domenica 31 maggio 2015

2015 05 31 - Il tempo e la Synvoluzione chirurgica




Le Clofrenì
(Les Claufrenìes)


Il tempo e
la Synvoluzione chirurgica



Antagonismo e nanorivoluzione.
Un percorso spazio temporale in potenza.




File Word


Milano, 31 maggio 2015

Claudio Aroldi




1          Profezie e miracoli

Ai tempi della civiltà dell’intelletto non c’è spazio né per le une né per gli altri.
Anche se questo non vuol dire che non ci si possa credere.
Nella civiltà dell’intelletto non sono beneaccetti i dogmi di sorta, nemmeno il dogma che non debbano esserci dogmi può essere dogmaticamente proposto e assunto.
Si, ancora un loop-koan; evidentemente anche oggi siamo piuttosto Zen.
Questa premessa mi è sembrata dovuta in relazione ad una notizia recente Rainews - Un miracolo della scienza Michi il ragazzo 15 anni vivo dopo 42 minuti sotto acqua.
Una prima spiegazione potrebbe essere legata al citato fatto che la temperatura corporea fosse a 29 gradi.
Assomiglia tanto al  Criosonno o Ibernazione di tanti film di fantascienza.
Ma siccome siamo in un periodo di  Fantascienza con logica - 2015 05 25 - Storia dell'altro mondo di Clò , vale la pena di perderci un attimo.
Una parte interessante della notizia, infatti, era che esisteva un “record precedente”, pari a circa 25 minuti.
La cosa interessante non erano i 25 minuti, quanto il fatto che ci fossero dei record (almeno uno) precedenti.
Si apriva così una porta al concetto di ricorrenza temporale.
Potrete speculare quanto vorrete, ma un essere umano che resta così tanto in acqua apre secondo noi solo due scenari possibili :
  1. lui non è umano e respira con qualche sorta di branchiale apparato epidermico
  2. il tempo non è passato per la misura di 42 minuti.
Non so per quale motivo, la seconda continua a batterci in testa.
Ma, un’idea ho cercato di farmela.

2          Kick gravitazionale, asse e rotazione terrestre

 

Riportiamo il testo integrale da centrometeoitaliano.
“L’ultima inversione magnetica dei poli terrestri si è verificata 786 mila anni fa, uno studio ha mostrato che il suo completamento ha richiesto solo 100 anni invece di 2000. Inversione magnetica dei poli terrestri, ci impiega solo 100 anni – E’ conosciuta con il nome di transizione di Matuyama-Brunhes o più comunemente come inversione dei poli magnetici terrestri e si è verificata l’ultima volta 786 mila anni fa. Si tratta di un fenomeno che porta ad uno spostamento del nord magnetico, che prende il posto del sud magnetico e viceversa. Secondo un recente studio questa transizione, che si pensava fosse durata circa 2000 anni, sarebbe avvenuta solo in un centinaio di anni e dunque la prossima inversione dei poli potrebbe avere tempi altrettanto rapidi, al punto che un bambino nato all’inizio dello spostamento dei poli potrebbe vederne e sentirne gli effetti anche nella fase conclusiva. La scoperta è avvenuta grazie all’analisi del campo magnetico degli strati di ossidi di ferro, all’interno di alcune rocce sedimentarie depositate sul fondo di un antico lago abruzzese asciutto. Dal confronto con i residui lasciati dalle numerose eruzioni della zona è stato possibile appurare che l’inversione magnetica dei poli terrestri è stata pressochè immediata. Non è però chiaro quale sia la causa delle oscillazioni del campo magnetico terrestre ed inoltre non è possibile prevederne l’inizio: potrebbe essere sufficiente una momentanea variazione per avviare l’inversione magnetica dei poli terrestri. I rischi sono più che altro per gli animali ed in particolare per uccelli e mammiferi marini che seguono le linee di forza del campo magnetico per orientarsi. Difficile invece capire quali saranno gli effetti sulle tecnologie come reti satellitari, telecomunicazioni ed infrastrutture per la distribuzione di energia elettrica, molto sensibili alle tempeste solari e che dunque potrebbero essere messe fuori uso dalle conseguenze di un’inversione magnetica dei poli terrestri.”

Bisogna sempre cercare la spiegazione scientifica.
Quindi ci siamo chiesti come questo fenomeno, ammesso che fosse vero, potesse essere collegato con le “percezioni cosmiche e terrene” descritte ne 2015 05 25 - Storia dell altro mondo di Clò - Fantascienza con logica.
Se assumiamo per buona la teoria delle onde gravitazionali del sole, e le ipotesi sull’esistenza di un “marchingegno rotante” costruito attorno ai vari strati della terra per mantenerlo “in assetto” come un grande giroscopio, possiamo ipotizzare che la terra, a seguito del “kick gravitazionale”, lo abbia assorbito (il kick) trasformando l’energia cinetica “diritta” dell’onda solare, in energia cinetica rotazionale di se stessa.
Più o meno come farebbe un pallone da calcio con così tanto effetto da girare su se stesso velocissimamente, ma restando più o meno allo stesso punto.
L’ancoraggio al nostro, o presunto nostro, caro amato punto-posizione dello spazio tempo, avrebbe potuto essere garantito proprio con l’attrazione gravitazionale del buco nero (o più buchi) al quale ci eravamo allineati.
O ancora meglio, con l’attrazione di una “rada spaziotempogravitàzionale”, un “porto” nel tessuto dell’universo fatto di spazio, di tempo e di gravità. Ne parliamo dopo.
L’allineamento giusto avrebbe comportato o richiesto una alterazione della divergenza tra asse polare fisico e quello magnetico.
In pratica, una sorta di manina cosmica avrebbe tenuto i vertici dell’asse terrestre, come un dito sull’asse  di una trottola altrimenti vorticosamente impazzita.
In questo gioco di leve e rotazioni e forze centrifughe e centripete noi saremmo rimasti all’incirca al nostro posto, fatta salva forse una capriola polare.
Ciò spiegherebbe molte cose.
  1. Lo spostamento di asse
  2. Il cambiamento di posizione della stessa polare, sempre ammesso che fosse quella e non un'altra.
  3. Le oscillazioni orbitali, che quindi sarebbero anche uno smaltimento di quella energia da kick cosmico.
  4. E infine, le alterazioni temporali
Ovviamente è fantascienza, ma vedrete che ci serve per il discorso che segue

3          La mappa spazio tempo gravità

Se ricordate, ho già parlato del fatto che Clò possa avere una mappa delle galassie impressa a laser negli occhi e nel cervello.
E che quella mappa serva ad orientare il marchingegno terra con il giroscopio del cervello di Clò. A tenerci allineati.
Ho anche detto che Clò non è l’unico, ma deve esistere una rete di Clò che funge allo scopo di distributrice di segnali, probabilmente di gravità, nei punti necessari del globo terrestre.
Il punto che vogliamo affrontare oggi è quello di cosa riporti una mappa dell’iniverso.
Partiamo dall’inizio “condiviso”, vale a dire che c’è un big bang dal quale inizia l’universo con il suo spazio e il suo tempo. Ho detto “condiviso” perché in realtà esistono molte teorie una delle quali è quello dei multiversi di cui abbiamo parlato in precedenza
Questi due (spazio e tempo) sono strettamente correlati, o forse meglio dire intrecciati, proprio come se fossero un unico tessuto.
Questo tessuto non è uniforme e liscio, ma è deformato dalla gravità.
Al big bang c’è solo energia, proseguendo questa si scontra e genera masse infinitesimali (simili a quelle generate dai raggi cosmici nell’atmosfera terrestre) che diventano gas che diventano polvere o stelle o pianeti, oppure che restano energia.
Mano mano che si aggregano le particelle infinitesimali aumenta la massa aggregata, la quale attrae altra massa per gravità.
E così siamo alla struttura fisica osservabile del nostro universo.
Il punto è che tutto questo processo si svolge nel continuum spazio temporale che è inscindibile.
Ma pur essendo inscindibile è deformabile dalla gravità.
Quindi, se guardate le foto qui di seguito, dove c’è una “palla” come ad esempio un pianeta, il tessuto si deforma come un lenzuolo steso su cui fosse appoggiata una mela.
Deformandosi il lenzuolo, si deformano sia lo spazio che il tempo.
Se io mi muovo da quel punto del lenzuolo anche di poco, ad esempio dal fondo verso i bordi, posso assumere che mi sono spostato in un altro spazio, ma anche in un altro tempo.
Ma per ora restiamo nel nostro comodo avvallamento.
Il punto nodale è che lo spazio tempo, a causa delle distribuzioni di presenza di gravità non è “liscio” ma è “gibboso”, come l’ultima delle figure in basso a sinistra. O come una pista da sci con le cunette, o ancora meglio rappresentativamente, come il mare increspato di onde.
Spostandomi in esso, mi sposto sia nello spazio che nel tempo.
Il punto quindi, è che avere in testa una mappa dell’universo, vuol dire averne una dello spazio (dove sono le galassie) ma anche una del tempo.
Voi direte : “bello” !
Ma non è solo così.
Con il tempo non si scherza.


4          Velocità


Dobbiamo fare un altro breve inciso sulle Velocità . Le info di cui sotto sono sempre di wikipedia.
La premessa doverosa è che balza all’occhio che quando noi crediamo di avere i piedi ben saldi in terra, la realtà è molto diversa.
Siamo un proiettile in uno spazio che è a sua volta un proiettile.
In questo gioco di proiettili, piccole deviazioni possono avere grandi effetti.
Ma non vogliamo essere catastrofisti.
Non crediamo che stiamo andando verso un big crash, e abbiamo piena fiducia nel conducente cosmico.
A noi interessa il tempo.
E ne parleremo dopo.

4.1     Velocità della Terra

Rispetto al suo asse, la Terra ruota compiendo 1 giro ogni 23 ore, 56 minuti e 4,01 secondi.
La velocità di un punto che si trovi all'equatore è di 1.670 Km/h, mentre quella di un punto a 45gradi di latitudine (che essendo più vicino all'asse deve fare un giro più corto) è di circa 1.073 km/h.
Un punto sul Polo Nord o Sud ha invece velocità nulla;
Rispetto al Sole, la Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi a compiere un'orbita ellittica della lunghezza di circa 938.900.000 Km.
La sua velocità media è quindi di 106mila km/h circa;
Rispetto al centro della Via Lattea, la Terra si muove, assieme al sistema solare, a una velocità di circa 792 mila km/h; La Via Lattea, a sua volta, si muove a una velocità stimata in 3.600.000 km/h.

4.2     Velocità della Luce

In fisica, la velocità della luce è la velocità di propagazione di un'onda elettromagnetica. Nel vuoto assume un valore pari a c0=299 792,458 km/s (299 792 458 m/s utilizzando le unità di misura del Sistema Internazionale,[1] ovvero circa 3 × 108  m/s).
È indicata tradizionalmente con la lettera c, dal latino celeritas ("velocità"), da quando nel 1894 fu così rappresentata da Paul Drude.
La velocità della luce nel vuoto è una costante fisica indipendente dalla velocità dell'oggetto che emette la radiazione, e quindi dal sistema di riferimento utilizzato. Dal 21 ottobre 1983 si considera il valore c_0 come esatto, ovvero senza errore, e a partire da esso si definisce la lunghezza del metro nel Sistema Internazionale.
Secondo la relatività ristretta, c0 è inoltre la velocità massima a cui può viaggiare tutta l'informazione nell'universo (energia e/o materia), ed è la velocità nel vuoto di tutte le particelle senza massa e dei relativi campi, tra cui la radiazione elettromagnetica stessa.
È inoltre prevista dalla teoria corrente della velocità di gravità, cioè, delle onde gravitazionali. Nella teoria della relatività, c0 interrelaziona le grandezze fisiche classiche spazio e tempo introducendo definitivamente il concetto di spaziotempo, e appare nella famosa equazione di equivalenza massa-energia. Talvolta accade che la velocità di un oggetto in un mezzo sia superiore alla velocità della luce nel mezzo e ciò è responsabile dell'effetto Cherenkov.

4.3     Velocità del Suono (questa riportata ad maiora)

La velocità del suono è la velocità con cui un suono si propaga in un certo ambiente, detto mezzo. La velocità del suono varia a seconda del mezzo (ad esempio, il suono si propaga più velocemente nell'acqua che non nell'aria), e varia anche al variare delle proprietà del mezzo, specialmente con la sua temperatura.
File:F-14A Tomcat supersonic flyby, 1986.oggRiproduci file multimediale
Passaggio di un F-14 Tomcat a velocità supersonica: l'umidità dell'aria rende visibile la zona posteriore dell'onda d'urto (quella in decompressione)
Nell'aria, la velocità del suono è di 331 m/s a 0 °C (pari a 1 193,04 km/h) e di 343,8 m/s (pari a 1 237,68 km/h) a 20 °C (e in generale varia secondo la relazione a = 331,45 + 0,62 t con t misurata in °C).
Il suono si propaga in modi diversi a seconda che sia in un solido, in cui tutte le molecole sono collegate solidamente fra loro, oppure in un fluido (liquido o gas), che invece è incoerente. Nei fluidi, la velocità del suono segna il confine tra due regimi di moto completamente diversi, per l'appunto detti regime subsonico e regime supersonico.
Questa grandezza è molto importante, perché è anche la velocità con cui si propagano l'energia cinetica e le sollecitazioni meccaniche in una determinata sostanza.

5          Il Tempo e le velocità

Quindi abbiamo detto che il tempo è “gibboso” : non scorre sempre ugualmente e nemmeno nella stessa direzione ovunque nell’universo.
Mentre a livello di Terra, vogliamo dire che un punto sulla Terra non è a “tempo costante”, a maggior ragione se cambia posizione relativa lungo lo spazio della Terra stessa.
All’equatore, se corro al contrario rispetto alla Terra a 1.670 km/h, in teoria il tempo non passa mai.
Ma abbiamo visto nel paragrafo delle velocità che più un punto si avvicina al polo (Nord o Sud) più va verso una velocità giornaliera nulla.
Di conseguenza fa lo stesso anche il tempo, che le è direttamente proporzionale.
Ecco che se le orbite della terra si trovano alterate rispetto al suo asse, il tempo può cambiare il suo scorrere.
O almeno, la distribuzione del suo scorrere lungo la superficie terrestre.
Quindi, se l’asse terrestre si sposta ed i poli si spostano, ecco che l’effetto polo nord o sud (tempo fermo) potrei trovarmelo altrove lungo la crosta.
Questo potrebbe in qualche modo spiegare il miracolo del ragazzino sott’acqua per 42 minuti.
Se associamo questo fenomeno con la sensazione di Clò di avere la stella polare a picco su Milano, ecco che forse potremmo avere una spiegazione legata non alla soprannaturalità del ragazzino, quanto allo scorrimento relativo delle lancette degli orologi in una Milano collocata altrove.

6          Il tempo

Prima di tornare alla mappa di Clò, e in particolare alla sua versione temporale, dobbiamo concentrarci sulla questione di cosa sia il tempo.
La sensazione ricevuta dalla notizia del ragazzino di 42 minuti, è stata corroborata da una strana percezione.
Forse è legata alla sincronia già citata in 2015 05 25 - Storia dell altro mondo di Clò - Fantascienza con logica.
Inoltre Clò ha incontrato alcune persone a distanza di pochi giorni, e al secondo incontro sembravano molto più vecchie.
Analogamente, alcune persone cambiavano colore di capelli, verso il bianco, a distanza di pochi giorni.
Infine, la stessa percezione di essere in una ripiegatura o bolla temporale, è stata annotata in data 2014 07 03 - Lesclaufrenies - Diario di bordo  

Ma torniamo alle cose pratiche.
Che cosa è il tempo, questa è la questione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tempo recita : Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Esso induce la distinzione tra passato, presente e futuro. La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche.

Ma andiamo con ordine, cerchiamo di fare una sintesi di Wikipedia.
Non sarà perfetta, come dicono alcuni, ma di sicuro Wikipedia è efficiente.
E altrettanto di sicuro, stimola la speculazione filosofico-ideativa.
Abbiamo dunque evidenziato in rosso alcuni concetti chiave.

6.1     Tempo e cambiamento

Dalla nascita dell'universo, presumibilmente e secondo la conoscenza umana, inizia il trascorrere del tempo.
I cambiamenti materiali e spaziali regolati dalla fisica determinano, secondo l'osservazione, il corso del tempo.
Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è così descritto anche a livello temporale.
Alcuni esempi tra i più immediati della correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al proprio asse, che determina la distinzione tra il giorno e la notte, e il suo percorso di rivoluzione su di un'orbita ellittica intorno al Sole, che determina le variazioni stagionali.
Il dato certo dell'esperienza è che tutto ciò che interessi i nostri sensi sia energia o materia, ovvero, le loro trasformazioni.
La materia, come più intuibile riferimento, è, e (contestualmente) diviene (ossia assume altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in inganno: essa sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla sua identità (nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire, invece, presuppone la trasformazione, ovvero la diversità (della forma), per cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un (intervallo di) "tempo".
Il tempo "origina" dalla trasformazione.
La percezione del "tempo" è la presa di coscienza che la realtà di cui siamo parte si è materialmente modificata.
Se osservo una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte, o se presto attenzione al susseguirsi dei miei pensieri o ai battiti del mio cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò certifica che è trascorso un "intervallo di tempo".
Si evidenzia "intervallo" a significare che il tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo), ha un inizio e una fine.

6.2     Simultaneità e causalità

Eventi distinti tra loro possono essere simultanei oppure distanziarsi in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato fenomeno, per cui è possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga dopo un altro.
Il tempo misurabile che separa i due eventi corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi.
Convenzionalmente tali cicli si considerano, per definizione, periodici entro un limite di errore sperimentale.
Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più preciso sarà lo strumento (orologio) che compie la misura.
Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala astronomica (moti del Sole, della Terra) a quella quantistica (orologi atomici) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti.
Uno dei modi di definire il concetto di dopo è basato sull'assunzione della causalità.
Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura e della misurazione del tempo, con la creazione e il miglioramento dei calendari e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta scientifica.

6.3     Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività

È stato il filosofo tedesco Immanuel Kant a cambiare radicalmente questo modo di vedere, grazie alla sua cosiddetta nuova "rivoluzione copernicana", secondo la quale al centro della filosofia non si deve porre l'oggetto ma il soggetto: il tempo diviene allora, assieme allo spazio, una "forma a priori della sensibilità".
In sostanza se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che, anche se sono inconoscibili in sé, sono collocati nello spazio.
Quest'ultimo è definito come "senso esterno", mentre il tempo è considerato un "senso interno": in ultima analisi tutto ciò che esiste nel mondo fisico viene percepito e ordinato attraverso le strutture a priori del soggetto e ciò che, in prima battuta, viene collocato nello spazio viene poi ordinato temporalmente (come dimostra la nostra memoria).
Un grande contributo alla riflessione sul problema del tempo lo si deve al filosofo francese Henri Bergson il quale, nel suo Saggio sui dati immediati della coscienza osserva che il tempo della fisica non coincide con quello della coscienza.
Il tempo come unità di misura dei fenomeni fisici, infatti, si risolve in una spazializzazione (come ad esempio le lancette dell'orologio) in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamente identico a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri.
Un altro grande progresso del pensiero è stato la formulazione della teoria della relatività ("ristretta" nel 1905 e "generale" nel 1916) di Einstein, secondo la quale il tempo non è assoluto, ma dipende dalla velocità (quella della luce è una costante universale: c = circa 299.792,458 km al secondo) e dal riferimento spaziale che si prende in considerazione.
In fisica per spaziotempo, o cronotopo, si intende la struttura quadridimensionale dell'universo. http://it.wikipedia.org/wiki/Quarta_dimensione. Introdotto dalla relatività ristretta, è composto da quattro dimensioni: le tre dello spazio (lunghezza, larghezza e profondità) e il tempo, e rappresenta il "palcoscenico" nel quale si svolgono i fenomeni fisici.
Secondo Einstein è più corretto parlare di spaziotempo perché i due aspetti (cronologico e spaziale) sono inscindibilmente correlati tra loro; esso viene modificato dai campi gravitazionali, che sono capaci di deflettere la luce e di rallentare il tempo (teoria della relatività generale).
Secondo la relatività ristretta il tempo di un osservatore è uguale a quello di un altro osservatore solo se viene moltiplicato per un certo fattore che dipende dalla velocità relativa dei due osservatori.
Più in particolare secondo le formule di Lorentz Secondo quest'ultima formula (che riguarda il tempo), se noi rimanessimo sulla Terra e potessimo vedere un razzo che viaggia velocissimo nello spazio osserveremmo che il suo equipaggio si muove al rallentatore.
La teoria della relatività genera quindi in merito al tempo anche dei paradossi apparenti.
Uno dei più noti è il cosiddetto paradosso dei gemelli.
La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla Terra.
Secondo le naturali conseguenze della relatività, il primo gemello, al suo ritorno sulla Terra, sarà più giovane del fratello gemello rimasto.
Tuttavia, secondo la stessa relatività tutti i sistemi di riferimento sottoposti a uguale moto (e quindi privi di accelerazioni e di cambiamenti di direzione) sono uguali tra di loro.
Secondo il sistema di riferimento del gemello partito con l'astronave è stata la Terra a muoversi a una velocità prossima a quella della luce, e quindi secondo il gemello-astronauta, in maniera del tutto legittima, dovrebbe risultare più giovane il gemello rimasto sulla Terra.
Il paradosso consiste quindi in questo: Qual è il gemello più giovane? o, in altre parole, per quale dei due è passato meno tempo?
Esso si risolve considerando i cambiamenti di moto che il gemello sull'astronave ha fatto e che la Terra (verosimilmente) non ha seguito: ha accelerato durante la partenza, ha "fatto retromarcia" per tornare sulla Terra dopo aver raggiunto la sua meta, magari quando l'aveva raggiunta si è fermato, e ha decelerato per riuscire a fermarsi nelle vicinanze della Terra o dell'altra destinazione.
Avendo fatto tutti questi movimenti "in più", ne consegue, relativisticamente parlando, che è il gemello sull'astronave il più giovane.
Premesso questo, quanti saranno gli anni di differenza tra i due è possibile calcolarlo grazie alle formule della relatività, ma l'aspetto più interessante è che si possa viaggiare nel futuro, almeno teoricamente (questo pone dei problemi al concetto di libero arbitrio).
La teoria della relatività, tra l'altro, cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro), ma anche di lunghezza (un metro si accorcia più si avvicina alla velocità della luce, ma solo se confrontato con un altro metro rimasto, ad esempio, sulla Terra).
Anche il concetto di causalità viene in parte modificato, dato che un certo segnale - che per Einstein non può mai viaggiare più velocemente della luce - deve avere il tempo di andare da un punto a un altro perché possa influenzare l'altro.
Recentemente nell'ambito della Teoria dei Sistemi di Riferimento è stato introdotto il concetto di tempo inerziale che consente di superare i paradossi summenzionati e di pervenire anche a una nuova definizione di simultaneità.

6.4     Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità

Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo francese Henri Bergson, che attribuisce grande importanza agli stati di coscienza piuttosto che al tempo spazializzato della fisica (si veda "Durata e simultaneità" del 1922).
Per Bergson il tempo concretamente vissuto è una durata "reale" a cui lo stato psichico presente conserva da un lato il processo da cui proviene (attraverso la memoria), ma naturalmente costituisce anche qualcosa di nuovo.
Dunque non c'è soluzione di continuità tra gli stati della coscienza: esiste una continua evoluzione, un movimento vissuto che la scienza non può spiegare pienamente con i suoi concetti astratti e rigidi, nonostante il riconoscimento dei suoi grandi progressi.
L'ingegnere J. W. Dunne sviluppò una teoria del tempo dove considerava la nostra percezione del tempo similarmente alle note suonate su un piano.
Avendo avuto un numero di sogni premonitori, decise di tenere traccia dei suoi sogni e trovò che contenevano eventi passati e futuri in quantità equivalenti.
Da questo concluse che nei sogni riusciamo a sfuggire al tempo lineare.
Pubblicò le sue idee in An Experiment with Time del 1927, cui fecero seguito altri libri.
Possiamo porci, quindi, le seguenti domande:
  • "Che cos'è il tempo?"
  • "Come si definisce una unità di misura per esso (il tempo) prescindendo dalle conoscenze late della comune opinione?"
È nel tentativo di dare una risposta rigorosa a queste domande che ci si accorge delle difficoltà e dei pregiudizi.
L'unico modo convincente di rispondere alla domanda "che cos'è il tempo" è forse quello operativo, dal punto di vista strettamente fisico-sperimentale: "il tempo è ciò che si misura con degli strumenti adatti".
Una analisi microscopica del problema tuttavia mostra come la definizione di orologio sia adatta solo a una trattazione macroscopica del problema e quindi non consenta di formulare una definizione corretta per le equazioni del moto di particelle descritte dalla meccanica quantistica.
Se si segue coerentemente sino in fondo questa definizione, si constata facilmente che tutti gli strumenti di misura del tempo ("orologi") si basano sul confronto (e conseguente conteggio) tra un movimento nello spazio (ad esempio la rotazione o la rivoluzione terrestre) e un altro movimento "campione" (meccanico, idraulico, elettronico), con sufficienti caratteristiche di precisione e riproducibilità.
Può essere interessante anche notare che il campione di movimento deve essere sempre un moto accelerato (rotazione, oscillazione lineare o rotatoria), mentre non è campione idoneo il moto rettilineo uniforme.
Altrettanto importante è notare che il metodo di confronto del movimento con il campione si fonda necessariamente sulla trasmissione di segnali elettromagnetici (es. luminosi, ma non solo), le cui proprietà influiscono quindi direttamente sul risultato della misura: da ciò conseguono in modo quasi ovvio le formulazioni della interdipendenza tra coordinate spaziali, asse temporale e velocità della luce espresse della relatività ristretta.
In base a queste osservazioni, data la totale sovrapponibilità degli effetti operativi, si potrebbe addirittura assumere direttamente quale definizione del tempo, in fisica, l'identità con il movimento stesso.
In questo senso, l'intero Universo in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo; si noti l'importanza essenziale della specifica "in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza movimento, senza variazione anche il tempo scompare!
Questa è anche la tesi dell'ingegnere Henri Salles, che nel suo libro Does time exist? - an energetic implementation of motion dimostra che è possibile fare a meno del concetto di tempo per spiegare il movimento. Salles implementa un modello fisico della realtà basato unicamente sui concetti di spazio e di energia e mette in luce la mancanza di coerenza della fisica tradizionale che scade, secondo lui, nella speculazione matematica laddove costruisce teorie partendo da concetti non fondamentali perché non tangibili (come appunto sarebbe quello di tempo). Un evidente esempio di contraddizioni, eliminabili con la definizione di tempo come movimento, sono le questioni del significato del tempo negativo e della possibilità di tornare indietro nel tempo.
L'idea che una teoria fondamentale non debba contenere il concetto di tempo tra le sue primitive risale a Bryce DeWitt ed è stata sviluppata successivamente da Carlo Rovelli, Craig Callender e Julian Barbour. Enrico Prati ha dimostrato che il formalismo Hamiltoniano di tutte le moderne teorie quantistiche dei campi può essere ricavato senza fare alcun uso del concetto di tempo, ma entro il medesimo formalismo è possibile definire il tempo misurato dagli orologi macroscopici rinunciando al concetto di periodicità a favore di quello di ciclicità nello spazio delle fasi.[3] [4]

6.5     Il tempo nella fisica moderna

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Lo stesso argomento in dettaglio: spaziotempo e Spazio-tempo di Minkowski.
In fisica moderna, il tempo è definito come distanza tra gli eventi calcolata nelle coordinate spaziotemporali quadridimensionali.
La relatività speciale mostrò che il tempo non può essere compreso se non come una parte del cronotopo (altra parola per definire lo spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo).
La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell'osservatore rispetto a essi.
La Relatività Generale modificò ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo capace di curvarsi in presenza di campi gravitazionali.
Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è il tempo di Planck.[5]

6.6     Tempo quantizzato

Il tempo quantizzato è un concetto sviluppato a livello teorico.
Il tempo di Planck è il tempo che impiega un fotone che viaggia alla velocità della luce per percorrere una distanza pari alla lunghezza di Planck.
Il tempo di Planck (~ 5,4 × 10−44 s) è la più piccola quantità di tempo tecnicamente misurabile, nonché potrebbe essere la più piccola quantità ad avere un significato fisico nell'effettivo caso di tempo parcellizzato.
In fisica, nel modello standard il tempo non è quantizzato ma viene trattato come continuo.

7          La mappa del tempo e l’eterno ritorno

Cosa concludiamo dalla trattazione precedente ?
Pensiamo allo spazio relativo dell’universo e alle sue “conformazioni” gravitazionali.
Quelle che lo fanno assomigliare ad un mare ondoso, nel quale le onde possono anche “ripiegarsi” su se stesse.
Pensiamo alle velocità del paragrafo precedente e a come possano essere alterate dal tessuto dello spaziotempo.
Pensiamo poi che tutto si muove in un gioco di rotazioni sovrapposte, incrociate o parallele.
Osserviamo la figura di Einstein, e ne deduciamo che se anche il Tempo si muove in un forma e in una direzione, possono esistere punti di sovrapposizione.
Punti nei quali posso incrociare linee temporali già passate, magari sovrapponendomi ad esse.

Riferendosi alla mappa che Clò vede negli occhi, dunque, conoscerla vorrebbe dire avere a disposizione una mappa quadridimensionale dell’Universo. 
Vorrebbe quindi anche dire, sapere dove sta siddetto tempo.
E infine vorrebbe dire qualcosa del tipo “sapere dove stanno le cose che sono successe”.
O se preferite, sapere dove stanno quelle anse e ripiegature gravitazionali dello spazio tempo che permettano non solo di conoscerlo, ma anche di navigarlo in senso lato.
Se infine immaginate che, nelle orbite terrestri, si ripetono da miliardi di anni gli stessi passaggi in alcune conformazioni dell’universo, ecco che abbiamo un azzardo di ipotesi di spiegazione per la teoria dell’ Eterno ritorno di Nietzsche.
!In senso più specifico l'eterno ritorno è principalmente uno dei capisaldi della filosofia di Nietzsche.
Il ragionamento che sta dietro al semplice - ma spesso incompreso - concetto di Nietzsche è il seguente:
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.”
Ad ogni passaggio davanti alle anse gravitazionali, si ripassa davanti alle varie stratificazioni dell’inconscio collettivo o dell’anima del mondo, in sovrapposizione sullo sfondo dell’universo.
O qualcosa del genere.
E direi che per ora non abbiamo altro da dire su questo tema.

8          La struttura del tempo e i  Corsi e Ricorsi - Giambattista Vico

Abbiamo invece qualcosa da dire sulla struttura del tempo.
Se accettiamo l’idea che qualcuno sappia come è fatta la precedente mappa del tempo, o dello spaziotempo, bisogna fare molta attenzione a come possa essere “diramato”, o per meglio dire “strutturato”, questo tempo.
Se lo immaginiamo contorto come nella foto di Einstein, percepiamo le possibili sovrapposizioni.
Ma ci sfugge una questione.
Giocare con il tempo, ammesso che qualcuno lo possa fare, può portare a conseguenze devastanti.
Infatti, il tempo può essere anche immaginato come nella figura seguente con gli alberi.
L’albero parte alla fase 1 con il big bang.
Crescendo (espandendosi) si “materializza”, ed inizia a ramificarsi.
Alla fase 7, su alcuni rami, la gravità dei pianeti e galassie può iniziare a “pesare” più dell’energia di spinta che tutto pervade (quella che determina la velocità di cui al paragrafo Velocità)
A quel punto il ramo si ripiega su se stesso, all’”indietro”.
Quelle ramificazioni possono anche essere immaginate come tunnel temporali, che mi permettano di tornare indietro e non solo altrove (la freccia verde figura 7) senza rifare tutto il percorso di andata.
E si presenta il seguente problema.
Ricapitoliamo.
Lo spazio tempo gravitazionale è gibboso. Perché dipende dalle distribuzioni di gravità.
Quindi il tempo non è lineare, o meglio forse è lineare ma non in linea “retta”.
Può anche tornare indietro, in una ripiegatura dello spazio-tempo.
La mappa dello spazio tempo gravitazionale ci può permettere di tracciare una rotta, anche fino a sfruttare le pieghe e arrivare in una “rada temporale” le cui creste ci proteggano, ad esempio, dalle onde gravitazionali del sole insieme a qualche già citato marchingegno.
In quella rada, o ansa, o conca, troviamo la porta : il buco nero.
In fondo al buco nero il tempo è fermo.
Dato che il buco nero ci attira per gravità, rallenta anche il nostro tempo.
Quindi, il tempo fisico continua a viaggiare, ma il nostro con  noi dentro no.
E questa potrebbe essere la spiegazione di alcune “divergenze temporali” percepite.
E’ davvero come cavalcare un’onda, come in surf: vado un po’ avanti un po’ indietro (la risalgo).
Quando arrivo in quella “ansa temporale” , quella può essere più indietro del tempo che c’era sulla cresta dell’onda.
Se intervenissi in qualsiasi modo mentre sono in quella rada, più indietro nel tempo, potrei fare davvero un casino.
Ammettiamo che qualcuno che si sente di essere Dio, decida che un ramo dello spazio tempo dell’universo, nel quale c’è qualcosa che non gli piace, va cambiato.
Diciamo che il ramo è quello che nasce al tempo T1 della figura qui sotto in fase 8,  dove c’è il cerchio rosso e che poi è lievemente cresciuto sopra la linea del tempo T1.
Se taglio quel ramo, cessa di esistere come di incanto anche il cerchio azzurro che era nato prima del cerchio rosso (è più in basso, quindi è “prima”).
E sempre magari, il cerchio azzurro era quello dove c’era la terra.
La struttura del tempo, quindi è un concetto importante.
Che ne io ne Clò conosciamo.
Ma siccome può essere che ci sia qualcuno che invece la conosce, ci sentiamo di segnalare la questione.

T 1
 
T 0
 

9          Tempo e antagonisti: Evoluzione, Rivoluzione e Synvoluzione

Oggi, nel Tempo in cui siamo, dobbiamo scegliere.
Il corollario di tutto il ragionamento di cui in precedenza, è che corsi e ricorsi, possono essere forse ipotizzati anche come ciclicità ripetutamente riemergente (l’eterno ritorno) derivata da passaggi sovrapposti nello stesso spazio-tempo.
Chi ne conoscesse l’essenza, potrebbe forse spiegarlo meglio.
Ma diciamo che l’importante è che nello scorrere del tempo, ci troviamo di fronte sempre altre “diramazioni”, che seppur non sempre uguali possono sia assomigliarsi che determinare il percorso seguente.
E’ come su una rotonda stradale. Giro,giro, giro, fino a che prendo una uscita. Dopo un po’ trovo un ‘altra rotonda e riparte il ciclo.
Il ciclo mi può fare tornare indietro fino alla prima rotonda, sulla quale posso provare a prendere un’altra uscita e vedere come cambia il percorso.
Ma se devo andare da Sud a Nord, per quanti percorsi io possa provare, arriverò sempre a Nord.
Torniamo alle cose pratiche.
Cosa c’entra tutto questo con noi, la civiltà dell’intelletto, il mondo di Clò et cetera?
C’entra.
Perché rispetto alle storture del mondo in cui viviamo, noi non vediamo cambiare niente.
La trottola impazzita, gira come un criceto nella ruota, incurante delle pericolose oscillazioni e deviazioni del suo moto.
E proprio come una trottola, può succedere che perda l’equilibrio e cada.
A quel punto si dovrebbe reiniziare tutto daccapo, ma noi non ci saremmo più.
Il cambiamento abbiamo già detto più volte, può derivare da fattori evoluzionari o rivoluzionari.
Marx, ad esempio, riteneva che il conflitto fosse una fase imprescindibile.
Noi abbiamo più volte ribadito, che soprattutto nel mondo complesso e interdipendente di oggi, le rivoluzioni sarebbero devastanti.
E abbiamo quindi teorizzato la Revoluzione Perenne .
Evoluzione in costanti cambiamenti e aggiustamenti progressivi.
Ma di cambiamenti qua non se ne vedono.
Niente di sostanzialmente nuovo su nessun fronte.
E mentre il Tempo “passa”, sta già tessendo le sue trame seguenti.
Il tempo, nel suo continuum, sta già viaggiando dal passato sulle sue trame future.
E’ per questo motivo che tanti pensano che “tutto quello che facciamo ci torna indietro”
Il futuro, non solo è già passato, ma cosa più importante è determinato dal passato.
Meglio ancora, è “appoggiato” sul passato, e da esso sorretto e nutrito.
Ripensate alle figure con gli alberi.
Quindi, più cincischiamo, più grande ci tornerà indietro l’onda di retroazione.
Il Mediterraneo del 2015 è un esempio perfetto.
Se poi ricordate quanto detto nella Storia dell' altro mondo di Clò  il sistema si difende sempre, sia dall’alto che dal basso.
Dove si accentua la tensione, li nascono forze di resistenza.
Dove si accumula energia negativa, li se ne aggregherà dell’altra.
Sono i famosi antagonismi, i quali svolgono una importante funzione di riequilibrio del sistema.
Quando questi antagonisti li facciamo troppo incazzare, possono degenerare in violenza anche estrema.
Ma in alcuni casi, possono invece operare per il bene comune, anche se dall’esterno del sistema consolidato nello status quo.
Quando ciò avviene, il tempo si instrada sul sentiero che non è più rivoluzionario, ne evoluzionario.
Il tempo si incammina su un percorso di Synvoluzione, anche se ai rappresentanti dello Status quo questa potrà sembrare “escrezione”, una forma di immunitaria espulsione.
Ecco, oggi, senza volere lanciare anatemi e funeste profezie, noi vediamo che il sistema sta accumulando così tanta “riserva di carica di rabbia e frustrazione” che un probabile sfogo o sfiato potrebbe essere quello di seguito descritto.

10      Dalla rivoluzione meridionale Alla Synvoluzione chirurgica

Torniamo al qui e ora.
Dobbiamo sempre essere pratici.
Da giovane, non ricordo bene l’età ma tanti anni fa, avevo immaginato una “Rivoluzione Meridionale” non violenta, ma di sicuro efficace.
Era concepita come di seguito.
Oggi però qualcosa è cambiato.
Ci sono le tecnologie.
E una Rivoluzione che si stia effettivamente preparando, potrebbe essere quella descritta come Synvoluzione Chirurgica.

10.1  La rivoluzione meridionale - 2014 04 13  Tra polare e Tripolare

Testo originale – data archeologica imprecisata
Piove. Ancora un giorno. E dire che la stagione dovrebbe essere quella buona. Per il sole, intendo.
Ma siamo al Nord e una cosa è certa: non è qui che è nata la vita.
Se tutte le tracce portano in Africa, nel profondo Sud reale e simbolico del mondo in cui viviamo, un motivo ci sarà.
E non venitemi a dire che non è vero, che si trovano tracce di vita sepolte nei ghiacci, perenni o morituri, che questo e che quello.
Sono tutte ossa di poveri emigranti costretti a lasciare il loro mondo meridionale dal sistema economico preistorico nordista fondato sullo sfruttamento della mano d’opera per l’appropriazione del plusvalore.
Tutti al nord a produrre utensili ed armi di selce da rivendere al sud per alimentare le loro guerre intestine.
Sempre la stessa storia.
Ma l’ora è giunta. Della tanto agognata rivoluzione.
Dopo millenni di surrettizia, capillare penetrazione  del tessuto sociale ed economico del nord del mondo, dei continenti e dei paesi, tutto è pronto.
Attendono solo il segnale.
Sono i Sudici.
E quale è questo segnale? Ma è ovvio: è segreto, non si può divulgare, altrimenti che segnale segreto sarebbe?
In ogni caso allo scattare del segnale ecco ciò che succederà.
Uno straordinario sciopero generale di tutti i Sudici del mondo, che hanno accumulato risorse da riserva di capacità di sopravvivenza per millenni, ridurrà i Nordici sul lastrico dovuto al blocco di qualsiasi attività.
In sintesi il Sudicio sa cavarsela comunque, il Nordico senza la borsètta luiuitton va in depressione e non riesce più a combinare niente.
D’altronde si sa: i Sudici, oltre ad avere il brutto vizio di fare di tutto per sopravvivere, sono geneticamente predisposti alla voglia di non fare un cazzo. Per cui scioperare verrà loro naturale.
Ma il punto è che il blocco porterà i Nordici alla fame ed all’impotenza generale, in primo luogo da malnutrizione.
Già me li vedo tanti lumbàrd tutti avvolti dalle mosche con il pancino gonfio da malnutrizione.
Ma anche questo si sa: se ogni Nordico vive da parassita sul plusvalore creato dal lavoro e infine dall’esistenza dei Sudici, ciò vuol dire che lo stesso nordico ha messo in mano al Sudicio un’arma incredibile !
Eh si, perché per creare il plusvalore ci vuole in partenza il valore.
E quest’ultimo è Sudicio.
Sarà dunque una rivoluzione non violenta, ma pur sempre “del taglione”.
I Sudici si impadroniranno dei Nord del mondo senza fatica, senza spargimento di sangue, senza incontrare resistenza, assumendo infine il controllo di infrastrutture, beni primari e media.
E naturalmente assumendo il controllo delle banche.
Già immagino gli striscioni “banca occupata, sportello espropriato, moneta requisita”.
E solo quando tutto ciò che è indispensabile sarà nelle loro mani, a questo punto ricominceranno a nutrirli; i Nordici ovviamente. Perché senza nutrimento non lavorano.
Faranno quindi loro occupare le posizioni ed i ruoli millenariamente sudici, con incommensurabile nordica fatica data dalla desuetudine al lavoro o consuetudine al parassitesimo.
Ma a questo punto: colpo di genio!
Quello che solo un Sudicio con alle spalle millenni di genetica dell’ingegno da sopravvivenza può escogitare.
Le ricchezze accumulate dai Nordici (i danè) sono ancora li a disposizione ed i Sudici proporranno lo scambio: “noi controlliamo il vostro territorio, ma considerato che fa schifo, siamo disposti a ricedervelo indietro”.
“Ad un prezzo ragionevole: l’annullamento del nostro debito più un bel fiftyfifty di quello che resta”.
“Perché siamo buoni.”
I Nordici non potranno rifiutare.
Già esausti per qualche settimana di lavoro, una volta svolto dai Sudici, che hanno dovuto svolgere dalla fine dello sciopero e soprattutto stravolti dalla spazzatura che nessuno porta più via e dal degrado che vedono progredire a macchia d’olio sul loro territorio, accettano.
Ed ecco che i Sudici, affrancati dal debito e finalmente dotati di quel minimo di capitale che varie distorsioni (di fondi e non di caviglie) dei Nordici non avevano mai fatto pervenire fino a destinazione sono pronti a tornare al Sud al fine di restituire l’antico splendore alla vera madre di tutte le terre.
A questo punto si con il sudore, la fatica e l’onore. A questo punto ne vale la pena.
Fino a che una volta sistemato tutto come se fosse un giardino dell’Eden lo storico problema si ripresenta in tutta la sua ineluttabilità.
“Eh, e che cascpit’ di sole. Maronna mia che calore ca fa cà. E cumme facimm’ a faticà. “
“Nè guagliò. Ma tu t’o si scurdato?”
“Cosa?”
“Tutt’i danari c’amma avuto”
“Uè, Uè, Gesù ,Giuseppe, Sant’Anna e Maria, tieni raggione, ma a nuie ca n’ce ne futte ‘e faticà.
Cà nce sta ‘o sole, ‘o mare, ‘a pizza e pure ‘a sfogliatella.
Ma ‘o saje che nte dico: ‘nce jessero issi (i Nordici) a faticà, nuje campamm’e rendita ‘na bellezza”.

E fu così che la rivoluzione meridionale finì a tarallucci e vino.
Per i Sudici.
Ma non per i Nordici, che privati delle loro principali fonti di reddito, del plusvalore, degli interessi sul debito dei paesi del Sud e della manodopera dei sudici, si trovarono a dovere affrontare tutti i giorni la fatica nelle loro fabbrichétte.
E senza neppure l’illusione di potere emigrare due settimane all’anno verso qualche posto caldo e assolato del Sud del mondo.
Perché dal Sud sono stati ovviamente banditi.
Ma tanto che differenza fa: al nord piove sempre e sempre una merda resta. E quindi meglio non andare via, altrimenti come facciamo a ritornarci, in questo cesso di posto?
Così pensavano i Nordici mentre in torpedone, e non in avione, invece di andare alla Maldive venivano costretti a dieci giorni di vacanze forzate nelle colonie, ad esempio per la maggior parte di quelli italiani a Porto Marghera.
Mentre per i più meritori: tutti in colonia ligure già Fiat.

10.2  La Synvoluzione chirurgica

Come già detto, questa non è una profezia, e nemmeno una istigazione.
Questa è una possibile, se non probabile, linea temporale futura.
I suoi semi sono già stati seminati e sono quelli che vedete ovunque intorno a voi.
Sono ipotizzabili alcune varianti.

10.3  Synvoluzione all’ingrosso

Questa è di facile immaginazione.
Reti di Hacker più o meno sudici, vìolano i server delle reti interbancarie, scovano i conto titoli delle banche, e trasferiscono i suddetti titoli su una serie di conti transitori in continuo rimbalzo tra di loro.
I titoli diventano irrintracciabili a causa dell’effetto loop generato dall’instradamento e rimbalzo continuo su di un hyperspazio cybernetico circolare annodato su se stesso.
Questo spazio “ad hoc” è noto nell’ambiente come “spazioprovaprendermi”.
A bisogno, o anche random, da questo spazio, emergono piccole “de-bolle” (l’incontrario delle bolle), che fanno pop-uppare qualche soldo sui conti di qualche entità etica.
Vabbè, fino a qua tutto fila.
Ma la chirurgicità ?
In questo caso è una chirurgicità spaziale.
I conti violati sono solo quelli off-shore.

10.4  Synvoluzione della tracciabilità

Questa è garantita da appositi apparati di localizzazione a radiofrequenza, come RFID , innestati anni prima nelle banconote. Sono antenne molto piccole.
Ogni volta che un soggetto è attaccato al wi-fi con un qualsiasi dispositivo, il nano chip RFID intercetta il segnale dalle banconote e lo invia alla centrale di compensazione, molto simile a quella Cybratto, permettendo così di tenere il conto esatto delle banconote in tasca al “monitorato”.
La quantità di banconote e la loro velocità di circolazione sarà incrociata con  i database di redditi e proprietà.
La chirurgicità sarà garantita dallo speciale algoritmo “tifaccioicontiintasca”.
Oltre il livello soglia, il soggetto riceverà un sms che dice “a furia di provarci ti abbiamo preso. Le tue banconote si autodistruggeranno in 5,4,3,2,1….0 secondi”.
Si sentirà solo un “puff”, a conferma della evanescenza del sogno monetario del bencapitato.
Egli potrà andare a prelevare altri soldi, ma la procedura con le relative routines sarà sempre aperta.
Il soggetto sarà proiettato in un incubo dell’eterno ritorno fino a che, impazzito di paranoia, si farà francescano.

10.5  Synvoluzione elettromagnetica, spin e sincronicità

Questa è la più suggestiva di tutte le synvoluzioni.
Dobbiamo fare un piccola premessa sulla risonanza magnetica funzionale
Funziona molto semplicemente, in fondo.
Dobbiamo  però prima sapere che tutte le particelle hanno un loro Spin , valle a dire che girano.
Ruotano su se stesse, in varie direzioni.
Questa questione dello Spin è lo stesso alla base della sincronicità .
In ogni caso, se però le particelle le sottopongo ad un campo elettromagnetico, queste si allineano al campo e girano tutte nella stessa direzione, sincrone per l’appunto.
Potete guardare l’immagine seguente e vedere le tipiche figure a “onde”: strette ai poli e panciute a metà.
Quando rilascio il campo, le particelle tornano allo stato originale.
Mentre ci tornano vengono “filmate o fotografate” e danno diversi colori a seconda della energia che rilasciano o impiegano per tornare indietro.
Ne derivano le immagini colorate dei cervelli che di solito conoscete.


Il punto importante è che con un campo elettromagnetico di diversa intensità e localizzazione, posso andare oltre.
Posso stimolare zone del cervello specifiche.
E posso anche indurre comportamenti.
Questi due sono fatti, non speculazioni.
Diamo per scontato che possiamo irradiare di onde elettromagnetiche delle persone.
Magari anche a rotazione, proprio giocando con l’inclinazione del polo magnetico terrestre e con la rotazione.
E assumiamo, che allineiamo i loro spin ad un campo elettromagnetico “buono e giusto”.
Ipotizziamo anche che il campo elettromagnetico non venga spento, almeno non subito, al contrario di quanto si fa nella risonanza.
Gli spin restano allineati.
Possiamo quindi assumere che le persone sono “state illuminate” ?
Lo sapremmo solo se si comporteranno in maniera buona e giusta”.
Ma se tutto funziona, immaginateli in “processione bancaria”.
Tutti allo sportello a fare bonifici per adozioni a distanza o microcredito.
Tutti ciondolanti, in un mantra di preghiere reiterate : “voglio l’Iban, voglio l’Iban. Datemi un Iban buono e giusto. Devo fare la carità, mi scappa la carità”.
In caso contrario, se non succedesse, potremmo forse aumentare l’intensità di campo, fino anche a farli diventare eremiti o mendicanti o penitenti permanenti.
Se ci ascoltate, quindi, è meglio che vi sbrighiate.

10.6  Armi del futuro

Abbiamo anche cercato qualche riferimento al tema, in ambito delle “armi del futuro”.
Già che lo abbiamo fatto lo segnaliamo. Quelli di seguito sono alcuni link
C’è un portale Wikipedia sulle armi. http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Armi/armi_del_futuro

11      Per riassumere

Il tempo non è lineare, non è sempre uguale.
Fare la stessa cosa in due momenti diversi, ha diverse conseguenze.
Chi conosce la mappa del tempo sa in quali punti è più “pesante”.
Oggi siamo in una fase in cui galleggiamo nel niente.
La rotta non cambia.
La gente non sveglia.
Giocare con il passato non si può, e anche con il futuro si deve “manovrare” piano.
Ma abbiamo dato “una sbirciatina”.
Al perdurare delle ingiustizie è assai probabile che emergano altri antagonisti di retroazione.
Il ritorno può essere anche violento.
Quindi, se vogliamo anticiparlo, un'altra linea temporale dobbiamo trovare.

Non vedo nulla cambiare.
Per niente pronta mi appare.
La terra rotonda.
E’ ancora alla fonda.
Di rami di storia.
Non voglio parlare.
Non son qui per potare.
Ma non v’è transumanare.
Vedo solo temporeggiare.
Vedo solo ciarlare.
Orsù, rubinio cappuccio.
Scocca la freccia.
Annienta la feccia.
Togli il maltolto.
Semina il raccolto.
Del danaro nascosto.
Fatti prevosto.
Con solo due bitte.
Ormeggi le chiatte.
Son ormeggi binari.
Son uni e son zeri.
La porta del tempo.
Sarà come un lampo.
Che tutto d’istante
Il danaro flottante
Divenga contante.
E piova  per tante.
Nei Sud d’ogni atlante.