giovedì 31 agosto 2023

2023 08 31 – Liberté d’abaya

 2023 08 31 – Liberté d’abaya

 

La notizia.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/28/francia-vietata-a-scuola-la-abaya-a-studentesse-musulmane_e8db5510-6bd4-46c6-afa2-4f338dd32f21.html

Ecco che anche in Francia mi spuntano i fascisti.

Deve essere una malattia contagiosa.

E lo è davvero, ci scommetto qualche trattato di sociologia.

Probabilmente legata all’ingiustizia sociale.

Comunque, nelle scuole di banlieue, le ragazzine si presentano con l'abito lungo e largo che copre tutto il corpo fino ai piedi e la testa avvolta nel velo, che scostano soltanto all'ultimo momento entrando nel cancello della scuola.

"Siamo sempre stati chiari: la scuola è il tempio della laicità”, dicono certi istituzionali.

Occhio fascisti d’oltralpe che messa così dogmatica pare proprio una religione.

La religione della laicità.

E’ interessante il costante riferimento alle Banlieues, per un briciolo di rispetto con la B maiuscola.

Nell’accezione  che fa riferimento al senso di esclusione che la periferia evoca rispetto al centro cittadino e fa quindi risalire l'origine del termine "alla messa al bando", lontano dalla città, degli individui più poveri e ritenuti più pericolosi, in questo caso i mussulmani.

Non è un problema se la metto in centro a Parigi, dunque.

Perché in tal caso se vado al Ritz è probabile che io sia parente di uno sceicco.

E’ un problema se la metto dove possa montare l’odio per sperequazione.

Quindi, mi sento di azzardare che il problema non è l’abaya.

Quanto piuttosto le banlieue.

E l’odio che si portano dentro.

Chi non lo ha fatto, lo guardi il vecchio film, l’Odio.

Cadendo dal 50esimo piano, fino a qui tutto bene.

Il problema non è la caduta, il problema è l’atterraggio.

«Fino a qui tutto bene…», mi sembra una giusta metafora.

Io tanti anni fa qualche giornata di banlieue l’avevo passata.

Non so dire quanto fosse una “cattiva”.

Ci andavo a dormire a casa di amici, circondato di mussulmani di certo non sceicchi.

Non senza qualche timore pregiudiziale.

E invece non mi è mai successo niente.

Ma chissà come sarebbe oggi.

Bisogna fare attenzione alle derive.

Sono correnti lente.

Per quello capisco bene la paura dei fasisti transalpini.

Sono anche in terra dai geni rivoluzionari.

Ma credimi, la Tour Eiffel è ruggine, e la cultura è fragile, c'è fumo nero nel cielo.

Guardami, viviamo nell'immagine,  ma poi restiamo al margine. 

Credimi, il fanatismo è illogico, non è un fatto di cellule, la fede fa paura.

Questi periodi erano inarrivabili strofe della canzone al link finale.

Comunque alla fine del mio sproloquio, ho immaginato un dialogo.

Il dialogo tra il fasista e il matto.

Che ne pensi della proibizione dell’abaya?

Giusto. E’ un paese laico.

Non so non sono sicuro. Si, ma e la libertè? Quella fondante del detto di Francia libertè egalitè fraternitè?

Eh no, perché se io non posso mettere la croce in aula per esempio o manifestare la mia religione perché loro si?

Infatti io metterei tutte le croci e lascerei tutti liberi di esprimersi. Ma io sono il matto….per un mondo perfetto futuro, che costruirete voi giovani liberi di ogni colore, razza, religione e tutto il resto.

La liberté non è imagine no religion.

Quanto piuttosto imagine all religions.

E poi fareste meglio ad abituarvi.

I mussulmani sono 2 o 3 miliardi.

La più giovane e oramai popolosa religione monoteista.

A volte integralista.

Esattamente come eravamo noi qualche secolo fa.

Rispetto, ci vuole.

Ed evolutiva inclusione.

Senza, io vedo fumo nero nel cielo.

Altro che veste nera.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Fumo nero

 

martedì 29 agosto 2023

2023 08 29 - C’era una volta in Italia la Sip

 2023 08 29 - C’era una volta in Italia la Sip

 

C’era una volta in Italia la Sip.

Glorioso gioiellino delle telecomunicazioni nazionali.

Nato nel secolo prima di questo.

Che nei decenni si evolvette anticipando e rincorrendo l’innovazione tecnologica.

Storia istituzionale utile, importante e gloriosa.

Fatta di cabine e gettoni.

Con i suoi telefoni a disco dal tipico colore grigio topo.

Era di proprietà di tutti gli italiani.

Dello Stato.

Erogava un servizio pubblico.

Staccava bollette i cui incassi giravano in Italia.

Con gli incassi dava lavoro a migliaia di persone.

C’erano addirittura i pandisti.

Quelli che giravano a fare manutenzione alla rete con le Panda.

Altro simbolo di Italia scippata.

Fino a che qualcuno se ne accorse.

Che era una miniera d’oro.

Capitò nell’era delle privatizzazioni.

E fu assaltata in varie rate da manipoli di ingordi privati.

Che infine si fecero prestare miliardi con cui comperarsela.

I soldi non li avevano nemmeno, certi pezzenti.

Per ciò se li fecero prestare a debito foresto.

I debiti li ripagavano con gli stessi incassi che faceva la Sip.

Frattanto divenuta la Telecom Italia, più chic.

Con le bollette, dicevamo.

La caricarono di debiti dunque.

Tanto li reggeva, così si dice nel mondo della finansa.

E la Sip navigò oltreconfini.

Ad onore del vero bisogna essere onesti.

E ricordare che quei manipoli coraggiosi non erano nemmeno fascisti.

Quanto piuttosto dell’altra sponda.

Almeno nominalmente.

Così oggi i poveri fascisti fanno tenerezza.

Quando dichiarano che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto di assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro.

E adesso tutti d’un pezzo lo fanno, dicono.

Se solo si capisse qualcosa, a partire da cicazz’è Kkr.

Ma voilà, eccolo qua Kkr.

Il Dpcm rende operativo il memorandum d'intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell'Economia e il fondo americano Kkr per presentare un'offerta vincolante al consiglio di amministrazione di Tim per rilevare fino al 20% della Netco, società della rete fissa.

E poi, però, la partecipazione del Mef alla Netco di Tim "sarà di minoranza per un importo massimo di 2 miliardo e 200 milioni", ha specificato Giorgetti.

Assumiamo il controllo strategico della rete dice la Signora Presidente.

Ma no, Signora Presidente.

Se è di minoranza, e per massimi 2,2 miliardi, non può essere controllo strategico.

Mica decidiamo noi che cosa farci.

Eppoi quanto vale davvero questa benedetta rete?

Quanta me ne compero con i 2,2 miliardi?

Non la potete mica rifare da zero.

Ergo non ha prezzo.

E’ per quello che doveva restare nostrana.

E non uscirla dallo Stato a suon di debiti.

E probabili padri di tutte le tangenti.

Che vissero felici e contenti.

Loro.

 

Kalimmudda ipsum dixit.

C'era una volta in America

lunedì 28 agosto 2023

2023 08 28 – La coloniale geotrama fascista

 2023 08 28 – La coloniale geotrama fascista

 

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/28/la-ministra-degli-esteri-libica-sospesa-per-aver-incontrato-lomologo-israeliano_58b7d6cf-d881-4a66-84e8-e085624cf311.html

 

L’occidente vuole colonizzare il mondo.

Così proclamò Putin.

Mentre noi piccini picciò come dei giovani balilli ci lanciamo finalmente alla conquista del mare nostro.

Era ora.

E con quanta volontà di potenza.

E l’Italia giocava alle carte, cantava Gaber ne la presa del potere.

Ma quando mai.

L’Italia fascista domina il Mediterraneo.

Oddio.

Domina.

Per ora abbiamo fatto un casino.

Quello che una volta sarebbe diventato un caso diplomatico di Stato.

Ora abbiamo ospitato a Roma due ministri degli esteri.

Nientepopodimeno che quello libico e quello israeliano, insieme.

Al Mangoush e Cohen si sarebbero visti a Roma.

Risultato : il primo ministro del governo di Tripoli ha sospeso a titolo precauzionale la ministra degli Esteri, Najla Al Mangoush, e l'ha denunciata per avviare indagini penali sul suo conto.

Praticamente quasi arrestata, o giù di li.

Tant'è che poi scappa in Turchia.

Mentre l’israeliano sembra tornato a casa da eroe, libero di visionarietà del mondo futuro pubblicamente esternata.

Ecco, se proprio volevamo darci lustro potevamo invitare anche un palestinese.

Allora si, che era una conferenza di pace con gli stracazzi sconfinanti.

Tanto era di nascosto.

Quella palestinese mi sembrava una questione importante, ma forse oramai obsoleta.

A quel punto ci mettevo anche la questione siriana, così Putin ci arrestava lui a tutti quanti di polonio.

E pure quella turca. 

Poi non ricordo più chi altro sta facendo casino nel mare nostro, già pieno di alici algerine.

Ah già, ci sono pure i franchi.

E’ che noi credevamo di orchestrare di nascosto, zitti zitti.

O almeno io l’avrei fatto zitto zitto.

Sarei andato a Lampedusa travestito da migrante così nessuno mi avrebbe riconosciuto nel marasma dell’hotspot.

Di sicuro non avevo nemmeno bisogno di mostrare documenti, non li ha nessun Wop.

Invece ci hanno beccato.

Mi sa che ci siamo dimenticati che quelli sono il paese di Gheddafi e di quelli del Mossad.

In entrambi i casi gente che sa tutto.

Comunque la cosa interessante non è tanto la nostra maldestrevolezza fascista.

E’ l’infittirsi di geotrame oramai sempre più ovunque, fino addirittura alla decadente Roma caput mundi.

Libia e Israele con tutti i loro retrostanti è solo un esempio, in questo pericoloso gioco di spostamenti di asse di rotazione terrestre.

Leggevo per lavoro di rinfocolarsi di tensioni tra Azerbaijan e Armenia.

Con tanto di monitoraggio europeo, ma in area di interesse russa.

A me viene da dire sticazzi.

Tutto di nuovo sul fronte occidentale.

Coloniale.

Ma forse è sempre stato così, solo che non ce lo dicevano.

Nel qual caso perché oggi ce lo fanno perlomeno capire?

E che ne so, io.

Chiedetelo ai fascisti.

Li avete votati voi, mica io.

Ma che confusione.

Confusione apparente, disegno imperante.

 

Kalimmudda ipsum dixit.

Agharta : confusione apparente, disegno imperante.

sabato 26 agosto 2023

2023 08 27– In culo il combattimento!

 2023 08 27– In culo il combattimento!


Post domenicale, una preghiera in pratica.

Noi siamo per il ripopolamento.

Oh.

Una buona notizia.

Chi va piano va lontano.

Bisognerebbe farci un giornale, una rivista, un sito, un nonsochecazzodimodernadiavoleria

Dove dare solo buone notizie.

Solo notizie che aprono il cuore.

Solo notizie dall’ordine naturale delle cose.

Da computare da parte di chi sia misura.

Per stimolare la contemplazione.

E provare vergogna per certa popolazione.

Ansa, video de fatica.

Cagliari.

Per ora non ancora algerina aggiungo io.

Entro le 12 miglia dalla costa e’ roba nostra.

Nuova schiusa di uova di Caretta Caretta.

Settanta esemplari hanno preso la via del mare dalla spiaggia del Poetto.

Ma sai che culo si deve fare una Caretta  Caretta per arrivare a mare.

Non e’ mica come salire su un F16 a mach qualcosa e schisciare un butùn che lancia un missile.

La Caretta Caretta e’ già sopravvissuta prima della schiusa.

Protetta dalla branca dell’esercito della guardia forestale dedita a qualcosa di utile.

Ed e’ bastato un aiutino sorvegliatore e quelle si sono messe a fare il loro mestiere.

Il ripopolamento.

Sono settanta.

Un piccolo esercito.

Pure in naturale guscio mimetico.

Alla carica verso il mare.

Che miracolosamente sanno dove sta.

E che quando lo sentono accelerano pure.

Certo, non e’uno spettacolo di agilità.

Quanto di tenacia però. 

Che e’ pure meglio vi dirò.

E poi agili lo diventeranno nel loro secondo elemento divenuto primo.

Dove per grazia ricevuta qualcuna sopravviverà.

E allora mi viene in mente la leggenda del pianista sull’oceano.

Nick Novecento suona sul piano a coda in balìa delle onde volteggiando nel salone ondeggiante.

Quando arriva l’autorità costituita a rimarcare al pubertoso Nick che quello era contro il regolamento.

E Nick risponde solenne: in culo il regolamento!

Ecco.

Questo diciamo.

In culo il combattimento!

Che si girino gli eserciti.

E che la guerra poi adesso cominciamo a farla noi.

Piano piano.

Sotto protezione degli eserciti convertiti.

A far qualcosa di utile.

A cominciare da salvare le carrette carrette del mare.

Obsoleti ricordi pur sempre affogati.

A volte spiaggiati.

Un altro mondo e’ possibile.

Come dice bricula.

Che sarebbe quel bric di lula, aiutino valà.

Eh, e dillo a me che e’ una vita che lo dico.

 

Kalimmudda ipsum dixit

La marea può girare : pensate cosa può fare un umano umano.

 

 

 


 

venerdì 25 agosto 2023

2023 08 24 – Il Neurostandard ad acqua e pane

2023 08 24 – Il Neurostandard ad acqua e pane


Neurostandard come il gold standard, e poi il dollar standard, quello svincolato dalle riserve in oro.

Dollari stampati a strafottere, senza sottostante nulla di reale.

Carta su carta.

Una massa monetaria infinitamente più grande di quella dell'economia reale.

Più grande di ordini di grandezza e tutta offshore, fuori dal controllo degli Stati.

Quella dei profitti inconsulti.

Che qualcuno tanto se li deve comperare, tutti 'sti dollari, o arriva un F16 vagante.

Ma atteniamoci ai fatti.

Questione di geoistanti e arriva la controprova.

Il dollaro tutta questa voglia di essere pensionato non ce l’ha.

E’ passata qualche ora dall’annuncio dell’inclusione nei Bric e l' Argentina ottiene la dichiarazione che riceverà 7,5 miliardi dal Fondo Monetario.

Per non andare in default col suo debito nocciolina da una 50ina di miliardi.

Ci sono ordini di grandezza indicativi, e non sono quelli grandi, ma quelli piccoli.

Quando un sistema fatica a piazzare o trovare frazioni infinitesimali del suo valore, allora il sistema è saturo, in equilibrio instabilmente precario.

Basta un evento marginale e l'equilibrio si rompe.

In ogni caso due sono i casi.

O ha ragione Putin, e tanta solerzia dimostra l’intento colonialista dell’occidente con la sua estorta erogazione di noccioline.

O, ipotesi più suadente, l’occidente si è fottuto di paura, mostrata senza nemmeno troppo ritegno.

Che serva un nuovo ordine mondiale in effetti non mi pare una brutta constatazione.

Che venga dai Bric vai a sapere.

Vediamoli all’opera.

Di fondo sono comunisti, e meritano fiducia per diritto.

Fatto salvo qualche dubbio di sceiccato petrodollarizzato, ma per i quali rinvio al film più sotto.

Ricordiamo però che serve sempre una riserva, come quelle dei russi scappate a Dubai in tutta fretta al ventilare delle sanzioni.

Voglio dire che nessuno è perfetto, ma la grana serve sempre.

Soprattutto se dovessi mai immaginare una valuta nuova, pregna di economia reale e di investimenti in senso allargato.

Coma sarà questo nuovo bric standard non so nemmeno se se lo sanno immaginare loro.

Però immaginate voi qualcosa legato ad economie reali, ambiente, riserve di beni di vera utilità per la popolazione e non so che.

Popoli, culture, acque, aria, terre, minerali, cibo, opere.

In sintesi acqua e pane.

Se riguardate il paniere dei nomi dei paesi balza all’occhio che poveri non sono poveri.

Una volta forse, ma non più.

Ecco allora una nuova valuta non fondata solo sulla carta della incredibile credibilità

Ma come deve essere una nuova valuta?

E che ne so io.

Io economia l’ho studiata.

Mica vuol dire che l’ho capita.

Anche se un Cybratto, cyber baratto, in effetti lo avevo concepito, e lo trovate sintetizzato qua:

https://cloeconomie.blogspot.com/search?q=Cybratto

Ma allora arriviamo al punto.

Almeno a un punto.

Lanciato nuovo allarme acqua.

Tre miliardi di umani a secco entro 30 anni, o giù di li.

Questa è la più grande bufala tra le culture del terrore.

Il mondo è pieno di acqua, basta togliere il sale.

E portarla dove il faut, come avevano capito già i romani.

Un mio cuggino voleva irrigare il Sahara per ortificarlo.

Ma ci vuole una visione.

Anzi meglio, ci vuole la grandeur di pensiero.

La grandeur delle grandi opere, grandi davvero.

E forse i bric quella cultura ce l’hanno.

Poi volete sapere come i sogni si trasformano in realtà?

Guardatevi un capolavoro : https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pescatore_di_sogni

Allora dobbiamo sacrificare il presunto benessere del nostro consumanesimo per un ideale?

Ne sarà valsa la pena, senza piagnistei.

Ricordate la dignità del dottor Zivago quando torna e trova casa occupata.

Una valuta intelligente.

Che finanzi le priorità.

Magari in crowd funding, incrociato dal Cybratto col social lending.

Acqua e pane.

E come si chiamerà tanta manna dal cielo?

Ma ça va sans dire.

La nuova valuta sarà un’evoluzione.

Come tutto.

Sarà il Neuro.

Pieno di amore.

E di pensiero.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Acqua e sale. Una canzone d'amore di due di grandeur

 

 

 

giovedì 24 agosto 2023

2023 08 24 – Le radiazioni, le valchirie e i bric

 2023 08 24 – Le radiazioni, le valchirie e i bric

 

E’ morto quello degli hot dog.

Ma si che avete capito, quello che di sicuro adorava l’odore del napalm alla mattina.

Chissà come si scrive napalm in cirillico.

Santo imperialista di Google, eee, ecco qua: Напалм

Quello col suo esercito a dorso di valchirie, valà.

Una si è schiantata in volo.

La sua.

Forse.

O forse è rifugiato dietro plastica facciale in qualche posto improbabile tipo un monastero in Tibet.

Brutti monaci terroristi mercenari.

Qua tra concomitanze plausibili e coincidenze assurde non si scherza un cazzo.

E non si sa più a cosa credere.

E’ il principio del confondi et ìmpera.

Proprio nel giorno del susci radioattivo.

Il Giappone rilascia acque radioattive in mare

Ira della Cina che blocca gli acquisti di susci.

Ecco, ci mancava il Giappone.

Non è che Cina e Giappone siano proprio amici, storicamente.

In ogni caso il Giappone è un protettorato ricostruito ed ereditato dalla seconda guerra.

Io lo ho visto cosa vuol dire protettorato, ma mica solo a Napoli.

Ricordo la città dei filosofi occupata di truppe americane con tutti i loro usi e costumi.

Avevo una fidanzata figlia di un generale, che non mi nascondeva suo certo ribrezzo anti pacifista.

Tra tanti carri armati e blindati, la domenica tutti al sermone nella chiesetta della base di Heidelberg.

E poi tutti a festeggiare il giorno del Signore con un bel nostalgico big mac, casereccio.

In Giappone sarà lo stesso, presumo con il susci and chips.

La cosa interessante sta in due punti : diluire e allontanare.

La Tokyo Electric Power (Tepco) diluirà il liquido con acqua di mare rispettando i limiti consentiti dalle norme di sicurezza giapponesi, prima di iniziare lo scarico tramite un tunnel sottomarino situato a un chilometro dal sito.

Questa mi sembra proprio una dichiarazione che fa acqua da tutte le parti.

Diluisco nei mei limiti e poi sparo sott’acqua dove nessuno può vedere.

Sembra la Grande Calabria della speculazione edilizia della mafia, o no della camorra, o no della ‘ndrangheta, insomma quella senza fognature con relativi tubi di scarichi a mare.

L'Agenzia per la pesca del Giappone, noto ente istituzionale imparziale internazionale aggiungo io, ha riferito che monitorerà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri dalla centrale.

Ma i tonni non migravano per miglia e miglia ?

E le acque territoriali internazionali stanno sempre a 12 miglia dalla terra?

Si ma che strazio.

Comunque mentre mi arrovello a cercare connessioni, che sono sicuro che esistono perché così è entagled l’universo, per inciso mentre scrivo ecco che leggo che Another bric in the war diventa realtà.

Nientepopodimeno che con Arabia Saudita e Iran tra gli altri .

Scendono tutti in campo, qua.

Meno male che ho il mio F16 di seconda mano.

Gocciolamenti di escalation mi aveva preparato.

Mi barricherò negli hangar del mio giardino della repubblica del maremmano nano.

Ma poi mi viene un flash.

O cazzo, ma io non ho la pista di atterraggio.

E nemmeno l’hangar.

E nemmeno una portaerei.

E nemmeno gli aerei su e giù.

Sono pacifista per forza.

E quel bastardo di concessionario mercenario venditore di cani caldi mi ha fregato.

Lo dicevo che non era in Tibet.

Sta nascosto all’idroscalo.

Pronto per andare alla Hawaii.

Ma all’idroscalo non lo imbarcano mai.

Comunque la cosa più bella di tutte sarà quando verrà fuori che questo grande teatro di connessioni quantistiche o quantitative, è orchestrato sempre dagli americani, per fare credere che si debbano ritirare.

Quando la realtà è che diventati paperoni si sono solo rotti i cugghiuni di fare gli egémoni.

Che l'è sempre un mestè che tuca laura'

Ma ci voleva la way out.

Sarebbe un bel finale hollywoodiano.

Per ora avanti il prossimo.

Andiamo alle Hawaii.

Da quello degli hot dog.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Vado alle Hawaii

 Ndr.

Molto Usa style, che qualcosa di buono ci hanno lasciato.

Oltre gli hot dog.

mercoledì 23 agosto 2023

2023 08 23 – Another bric in the war

 2023 08 23 – Another bric in the war

 

Another bric in the war.

Un altro mattone.

O un’altra tegola.

Nel traballante equilibrio alla ricerca di transizione.

Chissà se l’egemonia americana lo sa.

Di essere oggetto di transizione.

E soprattutto se concorda.

Xi e Putin sfidano l'occidente al vertice dei Brics

I Brics.

Ah già.

Previsti da molti come il futuro già decenni fa.

Zitti zitti quatti quatti tornano fuori come ospiti a sorpresa.

Ups, ma sono sempre loro.

Quelli del dollaro facile.

No, meglio, quelli del dollaro fragile.

Meglio, meglio.

Ci hanno messo decenni, ma alla fine sono arrivati.

Brasile, Cina, India, Russia, Sudafrica.

Ma no, così in alfabetico viene Bcirs.

Proviamo in ordine di popolazione.

Cibrs, no, non funziona nemmeno così.

Vabbè, chissenefrega.

Peccato, una rappresentanza di gran parte della popolazione planetaria era una bella cosa da sottolineare.

Sono loro, comunque.

I trigémoni allargati.

In geopolitica le parole sono importanti, vedrete.

Non come in politica, certo, dove sono i soli portanti.

Ma qui sottolineano processi, centellinati goccia a goccia.

E questa sarebbe la buona notizia.

La capacità di gestire il gocciolamento alternativo.

Da parte di questi 5 paesi.

Paesi oggi accomunati soprattutto per la loro opposizione all'Occidente.

Spingono per un "multilateralismo inclusivo" e un abbandono della centralità del dollaro. Una sorta di sfida agli Stati Uniti e ai suoi alleati che vorrebbe dare più peso al blocco per "difendere il Sud del mondo".

“ Un altro mondo è possibile”, copia Lula.

Eh, e dillo a me che lo dico da una vita.

Però ancora salvatori delle patrie da idolatrare, oddio no.

Beh, non che non ci volessero delle nuove guide messianiche.

E’ che non me li aspettavo davvero così.

Ero meglio io, quasi quasi.

Così, abituati a dollarizzare tutto sentire parlare di dedollarizzazione fa un po’ impressione.

Stanno parlando di un nuovo ordine mondiale.

Come se fossero noccioline.

Non so perché, però, c’è una cosa che non si sente mai.

Guardate che gli americani hanno il grilletto facile.

La cultura della Colt nel saloon non permette loro di non primeggiare in spari, botte e dollari.

Questione di imperialità, quello americano è fatto così.

Infantile suprematismo forse.

Se il mondo non è mio allora non è di nessuno.

Ma il problema è che non penserete mica che questi americani restino a guardare.

Le ultime volte secolari che l’ordine mondiale è cambiato, non è stato divertente.

Fenomeni talmente imponenti che non li ricordo nemmeno, sono sfociati nelle guerre mondiali.

L’altra cosa che nessuno dice è che poi ci passano decenni.

Sia in distruzione che in ricostruzione.

Perciò iniziate a scordarvi gli ultimi 80 anni di pace.

Georelativa

Uno dei periodi più lunghi della storia, almeno per noi.

E attenti alle parole.

Con quelle forse costruiremo solo un altro muro di guerra.

O capiremo che muri hanno in mente loro, i geopoliticanti.

Alla fine un bel titolo e tante banalità.

Tranne una.

Another bric in the war.

Senza cicappa.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Another bric in The Wall Berlin 1990

Sempre senza cicappa

Ndr.

Tutta una scusa per guardare il video, appropriato.

Di un piccolo riassestamento mondiale, figuratevi se fosse stato grosso.

 

 

 

martedì 22 agosto 2023

2028 08 22 – Gocciolamenti di escalation. Eccheppalle

 2028 08 22 – Gocciolamenti di escalation. Eccheppalle

 

Insomma, non se ne può più.

Vogliamo muoverci con questa escalation o no?

Ogni giorno si muove un pezzetto.

Un poco de chi.

Un poco de lì.

Se la politica l’è una roba sporca, qui giochiamo a quelli che la gepolitica l’è proprio porca. Troia.

Una volta era facile.

Con la guerra fredda c’erano i buoni e i cattivi.

Poi dipendeva da che lato guardavi.

Adesso ci sono i buoni, i cattivi e quelli che vai a sapere.

E’ tutto un intreccio globale.

Ho sentito questo fatto, paradigmatico.

Gli Usa non possono embargare del tutto la Russia perché comprano l’uranio arricchito russo, che è paradossalmente arricchito meglio del loro, per le loro centrali nucleari.

Vai a sapere come si converte in altre bombe.

Non possono nemmeno confiscare beni o soldi nei porti franchi perché sarebbe aprire una porta alla descalation della convenzionale proprietà privata, pilastro fondante dell’indebita appropriazione capitalistica.

Questa è la propaganda ideologica, ma dovete leggere che non possono perché le società offshore saranno tutta una rete di partecipazioni incrociate.

Intanto mandano decine di voli sui cieli di Taiwan, a fare vedere che sanno solleticare il dragone.

E quelli, i cinesi, rispondono con la minaccia Rehman del dragone, che poi si pronuncia Lehman.

La frontiera della guerra finanziaria.

Panico diffuso che la Cina rallenti, o defaulti qualcosa, o qualche sua società grande come uno Stato.

Ma nel caso, ci vuole un geoattimo.

Gli Usa svalutano il dollaro o defaultano il debito, che si porta a picco le riserve di tutti.

Tabula rasa.

Senza nemmeno bisogno di convertire l’uranio.

E poi rappresaglia.

Vai a sapere intanto cosa combinano i sottomarini di vario attacco di tutti i trigémoni.

Mentre qui da noi mandano danesi e olandesi coi loro F16.

E sfasciamo pure l’Europa.

Mentre i loro di chi, è la domanda cui potete rispondere da soli.

Ma che figata che sono gli F16.

E uno costa solo 15 milioni di dollari, dice uichipidia.

Quasi quasi scendo in campo anche io.

Mi compero un F16 di seconda mano.

In leasing, a rata che mi possa permettere.

E volo sopra il mio barrio mediolano, radente.

Fonderò la mia nuova repubblica del maremmano nano.

Ho già quella delle melanzane, da tanti anni.

Provocazione deterrente.

Il trigèmone è infiammato.

Eh già.

E per certo il duca d'Auge confermerebbe che la situazione è poco chiara.

Ma a me mi girano i cugghiuni.

Io a starci dietro non ci riesco più.

Ma che casino, che combina l’umano.

Intanto in Ucraina qualcuno tira bombe comperate da qualcun altro da qualche parte coi soldi di qualchedunaltro ancora e altrove.

E allora penso alla mia cara civiltà dell’intelletto.

Quella di 8 miliardi di cervelli in connessione empatica.

Altro che intelligenza artificiale.

Per definizione non intelligente se di natura artificiale.

Quasi quasi mo’vi faccio un dispetto.

Tolgo il tappo della neurosfera.

E la svuoto per difetto.

Vi lascio solo l’intelletto malato.

In modo che possiate sterminarvi da soli.

Mentre attenderemo la rinascita da scarafaggi.

Io, come già dato per noto, prenoto un corpo da grande cafchiano.

Nano.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Gli spari sopra

 

 

venerdì 18 agosto 2023

2023 08 18 – Il pescatore e le fattrici

 2023 08 18 – Il pescatore e le fattrici

 

Il pescatore cercava nella rete.

Cercava conforto informativo.

E pure qualche pesce per mangiare.

Ma trovava solo motori di rabbia.

E desiderio, che accise.

Fino a che di partire decise dal lago.

Cercando nel mondo un chi fosse mago.

Alla volta della ricerca di speranza.

Visto che tanto non c’era paranza.

Si arrovellava d’insonnia, negli incubi di fame.

Mentre col pensiero tesseva le trame.

E più lui tesseva, e meno sperava.

Vedeva certezze, per altri rimosse.

Si convinse di dovere aspettare.

Nuove generazioni.

Per nuove revoluzioni.

Fino a che la novella lo colse.

In un borgo sperduto, piuttosto conmetrico, c’era stata una demìa.

Una demìa genitrice.

In principio furono quattro.

Aprì la pista, con la forza dei bisonti, l’ingegna dal nome di terra.

Presto seguirono in tre.

Il pescatore giurò di non essere il re.

Insomma, nessun proletario da ius prima notte.

Solo tanta sincronia.

Luce dentro alla sua mente buia.

Arrivò la seconda fattrice.

Solida abitatrice dal paese delle meraviglie.

Seguì veloce e non priva di furore la transiberiana trattrice.

Fino alla gran buona novella di celeste nuova umanità.

Il pescatore decise di celebrare tanta maternità.

Fattrici di nuove generazioni.

Meritorie di riproduzione.

Per genetica di talenti.

Troppo spesso tenuti latenti.

Eppur evidenti portenti.

Il pescatore pregò con speranza.

E benedisse tanta nuova paranza.

E ripensò alle fattrici.

Per grazia ricevuta ne ebbe ben tre.

Una cagna, speciale.

E due vacche, gemelle.

Parola volgare, fattrice.

Al volgo referta dal pescatore.

Eppure di cultura contadina portatrice.

Quella sana di sani principi.

Dove se nasce un vitello, non è di quelli che vanno al sono belli.

Una miseria di gioco di parole.

Per dire in latino al suono di guerra.

Vitelli di pace dunque.

Per un futuro migliore.

Con garanzia da pescato.

Per genetica non rimpiangeremo il terrorismo preventivo.

Quello del preservativo.

Che tante genitrici avrebbero dovuto usare.

Come vaccini a preventivo.

Onde evitare il sovrappiù dei cretini.

Che imperano ovunque come tanti ciuchini.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Il pescatore

E pure

Ciao mamme