2023 01 28 - L’ubris da sisifi
Eh
già
E
siamo ancora qua.
E
che fatica.
Perché
vivere è fatica senza manco un’illusione, un sogno usato o un’invenzione.
Era
una citazione, se l’indovinate.
Ma
non è che l’invenzione aiuti poi tanto.
Anzi.
Ci
deriva nel mondo del sé.
Dando
troppa importanza all’io.
Il
quale poi scalpita nei nostri schemi neuronali.
Reclamandosi
importante.
E
ci fa credere di essere chissà chi.
E
di potere fare quello che crediamo di volere.
Mentre
la realtà e’ che ce lo hanno insegnato.
La
chiamano socializzazione.
E
tutti socializzati spingiamo il nostro masso verso la cima del monte.
Guidati
da questa specie di istinto di sopravvivenza sublimatosi in senso del se’.
Mentre
basterebbe alzare la testa per rendersi conto della comunanza di lotta
quotidiana.
Non
tutti sanno, infatti, che quando Sisifo arriva in cima, e prima di
ricominciare, ha un istante per alzare la testa.
E:
meraviglia!
Guardandosi
intorno non può non notare con ignaro stupore che su ogni cima circostante, a
perdita d’occhio, altri sisifi stanno spingendo il loro masso.
Questa
è la condizione umana.
Siamo
tutti sisifi.
Se
ce lo ricordassimo, ecco che anche il nostro peccato originale sarebbe più chiaro.
E
esorcizzabile.
L’ubris.
Arroganza,
presunzione, tracotanza, orgoglio, superbia, boria.
Chi
più ne hanno più ne metta.
Ma
ricordatevi che gli dei greci non sono compassionevoli e misericordiosi.
E
l’ubris viene sempre punita.
Ci
torna indietro come un boomerang.
Oggi
va di moda, e lo chiamiamo karma.
Io
lo chiamavo carmapasso.
Un
“ubrido” incrocio di culture che sta tra karma e contrappasso.
Così
chiosiamo con una aneddotica metafora.
Colorita.
Quando
ero giovane, appena laureato, ero intriso di ubris.
Avevo
fatto “la” Bocconi.
L’università
“top” da veri ubridi.
E
coi compagni ci dicevamo sempre che appena usciti avremmo “spaccato il culo ai
passeri”.
Poveri
passeri.
Che
infatti si presero la loro rivincita.
La
carmavincita.
E
appena alzai la testa, alla ricerca del primo passero da inculare, mi resi
conto della sisifica prima verità.
In
giro non c’era neanche un passero.
Solo
tanti rapaci voraci.
Come
avvoltoi intrisi di sé.
Per
genetico ordine naturale delle cose.
A
sorvolare la carogna di me.
Kalimmudda
ipsum dixit