lunedì 22 novembre 2021

22 11 2021 - A Vittoria. La mia consolazione. E' maggiorenne. AUGURI

 

22 11 2021 – A Vittoria ! E’ maggiorenne !

 

A Vittoria. 

Whenever I Say Your Namе : https://www.youtube.com/watch?v=yq0bl7KjkrQ 

Devi fare ciò che ti fa stare bene



 E così è arrivato.

Il compleanno con cui sei diventata maggiorenne.

Spero che adesso ti possa finalmente alleggerire l’anima dai fantasmi che credo ti accompagnano da tanti anni.

Adesso sei libera e in grado di determinare il tuo futuro.

Noi siamo sempre tutti qui a tua disposizione per aiutarti come crederai.

Nonostante le tue difficoltà, non sei mai stata sola, ma ci siamo sempre stati.

Ringraziamo la mamma e lo zio, o se preferisci promuoviamolo pure a papà, che ti hanno fatto diventare una meravigliosa giovane donna .

E i fratelli che ti hanno dato la famiglia che io non avrei potuto darti.

Io ci sono sempre e ci sono sempre stato, anche se non mi vedevi.

Sei sempre stata nei miei pensieri e nel mio cuore.

E lo sarai sempre.

Ogni mattina da quando mi sveglio fino a sera quando mi addormento.

Ma grande petit puce.

Vorrei averti avuto vicino in tutti questi anni e poterti crescere, come in principio.

Per poterti insegnare, aiutare, consolare, supportare, e pure sgridare quando del caso.

E invece è andata in un altro modo.

C’est la vie.

Ma va bene così.

Sei sempre il mio gioiello.

Anzi, non sei mio.

Adesso appartieni alla vita.

Vai, vivitela e gustatela.

Mangiatela.

Con tutte le sue altalene.

La vita è bella.

Che la tua sia una meraviglia.

Te lo sei meritato.

Questo è il mio augurio.

Basta parole.

Che sia un giorno di festa !

Festeggiati !

E’ un ordine.

Da papà.

Ti voglio tanto tanto tanto bene







domenica 7 novembre 2021

2021 11 06 – Ora et elabòra

2021 11 06 – Ora et elabòra

Per www.parolebuone.org

Parola buona: elaborazione

In realtà elaborazione collettiva, ma così erano due parole.

Non so se vale lo stesso.

Come sempre mi colpisce la notizia.

150.000 presenze al salone del libro.

Geniale quel “sembra che ogni italiano voglia scrivere il suo libro”

Non so che tipo di figura retorica sia, ma figura bene e per niente retorica.

In ogni caso mi evoca Leopardi quando disse, o scrisse non so bene, che oramai c’era così tanta gente che scriveva che si sarebbe dovuto pagare chi leggesse.

Va bene così.

Consegnare alla neurosfera forme espressive disparate è un passo verso la civiltà dell’intelletto.

Dal bisogno di leggersi dentro, a quello di condividere la scoperta di quello che dentro ci abbiamo scoperto.

Un abbozzo di uscita dal bozzolo del brucomente, grazie alla vittoria delle cellule immaginative su quelle brucali.

Un principio di sfarfallio delle coscienze.

Un risveglio.

Quando iniziò la pandemia, prima ancora nello stato di epidemia, ricordo che scrissi che era l’occasione  per cambiare modello di vita.

A patto che durasse abbastanza da reimprintare gli schemi neuronali della nostra scala dei bisogni.

Forse, anzi quindi, sta veramente succedendo qualcosa.

Dopo mesi sembrano perdere vigore sia i proclami sui numeri dei contagiati e vaccinati che le polemiche e la loro recezione e manipolazione di massa.

Ma cosa succede esattamente ?

La collettiva elaborazione di un dato di fatto che inconsciamente tutti speravamo sparisse.

Come gli struzzi con la testa nel buco.

E invece non sono sparito, disse il leone allo struzzo.

E ci ha obbligato  a cercare altrove, prima di tutto dove avevamo a disposizione in abbondanza.

Dentro di noi.

Dove tanti hanno scoperto un universo, di cui siamo fatti, che prima era latente.

Ciò ha portato a riscoprire valori di fondo più profondi, per il semplice fatto di avere avuto il tempo per andare in profondità.

Non credo che i movimenti degli attivisti si sarebbero sviluppati con tale forza se la coscienza fosse stata imbottita di tranquillanti da consumismo, antidoto alla paura di morire divenuta bisogno di appropriazione, derivata dall’istinto di sopravvivenza.

Invece la presenza costante della morte, volenti o nolenti non più ricacciabile nell’inconscio, ha obbligato ad evolvere quella che riteniamo vita.

Anche i movimenti di protesta , forse un po’ confusi in effetti, testimoniano un empito vitale  che il mondo anestetizzato non aveva.

O aveva dimenticato da decenni.

A me ricorda il 68 e coda, che pure non ho vissuto.

Questo è quello che credo io, per lo meno.

Ovvero la mia elaborazione individuale, parte conscia di quella collettiva

Come ci sono arrivato?

Beh, questo è facile.

Con il processo sopra descritto, che potremmo sintetizzare come segue.

Ora et elabòra.

E poi imagine .

Col suo radiovisivo (hi hi hi) capolavoro di video originale.

 Imagine

Kalimmudda ipsum dixit