2021 07 28 –Sinceromente pronovac
Prono.
Contrario
di supino.
Pecorino.
Novantino.
In genere
vaccino.
L’immunità
di pecorino.
Mi manda
in pecora.
Eppur il
cattivo pensiero mi torna sincero.
Presa da
irrefrenabile compulsione all’assembramento mica va al mare e mi si contagia,
“ma puce”.
Poi passa,
ma intanto che spaghetto.
Allora
ribadire.
Tutto
torna alla norma, come una bella spaghettata con gli amici piena di petonciane.
Tuttapposto
guagliò, mi raccomando con prudenza e responsabilità.
E allora
perchè io mi sento come quegli antichi franzosi e a me mi girano le balle?
Forse è
quell’aria di festa per le nostre piccole vite salvate?
Ma no in
fondo fanno tenerezza questi cittadini sollevati.
Vaccinate
gente, vaccinate.
E poi se
basta un aperifè a tenerli tutti buoni, non serve nemmeno il circo di neroni.
E allora?
Di sicuro
una cosa mi manda in pecora.
L’omologazione
ideativa dilagante.
Talmente
infarciti di propaganda da non rendersi
più conto di niente.
Solo del
miraggio dell’aperifè.
Dovete
tornare a consumare.
E così questo
desiderio di ritorno alla norma.
Quella che
già chiedeva revoluzione dei sopramezzo.
Della
classe di mezzo che deve cambiare modello.
La crana.
E invece
questi allungano il passo e divaricano ancora.
Nuovi
business miliardari nelle pere e dei danari.
Lo sapevo
che se durava troppo poco perdevamo il treno della revoluzione.
Ma quale
norma.
Dove è la
gaussiana?
Ma non
doveva essere l’occasione per cambiare modello?
Si,
tranquillo nel tempo….
Adesso
aspetto al varco i licenziamenti e le chiusure definitive.
Poi
vediamo su quale mediana atterriamo, dove va finire il giocattolo.
Allora
ecco che spunta dal cilindro pure il coniglio del redivivo pil.
Quindi io
che sono il dittatore della mia libera privata repubblica delle petonciane,
faccio l’unica cosa che posso fare.
Non mi
sento una caviatrice, cavia appropriatrice di plusvalore.
Che mi
obblighino o mi tirino fuori una cura, non un antidoto di stregoneria di massa.
Quindi.
In culo il
vaccino, come direbbe un pianista sull’oceano.
Ma che
paura, ma che novac, dopo tutto quello che mi sono inoculato da solo.
Provac
tutta la vita.
Ma col
culo degli altri.
Sono
sincero, senza mente.
Sinceromente.
Finchè
posso, scelgo, pur di potere scegliere.
Mi chiudo
in casa traboccante di prudenza e responsabilità.
E aspetto
che troviate la cura per quelli che restano fuori dal gregge pecorino.
Non di
solo vaccino si può vivere.
Si inventò
la penicillina, e forse fa meno business di una pera.
Ricorrente,
non si sa nemmeno quanto spesso, sinceromente avariante.
Almeno
blocco l’appropriazione del plusvalore.
E forse
contribuisco al pensiero critico.
In
pratica, abdico da dittatore e mi ritiro all’opposizione del mio stesso libero
stato della molignana.
Con due
spaghi alla norma, e 'na tazzulell 'e aperifè. Finche c’è.
Sinceromente
pronovac vostro.