2021 01
31 – Desiderio
Vorrei
avere un desiderio.
Invece ho
il desiderio di non avere desideri.
Magari
fosse facile.
Anzi, il
desiderio di non desiderio è quanto di più zen si possa immaginare.
Parte
sentimentale.
Si dice di
sentimento della mancanza di cosa necessaria al nostro interesse fisico o
spirituale.
Diventa
azione.
Sentimento
intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di
quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale
Istinto di
sopravvivenza, bisogno di possesso, desiderio di proprietà, primato della
saccenza.
Tutto un
crescendo di desiderio, elevandosi lungo la scala dei bisogni.
Ci sta
pure il desiderio carnale, che in fondo altro non è che sublimazione
dell’istinto di sopravvivenza.
Ma ce ne è
una bellissima, di quel poeta che fu Pasolini.
Il
desiderio di poter contare sul pane, almeno, e un po’ di povera lietezza.
Credo
ispirata da Tommaso Moro, desideroso di farsi decapitare per amor di chiesa.
Signore,
donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Donami la
salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami,
Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non
si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere
le cose a posto.
Dammi
un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non
permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che
si chiama «io».
Dammi,
Signore, il senso del buon umore.
Concedimi
la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e
farne parte anche agli altri.
Pane e
lietezza.
Ma ve ne
tiro fuori l’ultima, di masto Pino, con poche note al piano di nientepopò di
meno che del suo amico Ciccio.
E questa
ve la dovete indovinare, così messa lì per il mio buon umore di scherzarvi.
Dicesi
cazzimma.
Questo si
che è un coacervo di desiderio coi controcazzi.
Anche se
probabilmente col napoletano pochi ci capiranno un cazzo pure senza contro.
Ma forse
basta il titolo, o no?
Oppure
quelle poche note.
Che dovete
fare lo sforzo di cliccare.
Si me vuò
bene overamente
nun me
faciss' cchiù aspettà
io non ti
ho chiesto mai niente
solo pace
e serenità.
Si me vuò
bene overamente
saje che
so' uno che s'accuntenta
quann' le
storie sono strane
miracoli
non se ne ponno fa'
Si me vuò
bene overamente
circ' 'e
me suppurtà
quann' me
perdo 'mmiezzo 'a gente
quann'
m'assetto a te parlà
quann' sto
zitto jurnate sane
pecchè nun
me ne fido 'cchiù
E se non
ci va un Amen qua in fondo, non so proprio dove altro.
Altro che
desiderio di non desiderio.
Più che
Zen direi Zennaro, come Gennaro terminaro.