2024 04 02 – La fame d’altro uovo
Appena sveglio lo scoiattolo se lo ricordò.
Era nella foresta mica nella giungla.
Dopo qualche momento tranquillizzato si riaddormentò.
Aveva sognato, ma di sogni confusi o diffusi, che faceva fatica
a mettere in ordine.
Una vocina nel cervelletto gli diceva che c’entrava
l’intelletto.
Ma sapere cosa fosse era un’altra faccenda.
Un calderone in ebollizione, che poco assomigliava al pacato equilibrio
della sua foresta.
Non capiva cosa c’entrasse quel sogno con la sua realtà, senza
sapere che proprio questo fanno i sogni.
Presentano la realtà, a volte anche in modo paradossale, in modo
da restare più impressi
Nel suo sogno degli esseri gli avevano parlato di questa base
dell’intelletto che chiamavano informazione.
Uno gli aveva detto che tutto era informazione, onirico.
Ma come, ammesso che io sappia cosa è l’informazione come posso
pensare che sia ciò di cui tutto e’ fatto.
La foresta è di foresta, la pelliccia di pelliccia, la ghianda
di ghianda.
Lo scoiattolo chiedeva lumi, e il sognato allora gli disse di
accendere il pc.
Il picciche? disse lo scoiattolo, mentre affiorava il ricordo di
un rettangolo nero buttato tra le cose inutili.
Non sapeva nemmeno cosa volesse dire accendere, ma mentre se lo
girava tra le mani avvenne un miracolo.
Un sordo ronzio lo trasformò in luce e dentro quella luce un
sacco di segni, immagini, forme, colori.
Un mondo prima nascosto nello scatolotto era venuto alla luce
come da un uovo schiuso.
Era una tavola piena di tasti che si muovevano in alto e in
basso ed ognuno aveva un suo segno.
Lo scoiattolo schiacciò a caso e comparve una foresta in fiamme.
Si spaventò, e quindi corse in giro a controllare, ma trovò
tutto in ordine.
Pensò di avere sognato ad occhi aperti dentro al sogno che già
stava sognando, il che è sempre un bel
viaggio nel sotto conscio, termine che gli evocò brutte sensazioni ricordandogli
una conceria.
Il sognato gli disse che aveva visto delle informazioni.
Tanti dati che messi insieme gli avevano trasmesso il
significato di incendio.
Il sognato riavvolse i fili sparsi di una storia che partiva da
lontano, dai grandi poemi fino al picciche’.
L’informazione è sempre esistita, codificata in ogni cosa fin
dall’alba dei tempi di quel primo bit quantistico che conteneva tutte le
informazioni necessarie a diventare universo e mondo che vediamo oggi.
Oggi lo chiamiamo qbit per quello.
Ma è stata con la nascita del binary digit, con le sue
neuroscienze informatiche, che siamo saltati di era.
L’informazione è diventata una grandezza quantificabile in
maniera sempre più accelerata, in bit.
Lo scoiattolo ebbe un lampo di genio forestale.
Quindi è come un uovo, che dentro ha già tutto quello che serve
per fare una gallina.
Con il suo dilemma inesistente di chi sia nato prima.
La gallina è solo il mezzo che un uovo ha di fare un altro uovo
fin dal qbit nelle vibrazioni primordiali.
Fico questo fatto dell’informazione binaria bittaria però.
Da oggi non farò più squit squit, da oggi io pigolerò bit bit.
Il sognato gli disse di fare attenzione.
L’informazione è sempre esistita, sta in ogni cosa, oggi si
trasmette sempre più velocemente e va instradata.
Di recente e’ pure diventata deficiente, anzi no volevo dire
intelligente.
Gli scatolotti picciche’ sono sempre più potenti e veloci.
E mentre facciamo sempre più cose e sempre più velocemente, più ne
inventiamo e più ne vogliamo.
E’ voracità connaturata alla nostra natura bisognosa di accumulo
da istinto di sopravvivenza.
E’ una insaziabile voglia di altro uovo.
E così, pur usando sempre meno tempo per fare, abbiamo sempre
più fretta senza una meta di direzione.
Che non sia consumare.
L’ordine della foresta si perde in una giungla di strapazzi.
Lo scoiattolo annuì ma disse solo gbit gbit e scappò via.
Il sognato sospirò di sconforto.
Un refolo d’aria scorse nella pelliccia dello scoiattolo che si
svegliò.
Prese i suoi devices.
Fece tbit tbit.
E corse al suo uovo.
Era Pasqua.
Ma arrivò troppo tardi.
Il pulcino era nato, solo per fare poi un altro uovo.
A forma di Q
a testa in giù.
Qalimudda ipsum dixit.