Le Clofrenì
(Les Claufrenìes)
Il tempo e
la Synvoluzione chirurgica
Antagonismo e nanorivoluzione.
Un percorso spazio temporale in potenza.
File Word
Milano, 31 maggio 2015
Claudio Aroldi
1 Profezie e miracoli
Ai tempi della civiltà dell’intelletto non c’è spazio né per
le une né per gli altri.
Anche se questo non vuol dire che non ci si possa credere.
Nella civiltà dell’intelletto non sono beneaccetti i dogmi
di sorta, nemmeno il dogma che non debbano esserci dogmi può essere dogmaticamente
proposto e assunto.
Si, ancora un loop-koan; evidentemente anche oggi siamo
piuttosto Zen.
Questa premessa mi è sembrata dovuta in relazione ad una
notizia recente Rainews
- Un miracolo della scienza Michi il ragazzo 15 anni vivo dopo 42 minuti sotto
acqua.
Una prima spiegazione potrebbe essere legata al citato fatto
che la temperatura corporea fosse a 29 gradi.
Assomiglia tanto al Criosonno o Ibernazione di
tanti film di fantascienza.
Ma siccome siamo in un periodo di Fantascienza
con logica - 2015 05 25 - Storia dell'altro mondo di Clò , vale la pena di
perderci un attimo.
Una parte interessante della notizia, infatti, era che
esisteva un “record precedente”, pari a circa 25 minuti.
La cosa interessante non erano i 25 minuti, quanto il fatto
che ci fossero dei record (almeno uno) precedenti.
Si apriva così una porta al concetto di ricorrenza
temporale.
Potrete speculare quanto vorrete, ma un essere umano che
resta così tanto in acqua apre secondo noi solo due scenari possibili :
- lui non è umano e respira con qualche sorta di branchiale apparato epidermico
- il tempo non è passato per la misura di 42 minuti.
Non so per quale motivo, la seconda continua a batterci in
testa.
Ma, un’idea ho cercato di farmela.
2 Kick gravitazionale, asse e rotazione terrestre
Riportiamo il testo integrale da centrometeoitaliano.
“L’ultima inversione magnetica dei poli terrestri si è
verificata 786 mila anni fa, uno studio ha mostrato che il suo completamento ha
richiesto solo 100 anni invece di 2000. Inversione magnetica dei poli
terrestri, ci impiega solo 100 anni – E’ conosciuta con il nome di transizione
di Matuyama-Brunhes o più comunemente come inversione dei poli magnetici
terrestri e si è verificata l’ultima volta 786 mila anni fa. Si tratta di un
fenomeno che porta ad uno spostamento del nord magnetico, che prende il posto
del sud magnetico e viceversa. Secondo un recente studio questa transizione,
che si pensava fosse durata circa 2000 anni, sarebbe avvenuta solo in un
centinaio di anni e dunque la prossima inversione dei poli potrebbe avere tempi
altrettanto rapidi, al punto che un bambino nato all’inizio dello spostamento
dei poli potrebbe vederne e sentirne gli effetti anche nella fase conclusiva. La
scoperta è avvenuta grazie all’analisi del campo magnetico degli strati di
ossidi di ferro, all’interno di alcune rocce sedimentarie depositate sul fondo
di un antico lago abruzzese asciutto. Dal confronto con i residui lasciati
dalle numerose eruzioni della zona è stato possibile appurare che l’inversione magnetica
dei poli terrestri è stata pressochè immediata. Non è però chiaro quale sia la
causa delle oscillazioni del campo magnetico terrestre ed inoltre non è
possibile prevederne l’inizio: potrebbe essere sufficiente una momentanea
variazione per avviare l’inversione magnetica dei poli terrestri. I rischi sono
più che altro per gli animali ed in particolare per uccelli e mammiferi marini
che seguono le linee di forza del campo magnetico per orientarsi. Difficile
invece capire quali saranno gli effetti sulle tecnologie come reti satellitari,
telecomunicazioni ed infrastrutture per la distribuzione di energia elettrica,
molto sensibili alle tempeste solari e che dunque potrebbero essere messe fuori
uso dalle conseguenze di un’inversione magnetica dei poli terrestri.”
Bisogna sempre cercare la spiegazione scientifica.
Quindi ci siamo chiesti come questo fenomeno, ammesso che
fosse vero, potesse essere collegato con le “percezioni cosmiche e terrene”
descritte ne 2015
05 25 - Storia dell altro mondo di Clò - Fantascienza con logica.
Se assumiamo per buona la teoria delle onde gravitazionali
del sole, e le ipotesi sull’esistenza di un “marchingegno rotante” costruito
attorno ai vari strati della terra per mantenerlo “in assetto” come un grande
giroscopio, possiamo ipotizzare che la terra, a seguito del “kick
gravitazionale”, lo abbia assorbito (il kick) trasformando l’energia cinetica
“diritta” dell’onda solare, in energia cinetica rotazionale di se stessa.
Più o meno come farebbe un pallone da calcio con così tanto
effetto da girare su se stesso velocissimamente, ma restando più o meno allo
stesso punto.
L’ancoraggio al nostro, o presunto nostro, caro amato punto-posizione
dello spazio tempo, avrebbe potuto essere garantito proprio con l’attrazione
gravitazionale del buco nero (o più buchi) al quale ci eravamo allineati.
O ancora meglio, con l’attrazione di una “rada
spaziotempogravitàzionale”, un “porto” nel tessuto dell’universo fatto di
spazio, di tempo e di gravità. Ne parliamo dopo.
L’allineamento giusto avrebbe comportato o richiesto una
alterazione della divergenza tra asse polare fisico e quello magnetico.
In pratica, una sorta di manina cosmica avrebbe tenuto i
vertici dell’asse terrestre, come un dito sull’asse di una trottola altrimenti vorticosamente
impazzita.
In questo gioco di leve e rotazioni e forze centrifughe e
centripete noi saremmo rimasti all’incirca al nostro posto, fatta salva forse una
capriola polare.
Ciò spiegherebbe molte cose.
- Lo spostamento di asse
- Il cambiamento di posizione della stessa polare, sempre ammesso che fosse quella e non un'altra.
- Le oscillazioni orbitali, che quindi sarebbero anche uno smaltimento di quella energia da kick cosmico.
- E infine, le alterazioni temporali
Ovviamente è fantascienza, ma vedrete che ci serve per il
discorso che segue
3 La mappa spazio tempo gravità
Se ricordate, ho già parlato del fatto che Clò possa avere
una mappa delle galassie impressa a laser negli occhi e nel cervello.
E che quella mappa serva ad orientare il marchingegno terra
con il giroscopio del cervello di Clò. A tenerci allineati.
Ho anche detto che Clò non è l’unico, ma deve esistere una
rete di Clò che funge allo scopo di distributrice di segnali, probabilmente di
gravità, nei punti necessari del globo terrestre.
Il punto che vogliamo affrontare oggi è quello di cosa
riporti una mappa dell’iniverso.
Partiamo dall’inizio “condiviso”, vale a dire che c’è un big
bang dal quale inizia l’universo con il suo spazio e il suo tempo. Ho detto
“condiviso” perché in realtà esistono molte teorie una delle quali è quello dei
multiversi di cui abbiamo parlato in precedenza
Questi due (spazio e tempo) sono strettamente correlati, o
forse meglio dire intrecciati, proprio come se fossero un unico tessuto.
Questo tessuto non è uniforme e liscio, ma è deformato dalla
gravità.
Al big bang c’è solo energia, proseguendo questa si scontra
e genera masse infinitesimali (simili a quelle generate dai raggi cosmici nell’atmosfera
terrestre) che diventano gas che diventano polvere o stelle o pianeti, oppure
che restano energia.
Mano mano che si aggregano le particelle infinitesimali
aumenta la massa aggregata, la quale attrae altra massa per gravità.
E così siamo alla struttura fisica osservabile del nostro
universo.
Il punto è che tutto questo processo si svolge nel continuum
spazio temporale che è inscindibile.
Ma pur essendo inscindibile è deformabile dalla gravità.
Quindi, se guardate le foto qui di seguito, dove c’è una
“palla” come ad esempio un pianeta, il tessuto si deforma come un lenzuolo
steso su cui fosse appoggiata una mela.
Deformandosi il lenzuolo, si deformano sia lo spazio che il
tempo.
Se io mi muovo da quel punto del lenzuolo anche di poco, ad
esempio dal fondo verso i bordi, posso assumere che mi sono spostato in un
altro spazio, ma anche in un altro tempo.
Ma per ora restiamo nel nostro comodo avvallamento.
Il punto nodale è che lo spazio tempo, a causa delle
distribuzioni di presenza di gravità non è “liscio” ma è “gibboso”, come
l’ultima delle figure in basso a sinistra. O come una pista da sci con le
cunette, o ancora meglio rappresentativamente, come il mare increspato di onde.
Spostandomi in esso, mi sposto sia nello spazio che nel
tempo.
Il punto quindi, è che avere in testa una mappa
dell’universo, vuol dire averne una dello spazio (dove sono le galassie) ma
anche una del tempo.
Voi direte : “bello” !
Ma non è solo così.
Con il tempo non si scherza.
4 Velocità
Dobbiamo fare un altro breve inciso sulle Velocità . Le info di cui
sotto sono sempre di wikipedia.
La premessa doverosa è che balza all’occhio che quando noi
crediamo di avere i piedi ben saldi in terra, la realtà è molto diversa.
Siamo un proiettile in uno spazio che è a sua volta un proiettile.
In questo gioco di proiettili, piccole deviazioni possono
avere grandi effetti.
Ma non vogliamo essere catastrofisti.
Non crediamo che stiamo andando verso un big crash, e
abbiamo piena fiducia nel conducente cosmico.
A noi interessa il tempo.
E ne parleremo dopo.
4.1 Velocità della Terra
Rispetto al suo asse, la Terra
ruota compiendo 1 giro ogni 23 ore, 56 minuti e 4,01 secondi.
La velocità di un punto che si
trovi all'equatore è di 1.670 Km/h, mentre quella di un punto a 45gradi di latitudine (che essendo
più vicino all'asse deve fare un giro più corto) è di circa 1.073 km/h.
Un punto
sul Polo Nord o Sud ha invece velocità nulla;
Rispetto al Sole, la Terra impiega
365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi a compiere un'orbita ellittica della
lunghezza di circa 938.900.000 Km.
La sua velocità media è quindi di
106mila km/h circa;
Rispetto al centro della Via
Lattea, la Terra si muove, assieme al sistema solare, a una velocità di circa
792 mila km/h; La Via Lattea, a sua volta, si muove a una velocità stimata in
3.600.000 km/h.
4.2 Velocità della Luce
In fisica, la velocità della luce è
la velocità di propagazione di un'onda elettromagnetica. Nel vuoto assume un
valore pari a c0=299 792,458 km/s (299 792 458 m/s utilizzando le unità di
misura del Sistema Internazionale,[1] ovvero circa 3 × 108 m/s).
È indicata tradizionalmente con la
lettera c, dal latino celeritas ("velocità"), da quando nel 1894 fu
così rappresentata da Paul Drude.
La velocità della luce nel vuoto è
una costante fisica indipendente dalla velocità dell'oggetto che emette la
radiazione, e quindi dal sistema di riferimento utilizzato. Dal 21 ottobre 1983
si considera il valore c_0 come esatto, ovvero senza errore, e a partire da
esso si definisce la lunghezza del metro nel Sistema Internazionale.
Secondo la relatività ristretta, c0
è inoltre la velocità massima a cui può viaggiare tutta l'informazione
nell'universo (energia e/o materia), ed è la velocità nel vuoto di tutte le
particelle senza massa e dei relativi campi, tra cui la radiazione
elettromagnetica stessa.
È inoltre prevista dalla teoria
corrente della velocità di gravità, cioè, delle onde gravitazionali. Nella
teoria della relatività, c0 interrelaziona le grandezze fisiche classiche
spazio e tempo introducendo definitivamente il concetto di spaziotempo, e
appare nella famosa equazione di equivalenza massa-energia. Talvolta accade che
la velocità di un oggetto in un mezzo sia superiore alla velocità della luce
nel mezzo e ciò è responsabile dell'effetto Cherenkov.
4.3 Velocità del Suono (questa riportata ad maiora)
La velocità del suono è la velocità
con cui un suono si propaga in un certo ambiente, detto mezzo. La velocità del
suono varia a seconda del mezzo (ad esempio, il suono si propaga più
velocemente nell'acqua che non nell'aria), e varia anche al variare delle
proprietà del mezzo, specialmente con la sua temperatura.
File:F-14A Tomcat supersonic flyby,
1986.oggRiproduci file multimediale
Passaggio di un F-14 Tomcat a
velocità supersonica: l'umidità dell'aria rende visibile la zona posteriore
dell'onda d'urto (quella in decompressione)
Nell'aria, la velocità del suono è
di 331 m/s a 0 °C (pari a 1 193,04 km/h) e di 343,8 m/s (pari a 1 237,68 km/h)
a 20 °C (e in generale varia secondo la relazione a = 331,45 + 0,62 t con t
misurata in °C).
Il suono si propaga in modi diversi
a seconda che sia in un solido, in cui tutte le molecole sono collegate
solidamente fra loro, oppure in un fluido (liquido o gas), che invece è
incoerente. Nei fluidi, la velocità del suono segna il confine tra due regimi
di moto completamente diversi, per l'appunto detti regime subsonico e regime
supersonico.
Questa grandezza è molto
importante, perché è anche la velocità con cui si propagano l'energia cinetica
e le sollecitazioni meccaniche in una determinata sostanza.
5 Il Tempo e le velocità
Quindi abbiamo detto che il tempo è “gibboso” : non scorre
sempre ugualmente e nemmeno nella stessa direzione ovunque nell’universo.
Mentre a livello di Terra, vogliamo dire che un punto sulla
Terra non è a “tempo costante”, a maggior ragione se cambia posizione relativa lungo
lo spazio della Terra stessa.
All’equatore, se corro al contrario rispetto alla Terra a
1.670 km/h, in teoria il tempo non passa mai.
Ma abbiamo visto nel paragrafo delle velocità che più un
punto si avvicina al polo (Nord o Sud) più va verso una velocità giornaliera nulla.
Di conseguenza fa lo stesso anche il tempo, che le è
direttamente proporzionale.
Ecco che se le orbite della terra si trovano alterate
rispetto al suo asse, il tempo può cambiare il suo scorrere.
O almeno, la distribuzione del suo scorrere lungo la
superficie terrestre.
Quindi, se l’asse terrestre si sposta ed i poli si spostano,
ecco che l’effetto polo nord o sud (tempo fermo) potrei trovarmelo altrove
lungo la crosta.
Questo potrebbe in qualche modo spiegare il miracolo del
ragazzino sott’acqua per 42 minuti.
Se associamo questo fenomeno con la sensazione di Clò di
avere la stella polare a picco su Milano, ecco che forse potremmo avere una
spiegazione legata non alla soprannaturalità del ragazzino, quanto allo
scorrimento relativo delle lancette degli orologi in una Milano collocata
altrove.
6 Il tempo
Prima di tornare alla mappa di Clò, e in particolare alla
sua versione temporale, dobbiamo concentrarci sulla questione di cosa sia il
tempo.
La sensazione ricevuta dalla notizia
del ragazzino di 42 minuti, è stata corroborata da una strana percezione.
Forse è legata alla sincronia già
citata in 2015
05 25 - Storia dell altro mondo di Clò - Fantascienza con logica.
Inoltre Clò ha incontrato alcune persone a distanza di pochi
giorni, e al secondo incontro sembravano molto più vecchie.
Analogamente, alcune persone cambiavano colore di capelli, verso
il bianco, a distanza di pochi giorni.
Infine, la stessa percezione di essere in una ripiegatura o
bolla temporale, è stata annotata in data 2014
07 03 - Lesclaufrenies - Diario di bordo
Ma torniamo alle cose pratiche.
Che cosa è il tempo, questa è la questione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tempo
recita : Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si
misura il trascorrere degli eventi. Esso
induce la distinzione tra passato, presente e futuro. La complessità
del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e
scientifiche.
Ma andiamo con ordine, cerchiamo di fare una sintesi di Wikipedia.
Non sarà perfetta, come dicono alcuni, ma di sicuro Wikipedia
è efficiente.
E altrettanto di sicuro, stimola la speculazione
filosofico-ideativa.
Abbiamo dunque evidenziato in rosso alcuni concetti chiave.
6.1 Tempo e cambiamento
Dalla nascita dell'universo,
presumibilmente e secondo la conoscenza umana, inizia il trascorrere del tempo.
I cambiamenti materiali e spaziali
regolati dalla fisica determinano, secondo l'osservazione, il
corso del tempo.
Tutto ciò che si muove nello spazio e/o si trasforma è così
descritto anche a livello temporale.
Alcuni esempi tra i più immediati della correlazione tra
tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al
proprio asse, che determina la distinzione tra il giorno e la notte, e il suo
percorso di rivoluzione su di un'orbita ellittica intorno
al Sole, che
determina le variazioni stagionali.
Il dato certo dell'esperienza è che
tutto ciò che interessi i nostri sensi sia energia o materia, ovvero, le
loro trasformazioni.
La materia, come più intuibile
riferimento, è, e (contestualmente) diviene (ossia assume
altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in inganno: essa
sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla
sua identità (nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire,
invece, presuppone la trasformazione, ovvero la diversità (della forma), per
cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un
(intervallo di) "tempo".
Il tempo "origina" dalla
trasformazione.
La percezione del "tempo" è la presa di coscienza
che la realtà di cui siamo parte si è materialmente modificata.
Se osservo una formica che si muove, la diversità delle
posizioni assunte, o se presto attenzione al susseguirsi dei miei pensieri o ai
battiti del mio cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò
certifica che è trascorso un "intervallo di tempo".
Si evidenzia "intervallo" a significare che il
tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo), ha un inizio e
una fine.
6.2 Simultaneità e causalità
Eventi distinti tra loro possono essere simultanei
oppure distanziarsi in proporzione a un certo numero di cicli di un determinato
fenomeno,
per cui è possibile quantificare in che misura un certo evento avvenga dopo
un altro.
Il tempo misurabile che separa i due eventi
corrisponde all'ammontare dei cicli intercorsi.
Convenzionalmente tali cicli
si considerano, per definizione, periodici entro
un limite di errore sperimentale.
Tale errore sarà percentualmente più piccolo quanto più
preciso sarà lo strumento (orologio) che compie la misura.
Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati
dalla scala astronomica
(moti del Sole,
della Terra) a
quella quantistica (orologi
atomici) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti.
Uno dei modi di definire il
concetto di dopo è basato sull'assunzione della causalità.
Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la
comprensione della natura e della misurazione del tempo, con la creazione e il
miglioramento dei calendari e degli orologi, è stato uno dei principali
motori della scoperta scientifica.
6.3 Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività
È stato il filosofo tedesco Immanuel
Kant a cambiare radicalmente questo modo di vedere, grazie alla sua
cosiddetta nuova "rivoluzione copernicana", secondo la quale al
centro della filosofia non si deve porre l'oggetto ma il soggetto: il tempo diviene allora, assieme allo spazio, una "forma
a priori della sensibilità".
In sostanza se gli esseri umani non
fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci
di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che, anche se sono
inconoscibili in sé, sono collocati nello spazio.
Quest'ultimo è definito come "senso
esterno", mentre il tempo è considerato un "senso interno": in ultima analisi tutto ciò che esiste nel mondo fisico viene percepito e ordinato
attraverso le strutture a priori del soggetto e ciò che, in prima
battuta, viene collocato nello spazio viene poi
ordinato temporalmente (come dimostra la nostra memoria).
Un grande contributo alla riflessione sul problema del
tempo lo si deve al filosofo francese Henri
Bergson il quale, nel suo Saggio sui dati immediati della coscienza
osserva che il tempo della fisica non coincide con
quello della coscienza.
Il tempo come unità di misura dei fenomeni fisici, infatti,
si risolve in una spazializzazione (come ad esempio le lancette dell'orologio)
in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamente identico
a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si
trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è
soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri.
Un altro grande progresso del pensiero è stato la
formulazione della teoria della relatività
("ristretta" nel 1905 e "generale" nel 1916) di Einstein,
secondo la quale il tempo non è assoluto, ma dipende
dalla velocità (quella della luce è una costante universale: c = circa
299.792,458 km
al secondo) e
dal riferimento spaziale che si prende in
considerazione.
In
fisica per spaziotempo,
o cronotopo, si intende la struttura quadridimensionale dell'universo. http://it.wikipedia.org/wiki/Quarta_dimensione.
Introdotto dalla relatività ristretta, è composto da quattro
dimensioni: le tre dello spazio
(lunghezza,
larghezza
e profondità)
e il tempo, e
rappresenta il "palcoscenico" nel quale si svolgono i fenomeni
fisici.
Secondo
Einstein è più corretto parlare di spaziotempo
perché i due aspetti (cronologico e spaziale) sono inscindibilmente correlati
tra loro; esso viene modificato dai campi
gravitazionali, che sono capaci di deflettere la luce e di rallentare il
tempo (teoria della relatività generale).
Secondo la relatività ristretta il tempo di un
osservatore è uguale a quello di un altro osservatore solo se viene
moltiplicato per un certo fattore che dipende dalla velocità relativa dei due
osservatori.
Più in particolare secondo le formule di Lorentz Secondo quest'ultima
formula (che riguarda il tempo), se noi rimanessimo sulla Terra e potessimo
vedere un razzo che viaggia velocissimo nello spazio osserveremmo che il suo
equipaggio si muove al rallentatore.
La teoria della relatività genera quindi in
merito al tempo anche dei paradossi apparenti.
Uno dei più noti è il cosiddetto paradosso dei gemelli.
La premessa del paradosso è che esistano due gemelli, di
cui uno parte per un viaggio interstellare con un'astronave capace di andare a
una velocità prossima a quella della luce, mentre l'altro rimane sulla Terra.
Secondo le naturali conseguenze della relatività, il primo
gemello, al suo ritorno sulla Terra, sarà più giovane del fratello gemello
rimasto.
Tuttavia, secondo la stessa relatività tutti i sistemi di riferimento sottoposti a uguale
moto (e quindi privi di accelerazioni e di cambiamenti di direzione) sono
uguali tra di loro.
Secondo il sistema di riferimento del gemello partito con
l'astronave è stata la Terra a muoversi a una velocità prossima a quella della
luce, e quindi secondo il gemello-astronauta, in maniera del tutto legittima,
dovrebbe risultare più giovane il gemello rimasto sulla Terra.
Il paradosso consiste quindi in questo: Qual è il
gemello più giovane? o, in altre parole, per
quale dei due è passato meno tempo?
Esso si risolve considerando i cambiamenti di moto
che il gemello sull'astronave ha fatto e che la Terra (verosimilmente) non ha
seguito: ha accelerato durante la partenza, ha "fatto retromarcia"
per tornare sulla Terra dopo aver raggiunto la sua meta, magari quando l'aveva
raggiunta si è fermato, e ha decelerato per riuscire a fermarsi nelle vicinanze
della Terra o dell'altra destinazione.
Avendo fatto tutti questi movimenti "in più", ne
consegue, relativisticamente parlando, che è il gemello sull'astronave il più
giovane.
Premesso questo, quanti saranno gli anni di differenza tra
i due è possibile calcolarlo grazie alle formule della relatività, ma l'aspetto
più interessante è che si possa viaggiare nel futuro, almeno teoricamente
(questo pone dei problemi al concetto di libero
arbitrio).
La teoria della relatività, tra l'altro, cambia
radicalmente la nozione di simultaneità (due
eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un
altro), ma anche di lunghezza (un metro si accorcia più si avvicina alla
velocità della luce, ma solo se confrontato con un altro metro rimasto, ad
esempio, sulla Terra).
Anche il concetto di causalità viene in parte modificato, dato che un certo segnale - che per Einstein non può mai
viaggiare più velocemente della luce - deve avere il tempo
di andare da un punto a un altro perché possa influenzare l'altro.
Recentemente nell'ambito della Teoria dei Sistemi di
Riferimento è stato introdotto il concetto di tempo inerziale che consente
di superare i paradossi summenzionati e di pervenire anche a una nuova
definizione di simultaneità.
6.4 Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità
Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi
pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo francese Henri
Bergson, che attribuisce grande importanza agli
stati di coscienza piuttosto che al tempo spazializzato della fisica (si
veda "Durata e simultaneità" del 1922).
Per Bergson il tempo concretamente vissuto è una durata
"reale" a cui lo stato psichico presente conserva da un lato il
processo da cui proviene (attraverso la memoria), ma naturalmente costituisce
anche qualcosa di nuovo.
Dunque non c'è soluzione di
continuità tra gli stati della coscienza: esiste una continua evoluzione, un
movimento vissuto che la scienza non può spiegare pienamente con i suoi
concetti astratti e rigidi, nonostante il riconoscimento dei suoi grandi
progressi.
L'ingegnere J. W. Dunne sviluppò una
teoria del tempo dove considerava la nostra percezione del tempo similarmente
alle note suonate su un piano.
Avendo avuto un numero di sogni premonitori, decise di tenere traccia dei suoi sogni e trovò che contenevano eventi
passati e futuri in quantità equivalenti.
Da questo concluse che nei sogni
riusciamo a sfuggire al tempo lineare.
Pubblicò le sue idee in An Experiment with Time del 1927, cui fecero
seguito altri libri.
Possiamo porci, quindi, le seguenti domande:
- "Che cos'è il tempo?"
- "Come si definisce una unità di misura per esso (il tempo) prescindendo dalle conoscenze late della comune opinione?"
È nel tentativo di dare una risposta rigorosa a queste
domande che ci si accorge delle difficoltà e dei pregiudizi.
L'unico modo convincente di rispondere alla domanda
"che cos'è il tempo" è forse quello operativo, dal punto di vista
strettamente fisico-sperimentale: "il
tempo è ciò che si misura con degli strumenti adatti".
Una analisi microscopica del problema tuttavia mostra come
la definizione di orologio sia adatta solo a una trattazione macroscopica del
problema e quindi non consenta di formulare una definizione corretta per le
equazioni del moto di particelle descritte dalla meccanica quantistica.
Se si segue coerentemente sino in fondo questa definizione,
si constata facilmente che tutti gli strumenti di
misura del tempo ("orologi") si basano sul confronto (e conseguente conteggio) tra un movimento nello spazio (ad esempio la rotazione o la
rivoluzione terrestre) e un altro movimento "campione"
(meccanico, idraulico, elettronico), con sufficienti caratteristiche di
precisione e riproducibilità.
Può essere interessante anche
notare che il campione di movimento deve essere sempre un moto accelerato
(rotazione, oscillazione lineare o rotatoria), mentre non è campione idoneo il
moto rettilineo uniforme.
Altrettanto importante è notare che il metodo di confronto del movimento con il campione si fonda necessariamente sulla trasmissione di segnali
elettromagnetici (es. luminosi, ma non solo), le cui proprietà
influiscono quindi direttamente sul risultato della misura: da ciò conseguono
in modo quasi ovvio le formulazioni della interdipendenza
tra coordinate spaziali, asse temporale e velocità della luce espresse della
relatività ristretta.
In base a queste osservazioni, data la totale
sovrapponibilità degli effetti operativi, si potrebbe addirittura assumere
direttamente quale definizione del tempo, in fisica, l'identità
con il movimento stesso.
In questo senso, l'intero Universo
in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo;
si noti l'importanza essenziale della specifica
"in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza
movimento, senza variazione anche il tempo scompare!
Questa è anche la tesi dell'ingegnere Henri Salles, che nel suo libro
Does time exist? - an energetic implementation of motion dimostra che è
possibile fare a meno del concetto di tempo per spiegare il movimento. Salles
implementa un modello fisico della realtà basato
unicamente sui concetti di spazio
e di energia e
mette in luce la mancanza di coerenza della fisica tradizionale
che scade, secondo lui, nella speculazione matematica
laddove costruisce teorie
partendo da concetti non fondamentali perché non tangibili (come appunto
sarebbe quello di tempo). Un evidente esempio di contraddizioni, eliminabili
con la definizione di tempo come movimento, sono le questioni del significato
del tempo negativo e della possibilità di tornare indietro nel tempo.
L'idea che una teoria fondamentale non debba contenere il
concetto di tempo tra le sue primitive risale a Bryce
DeWitt ed è stata sviluppata successivamente da Carlo
Rovelli, Craig Callender e Julian
Barbour. Enrico Prati ha dimostrato che
il formalismo Hamiltoniano di tutte le moderne teorie quantistiche dei campi
può essere ricavato senza fare alcun uso del concetto di tempo, ma entro il
medesimo formalismo è possibile definire il tempo misurato dagli orologi
macroscopici rinunciando al concetto di periodicità a favore di quello di
ciclicità nello spazio delle fasi.[3] [4]
6.5 Il tempo nella fisica moderna
Lo stesso argomento in
dettaglio: spaziotempo e Spazio-tempo di Minkowski.
|
In fisica moderna, il tempo è definito come distanza tra gli eventi calcolata nelle coordinate
spaziotemporali
quadridimensionali.
La relatività speciale mostrò
che il tempo non può essere compreso se non come una parte del cronotopo (altra parola per definire lo
spaziotempo, una combinazione di spazio e tempo).
La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa
dell'osservatore rispetto a essi.
La Relatività Generale modificò
ulteriormente la nozione di tempo introducendo l'idea di uno spazio-tempo
capace di curvarsi in presenza di campi
gravitazionali.
Un'importante unità di misura del tempo in fisica teorica è
il tempo di Planck.[5]
6.6 Tempo quantizzato
Il tempo quantizzato è un concetto sviluppato a livello
teorico.
Il tempo di Planck è il tempo che impiega un fotone che viaggia
alla velocità della luce per percorrere una distanza pari alla lunghezza di Planck.
Il tempo di Planck (~ 5,4 × 10−44 s) è la più
piccola quantità di tempo tecnicamente misurabile, nonché potrebbe essere la
più piccola quantità ad avere un significato fisico nell'effettivo caso di
tempo parcellizzato.
In fisica, nel modello
standard il tempo non è quantizzato ma viene trattato come continuo.
7 La mappa del tempo e l’eterno ritorno
Cosa concludiamo dalla trattazione precedente ?
Pensiamo allo spazio relativo dell’universo e alle sue
“conformazioni” gravitazionali.
Quelle che lo fanno assomigliare ad un mare ondoso, nel
quale le onde possono anche “ripiegarsi” su se stesse.
Pensiamo alle velocità del paragrafo precedente e a come
possano essere alterate dal tessuto dello spaziotempo.
Pensiamo poi che tutto si muove in un gioco di rotazioni
sovrapposte, incrociate o parallele.
Osserviamo la figura di Einstein, e ne deduciamo che se
anche il Tempo si muove in un forma e in una direzione, possono esistere punti
di sovrapposizione.
Punti nei quali posso incrociare linee temporali già
passate, magari sovrapponendomi ad esse.
Riferendosi alla mappa che Clò vede negli occhi, dunque,
conoscerla vorrebbe dire avere a disposizione una mappa quadridimensionale
dell’Universo.
Vorrebbe quindi anche dire, sapere dove sta siddetto tempo.
E infine vorrebbe dire qualcosa del tipo “sapere dove stanno
le cose che sono successe”.
O se preferite, sapere dove stanno quelle anse e ripiegature
gravitazionali dello spazio tempo che permettano non solo di conoscerlo, ma
anche di navigarlo in senso lato.
Se infine immaginate che, nelle orbite terrestri, si
ripetono da miliardi di anni gli stessi passaggi in alcune conformazioni
dell’universo, ecco che abbiamo un azzardo di ipotesi di spiegazione per la
teoria dell’ Eterno
ritorno di Nietzsche.
!In senso più specifico l'eterno ritorno è principalmente
uno dei capisaldi della filosofia di Nietzsche.
Il ragionamento che sta dietro al semplice - ma spesso
incompreso - concetto di Nietzsche è il seguente:
In un sistema finito,
con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.”
Ad ogni passaggio davanti alle anse gravitazionali, si
ripassa davanti alle varie stratificazioni dell’inconscio collettivo o
dell’anima del mondo, in sovrapposizione sullo sfondo dell’universo.
O qualcosa del genere.
E direi che per ora non abbiamo altro da dire su questo
tema.
8 La struttura del tempo e i Corsi e Ricorsi - Giambattista Vico
Abbiamo invece qualcosa da dire sulla struttura del tempo.
Se accettiamo l’idea che qualcuno sappia come è fatta la
precedente mappa del tempo, o dello spaziotempo, bisogna fare molta attenzione a
come possa essere “diramato”, o per meglio dire “strutturato”, questo tempo.
Se lo immaginiamo contorto come nella foto di Einstein,
percepiamo le possibili sovrapposizioni.
Ma ci sfugge una questione.
Giocare con il tempo, ammesso che qualcuno lo possa fare,
può portare a conseguenze devastanti.
Infatti, il tempo può essere anche immaginato come nella
figura seguente con gli alberi.
L’albero parte alla fase 1 con il big bang.
Crescendo (espandendosi) si “materializza”, ed inizia a
ramificarsi.
Alla fase 7, su alcuni rami, la gravità dei pianeti e
galassie può iniziare a “pesare” più dell’energia di spinta che tutto pervade
(quella che determina la velocità di cui al paragrafo Velocità)
A quel punto il ramo si ripiega su se stesso,
all’”indietro”.
Quelle ramificazioni possono anche essere immaginate come
tunnel temporali, che mi permettano di tornare indietro e non solo altrove (la
freccia verde figura 7) senza rifare tutto il percorso di andata.
E si presenta il seguente problema.
Ricapitoliamo.
Lo spazio tempo gravitazionale è gibboso. Perché dipende
dalle distribuzioni di gravità.
Quindi il tempo non è lineare, o meglio forse è lineare ma
non in linea “retta”.
Può anche tornare indietro, in una ripiegatura dello
spazio-tempo.
La mappa dello spazio tempo gravitazionale ci può permettere
di tracciare una rotta, anche fino a sfruttare le pieghe e arrivare in una “rada
temporale” le cui creste ci proteggano, ad esempio, dalle onde gravitazionali
del sole insieme a qualche già citato marchingegno.
In quella rada, o ansa, o conca, troviamo la porta : il buco
nero.
In fondo al buco nero il tempo è fermo.
Dato che il buco nero ci attira per gravità, rallenta anche
il nostro tempo.
Quindi, il tempo fisico continua a viaggiare, ma il nostro
con noi dentro no.
E questa potrebbe essere la spiegazione di alcune
“divergenze temporali” percepite.
E’ davvero come cavalcare un’onda, come in surf: vado un po’
avanti un po’ indietro (la risalgo).
Quando arrivo in quella “ansa temporale” , quella può essere
più indietro del tempo che c’era sulla cresta dell’onda.
Se intervenissi in qualsiasi modo mentre sono in quella
rada, più indietro nel tempo, potrei fare davvero un casino.
Ammettiamo che qualcuno che si sente di essere Dio, decida
che un ramo dello spazio tempo dell’universo, nel quale c’è qualcosa che non
gli piace, va cambiato.
Diciamo che il ramo è quello che nasce al tempo T1 della
figura qui sotto in fase 8, dove c’è il
cerchio rosso e che poi è lievemente cresciuto sopra la linea del tempo T1.
Se taglio quel ramo, cessa di esistere come di incanto anche
il cerchio azzurro che era nato prima del cerchio rosso (è più in basso, quindi
è “prima”).
E sempre magari, il cerchio azzurro era quello dove c’era la
terra.
La struttura del tempo, quindi è un concetto importante.
Che ne io ne Clò conosciamo.
Ma siccome può essere che ci sia qualcuno che invece la
conosce, ci sentiamo di segnalare la questione.
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9 Tempo e antagonisti: Evoluzione, Rivoluzione e Synvoluzione
Oggi, nel Tempo in cui siamo, dobbiamo scegliere.
Il corollario di tutto il ragionamento di cui in precedenza,
è che corsi e ricorsi, possono essere forse ipotizzati anche come ciclicità
ripetutamente riemergente (l’eterno ritorno) derivata da passaggi sovrapposti
nello stesso spazio-tempo.
Chi ne conoscesse l’essenza, potrebbe forse spiegarlo meglio.
Ma diciamo che l’importante è che nello scorrere del tempo,
ci troviamo di fronte sempre altre “diramazioni”, che seppur non sempre uguali
possono sia assomigliarsi che determinare il percorso seguente.
E’ come su una rotonda stradale. Giro,giro, giro, fino a che
prendo una uscita. Dopo un po’ trovo un ‘altra rotonda e riparte il ciclo.
Il ciclo mi può fare tornare indietro fino alla prima
rotonda, sulla quale posso provare a prendere un’altra uscita e vedere come
cambia il percorso.
Ma se devo andare da Sud a Nord, per quanti percorsi io
possa provare, arriverò sempre a Nord.
Torniamo alle cose pratiche.
Cosa c’entra tutto questo con noi, la civiltà
dell’intelletto, il mondo di Clò et cetera?
C’entra.
Perché rispetto alle storture del mondo in cui viviamo, noi non
vediamo cambiare niente.
La trottola impazzita, gira come un criceto nella ruota,
incurante delle pericolose oscillazioni e deviazioni del suo moto.
E proprio come una trottola, può succedere che perda
l’equilibrio e cada.
A quel punto si dovrebbe reiniziare tutto daccapo, ma noi
non ci saremmo più.
Il cambiamento abbiamo già detto più volte, può derivare da
fattori evoluzionari o rivoluzionari.
Marx, ad esempio, riteneva che il conflitto fosse una fase
imprescindibile.
Noi abbiamo più volte ribadito, che soprattutto nel mondo
complesso e interdipendente di oggi, le rivoluzioni sarebbero devastanti.
E abbiamo quindi teorizzato la Revoluzione
Perenne .
Evoluzione in costanti cambiamenti e aggiustamenti
progressivi.
Ma di cambiamenti qua non se ne vedono.
Niente di sostanzialmente nuovo su nessun fronte.
E mentre il Tempo “passa”, sta già tessendo le sue trame
seguenti.
Il tempo, nel suo continuum, sta già viaggiando dal passato
sulle sue trame future.
E’ per questo motivo che tanti pensano che “tutto quello che
facciamo ci torna indietro”
Il futuro, non solo è già passato, ma cosa più importante è
determinato dal passato.
Meglio ancora, è “appoggiato” sul passato, e da esso
sorretto e nutrito.
Ripensate alle figure con gli alberi.
Quindi, più cincischiamo, più grande ci tornerà indietro
l’onda di retroazione.
Il Mediterraneo del 2015 è un esempio perfetto.
Se poi ricordate quanto detto nella Storia
dell' altro mondo di Clò il sistema
si difende sempre, sia dall’alto che dal basso.
Dove si accentua la tensione, li nascono forze di
resistenza.
Dove si accumula energia negativa, li se ne aggregherà dell’altra.
Sono i famosi antagonismi, i quali svolgono una importante
funzione di riequilibrio del sistema.
Quando questi antagonisti li facciamo troppo incazzare,
possono degenerare in violenza anche estrema.
Ma in alcuni casi, possono invece operare per il bene
comune, anche se dall’esterno del sistema consolidato nello status quo.
Quando ciò avviene, il tempo si instrada sul sentiero che
non è più rivoluzionario, ne evoluzionario.
Il tempo si incammina su un percorso di Synvoluzione, anche
se ai rappresentanti dello Status quo questa potrà sembrare “escrezione”, una
forma di immunitaria espulsione.
Ecco, oggi, senza volere lanciare anatemi e funeste profezie,
noi vediamo che il sistema sta accumulando così tanta “riserva di carica di
rabbia e frustrazione” che un probabile sfogo o sfiato potrebbe essere quello
di seguito descritto.
10 Dalla rivoluzione meridionale Alla Synvoluzione chirurgica
Torniamo al qui e ora.
Dobbiamo sempre essere pratici.
Da giovane, non ricordo bene l’età ma tanti anni fa, avevo
immaginato una “Rivoluzione Meridionale” non violenta, ma di sicuro efficace.
Era concepita come di seguito.
Oggi però qualcosa è cambiato.
Ci sono le tecnologie.
E una Rivoluzione che si stia effettivamente preparando,
potrebbe essere quella descritta come Synvoluzione Chirurgica.
10.1 La rivoluzione meridionale - 2014 04 13 Tra polare e Tripolare
Testo originale – data
archeologica imprecisata
Piove. Ancora un giorno. E dire che la stagione dovrebbe
essere quella buona. Per il sole, intendo.
Ma siamo al Nord e una cosa è certa: non è qui che è nata la
vita.
Se tutte le tracce portano in Africa, nel profondo Sud reale
e simbolico del mondo in cui viviamo, un motivo ci sarà.
E non venitemi a dire che non è vero, che si trovano tracce
di vita sepolte nei ghiacci, perenni o morituri, che questo e che quello.
Sono tutte ossa di poveri emigranti costretti a lasciare il
loro mondo meridionale dal sistema economico preistorico nordista fondato sullo
sfruttamento della mano d’opera per l’appropriazione del plusvalore.
Tutti al nord a produrre utensili ed armi di selce da rivendere
al sud per alimentare le loro guerre intestine.
Sempre la stessa storia.
Ma l’ora è giunta. Della tanto agognata rivoluzione.
Dopo millenni di surrettizia, capillare penetrazione del tessuto sociale ed economico del nord del
mondo, dei continenti e dei paesi, tutto è pronto.
Attendono solo il segnale.
Sono i Sudici.
E quale è questo segnale? Ma è ovvio: è segreto, non si può
divulgare, altrimenti che segnale segreto sarebbe?
In ogni caso allo scattare del segnale ecco ciò che
succederà.
Uno straordinario sciopero generale di tutti i Sudici del
mondo, che hanno accumulato risorse da riserva di capacità di sopravvivenza per
millenni, ridurrà i Nordici sul lastrico dovuto al blocco di qualsiasi
attività.
In sintesi il Sudicio sa cavarsela comunque, il Nordico
senza la borsètta luiuitton va in depressione e non riesce più a combinare
niente.
D’altronde si sa: i Sudici, oltre ad avere il brutto vizio
di fare di tutto per sopravvivere, sono geneticamente predisposti alla voglia
di non fare un cazzo. Per cui scioperare verrà loro naturale.
Ma il punto è che il blocco porterà i Nordici alla fame ed
all’impotenza generale, in primo luogo da malnutrizione.
Già me li vedo tanti lumbàrd tutti avvolti dalle mosche con
il pancino gonfio da malnutrizione.
Ma anche questo si sa: se ogni Nordico vive da parassita sul
plusvalore creato dal lavoro e infine dall’esistenza dei Sudici, ciò vuol dire
che lo stesso nordico ha messo in mano al Sudicio un’arma incredibile !
Eh si, perché per creare il plusvalore ci vuole in partenza
il valore.
E quest’ultimo è Sudicio.
Sarà dunque una rivoluzione non violenta, ma pur sempre “del
taglione”.
I Sudici si impadroniranno dei Nord del mondo senza fatica,
senza spargimento di sangue, senza incontrare resistenza, assumendo infine il
controllo di infrastrutture, beni primari e media.
E naturalmente assumendo il controllo delle banche.
Già immagino gli striscioni “banca occupata, sportello
espropriato, moneta requisita”.
E solo quando tutto ciò che è indispensabile sarà nelle loro
mani, a questo punto ricominceranno a nutrirli; i Nordici ovviamente. Perché
senza nutrimento non lavorano.
Faranno quindi loro occupare le posizioni ed i ruoli
millenariamente sudici, con incommensurabile nordica fatica data dalla
desuetudine al lavoro o consuetudine al parassitesimo.
Ma a questo punto: colpo di genio!
Quello che solo un Sudicio con alle spalle millenni di
genetica dell’ingegno da sopravvivenza può escogitare.
Le ricchezze accumulate dai Nordici (i danè) sono ancora li
a disposizione ed i Sudici proporranno lo scambio: “noi controlliamo il vostro
territorio, ma considerato che fa schifo, siamo disposti a ricedervelo
indietro”.
“Ad un prezzo ragionevole: l’annullamento del nostro debito
più un bel fiftyfifty di quello che resta”.
“Perché siamo buoni.”
I Nordici non potranno rifiutare.
Già esausti per qualche settimana di lavoro, una volta
svolto dai Sudici, che hanno dovuto svolgere dalla fine dello sciopero e
soprattutto stravolti dalla spazzatura che nessuno porta più via e dal degrado
che vedono progredire a macchia d’olio sul loro territorio, accettano.
Ed ecco che i Sudici, affrancati dal debito e finalmente
dotati di quel minimo di capitale che varie distorsioni (di fondi e non di
caviglie) dei Nordici non avevano mai fatto pervenire fino a destinazione sono
pronti a tornare al Sud al fine di restituire l’antico splendore alla vera
madre di tutte le terre.
A questo punto si con il sudore, la fatica e l’onore. A
questo punto ne vale la pena.
Fino a che una volta sistemato tutto come se fosse un giardino
dell’Eden lo storico problema si ripresenta in tutta la sua ineluttabilità.
“Eh, e che cascpit’ di sole. Maronna mia che calore ca fa
cà. E cumme facimm’ a faticà. “
“Nè guagliò. Ma tu t’o si scurdato?”
“Cosa?”
“Tutt’i danari c’amma avuto”
“Uè, Uè, Gesù ,Giuseppe, Sant’Anna e Maria, tieni raggione,
ma a nuie ca n’ce ne futte ‘e faticà.
Cà nce sta ‘o sole, ‘o mare, ‘a pizza e pure ‘a
sfogliatella.
Ma ‘o saje che nte dico: ‘nce jessero issi (i Nordici) a
faticà, nuje campamm’e rendita ‘na bellezza”.
E fu così che la rivoluzione meridionale finì a tarallucci e
vino.
Per i Sudici.
Ma non per i Nordici, che privati delle loro principali
fonti di reddito, del plusvalore, degli interessi sul debito dei paesi del Sud
e della manodopera dei sudici, si trovarono a dovere affrontare tutti i giorni
la fatica nelle loro fabbrichétte.
E senza neppure l’illusione di potere emigrare due settimane
all’anno verso qualche posto caldo e assolato del Sud del mondo.
Perché dal Sud sono stati ovviamente banditi.
Ma tanto che differenza fa: al nord piove sempre e sempre
una merda resta. E quindi meglio non andare via, altrimenti come facciamo a
ritornarci, in questo cesso di posto?
Così pensavano i Nordici mentre in torpedone, e non in
avione, invece di andare alla Maldive venivano costretti a dieci giorni di
vacanze forzate nelle colonie, ad esempio per la maggior parte di quelli
italiani a Porto Marghera.
Mentre per i più meritori: tutti in colonia ligure già Fiat.
10.2 La Synvoluzione chirurgica
Come già detto, questa non è una profezia, e nemmeno una
istigazione.
Questa è una possibile, se non probabile, linea temporale
futura.
I suoi semi sono già stati seminati e sono quelli che vedete
ovunque intorno a voi.
Sono ipotizzabili alcune varianti.
10.3 Synvoluzione all’ingrosso
Questa è di facile immaginazione.
Reti di Hacker
più o meno sudici, vìolano i server delle reti interbancarie, scovano i conto
titoli delle banche, e trasferiscono i suddetti titoli su una serie di conti
transitori in continuo rimbalzo tra di loro.
I titoli diventano irrintracciabili a causa dell’effetto
loop generato dall’instradamento e rimbalzo continuo su di un hyperspazio
cybernetico circolare annodato su se stesso.
Questo spazio “ad hoc” è noto nell’ambiente come
“spazioprovaprendermi”.
A bisogno, o anche random, da questo spazio, emergono
piccole “de-bolle” (l’incontrario delle bolle), che fanno pop-uppare qualche
soldo sui conti di qualche entità etica.
Vabbè, fino a qua tutto fila.
Ma la chirurgicità ?
In questo caso è una chirurgicità spaziale.
I conti violati sono solo quelli off-shore.
10.4 Synvoluzione della tracciabilità
Questa è garantita da appositi apparati di localizzazione a
radiofrequenza, come RFID ,
innestati anni prima nelle banconote. Sono antenne molto piccole.
Ogni volta che un soggetto è attaccato al wi-fi con un
qualsiasi dispositivo, il nano chip RFID intercetta il segnale dalle banconote
e lo invia alla centrale di compensazione, molto simile a quella Cybratto,
permettendo così di tenere il conto esatto delle banconote in tasca al
“monitorato”.
La quantità di banconote e la loro velocità di circolazione
sarà incrociata con i database di
redditi e proprietà.
La chirurgicità sarà garantita dallo speciale algoritmo
“tifaccioicontiintasca”.
Oltre il livello soglia, il soggetto riceverà un sms che
dice “a furia di provarci ti abbiamo preso. Le tue banconote si
autodistruggeranno in 5,4,3,2,1….0 secondi”.
Si sentirà solo un “puff”, a conferma della evanescenza del
sogno monetario del bencapitato.
Egli potrà andare a prelevare altri soldi, ma la procedura
con le relative routines sarà sempre aperta.
Il soggetto sarà proiettato in un incubo dell’eterno ritorno
fino a che, impazzito di paranoia, si farà francescano.
10.5 Synvoluzione elettromagnetica, spin e sincronicità
Questa è la più suggestiva di tutte le synvoluzioni.
Dobbiamo fare un piccola premessa sulla risonanza magnetica
funzionale
Funziona molto semplicemente, in fondo.
Dobbiamo però prima
sapere che tutte le particelle hanno un loro Spin , valle a dire che girano.
Ruotano su se stesse, in varie direzioni.
Questa questione dello Spin è lo stesso alla base della sincronicità .
In ogni caso, se però le particelle le sottopongo ad un
campo elettromagnetico, queste si allineano al campo e girano tutte nella
stessa direzione, sincrone per l’appunto.
Potete guardare l’immagine seguente e vedere le tipiche
figure a “onde”: strette ai poli e panciute a metà.
Quando rilascio il campo, le particelle tornano allo stato
originale.
Mentre ci tornano vengono “filmate o fotografate” e danno
diversi colori a seconda della energia che rilasciano o impiegano per tornare
indietro.
Ne derivano le immagini colorate dei cervelli che di solito
conoscete.
Il punto importante è che con un
campo elettromagnetico di diversa intensità e localizzazione, posso andare
oltre.
Posso stimolare zone del cervello specifiche.
E posso anche indurre comportamenti.
Questi due sono fatti, non speculazioni.
Diamo per scontato che possiamo irradiare di onde
elettromagnetiche delle persone.
Magari anche a rotazione, proprio giocando con
l’inclinazione del polo magnetico terrestre e con la rotazione.
E assumiamo, che allineiamo i loro spin ad un campo
elettromagnetico “buono e giusto”.
Ipotizziamo anche che il campo elettromagnetico non venga
spento, almeno non subito, al contrario di quanto si fa nella risonanza.
Gli spin restano allineati.
Possiamo quindi assumere che le persone sono “state
illuminate” ?
Lo sapremmo solo se si comporteranno in maniera buona e
giusta”.
Ma se tutto funziona, immaginateli in “processione
bancaria”.
Tutti allo sportello a fare bonifici per adozioni a distanza
o microcredito.
Tutti ciondolanti, in un mantra di preghiere reiterate :
“voglio l’Iban, voglio l’Iban. Datemi un Iban buono e giusto. Devo fare la
carità, mi scappa la carità”.
In caso contrario, se non succedesse, potremmo forse
aumentare l’intensità di campo, fino anche a farli diventare eremiti o
mendicanti o penitenti permanenti.
Se ci ascoltate, quindi, è meglio che vi sbrighiate.
10.6 Armi del futuro
Abbiamo anche cercato qualche riferimento al tema, in ambito
delle “armi del futuro”.
Già che lo abbiamo fatto lo segnaliamo. Quelli di seguito
sono alcuni link
C’è un portale Wikipedia sulle armi. http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Armi/armi_del_futuro
11 Per riassumere
Il tempo non è lineare, non è sempre uguale.
Fare la stessa cosa in due momenti diversi, ha diverse
conseguenze.
Chi conosce la mappa del tempo sa in quali punti è più
“pesante”.
Oggi siamo in una fase in cui galleggiamo nel niente.
La rotta non cambia.
La gente non sveglia.
Giocare con il passato non si può, e anche con il futuro si
deve “manovrare” piano.
Ma abbiamo dato “una sbirciatina”.
Al perdurare delle ingiustizie è assai probabile che
emergano altri antagonisti di retroazione.
Il ritorno può essere anche violento.
Quindi, se vogliamo anticiparlo, un'altra linea temporale
dobbiamo trovare.
Non vedo nulla cambiare.
Per niente pronta mi appare.
La terra rotonda.
E’ ancora alla fonda.
Di rami di storia.
Non voglio parlare.
Non son qui per potare.
Ma non v’è transumanare.
Vedo solo temporeggiare.
Vedo solo ciarlare.
Orsù, rubinio cappuccio.
Scocca la freccia.
Annienta la feccia.
Togli il maltolto.
Semina il raccolto.
Del danaro nascosto.
Fatti prevosto.
Con solo due bitte.
Ormeggi le chiatte.
Son ormeggi binari.
Son uni e son zeri.
La porta del tempo.
Sarà come un lampo.
Che tutto d’istante
Il danaro flottante
Divenga contante.
E piova per tante.
Nei Sud d’ogni atlante.