Basta che copiate il link qui sotto nella barra di ricerca.
Se non ce la fate, avete un bel problema.
Di salute, mentale.
https://www.youtube.com/watch?v=-e1-FjOGMow.
Ciò che resta del giorno, alla fine, è solo tanta lucidità per chi ce l'ha.
Antologie, teorie, magie, proesie, sofie.
Basta che copiate il link qui sotto nella barra di ricerca.
Se non ce la fate, avete un bel problema.
Di salute, mentale.
https://www.youtube.com/watch?v=-e1-FjOGMow.
Ciò che resta del giorno, alla fine, è solo tanta lucidità per chi ce l'ha.
2023 09 22– Strizza di stazza, il karma è una puttana
Il
karma.
Il
karma.
Il
karma.
Il
karma è una puttana.
Ma
vaffanculo pure al karma.
D’altronde
è notorio sin dai tempi di certa filmografia.
O
perlomeno io me lo ricordo così.
Un
certo film.
La
cui più bella battuta era questa.
Il
karma.
Il
karma è una puttana.
Appunto.
Certe
volte essere tranchant è egocentrico.
Quasi
tutte.
E
tutto ti rimbalza e torna indietro.
Karmaggia.
Volete
la prova?
Eccola
qua.
Ho
appena finito di scrivere il manifesto del topocane.
Non
privo di cattiveria.
Sarcasmo
poco ironico.
Come
spesso sono gli ismi.
E
porto fuori il mio cane atopico.
Nella
fetida area democraticamente riservata a cani topici e atopici all togheter.
Un
sibilo anomalo, forse.
Sottile.
Tipo
fischio.
Chissà.
Mica
sento gli ultrasuoni io
Ma
lei si.
Nel
frattempo arriva un cucciolo di atopico.
Tutti
si accalcano per l’entusiasmo.
E
la padrona dimentica il cancello aperto.
Lesta
come una non so che la mia atopica si infila nello spiraglio.
E
scappa mentre io mi tuffo cercando di afferrarla per il pelo del sedere.
Ma
niente, solo un ciuffo in mano.
Mi
resta solo una cosa da fare.
Correre
dietro al cane sbracciandomi, in qualche modo anche ridicolo, per bloccare il
traffico della circonvalla della 90 91.
La
paura fa 90 mentre mi tuffo impavido davanti al bus.
Ma
non per il mio cane che se ne sta pacioso in mezzo al traffico oramai quasi fermo.
Guardandomi
ignaro dello scampato pericolo.
Ringrazio
gli spesso derisi lumbard.
Fossimo
stati in Sardegna il mio cane bianco rosato era già divenuto porceddu alla
brace.
A
quel punto sono convinto che sia finita.
Ma
ecco il rinforzo positivo.
Il
karma è una puttana.
Aridaglie.
E
il cane riprende a trotterellare con dietro i miei 100 kili ad inseguirlo per
raggiungerlo.
Missione
impossibile alla Ridolini, stante il mio portamento.
Non
mi resta che inseguirlo fino a che quello mi porta sereno sereno all’inizio
della via di casa.
E
l’uomo inseguì il cane.
Per
avere una lezione sulla tolleranza.
E
allora non posso che dire ciao fratello topo.
Ah
già.
Fratello
topocane.
Ma
niente prediche, quelle sono riservate.
A
predicatori e famiglie.
Che
mai si azzarderebbero a sputtanare il karma così parabolicamente.
O
anche si.
Boh.
Kalimmudda ipsum dixit
Ndr
E
il link con il film del principio?
E’
trasversale perché la cazzimma non è una puttana
2023 09 21 – La tantascienza dei cacciatori di mutazioni
Toh.
L'IA
di Google a caccia delle mutazioni genetiche pericolose.
Questa
nebulosa di intelligenza artificiale che tutto pare avviluppare può pure essere
utile, pare.
In
effetti ad essere epifanici con lo sguardo dall’alto, io mi chiedo sempre che
bisogno c’era di replicare un cervello umano quando ne ho a disposizione 8
miliardi.
Basta
metterli in rete.
Vedrete,
come già previsto.
Ma
non fraintendetemi.
Io
sono un feticista della tantascienza.
In
particolare da giovane, prima di entrare in anzianietà di contemplazione, mi
sono appassionato e documentato di tante scientificità.
E’
che questa imperialista commistione di informatica e genetica dei cacciatori di
mutazioni fa tanto effetto replicante che corre sulla lama, per chi vuole
cogliere la citazione in traduzione in attesa della fine.
Si
parte dalla genetica dei geni cattivi e non si sa dove si arriva.
Garantito.
Sulla
genetica avevo anche scritto qualcosa.
All’epoca
ricordo due scuole di pensiero.
Chi
diceva che sappiamo tutto perché sequenziato.
E
chi diceva non sappiamo niente delle interazioni di complessità sia del dna
stesso che delle sue interazioni con fattori circostanti.
Affascinante,
la tantascienza
D’altronde
: ipotesi e confutazione.
Comunque
oggi a leggere le dichiarazioni dell’imperialista dell’ intelligenza artificiale
non mi pare che sia cambiato granché.
“Nel
Dna umano sono infatti presenti migliaia di varianti missenso: la maggior parte
è innocua, mentre alcune possono essere pericolose. Classificarle è una sfida
cruciale per la genetica umana: degli oltre 4 milioni di varianti missenso
osservate finora, si stima che solo il 2% sia stata classificata come benigna o
patogena, mentre la stragrande maggioranza cela ancora un significato clinico
tutto da scoprire.”
Eh,
ma come va piano questa tantascienza.
Io
già mi aspettavo che mi chiamassero ed ero convinto di essere portatore di
mutazioni dell’essere del futuro.
Almeno
gli appunti dovrebbero essere ancora disponibili
in questo web log, a scartabellare.
O
in storia
dell'altro mondo di Clò.
Insomma,
in pratica il concetto era che ero documentabilmente parzialmente alieno.
Intendendo
portatore di buona genetica del futuro.
Non
ero mica il solo, gli altri erano nascosti nei bassifondi delle città in attesa
di slatentizzarsi.
C’erano
soggetti al margine, replicanti, devianti, transex, e chi più ne ha più ne
metta.
Con finalità varie, tipo i mitocondri a idrogeno, gli occhi fotovoltaici e last but not least whenever not first, la connessione telepatica con gli 8 miliardi di fratelli, in una sorta di connessione limbica viaggiante alla velocità del gravitone.
Ovvero
istantanea, in pratica.
Insomma,
tutti connessi, in un cervello globale capace di identificare idee migliorative
o del pene alla velocità della luce, del gravitone.
Per
questo girano le balle.
L’intelligenza
del futuro non è quella artificiale, ma è quella degli organi mutati amplificati
ed utilizzati fino a massima potenza.
E’
già scritto nelle onde gravitazionali provenienti dalla fluttuazione
quantistica del vuoto non vuoto ma pieno di tutto in potenza, quelle che chiamiamo
radiazione cosmica di fondo o più modestamente raggi cosmici e che arrivano dal
big bang che evidentemente deve per forza contenere ogni informazione poi spacchettata
utile.
E’
tutto scritto nel qbit primigenio.
Quando
ho colto tanta essenza si sono dimenticati della tantascienza.
E
mi hanno ricoverato.
Ma
io ho conservato qualche traccia magari per un film di fantascienza.
Ma
non ditelo a nessuno.
Comunque
mi resta un grande dubbio.
Ma
è cosa buona e giusta affidare le tantascienza ad un capitalista della divinità
del profitto?
Non
dovrebbe essere tutto un opensource?
Tranquilli
è tutto previsto, nel Qbit.
Le
informazioni viaggiano nel tessuto dell’universo.
E
soprattutto da cervello a cervello alla velocità del gravitone.
E
tu prova a prendermi se ce la fai.
Kalimmudda
ipsum dixit
Blade runner, corri sulla
lama - Vangelis
2023 09 20 – Manifesto sul topocane
Mi
ha detto mio cugino che una volta ha trovato un cane invece era un topo.
Mio
cuggino topocane.
E’
incredibile quante cose si possano ricondurre ad analisi sociale con una
semplice osservazione etologica.
Ad
onore del vero dubito che qualcuno sappia di che parlo quando parlo di etologia.
Si
vede dalla comportamentale.
Poi
non vogliamo citare il Cipolla?
Preso
un numero n grande a piacere il numero di cretini che incontrerete sarà sempre
maggior di n.
Incrociate
etologia e cretineria e otterrete la civiltà degli imbecilli.
Dal
latino imbecillis variante del più comune imbecillus, che vuol dire debole
fisicamente.
O
mentalmente.
Chi,
per difetto naturale o per età o per malattia è menomato nelle facoltà mentali
e psichiche.
Per
estensione in etologia d’animali domestici si intende specie debole, spesso
bastarda, morfologicamente della fattispecie fenotipica più del topo che del
cane.
Se
è vero come è vero che tale cane tale padrone, fate voi le deduzioni
genotipiche.
Il
punto è che il padrone del topocane si sente spesso in diritto di arrogarsi
diritti che non ha.
E’
frequente infatti l’utilizzo strumentale della cristallina fragile debolezza
del topocane per pretendere attenzioni cui non ha diritto.
O
meglio, il povero topocane non ha nemmeno colpe particolari.
Salvo
la fragile dimensione.
Ma
la causa della sua diffusione è la recente deriva sociologica che porta l’umano
a occuparsi di topocani ritenuti più gestibili perché piccoli.
E’
la psicosociologia del giocattolo.
E
allora comperatevi un peluche, e non un topo.
Si,
perché il vostro topocane limita la mia altrui libertà.
All’arrivo
di un cane topico, quello è costretto ad allontanarsi.
Invece
che sfogare la sua ignara gioiosa caninità
Per
evitare presunti danni alla sottospecie topica.
Allora
la prossima volta adottate un cane, e speriamo che non lo comperiate di razza
tanto per avere un giocattolo in più.
Ma
soprattutto adottate un cane atopico.
Di
modo che eviti di rompermi i cugghiuni, quando mi sento dire che una normale
taglia media di comprovata bontà è troppo vivace per giocare col vostro
topocane.
La
tolleranza non è questione di stazza.
Ma
certe volte per difenderla bisogna impugnare la magnum di razza.
O
anzi, nel caso del topocane, è sufficiente una stazzina ventidue.
Sempre
metaforicamente parlando.
Che
poi a conclusione della indebita appropriazione della libertà altrui, c’è gente
che il topo cane lo porta nell’apposito recinto pieno di pustole pussose.
Fottendosene
di contagi potenziali,
Come
se non potesse esistere un covid canile.
E
già ignoranti dimentichi del vaiolo vaccino.
Ma
che ne sanno loro.
Hanno
comperato il topeluscio.
Manco
lo immaginano quante malattie ci sono al mondo.
Confido
quindi nell’avvento della sindrome del topocane.
Demìa
ad esso dedicata.
Così
risparmio anche le ventidue.
Metaforicamente
parlando.
Kalimmnudda
ipsum dixit
2023 09 18 - La civiltà delle amebe
C’è
questo fatto.
Si
dice che si deve essere grati.
Roba
tipo che essere a questo mondo è una benedizione.
Secondo
me sono derive religiose.
Con
la loro forza di coesione.
Oppio
dei popoli una sega.
O
meglio, con il doppio senso.
Non
è questione di obnubilare.
Ma
di socializzare e sublimare una qualche forma di orrore di vivere.
Non
so nemmeno se sublimare è giusto.
Ma
rende l’idea e tanto ci basta.
Allora
ci insegnano ad essere grati.
E
noi ci gratifichiamo di più o meno piccole cose.
Tutte
piccole se rapportate alla meraviglia di una creazione.
Ma
la domanda è importante.
Almeno
così dicono i relativi.
Essenza
di libero arbitrio.
Ma
a voi chi vi ha autorizzato a mettermi al mondo?
Ammettiamo
pure che ci concentriamo sugli sprazzi di bellezza.
Chi
vi ha autorizzato ad espormi agli sprazzi di orrori e di dolori?
Io
mica c’ero mentre voi coitavate.
E
quindi mi chiedo; il libero arbitrio quando nasce?
Quando
è che mi posso definire libero abbastanza da potere autodeterminarmi.
Così
ripenso alla teoria del terrorismo preventivo.
Pensate
che bello se si potesse mettere un preservativo durante l’atto riproduttivo di
una famiglia Hitler.
Ma
non solo.
Pensate
se a uno venisse proposto un campionario di bellezze e di bruttezze.
E
solo dopo, quello potesse decidere se venire al mondo o no.
Oggi
io mi sento come un’ameba.
Priva
di coscienza, dicono.
Eppure
beata nella sua beata ignoranza.
Forse
sarà così finché scopriranno che la coscienza è l’essenza dell’universo.
E
in quanto tale presente anche nell’ameba.
Una
mente frattale minimale.
Io
per esempio ne sarei anche stato grato.
Sempre
perché non l'ho chiesto io.
Ci
sono persone fortunate.
Anime
positive.
Eteree
leggere presenze.
E
poi ci sono le anime nere.
Quelle
che vedono più che altro il male, l’oscuro.
E
sono obbligate a cercare di aggiustare.
Dunque,
io non l’ho chiesto.
Ma
questo non impedisce di colorarmi l’anima di nero.
Al
massimo un nero focato come i garretti di certi campioni di cani o di cavalli.
Così, tanto per una immagine estemporanea.
Ma
rimanendo nel mondo animale, vorrei non essere trattato da ameba.
Un
paio di botte e via al grande circo della riproduzione.
A
mia insaputa.
Che mi costringe.
Uscito
con l’anima da uomo della demolizione.
Smontatore.
Eppure
poi socializzato alla meraviglia.
Ma
che cazzo di scherzo del destino.
Malandrino.
Kalimmudda
ipsum dixit
Ndr.
1 ora e 28 e 10 del full concert movie.
Beccatevelo
pure tutto.
E’
bellezza assoluta.
2023 09 13 – La lunga
strada delle crisi di nervi
Va tutto bene.
Così sembra.
Mentre la mente lavora.
Chissà cosa produce.
Poi arriva.
E’ solo un’altra crisi di nervi.
Cantavano menestrelli.
Inizia con un’aura di nero.
Il lugubre vagito.
Senza manco un motivo.
Così sembra.
Poi ti metti a scavare.
Trovi pensieri.
Ognuno i suoi.
Monta la tristezza.
L’ansia si fa brezza.
Fino al panico traditore.
Quello che ti taglia il respiro.
Ci metti del tuo.
Mentre aspetti uno squillo di telefono che non arriva mai.
La crisi di nervi diventa panico.
Ti spezza il respiro.
Solo una consolazione.
Scapperanno tutti a ripararsi.
Quando scopriranno che tutti hanno una crisi di nervi.
La follia e’ collettiva.
E’ il mondo che è impazzito.
A volte negli sprazzi.
Assorbi la pazzia collettiva.
La smisti nei canali della neurosfera.
E ci hai messo del tuo.
Certamente.
Ma la mente non sbaglia.
Ti chiede il suo vaglia.
Dai e ridai subbolle di guai.
Devi reagire.
Dicono.
E allora prendi la lunga strada per tornare a casa.
Nella casa del tuo se’.
Ma rotto l’equilibrio la strada e’ più lunga.
E in salita.
A scendere negli inferi e’ più facile.
Per forza.
Scendere e’ in discesa.
E poi ci hai messo del tuo.
Ora devi sparire dai radar dei flussi cosmici.
Ci vorrà un ritiro.
Forse era la causa prima.
Pace per la mente.
Pace veramente.
Kalimmudda ipsum dixit
Ndr : capolavori di testi e più, del primo disco al mondo a
vendere più di un milione di copie.
2023 09 02 – Tentativo schizoaffettivo
Per www.parolebuone.org
su www.shareradio.it . Tentativo
Tentativo.
L’azione
e il fatto di tentare.
Cioè
quanto si prova, si sperimenta, si mette in atto per riuscire in un intento.
Dice
il saggio che la vita è un grande fluire di fiume.
Ma
quando mai.
Piuttosto
una susseguenza di pozzanghere.
E
noi dobbiamo tentare di saltare da una all’altra.
Si
vive di tentativi.
Di
intermittenza di risultati.
Mentre
cerchiamo il filo conduttore.
Sia
logico che naturalia
Questo
fatto del tentativo è connaturato.
Non
solo la moderna scienza procede per tentativi.
Ipotesi
e confutazioni.
In
un continuo susseguirsi di tesi e verifiche.
Ma
addirittura il tentativo è quel principio che fa si che l’ordine emerga dal
caos.
Per
essere precisi, ai margini del caos.
E
per tentativi.
Ove
il rimestìo dell’apparenza del caos produce l’effetto di emergenza dell’ordine.
Nel
senso che dai e dai, tenta e ritenta, il sistema trova il modo di assemblarsi
in maniera ordinata.
Uno
stormo di storni riesce a volare in gruppo senza sbattersi a vicenda grazie a
una reiterata serie di micro tentativi di aggiustamenti di rotta.
Basati
su poche dinamiche dominanti.
Se
stringo al centro sbatto, se esco dallo stormo sono preda.
Ergo,
devo stare nel giusto mezzo.
Strattonato
dalle leggi della complessità.
Troppo
vicini, mi allontano, troppo alti, mi abbasso e così via,
E’
un po’ come imparare il giuoco della palla.
Bisogna
tentare, tentare, tentare.
E
dopo tanto esercizio si riesce a prendere la palla addirittura due o tre volte.
Bisogna provare, provare,
provare.
Ci
vuole tenacia, insomma.
Quella
di una precedente parola buona.
Così,
giusto per tentare di mantenere il filo.
Ci
vuole la tenacia della luna.
E
la luna bussò
E
la luna provò.
E
la luna tentò.
Ma
ricordate di non cadere in tentazione.
Che
non è propriamente tentativa.
E
non smettere mai di tentare.
Alla
fine non entrerete ad un party in piscina.
Ma
potreste trovarvi tre generazioni di ugole da meraviglia.
In
una location mirabolante.
Davvero
tentativa.
Kalimmudda
ipsum dixit.
E la luna tentò, dove è un
lusso la fortuna