mercoledì 1 novembre 2023

2023 11 01 – War : provateci voi

 2023 11 01 – War : provateci voi

 

Siamo in periodo di morti.

Esco presto.

Il cielo è terso.

L’orizzonte è limpido.

Da piazzale Brescia si vede fin su sulle montagne.

Voglio portare fuori il cane.

Comperare un giornale.

Mangiare un cornetto.

Confino con la casbah che poi sfocia in Selinunte.

Pacifico margine tracciato attorno al cerchio della 90 91.

Attorno a me veli neri e facce scure.

Più lontano il quartiere ebraico.

Una camionetta mimetica pubblicizza l’operazione strade sicure.

Ne basta una.

Deterrente.

D’improvviso un rumore di rombo di tuono.

Non capisco da dove arriva.

Veli e facce scure si guardano intorno.

Incuriositi quanto me.

Fino a che sbuca la testa del serpente di una colonna di blindati.

E inizia a sparare sulla folla.

L’operazione strade sicure si aggrega.

Raffiche di non so quale calibro spezzano la gente in due.

Non so nemmeno dove cercare riparo.

Dicono ci siano reti di tunnel.

Ma devi conoscere la cartografia suburbana.

O qualcuno che la sappia.

Mentre cerco di orientare il disorientamento arriva un’altra raffica.

Il cane si macella triturato in mille pezzi.

Andato.

Corro all’impazzata, ma non so dove.

Mi viene in mente una rivoluzione.

Mica una occupazione.

In una frazione di lucidità chiamo mia figlia.

Voglio dirle di mettersi in una cantina e stare ferma.

Mi risponde al telefono mentre sento un rumore sinistro.

E’ un sibilo.

Come un fischio sempre più vicino.

Poi un fragore di uno scoppio.

E un attimo prima mia figlia rantola.

La paura le ha stroncato il cuore.

Senza tempo manco per la commozione di un pianto.

Intanto Selinunte è diventata un cratere di macerie.

Una fossa comune.

Di centinaia di corpi è un braciere

All’orizzonte vedo un bancomat.

Schemi neuronali ripetuti da tempo infinito mi fanno venire in mente di prendere dei soldi.

Possono servire per mangiare.

Mi assalgono in non so quanti.

Era l’ultimo goccio di liquidità disponibile.

Per tutti.

Da quel momento si fa la fame.

E pure la sete.

Ma calpestato sono ancora vivo.

Sotto missili e proiettili avanzano i blindati.

Fan paura son corazzati.

Poi di botto dei graffitari cambiano soggetto.

Nel quartiere ebraico stanno sotto lo stesso terrore.

Mentre spuntano le stelle dell’odio sui muri.

Terrore dell’orrore.

Devo continuare?

E certo che continuo.

Voglio turbare la vostra benpensante borghesucceria.

Corro all’impazzata zigzagando in mezzo al piombo.

Voglio uscire dalla casbah.

Prima che qualcuno la inferocisca.

Devo rientrare nell’alveo della 90 91.

E corro verso la mia bella casetta borghesuccia di via Monte Rosa.

Ho un sottoscala dove forse è più sicuro.

Eccola la vedo.

Tutt’intorno son macerie.

Ma la mia è ancora in piedi.

Svolto l’ultimo angolo di angoscia.

E la vedo.

Dietro la facciata, ancora in piedi, un cumulo di macerie del benessere.

Adesso non continuo più.

Dovete farlo voi.

E’ terapia.

E preghiera.

Provateci voi.

 

Kalimmudda ipsum dixit

War

 

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