2022 05 28 – Suggerisco riposo
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E
così all’improvviso eccomi svuotato.
Non
è questione di resilienza ma proprio che non ho niente da dire.
Ne
da volere pensare.
Mi
viene in mente il film Lezioni di piano, con Holly Hunter a interpretare una
donna che ha scelto di non parlare più, se non sto facendo macedonia cinefila.
Ma
chi mi sta intorno si preoccupa.
Hanno
paura che sia una porta verso lo scivolo della depressione.
Sorrido
al pensiero dei tanti ricoveri per sindrome maniacale.
Hi,
hi, hi : adesso vai a vedere che mi ricoverano per opposta depressione.
Allora
tra i tanti suggerimenti, mi viene in mente come cantava De Andrè, che si sa
che la gente da buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio.
Tra
consigli e suggerimenti il confine è labile.
Ma
uno mi si insinua sensato e lo colgo : sforzati di scrivere lo stesso.
Magari
non ti verrà qualcosa di articolato come di solito, ma argina i cattivi
pensieri.
E
allora saltata l’onda di suggerimento, riparto da riposo.
Sarebbe
facile chiuderla qua e dire che adesso mi riposo.
Che
sono stufo di ansie, cattive notizie, fattori depressivi e quindi chiudo
bottega.
Ma
così tradirei il concetto di scribautoanalisi che tanto mi è caro.
Allora
faccio la sintesi.
Covid,
lockdown, selfclosure, semidisoccupazione, guerra.
Sconforto
e solitudine, alla fine.
Assorbimento
solingo di ondate di neurosfera negativa.
Per
pompare di nuovo pensiero ci vuole riposo.
Mi
ricordo della dottoressa Irene Netti.
Non
so se si può citare nome e cognome, ma io me ne frego e l’ho già fatto.
Quando
mi sono trovato in simili momenti di buio da overflow, la sua diagnosi era che
avevo bisogno di “ricarica neuronale”.
Mi
è sempre piaciuta l’immagine della corteccia (o altra parte, vai a sapere)
tutta sudata, che dice basta e chiede pietà.
Perché
suggerendo riposo suggerisco il ricordo sempre a tutti che noi siamo quelli che
dobbiamo :
Kalimudda
ipsum dixit