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Antologie, teorie, magie, proesie, sofie.
martedì 30 aprile 2024
domenica 28 aprile 2024
2024 04 28 – Il generale e la premierina
2024 04 28 – Il generale e la premierina
Generale dietro alla premierina.
Statti accorta, alla pecorina.
Questi qua ti fanno il mazzo tutto tondo.
E continuano andando e toccando il fondo.
Con dichiarazioni dal grande impatto.
Come droni di verbale nessuno tatto.
Serpi di domus, in terra di humus.
Concimano piante dai fiori di fasci.
E le sparano sempre più grosse.
A fiotti e ganassa.
Sarà che disabile sono pure io.
Anche se il bollo m’e’ scaduto.
E poi non l’ho rinnovato.
Troppa coda e bordello giù all’Inps.
Per arrivare nemmeno al sacrosanto 100%.
Ma ad un inutile e misero 85.
Però non segregatemi, faccio il bravo
promesso.
Ma non mi avrete certo creduto.
Devo difendere la mia madonnina.
Dagli attacchi di matrice intestina.
Si lo so che e’ sempre fascista.
Ma devo difendere l’interesse d’Italia
che e’desta.
Non che mi freghi più di gran cosa.
E’ piuttosto qualunquismo del mi scusi
ci ho i Bot.
E non vogliamo mica un borsellino caduto.
Con l’Europa che asfalti i risparmi di Stato
Senza manco ricorrere all’armi.
Già che speravo non si fossero accorti.
Che votiamo come i cinesi, pure coi
morti.
Pieni per strada di gonfaloni.
Con il santo san Berlusconi.
Mancato come presidente di stato.
Ma dall’alto dei cieli rientrato.
Nel girone dei grandi statisti.
Ora piuttosto affollato coi visti.
Porte aperte perfino al benito.
Ci manca e preferisco soltanto un
bennato.
A me le elezioni fan schifo.
Sono false democratiche polluzioni di pulsioni.
Ma mi sa che ha ragione chi vede il
manone.
Di quello in lega messo al timone.
Sulla rotta del 3%, per tentare il sorpasso
o il trapasso.
Strategia all’antica, parlare bene o
parlare male, purche' si grugni come maiali.
Senza buttare manco un pezzetto di porcello
da voto.
Pieni di avanzi e di cotiche crasse.
E’ una cassoeula elettorale.
Con la premierina a fare la spadaccina
In continue tenzoni da carne trita al
macello.
Lei con pure qualcheduno suo fratello.
Mentre su dall’alto dei cieli, aspettiamo
che scenda lo spirito santo.
A folgorare di ragione qualcuno.
Come folgore di droni a forma di nano.
Io volevo soltanto essere riconosciuto con
rispetto disabile.
Non trattato da bestia mollusca.
Per avere dal santo berlusca, qualcosina
di più che un pugnetto di crusca.
Ma va cagher. Che fa cagher.
Kalimmudda ipsum dixit
Meno male che adesso c'e' San
Berlusconi.
A dirigere la bolgia dall’alto dei cieli
Ndr
Ndr: il neo candidato della Lega
Il generale parla anche di Mussolini. "Uno
statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno
occupato posizioni di Stato". Giorgetti:
'Lui non è della Lega. Non condivido le sue affermazioni'. Valditara: 'Dalla Lega politiche concrete
per gli studenti con disabilità'
Vannacci agita la Lega, ma Salvini punta sull'effetto
3%
Il generale candidato alle Europee con
la Lega, l'aborto "non credo sia un diritto".
sabato 27 aprile 2024
2024 04 27 - Cadute le palle pure al diavolo rosso
2024 04 27 - Cadute le palle pure al diavolo rosso
Ansia, notizie d’ansia.
Notizie rosse di sensazione.
E’un’ epoca per morituri risorti dopo storture.
Da diavolo rosso.
Ogni volta che ci penso me la rido a crepapelle.
Io e quell’altro, il nano in me.
Sono memorie di scie di vecchie parole.
Diavolo rosso dimenticò la strada.
In un valzer di vento e di paglia, la morte contadina risaliva
le risaie.
Mentre lo spettro del rosso si aggirava sulle aie di bianco.
Sarà quello spettro nelle campagne.
Diavolo rosso che si perse per la strada.
Nel suo verso gracidante tra le rane un po’ puttane.
Rosso di sangue, rosso di morte, rosso d’amore.
Rosso di rivoluzione.
Quella che oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Così discettavamo, eravamo giovani.
Si giocava al gioco di rimandi e citazioni.
Diavolo rosso vieni qui con noi a bere un’aranciata.
Mentre noi ci alcolizziamo quanto tutta la rossa armata.
Ed invece non era mica lo spettro del comunismo.
Ma il campione di ciclismo.
Dritte rette di pianura, polverose sotto l’afa.
La mente gioca strani scherzi, messi in schemi.
Così oggi me la guardo con tremore.
La notizia che fa il giro del mondo dell’amore.
Leggo in ansia con terrore.
Cadute le palle pure al diavolino rosso.
Ecco è il segnale.
Siam partiti dal rimasto “ lin”.
Da una insegna di bordello che reclamizza un antro caldo.
Si, cadeva
a penzoloni con la sua promessa rossa.
Rossa, calda, scritta, insegna, non precetti ne’ lezioni, ma soltanto
odore di brogna.
Commerciata come oggetto, merce intorno al mondo intero.
Carne a quarti nei bordelli, presa a simbolo dei macelli.
Penso a sodomi e gonorri, poi ricordo delle guerre.
Di rivoluzioni della storia.
E vedo il segno del principio, questa volta di rivolta.
Questo è un segno trasparente, che avvisagli tanta gente.
Il padreterno e’ spazientito, dal demonio in costante avvento.
Viaggia ormai che son millenni, con il vento a sfruttamento.
Ma oggi la silente sentinella lin, li prepara all’intervento.
Nel colore dal fulgore acceso di rosso come d’ottobre.
Gira persino il vento, macinando pensiero come nuova farina.
Ecco ci siamo, e’ sicuro, butta l’occhio la vedetta.
Poi rileggo, con riguardo,
per certezza.
C’è quel Lin che non mi torna.
Mi si incuba con paura una idea di plemielina pure gialla.
Nel vascone dei pitoni, tra gli stati ad anaconda, fu così che lo
capì.
Al diavolo non si vende, si regala.
La notizia è mal compresa oppure e’ falsa.
Sono cadute sì le balle, ma per secoli di attesa.
Di una idea fatta reale, con le “che” a comandare.
Oggi il diavolo del rosso ha la forma a macinare.
Tradizione centenaria, di mammelle tutte all’aria.
Qua non vedo la rivolta, ma un segnale dal divino.
Ci siam rotti li cugghiuni, anzi balle o forse pale.
Plemielina proprio no, canteresti di un regime.
Che tra freddi e bagno in serpi, va a finir che ti confondi.
“Se dobbiamo essere antifascisti, allora che siamo pure
anticomunisti”.
T’ho sentita, ti e’ scappato, verbo tradito dall’ orifizio intirizzito.
Uh signur, santa madonna, ma quello è il rosso che ci salva.
Da malaria a sangue nero che i cervelli li ha appestati.
Diavolo nero dimentica la strada.
Tieniti pure l’aranciata.
E ricordati dei falsi, sono cadute solo pale.
Con un’elle sola sòla, come a dire solo fole.
Vorticarono le balle, alla faccia d'antifascismo.
Plemielina tra le serpi, prima conserviamo il comunismo.
Gira in bici già in campagna.
Diavolaccio a tinta rossa.
E ricordati la strada.
C’e’ già pronta l’aranciata.
Senza olezzo di minchiata.
Kalimmudda ipsum dixit
Diavolo rosso, ricordati la
strada
Ndr :www.ondarock.it
diavolorosso.htm
Bonus pic coll’astracancàn
venerdì 26 aprile 2024
2024 04 26 - Viva la mamma Loretta
2024 04 26 - Viva la mamma Loretta
Pure all’americana.
O in lingua indiana, non so bene.
Un viva alla mamma.
Tra quel bel set di tenui roseti.
E pure un mazzo di zucchine.
Quelle fatte in fettine.
Un bel set di tenui rose
Vengon dette stabilizzate.
Immortali o almeno quasi.
Fanno augurio centenario.
Originario ed unitario.
Non è solo un bel pensiero.
E’ metafora ed augurio.
Oggi tanto pertinente.
Ma leggero e divertente.
Devo essere però sincero.
Non è farina del mio sacco.
Ma ricerca di bambine.
Che si uniranno in coro.
A quel canto originario.
Poche righe d’empatia.
E finisce la poesia.
So che rima fa allegrìa.
Ed allora pronte e via.
E cantate tutte in
coro
Come allo zecchino d’oro.
Che ricorda d’assonanza.
Le zucchine di fuga in danza.
Per paura di Loretta.
In cucina una ricetta.
Loretta
premi il tasto CTRL e clicca qua
E sorelle state pronte.
Il vostro augurio per quest’anno è pure in coro.
Io son più bravo con un pensiero sincero.
Bella scusa davvero.
Auguri da Claudio
giovedì 25 aprile 2024
2024 04 25 – Liberi da noi stessi
2024 04 25 – Liberi da noi stessi
E
così questo altro 25 è arrivato.
Liberata
liberazione.
Il
mondo migliore mai esistito.
Figlio
della memoria.
Chissà
come è, ancora miracolato.
Non
si è stato ancora annientato.
Troppo
corto di memoria.
Di
pochi decenni passati in pace.
Dentro
i quali siam stati capaci.
Di
conquiste a grandi balzi.
Sempre
in mezzo a tante stragi.
Siamo
cresciuti, di intelletti.
Liberati,
di convenzioni.
Liberi
di limiti, e imposizioni.
Finanche
liberi di volare.
Tra
le stelle e sulla luna.
Ma
una cosa proprio non ci viene.
Dal
di noi senso del sé.
E
così sono battaglie.
E
così sono guerriglie.
Sono
lame di bottiglie rotte.
Se
non ci hanno dato i droni.
Ce
le diamo coi bastoni.
Affamiamo,
inquiniamo, uccidiamo.
Sia
ad armi che a parole.
Senza
ricordo di un ti amo.
C’è
chi viaggia ancora corto.
Ancorato
a categorie del torto.
La
memoria è sacrosanta.
Ma
poi seguitemi, si avanza.
Oggi
è guerra bene e male.
Si
combatte in mille modi.
Quello
che più trovo odioso.
E’
il potere e del danaro.
Liberati,
liberi tutti.
Ma
stavolta fino in fondo.
Liberiamoci
dall’io.
E
affoghiamoci di noi.
In
difetto lo sapete che succede?
Che
ci pensa il padreterno.
Senza
manco troppo sforzo.
Ecco
vedo il primo razzo.
Con
la scia come un petardo.
Senza le
scie delle parole
Questo
lascerete alla vostra prole.
Terra a funghi.
Terra
morta di furore.
Liberiamoci
per questo.
Dal
di noi senso funesto.
Si fiorisca umana specie.
Come
a ciò che è destinata.
O
vedrete un giorno pesto.
Presto,
presto, molto presto.
Kalimmudda
ipsum dixit
Liberi liberi ma da che cosa se non da noi stessi
Bonus track
Generale
: la guerra è bella?
E pure un po' d'Adorno.
Sottraetevi.
mercoledì 24 aprile 2024
2024 04 24 - Un fumante piatto di Bes col santo Ral
2024 04 24 - Un fumante piatto di Bes col santo Ral
Ansa, la
disfida tra pil e bes.
https://it.wikipedia.org/wiki/Bes
(Dopo il Pil ancora una divinità)
https://it.wikipedia.org/wiki/Benessere_equo_e_sostenibile
https://www.istat.it
- La misurazione di benessere e sostenibilità- Bes
La disfida dei numi in aria.
La disfida numeraria.
E’ la disfida tra pil e bes.
Ve lo voglio riservare, perchè
quest è una disfida, un duello, un duello di buffoni e di tiranni.
Siamo seri, valà.
Almeno fino a quando dovesse mai offuscarsi il sole.
Il kalimmudda così aveva detto.
Io non sono un saggio, non sono un dotto, non sono pensatore, non sono scrittore,
non sono poeta.
Io sono misura.
Io conteggio la revoluzione perenne.
Io valuto il corso, il percorso ed il ricorso dell’altra via.
Presagiva ormai da un’eternità che questa via qua ci porta dove si
sbatterà.
E per contrapporsi fondò pure la setta dello
sguardo rapace.
Allenata a riconoscere e misurare ogni minimo segno di pace.
Come ogni brava setta, aveva pure la sua regola e motto.
Studia da ingegnere, conta da ragioniere, misura da controllore, computa da
calcolatore. E osserva da bambino.
Misurare per transumanare et organizzare.
Con occhi di purezza e anima sgrezza.
Eppure si muove, rifletteva il Mudda.
Sembra che non cambi un cazzo, ma non è vero.
Aveva letto ad orecchio dell’esistenza di questa disfida del titolo.
Era assai interessato da questa misura detta bes.
Oramai nauseato dal pil della grana, si lanciò su quella che sembrava
proprio una altra via.
E chi mai se lo era cagato?
Eppure è misurato da anni a decine.
Così nel dettaglio dall’Istat di Stato.
Ma gli manca una cosa.
Non è grana, non è moneta,
Non è misura con cui pagare gli scambi.
E quindi non funge da accumulatore di profitto della grana istessa.
Per lo meno per ora.
Eppure ricordava tanto un passaggio.
Verso la civiltà dell’intelletto, già citata cara dal Kali.
L’ultima volta ad invocata
intelligenza reale contro artifizio di scienza sbagliata
Quella storia della moneta di psicoquanti cybratti in bagnetto di
onniscenza perfusa
Così il kalimmudda si mise a passeggiare a lume di lanterna a cercare la
chiave del codice dell’uovo.
Sine misura non viene la rima, ma bastò l’informazione.
Questa è la chiave, l’informazione e teorie relative o derivate o pure per
i cazzi alloro.
Il problema del bes non è che sono troppi dati.
Il problema è che non sono tutti.
E come si trova una unità di misura universale e globale?
Sta sotto ad il naso, basta misurare la massa.
Ogni variazione di massa trasferisce energia.
E quale moneta migliore, della nostra componente di base?
Vi sembra un delirio.
E certo che si.
Io sono misura, dicemmo al principio.
Ma son pure incarnato profeta, oracolo, vate, seppure non frate.
Adesso mi spiego il bagliore annebbiato.
Ve lo ho pure fotografato.
Mentre scioglie la nebbia.
E ricrea una mattina.
Risveglia l’occhio del nostro signore di verso.
Poi se preferite, giocate a oscurate.
Quocumque per undas.
Io guardo al cielo.
Che misuro con zelo.
Vate, vate, vate mavatelapigliànderq
Ultim’ora, allarme Ral
Attacco sincronico di balle di luce nella nebbiulina della madonnina svelano
il cielo con zelo.
Fino al mediolanico grano da finanscia.
Prevista presenza di neocentimultimilionario al corteo del 25 aprile.
Memento, è quello di : 2024-04-25
il-tempo-fugge-al-25.
Conduce a contratto con ampiamente diffusa misura delle Ral, della Rai.
Fedeli in preghiera.
Dentro le case di ringhiera.
Non escono manco per la buttare la roera.
Sono in preda alla stupidera.
Sono tutti li.
In attesa del fumante santo Ral della Madonna
Kalimmudda ipsum dixit
Custodie cautelari per un Ral
da extraterretre.
lunedì 22 aprile 2024
2024 04 22 – Non è nel cuore o anche si - Un anno di cuore
2024 04 22 – Non è nel cuore o anche si - Un anno di cuore
E
così dici al mondo così.
Non
saprei definire l’amore però so che è sapere tutto su di te e avere voglia di
stare ancora con te più che con ogni altra persona, avere voglia di raccontarmi
e dirti tutto su di me anche le cose poco piacevoli, sentirmi a mio agio e al
sicuro ma ancor di più sentire i brividi quando mi sorridi e mi baci… ❤️
Bello.
Amore,
non saprebbe definirlo nessuno.
Amore,
probabilmente è una forza che ti attraversa.
Che
ancora non conosciamo.
E
meno male che non sappiamo.
Così
non la controlliamo.
Non
la misuriamo.
Non
ce ne appropriamo.
Meno
male che temiamo.
Quando
titubiamo un ti amo.
Che
vibrando spazia nell’universo.
Muovendo
il sole e le altre stelle.
Immaginala
sotto la pelle.
Freme
di meraviglia.
Per
ogni piccola carezza sbagliata tra due mani in un lavello.
O
una attesa per fare squadra a smistare la spazzatura.
Amore
attraversa le parole.
Le
oltrepassa più veloce.
Uno
sbattito di ciglia mentre lavi una stoviglia.
Quando
non mi fai lavare i piatti.
E
ti sfianchi digerendo stanca.
Quando
mi rifai il letto.
Con
quel tuo occhietto a mezz’asta troppo assonnato per ammiccare furbetto.
Quando
ti freni e ti trattieni il piatto.
Sapendo
che lo detesto, per qualche genitore funesto.
Quando
sento il che mi rispetti
E
mi hai finto scordata la mia tovaglietta.
Tu
oramai lo sai che io parlo per canzoni.
E
ti scherzo a indovinarle.
Questa
te la dedico apposta.
La
prima volta che ho fatto l'amore
Non
è stato un granche' divertente
Non
era come nelle canzoni
Mi
avevano imbrogliato
Ma
l'amore
Non
è nel cuore
Ma
è riconoscersi dall'odore
E
non puo' esistere l'affetto
Senza
un minimo di rispetto
E
siccome non si puo' farne senza
Devi
avere un po' di pazienza
Perché
l'amore è vivere insieme
L'amore
è si volersi bene
Ma
l'amore è fatto di gioia
Ma
anche di noia
E
dopo un po' mi sono rilassato
E
con l'andar del tempo
Ho
anche imparato
Che
non serve esser sempre perfetti
Che
di te amo anche i difetti
Che
mi piace svegliarmi
La
mattina al tuo fianco
Che
di fare l'amore con te
A
volte pure mi stanco
Che
ci vuole anche del tempo
Ma
lo scopo è conoscersi dentro
Con ritmo, però. Senza facce
da baccalà
Va
bene lavare i panni in piazza, ma mettici un paio di sorrisi.
E
poi se amore sarà, sarà
Intanto
eccolo il regalo.
Una
dimora per imbriana di nuovissimo dezain e concezain.
Che
protegga una nostra tana.
Colma
di meraviglia di meraviglie.
Dalla
forza profonda che ci circonda.