sabato 24 maggio 2014

2014 05 24 - Transumanar, organizzar e legalizzar. Più PIL per tutti

2014 05 24
Transumanar, organizzar e legalizzar.
Più PIL per tutti


  1. Il primo titolo : Transumanar, organizzar e legalizzar.
Il primo riferimento è a Pier Paolo Pasolini : “transumanar e organizzar”. Rinvio a Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini da cui traggo la breve sintesi che segue.
« Smetto di essere poeta originale, che costa mancanza di libertà: un sistema stilistico è troppo esclusivo. Adotto schemi letterari collaudati, per essere più libero. Naturalmente per ragioni pratiche. »
Trasumanar e organizzar è l'ultima raccolta di versi di Pasolini. Uscita nel 1971 raccoglie le poesie scritte durante la lavorazione di Medea e alcuni versi precedentemente pubblicati sulla rivista "Nuovi Argomenti".
Come in "Poesia in forma di rosa" la raccolta accumula poesie di vario tipo non organizzate lungo una linea tematica e stilistica.
Con "Transumanar e organizzar" si chiude un ciclo ben preciso; dalla certezza che è impossibile per l'uomo adattarsi alla Società, alla convinzione che l'uomo non può vivere senza la Società.
Nei versi di questa raccolta Pasolini si lascia andare all'oratoria con una denuncia aggressiva che riguarda la difficoltà di "trasumanar", cioè di uscire dalle condizioni umane date.
Ecco il punto. Forse quanto osservato di seguito può contribuire ad aprire una porta per transumanare.

  1. Il secondo titolo : Più PIL per tutti
Si riferisce allo slogan elettorale del personaggio di Cetto La Qualunque, politico calabrese cinico, corrotto, e depravato, creato da Antonio Albanese. http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Albanese
Mai nessuna parodia si rivelò più profetica del suo Cchiù pilu per tutti.
Addirittura, come circostanziato di seguito,  penso si possa affermare che “’U pilu ci salverà”.

  1. La notizia : Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del Pil
Questa si che è una notizia. Perlomeno a me così è sembrata.
Mi pare che sia passata un po’ inosservata.
A me pare una “svolta epocale”, o almeno una opportunità per una svolta epocale.

  1. I numeri e il buon padre di famiglia
In primo luogo non so se siano ben chiari i termini “economici” della questione. Se lo fossero probabilmente si ridurrebbero anche eventuali sterili polemiche.
L’Ansa riporta che il sommerso vale tra 255 e 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5% del Pil.
Reintegrare il sommerso vorrebbe dire che tutto d’un tratto finiscono i problemi di rispetto dei parametri europei.
Il deficit e il rapporto debito/pil sarebbero sistemati d’incanto.
Certo, poi si dovrebbe smettere di alimentarli, di spendere troppo, tanto per intenderci.
Ma partendo da una base più solida basta applicare la logica del “buon padre di famiglia”, come si diceva una volta : gestire entrate e uscite dello Stato in maniera sostenibile non è diverso da quanto deve fare ogni operaio, impiegato o pensionato tutti i mesi.
E se ce la fanno loro perché mai non ce la dovrebbe fare un governo?

  1. Controlli e imposte
Ma il dato che trovo più interessante è che il riconoscimento ufficiale dell’esistenza dei fenomeni potrebbe, o forse dovrebbe, precludere ad una loro qualche forma di “cooptazione sistemica”.
Negarne l’esistenza è ipocrita e addirittura inutilmente “castrante”.
Così facendo si rinuncia :
·      al governo di processi e dinamiche reali, il che è in buona parte causa della loro relativa “degenerazione” etico-sociale. Transumanar, appunto.
·      alla tutela di determinate intere classi di persone. Potrà essere fastidioso sentirne parlare, ma puttane, travestiti e pusher sono esseri umani anche loro. Organizzar, appunto
·      ad assoggettare tali attività alle normali imposizioni fiscali, che potrebbe potenzialmente generare ben oltre 50 miliardi di euro all’anno, in teoria almeno 100. Legalizzar, infine.

  1. Prostituzione e droga
Come sempre, per potere parlare di qualcosa sarebbe auspicabile conoscerla e possibilmente parlarne in termini oggettivi.
Mi lasciano sgomento quelle reazioni moralistiche il cui tono lascia presumere che siano state rilasciate da campioni di purezza, mai andati a puttane tanto per capirci.
Io invece ho un discreto curriculum sia come puttaniere che come cocainomane.
Fortunatamente oggi quelle devianze o degenerazioni hanno smesso di esercitare il loro appeal, e mi ritrovo in una condizione di maggior sereno distacco.
Mi piace pensare che io abbia praticato gli insegnamenti di “Zorba il greco” di Nikos Kazantzakis http://it.wikipedia.org/wiki/Zorba_il_greco che mi pare dicesse qualcosa del tipo “l’unico modo per eliminare un vizio è praticarlo fino alla nausea”.
Ma non è solo così.
Il punto è che anche nei vizi ci sono vari gradi di sprofondamento.
Sempre ammettendo che si trattasse di vizi, il risultato non è sempre uguale.
E se si è fortunati si riesce a “ricevere” qualcosa anche in situazioni di totale annichilimento.

  1. Prostituzione
In tema di puttane io ricordo bene 4 cose (ma in realtà ne avrei molte altre da raccontare), che mi si sono impresse nell’anima e alla fine hanno aperto la porta alla nausea.
La prima è stata una mia amica rumena. Mi raccontò di botte, ossa rotte, stupri e altre situazioni insopportabili per una persona qualunque. Io credevo di aiutarla con i soldi che le davo, spesso assai in eccesso. Mi diede una sonora lezione di morale : “tu credi di aiutarmi, ma mi stai uccidendo”. Il nocciolo non era solo che i soldi andavano ai papponi, ma soprattutto lei era certa che nell’annosa questione di se fosse nato prima l’uovo o la gallina, la risposta era che ero nato prima io.
Il cliente. Senza clienti non ci sarebbero nemmeno le puttane.
La seconda fu una escort russa chiamata via internet. Arrivò a casa mia e devo dire che con ogni sforzo che cercai di fare (in fondo io volevo solo scopare), non riuscii a togliermi dalla testa che era minorenne. Anche se lei negava.  Non riuscivo a toccarla. Ogni tanto facevo un tiro di coca. Ad un certo punto lei mi guardò e mi disse sarcastica: “ma che uomo interessante. Adesso me ne vado.”. Sul comodino avevo un libro sulla storia della mafia.
Lei mi disse : “regalami quel libro, così almeno avrò di te un ricordo interessante”.
La terza fu sempre una escort russa chiamata via internet. Era molto bella. Appena arrivata iniziò a spogliarsi. Io le dissi di aspettare, non so bene perché. Come prima in fondo io volevo solo scopare. Restammo seduti di fronte per un po’. Lei era in imbarazzo. Era fuori ruolo, non sapeva cosa fare. Ad un certo punto mi disse”forse vuoi il culo ?”. Mentre facevo segno di no con la testa lei scoppiò in un pianto irrefrenabile a dirotto. La abbracciai d’istinto, sussurrandole “schh” all’orecchio. Mi raccontò che arrivava da non so quale città dove era stata chiusa in una casa sette giorni con dieci uomini che tra coca e viagra non avevano mai smesso di farle qualsiasi cosa.
Mi feci veramente schifo da solo. Ricordo che le preparai latte caldo e biscotti. Quando finì il tempo a disposizione lei uscì di casa, si voltò e mi sorrise. Forse una cosa buona l’avevo fatta. Tempo dopo mi scrisse chiamandomi “Mr latte e biscotti”. Mi commuove ancora.
La quarta e ultima cosa è un film. Me lo regalò una persona “informata sui fatti”. Si chiama “la promessa dell’assassino” http://it.wikipedia.org/wiki/La_promessa_dell%27assassino
Non racconto la trama, ma è molto interessante. Si parla dei “Ladri nella legge”.
Dopo questo film la “perversione sessuale” (virgolettato perché rispetto alle storie che ho sentito io credo di essere uno dei clienti meno perversi già disponibili sul mercato) finì di esercitare il suo fascino.
Aveva ragione Zorba.
Ma il punto è un altro.
Credo che sia fuori di dubbio che legalizzare la prostituzione, riaprire le case chiuse, gestire il fenomeno con controlli sanitari, supporto psicologico, protezione in senso lato e quant’altro, non potrebbe che portare benefici ed eviterebbe il perdurare di fenomeni come quelli che ho raccontato.
Sul tema non ho davvero molti dubbi, ne credo che nessuno in buona fede possa averne.
Resterebbe da capire a chi affidare le “patenti di bordello”, sul qual tema ho una idea “corsara”, non del tutto mia ma piuttosto diffusa, di cui più avanti.

  1. Droga
Sulla droga è più difficile.
Perché ne ho già parlato altre volte: la droga, ogni droga, è devastante sotto il profilo psicologico, della personalità.
La cocaina la conosco bene e riassumo il mio pensiero così: “diventi un’altra persona. Pensi e fai cose diverse”.
Ma per le altre droghe è uguale. Anche se non sono state la mia “preferenza” le ho assunte e ho conosciuto tante persone che le assumevano. E sempre, in ogni circostanza, ne risultavano deviate.
Mi ricordo che tanto tempo fa, quando ero ancora un novizio della coca,  mi colpì una contro copertina di un libro di Freud, dove lessi qualcosa del tipo “e tu bambina, preferisci il signore gentile o l’omone cattivo in preda ai fumi della cocaina ?”
Forse la frase non era proprio così, non ricordo bene. Ma di sicuro trovo che renda bene l’idea. Anche se apre qualche dubbio sulla sanità dell’autore.  
D’altronde che le droghe siano anche strumento di destabilizzazione sociale è risaputo.
Se la religione è l’oppio dei popoli io credo, e nessuno potrà mai convincermi del contrario, che sia infinitamente meglio dell’oppio vero. O “similia
Quindi pensare a legalizzare mi riesce già più difficile.
Certo ci sono le esperienze di altri paesi che possono dare un riferimento.
E allo stesso tempo per chiunque sia dotato di intelletto, non possono non valere le considerazioni precedenti.
Per cui penso che ci si debba comunque ragionare.
Forse si dovrebbe pensare a legalizzazioni “parziali” o quantitativamente limitate, il che in realtà già avviene se si considera che le sostanze “immesse sul mercato” sono di fatto già “a bassa concentrazione di principi attivi” e quindi a “basso danno fisiologico e alto consumo potenziale”. Insomma, testimoniano già l’esistenza di un principio di “alimentazione controllata del mercato del consumatore finale.”

Si dovrebbero poi tenere in conto alcune precisazioni aggiuntive, intrinsecamente banali, ma pur sempre indicative.
La prima è che una parte dell’appeal della droga, soprattutto per i giovani,  è in generale la trasgressione. Informare, certo, ma non solo terrorizzando. Anche cercando di “svalutare” e rendere “banale” la questione forse può aiutare a eliminare quel’”allure” di finto alternativo.
Cantava Vinicio Capossela : “Per cento sacchi alla serata facciamo una vita sregolata” “E’ il grande mito che ci ha fregato, che sei un eroe se sei suonato” .
Una volta capito questo, forse è più facile passare oltre.
La seconda è che legalizzare le droghe permetterebbe comunque di limitarne i quantitativi accessibili.
Anche considerando la questione dell’accesso ai farmaci annessi o collaterali.
Tanto per fare alcuni esempi chi fa uso di cocaina e poi vuol dormire usa, tra gli altri, il Minias. In alcune categorie, come quella dei travestiti, è un must. Se non esistesse tale antidoto all’insonnia, o almeno il facile accesso ad esso, forse sarebbe un fattore di deterrenza.
Analogamente chi fa uso di cocaina e vuole fare attività sessuale (cioè tutti) usa il viagra o analoghi. Quest’ultimo, che nonostante ciò che forse alcuni credono è disponibile facilmente con  medici o farmacisti compiacenti  o con ricette false o via internet, è più delinquenziale della stessa cocaina.
E’ la porta a dei cicli “non-stop” che vano avanti ad oltranza. Sotto il profilo di marketing (o meglio di “marchetting”) è stata una invenzione “storica”. Tanto che a me fa pensare che i maggiori azionisti della casa produttrice devono essere per forza colombiani. Anche in tale caso controllarne meglio l’accessibilità e la disponibilità di certo non farebbe male.
C’è poi la questione della “manovalanza” del settore della droga. Quante persone ci “lavorano”? In che condizioni vivono ? Quanto sono “sfruttate”?.
Al riguardo vorrei riferirmi solo a qualche esempio delle notti milanesi.
Dagli spacciatori neri una volta operativi a piedi agli angoli di viale Monza a quelli in bicicletta in zona Certosa, a quelli del “fortino” di viale Bligny o della “casa della droga” sempre di Certosa.
E ce ne sono molti altri, tutti per lo più localizzati in posti noti a chiunque.
Sono davvero un esercito sterminato che invece di armi usa palline perfettamente sigillate nella plastica da tenere tra palato e gola.
E testimoniano l’esistenza di una organizzazione strutturata della quale loro sono la rete di vendita
In questo caso quanto sono diversi dagli schiavi ? E come possono venirne fuori ?
In sintesi, forse con una provocazione, oltre a pensare alle tasse, mi chiedo quanti attuali disoccupati potrebbero risultare occupati nell’ipotesi di una qualche forma di legalizzazione delle droghe ?

  1. Pirati e Corsari
In tutto questo discorso, quindi, ricorre in entrambi i temi della prostituzione e della droga il fattore comune di alcune “organizzazioni” ben strutturate e organizzate.
Prescindere da questo dato di fatto, a mio giudizio, non si può.
Vorrebbe dire ricadere nel paradosso di Jannacci : “quelli che la mafia…..non ci risulta.
Penso quindi che si dovrebbe ragionare con qualche forma di “ipotesi cooptativa”.
Di sicuro vale per la prostituzione dove si potrebbero “aprire le porte” ad una sorta di “pentitismo organizzativo” concedendo licenze a fronte di investimenti in strutture adeguate sia sotto il profilo immobiliare che organizzativo. Naturalmente a patto di una reale interruzione di altre pratiche, sempre se possibile.
In fondo la storia è quella del proibizionismo e della sua fine.
Ma ancora prima quella dei corsari, che da pirati fuorilegge diventavano servitori di un governo grazie alla “lettera di corsa”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Corsaro : Il corsaro era una persona al servizio di un governo, cui cedeva parte degli utili, ottenendo in cambio lo status di combattente (lettera di corsa) e la bandiera (il che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone ma solo in combattimento).

  1. Il mondo sta cambiando : Investimenti e non costi.
Infine vorrei fare una notazione traendo spunto dalla notizia Ansa.
Il 2014 segna il passaggio ''ad una nuova versione delle regole di contabilità'', tanto in Italia come in gran parte dei paesi Ue. Il cambiamento interesserà anche il Pil. Lo comunica l'Istat, spiegando che le spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi, un cambiamento che ''determina un impatto positivo'' anche ''sul Pil''. L'aggiornamento potrebbe portare per l'Italia, si stimava a gennaio a Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l'1% e il 2%.

Forse se le spese di ricerca e sviluppo saranno finalmente considerate investimenti e non costi, il mondo sta veramente cambiando.
Forse siamo davvero entrati nella civiltà dell’intelletto.
E forse in questa civiltà anche le puttane i travestiti e i pusher avranno un posto per il loro intelletto.
.


  1. Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del Pil – 2014 05 22

Istat, dal 2014 anche droga e prostituzione nel calcolo del Pil
Tutti i Paesi Ue, compresa l'Italia, inseriranno ''una stima nei conti (e quindi nel Pil)'' delle attività illegali, come ''traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)''. La novità sarà inserita a partire dal 2014 nei conti, in coerenza con le linee Eurostat. Lo rileva l'Istat.
Il 2014 segna il passaggio ''ad una nuova versione delle regole di contabilità'', tanto in Italia come in gran parte dei paesi Ue. Il cambiamento interesserà anche il Pil. Lo comunica l'Istat, spiegando che le spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi, un cambiamento che ''determina un impatto positivo'' anche ''sul Pil''. L'aggiornamento potrebbe portare per l'Italia, si stimava a gennaio a Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l'1% e il 2%.
Si tratta di una novità che rientra nelle modifiche condivise a livello europeo e connesse, evidenzia l'Istat, al ''necessario superamento di riserve relative all'applicazione omogenea tra paesi Ue degli standard già esistenti''.
Nello specifico, tra le riserve trasversali avanzate ce ne è una, sottolinea l'Istituto, che ''ha una rilevanza maggiore'', in quanto, appunto, riguarda l'inserimento nei conti delle attività illegali, che già il precedente sistema dei conti nazionali, datato 1995, aveva previsto, ''in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico''.
L'Istat riconosce come la misurazione delle attività illegali sia ''molto difficile, per l'ovvia ragione - spiega - che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni''. Ecco che, aggiunge, ''allo scopo di garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)''.
Quindi viene almeno circoscritto il range per mettere a punto una stima del peso di quest'area. A riguardo può essere utile ricordare come l'Istat già inserisca nel Pil il sommerso economico, che deriva dall'attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all'osservazione diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva.
Le ultime stime dedicate risalgono al 2008, e indicano come il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso sia compreso tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5% del Pil

CONSUMATORI ALL'ATTACCO - ''Rimaniamo interdetti di fronte alla notizia che l'Eurostat abbia deciso di annoverare attività criminali come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando tra le attività che contribuiscono al calcolo del Pil''. Così Federconsumatori e Adusbef commentano, in una nota, le novità sulla contabilità comunicate ieri. ''Una trovata di cattivo gusto, che eleva le attività illegali in mano alle mafie al rango di produttrici di ricchezza nazionale'', proseguono le due associazioni. ''Oltre che dal punto di vista statistico, l'errore appare intollerabile soprattutto dal punto di vista etico'', aggiungono Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, ed Elio Lannutti, a capo dell'Adusbef.

1 commento:

  1. Tra le "buone notizie" per il PIL italiano ed europeo c'è anche quella che, sempre dal 2014, consentirà ai paesi membri di considerare i sistemi d'arma non più spese ma investimenti. Quindi a concorrere alla crescita del PIL da quest'anno non vi saranno solo le voci dell'economia illegale, droga e prostituzione, ma anche quelle dell'economia criminale, vale a dire il settore bellico, che, non per caso, spesso viaggiano in parallelo e con medesime triangolazioni e canali.

    RispondiElimina