzar,
appunto
·
ad assoggettare tali attività alle normali
imposizioni fiscali, che potrebbe potenzialmente generare ben oltre 50 miliardi
di euro all’anno, in teoria almeno 100. Legalizzar,
infine.
- Prostituzione e droga
Come sempre, per potere parlare di qualcosa sarebbe
auspicabile conoscerla e possibilmente parlarne in termini oggettivi.
Mi lasciano sgomento quelle reazioni moralistiche il cui
tono lascia presumere che siano state rilasciate da campioni di purezza, mai
andati a puttane tanto per capirci.
Io invece ho un discreto curriculum sia come puttaniere che
come cocainomane.
Fortunatamente oggi quelle devianze o degenerazioni hanno
smesso di esercitare il loro appeal, e mi ritrovo in una condizione di maggior
sereno distacco.
Mi piace pensare che io abbia praticato gli insegnamenti di
“Zorba il greco” di Nikos Kazantzakis http://it.wikipedia.org/wiki/Zorba_il_greco
che mi pare dicesse qualcosa del tipo “l’unico modo per eliminare un vizio è
praticarlo fino alla nausea”.
Ma non è solo così.
Il punto è che anche nei vizi ci sono vari gradi di
sprofondamento.
Sempre ammettendo che si trattasse di vizi, il risultato non
è sempre uguale.
E se si è fortunati si riesce a “ricevere” qualcosa anche in
situazioni di totale annichilimento.
- Prostituzione
In tema di puttane io ricordo bene 4 cose (ma in realtà ne
avrei molte altre da raccontare), che mi si sono impresse nell’anima e alla
fine hanno aperto la porta alla nausea.
La prima è stata una mia amica rumena. Mi raccontò di botte,
ossa rotte, stupri e altre situazioni insopportabili per una persona qualunque.
Io credevo di aiutarla con i soldi che le davo, spesso assai in eccesso. Mi
diede una sonora lezione di morale : “tu credi di aiutarmi, ma mi stai
uccidendo”. Il nocciolo non era solo che i soldi andavano ai papponi, ma
soprattutto lei era certa che nell’annosa questione di se fosse nato prima
l’uovo o la gallina, la risposta era che ero nato prima io.
Il cliente. Senza clienti non ci sarebbero nemmeno le
puttane.
La seconda fu una escort russa chiamata via internet. Arrivò
a casa mia e devo dire che con ogni sforzo che cercai di fare (in fondo io
volevo solo scopare), non riuscii a togliermi dalla testa che era minorenne.
Anche se lei negava. Non riuscivo a
toccarla. Ogni tanto facevo un tiro di coca. Ad un certo punto lei mi guardò e
mi disse sarcastica: “ma che uomo interessante. Adesso me ne vado.”. Sul comodino
avevo un libro sulla storia della mafia.
Lei mi disse : “regalami quel libro, così almeno avrò di te
un ricordo interessante”.
La terza fu sempre una escort russa chiamata via internet.
Era molto bella. Appena arrivata iniziò a spogliarsi. Io le dissi di aspettare,
non so bene perché. Come prima in fondo io volevo solo scopare. Restammo seduti
di fronte per un po’. Lei era in imbarazzo. Era fuori ruolo, non sapeva cosa
fare. Ad un certo punto mi disse”forse vuoi il culo ?”. Mentre facevo segno di
no con la testa lei scoppiò in un pianto irrefrenabile a dirotto. La abbracciai
d’istinto, sussurrandole “schh” all’orecchio. Mi raccontò che arrivava da non
so quale città dove era stata chiusa in una casa sette giorni con dieci uomini
che tra coca e viagra non avevano mai smesso di farle qualsiasi cosa.
Mi feci veramente schifo da solo. Ricordo che le preparai
latte caldo e biscotti. Quando finì il tempo a disposizione lei uscì di casa,
si voltò e mi sorrise. Forse una cosa buona l’avevo fatta. Tempo dopo mi
scrisse chiamandomi “Mr latte e biscotti”. Mi commuove ancora.
La quarta e ultima cosa è un film. Me lo regalò una persona
“informata sui fatti”. Si chiama “la promessa dell’assassino” http://it.wikipedia.org/wiki/La_promessa_dell%27assassino
Non racconto la trama, ma è molto interessante. Si parla dei
“Ladri nella legge”.
Dopo questo film la “perversione sessuale” (virgolettato
perché rispetto alle storie che ho sentito io credo di essere uno dei clienti
meno perversi già disponibili sul mercato) finì di esercitare il suo fascino.
Aveva ragione Zorba.
Ma il punto è un altro.
Credo che sia fuori di dubbio che legalizzare la
prostituzione, riaprire le case chiuse, gestire il fenomeno con controlli
sanitari, supporto psicologico, protezione in senso lato e quant’altro, non
potrebbe che portare benefici ed eviterebbe il perdurare di fenomeni come
quelli che ho raccontato.
Sul tema non ho davvero molti dubbi, ne credo che nessuno in
buona fede possa averne.
Resterebbe da capire a chi affidare le “patenti di bordello”,
sul qual tema ho una idea “corsara”, non del tutto mia ma piuttosto diffusa, di
cui più avanti.
- Droga
Sulla droga è più difficile.
Perché ne ho già parlato altre volte: la droga, ogni droga,
è devastante sotto il profilo psicologico, della personalità.
La cocaina la conosco bene e riassumo il mio pensiero così:
“diventi un’altra persona. Pensi e fai cose diverse”.
Ma per le altre droghe è uguale. Anche se non sono state la
mia “preferenza” le ho assunte e ho conosciuto tante persone che le assumevano.
E sempre, in ogni circostanza, ne risultavano deviate.
Mi ricordo che tanto tempo fa, quando ero ancora un novizio
della coca, mi colpì una contro
copertina di un libro di Freud, dove lessi qualcosa del tipo “e tu bambina,
preferisci il signore gentile o l’omone cattivo in preda ai fumi della cocaina
?”
Forse la frase non era proprio così, non ricordo bene. Ma di
sicuro trovo che renda bene l’idea. Anche se apre qualche dubbio sulla sanità
dell’autore.
D’altronde che le droghe siano anche strumento di
destabilizzazione sociale è risaputo.
Se la religione è l’oppio dei popoli io credo, e nessuno
potrà mai convincermi del contrario, che sia infinitamente meglio dell’oppio
vero. O “similia”
Quindi pensare a legalizzare mi riesce già più difficile.
Certo ci sono le esperienze di altri paesi che possono dare
un riferimento.
E allo stesso tempo per chiunque sia dotato di intelletto,
non possono non valere le considerazioni precedenti.
Per cui penso che ci si debba comunque ragionare.
Forse si dovrebbe pensare a legalizzazioni “parziali” o
quantitativamente limitate, il che in realtà già avviene se si considera che le
sostanze “immesse sul mercato” sono di fatto già “a bassa concentrazione di
principi attivi” e quindi a “basso danno fisiologico e alto consumo potenziale”.
Insomma, testimoniano già l’esistenza di un principio di “alimentazione
controllata del mercato del consumatore finale.”
Si dovrebbero poi tenere in conto alcune precisazioni
aggiuntive, intrinsecamente banali, ma pur sempre indicative.
La prima è che una parte dell’appeal della droga,
soprattutto per i giovani, è in generale
la trasgressione. Informare, certo, ma non solo terrorizzando. Anche cercando
di “svalutare” e rendere “banale” la questione forse può aiutare a eliminare
quel’”allure” di finto alternativo.
Cantava Vinicio Capossela : “Per cento sacchi alla serata
facciamo una vita sregolata” “E’ il grande mito che ci ha fregato, che sei un
eroe se sei suonato” .
Una volta capito questo, forse è più facile passare oltre.
La seconda è che legalizzare le droghe permetterebbe
comunque di limitarne i quantitativi accessibili.
Anche considerando la questione dell’accesso ai farmaci
annessi o collaterali.
Tanto per fare alcuni esempi chi fa uso di cocaina e poi vuol
dormire usa, tra gli altri, il Minias. In alcune categorie, come quella dei
travestiti, è un must. Se non esistesse tale antidoto all’insonnia, o almeno il
facile accesso ad esso, forse sarebbe un fattore di deterrenza.
Analogamente chi fa uso di cocaina e vuole fare attività
sessuale (cioè tutti) usa il viagra o analoghi. Quest’ultimo, che nonostante
ciò che forse alcuni credono è disponibile facilmente con medici o farmacisti compiacenti o con ricette false o via internet, è più
delinquenziale della stessa cocaina.
E’ la porta a dei cicli “non-stop” che vano avanti ad
oltranza. Sotto il profilo di marketing (o meglio di “marchetting”) è stata una
invenzione “storica”. Tanto che a me fa pensare che i maggiori azionisti della
casa produttrice devono essere per forza colombiani. Anche in tale caso
controllarne meglio l’accessibilità e la disponibilità di certo non farebbe
male.
C’è poi la questione della “manovalanza” del settore della
droga. Quante persone ci “lavorano”? In che condizioni vivono ? Quanto sono “sfruttate”?.
Al riguardo vorrei riferirmi solo a qualche esempio delle
notti milanesi.
Dagli spacciatori neri una volta operativi a piedi agli
angoli di viale Monza a quelli in bicicletta in zona Certosa, a quelli del “fortino”
di viale Bligny o della “casa della droga” sempre di Certosa.
E ce ne sono molti altri, tutti per lo più localizzati in
posti noti a chiunque.
Sono davvero un esercito sterminato che invece di armi usa
palline perfettamente sigillate nella plastica da tenere tra palato e gola.
E testimoniano l’esistenza di una organizzazione strutturata
della quale loro sono la rete di vendita
In questo caso quanto sono diversi dagli schiavi ? E come
possono venirne fuori ?
In sintesi, forse con una provocazione, oltre a pensare alle
tasse, mi chiedo quanti attuali disoccupati potrebbero risultare occupati nell’ipotesi
di una qualche forma di legalizzazione delle droghe ?
- Pirati e Corsari
In tutto questo discorso, quindi, ricorre in entrambi i temi
della prostituzione e della droga il fattore comune di alcune “organizzazioni”
ben strutturate e organizzate.
Prescindere da questo dato di fatto, a mio giudizio, non si
può.
Vorrebbe dire ricadere nel paradosso di Jannacci : “quelli
che la mafia…..non ci risulta.
Penso quindi che si dovrebbe ragionare con qualche forma di
“ipotesi cooptativa”.
Di sicuro vale per la prostituzione dove si potrebbero
“aprire le porte” ad una sorta di “pentitismo organizzativo” concedendo licenze
a fronte di investimenti in strutture adeguate sia sotto il profilo immobiliare
che organizzativo. Naturalmente a patto di una reale interruzione di altre
pratiche, sempre se possibile.
In fondo la storia è quella del proibizionismo e della sua
fine.
Ma ancora prima quella dei corsari, che da pirati fuorilegge
diventavano servitori di un governo grazie alla “lettera di corsa”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Corsaro
: Il corsaro era una persona al servizio di un governo, cui
cedeva parte degli utili, ottenendo in cambio lo status di combattente
(lettera di corsa) e la bandiera (il
che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone ma solo in
combattimento).
- Il mondo sta cambiando : Investimenti e non costi.
Infine vorrei fare una notazione traendo spunto dalla
notizia Ansa.
Il 2014 segna il
passaggio ''ad una nuova versione delle regole di contabilità'', tanto in
Italia come in gran parte dei paesi Ue. Il cambiamento interesserà anche il
Pil. Lo comunica l'Istat, spiegando che le
spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi,
un cambiamento che ''determina un impatto positivo'' anche ''sul Pil''.
L'aggiornamento potrebbe portare per l'Italia, si stimava a gennaio a
Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l'1% e il 2%.
Forse se le spese di ricerca e sviluppo saranno finalmente
considerate investimenti e non costi, il mondo sta veramente cambiando.
Forse siamo davvero entrati nella civiltà dell’intelletto.
E forse in questa civiltà anche le puttane i travestiti e i
pusher avranno un posto per il loro intelletto.
.
- Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del Pil – 2014 05 22
Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del
Pil
Tutti i Paesi Ue, compresa l'Italia, inseriranno ''una stima
nei conti (e quindi nel Pil)'' delle attività illegali, come ''traffico di sostanze
stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o
alcol)''. La novità sarà inserita a partire dal 2014 nei conti, in coerenza con
le linee Eurostat. Lo rileva l'Istat.
Il 2014 segna il passaggio ''ad una nuova versione delle regole
di contabilità'', tanto in Italia come in gran parte dei paesi Ue. Il
cambiamento interesserà anche il Pil. Lo comunica l'Istat, spiegando che le
spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi,
un cambiamento che ''determina un impatto positivo'' anche ''sul Pil''.
L'aggiornamento potrebbe portare per l'Italia, si stimava a gennaio a
Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l'1% e il 2%.
Si tratta di una novità che rientra nelle modifiche
condivise a livello europeo e connesse, evidenzia l'Istat, al ''necessario
superamento di riserve relative all'applicazione omogenea tra paesi Ue degli
standard già esistenti''.
Nello specifico, tra le riserve trasversali avanzate ce ne è
una, sottolinea l'Istituto, che ''ha una rilevanza maggiore'', in quanto,
appunto, riguarda l'inserimento nei conti delle attività illegali, che già il
precedente sistema dei conti nazionali, datato 1995, aveva previsto, ''in
ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive,
cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal
loro status giuridico''.
L'Istat riconosce come la misurazione delle attività
illegali sia ''molto difficile, per l'ovvia ragione - spiega - che esse si
sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività
illegale può prestarsi a diverse interpretazioni''. Ecco che, aggiunge, ''allo
scopo di garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli stati
membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di
cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono:
traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando
(di sigarette o alcol)''.
Quindi viene almeno circoscritto il range per mettere a
punto una stima del peso di quest'area. A riguardo può essere utile ricordare
come l'Istat già inserisca nel Pil il sommerso economico, che deriva
dall'attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all'osservazione
diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva.
Le ultime stime dedicate risalgono al 2008, e indicano come
il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso sia compreso tra un minimo
di 255 e un massimo 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è
quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5% del Pil
CONSUMATORI ALL'ATTACCO - ''Rimaniamo interdetti di fronte
alla notizia che l'Eurostat abbia deciso di annoverare attività criminali come
la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando tra le attività
che contribuiscono al calcolo del Pil''. Così Federconsumatori e Adusbef
commentano, in una nota, le novità sulla contabilità comunicate ieri. ''Una
trovata di cattivo gusto, che eleva le attività illegali in mano alle mafie al
rango di produttrici di ricchezza nazionale'', proseguono le due associazioni.
''Oltre che dal punto di vista statistico, l'errore appare intollerabile
soprattutto dal punto di vista etico'', aggiungono Rosario Trefiletti, presidente
di Federconsumatori, ed Elio Lannutti, a capo dell'Adusbef.