2023 07 25 – Visioni di rinnovabile rinnovamento
Alla
fine mi hanno convinto a spazzare via la riluttanza e a guardare un “docufilm”.
Quello sulla vita di Raul Gardini: https://www.raiplay.it/programmi/raulgardini
Se
non fosse per il fatto della rievocazione della memoria della nostalgia, dovrei
dire che non mi ha convinto.
Tanta
idolatria e poca storiografia.
E
poi questo panegirico del Moro di Venezia.
Capisco
la presa sul pubblico, l’effetto nazionale del pallone, ma il Moro era semmai
un simbolo, per una nazione popolare, di quella grandeur che ci siamo perduta
per strada.
Spazzata
via ad arte a suon di bastonate.
Giù
la testa, coglioni.
Mi
pare di sentirli gli americani.
Le
vicende iniziarono lunedì 17 febbraio 1992, quando il pubblico ministero
Antonio Di Pietro chiese e ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura
per l'ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di
primo piano del PSI milanese.
Nessuno
ci fece caso sul momento.
La
corruzione certo dilagava, era endemica, e sistemica.
Ma
il popolino rimuoveva e non ci credeva, all’ordine di grandezza.
Oggi
è peggio, in un salto di scala ammantato di ignoranza ed arroganza.
E
lo so per esperienza, vedrete.
Ma
prima la premessa.
Qualcuno
disse una volta che Gardini era uno che se c’era da pagare la politica per
arrivare all’obiettivo di un sogno, allora che la si usasse e la si pagasse.
Sono
loro i colpevoli, quelli che chiedono tangenti, non chi è costretto a pagarle,
diceva.
La
verità probabilmente sta nel centro della psiche umana, sia da un lato che
dall’altro.
Comunque
non so chi si ricorda le concomitanze.
Ma
furono anni in cui lo Stato si trovò sotto attacco.
Spazzata
via una classe dirigente che tangenti o non tangenti teneva in piedi la baracca,
ci siamo trovati governati da un culto delle personalità assai poco preparate.
Pupazzi
di noartri a scimmiottar gli americani.
A volte con
una certa punta di italiano meridionale che manco si poteva sentire.
Ma
forse non è un caso, oppure no.
Il
1992 è anche l’anno in cui Falcone e Borsellino morirono a circa due mesi di
distanza, in due attentati ufficialmente mafiosi: la Strage di Capaci e la
Strage di Via d'Amelio, avvenute rispettivamente il 23 maggio e il 19 luglio
1992.
Il
Paese, già sbigottito per l’entità del sistema delle tangenti, si trovò pure
martoriato e avvisato da una recrudescenza, attribuita alla autoctona mafia
imperante.
Chissà.
A
me sembra una classica operazione congiunta di destabilizzazione di Stato.
Erano
già passati i tempi della resistenza di Sigonella
E
chi più aveva il coraggio per opporsi ai padroni americani.
Chi
più era patriottico al punto di immolarsi sulla tomba di Mattei.
Non
ci restava che il transfert sul Moro.
Il
Moro qui ci sta.
Orgoglio
nazionale, rimozionista quanto il pallone, concentrato di un gigante di
innovazione, scienza e chimica.
E
agroindustria.
Questa
era la apparentemente contraddittoria grande sinergia.
Tutta
condita in centri di ricerca d’eccellenza pubblici e privati tra cui il centro
Donegani, e citiamolo valà.
Una
figata capace di sfornare brevetti di quella sinergia, e non solo.
Si
fece la plastica con l’amido di mais, la carta con lo stesso amido di mais, la
benzina con il bioetanolo e addirittura il gasolio con l’olio delle patatine
fritte.
Rinnovamento
rinnovabile della chimica globale.
Tanto
per produrre abbastanza materie prime bastava inventarsi qualche organismo
geneticamente modificato che facesse crescere mais come bambù, alto venti metri
o pure di più.
Oppure
ancora più semplicemente piantare dei cardi dove non c’è acqua.
Comunque
io Gardini e compagnia li avrei voluti conoscere.
Il
loro imprinting alla grandeur della grandezza mi è rimasto nei geni.
Da
neolaureato lì ho mancati per un pelo.
Ma
mi sono trovato per cugino un loro ghost.
Così
mi piazzò nell’ufficio finanza strategica di Ferruzzi Finanziaria, mitica
Ferfin centro della finanza nazionale e oltre.
Acquisizioni,
vendite, fusioni, tutto di aziende con le persone accluse e tutto sulla carta.
Io
non mi ci trovavo proprio, in quel mare di astrazione numerica.
Per
cui un giorno si presentò un altissimo dirigente a chiedere chi volesse
occuparsi della realizzazione del progetto “Novamont”, industrializzazione a
partire dallo zero di qualche brevetto di quelli della ricerca.
Ricordo
bene il panico generale; gente che si faceva piccola piccola, come a scuola,
nascosta dietro gli schermi dei pc nella speranza di non farsi scegliere e
dovere abbandonare il loro mondo di giocatori di astrazione per dedicarsi alla
costruzione.
Mi
alzai io.
Con
tutta quella visione come ci potevo rinunciare?
E
così partimmo con lo start-up, da zero.
Del
gasolio vegetale.
Il
mondo non era ancora maturo per la plastica di mais, mentre il gasolio di semi
si poteva mettere già nei serbatoi, almeno in parte.
Ci
toccava quindi mantenere vivo il sogno di mais, in attesa del risveglio della ragione.
Tengo
a precisare che non era un sogno di chimica rinnovabile.
Era la chimica e basta, come sarebbe dovuta diventare e come ci accorgemmo tutti
decenni dopo.
Comunque
eravamo quattro.
E
costruimmo impianti pilota.
E
poi impianti veri.
E
promuovemmo il gasolio pulito.
E
lo mettemmo negli autobus che giravano per le città con il loro tipico profumo
di patatine fritte.
Mentre
cercavamo di guadagnare tempo per il mais.
Oggi
il mais lo trovate in mille applicazioni.
E
ogni volta che lo incontro mi inorgoglisco al pensiero che l’ho fatto io, ma
per davvero.
Senza
lo start-up di noi quattro intoccabili dell’olio, oggi la plastica sarebbe
ancora tutta di monomeri di carbonio e idrogeno, o altra petrolifera roba
simile
Morale:
il colpo di stato è riuscito.
E
hanno spazzato via una intera classe dirigente, ancora dotata di resistente visionarietà
della grandeur.
Ma
il Mater-bi è ancora li.
E
le tangenti?
Posso
solo dire che se quella Enimont era la madre di tutte le tangenti io poi ho
conosciuto il padre.
In
una certa sinistra grandezza di bilanci studiati pro bono per la CGIL.
In
occasione della vendita di Telecom Italia, uno dei pochi gioielli nazionali all'epoca rimasti.
E
che tangentone.
Un
crogiuolo di trovate creative con cui distrarre fondi, e pubblica opinione, in
ogni guisa immaginabile.
In
parte nascosti dietro un nome che è tutto un programma.
In
un fondo quercia, ma all’americana.
Per
chi si vuole sforzare di fare due più due, ricordano chi era che c’era al
potere.
E
che posso dire.
Italiani,
brava gente.
E
l’Italia giocava alle carte.
E parlava di calcio nei bar.
Durante
la presa del potere.
Kalimmudda
ipsum dixit
La presa del potere
Ndr.
Questo non è un post da un A4, ma sono due, che vi fan bene.