domenica 19 marzo 2023

2023 03 18 – Sprazzi di sensazionale fermezza

 2023 03 18 – Sprazzi di sensazionale fermezza

 

Ermetico cripto.

Codifico gioco.

Ma che strana sensazione.

Fermezza d’emozione.

Vita e stasi.

Tempo in fasi.

Immobile turbine.

Di volere non volere.

A sprazzi.

Credevo potere.

Fedele cascata.

Non durerà.

Nel durante fermo finestre.

Non ho neanche una voglia.

Di mangiare, di bere.

Di scrivere, di leggere.

Di musicare, di tacere.

Di cercare, di trovare.

Di fare, di non fare.

Di dormire, di vegliare.

Frammenti di guizzi.

Schegge in equilibrio.

Vertigine volata.

Vortice gorgo.

Turbine scoppio.

Immobile moto.

Veloce d’istante.

Io so cosa sto facendo.

Sono questo e questo.

Non scambiatemi per altro.

Lascio fare.

Metto a terra.

Assorbo e smisto.

Dovere involontario.

Educare ignaro.

Di rete fare faro.

Significo rotore.

Magnifico rettore.

Divenuto centro.

E ricentro.

Grave mente.

Intatto scorro.

Singolare dentro.

Tutto è niente.

E vice verso.

Osservo e sento.

Imparo e insegno.

Allaccio e amplio.

Corro nell’immobile.

Catturo sinapsi.

Sgancio e aggancio.

Prima o poi.

Nell’intanto perno.

Tripolare fatto neutro.

Lavoro misura.

Computo perenne.

Beatitudine leggera.

Da pesante neurosfera.

Per natura passeggera.

 

Kalimmudda ipsum est

Gondwana di Pangea: qui ci vuole il delirio

venerdì 17 marzo 2023

2023 03 18 – Inferni fiscali

 2023 03 18 – Inferni fiscali

 

Sempre più forti questi fascisti, niente da dire.

Avevano detto che facevano la riforma fiscale e la fanno.

Non ho voglia di entrare nel merito quantitativo, ma a me non mi sembra mica un riformone.

Più o meno una riformina.

Ma nel delirio di aggiustamenti non capisco se alla fine lo Stato ci incassa di più, o di meno, nel qualcaso alè, ancora debito.

E così mi affido alle dichiarazioni del sindacato.

Rimarcando "il giudizio negativo" e chiedendo che "il governo ritiri la delega fiscale per avviare un confronto di merito, perché non è più accettabile che le entrate fiscali si reggano di fatto sul lavoro dipendente e pensionati".

Che poi in tutto questo la impraticabile e insostenibile propagandata flat tax è pure anticostituzionale perché non progressiva. 

Notizie Ansia 1 e Ansia 2.

Ma perché ascolto i sindacati e non altri?

E’ semplice, ogni tesserato o simpatizzante appartiene a quella classe di quelli che sanno fare bene i conti, e non ci vuole tanto se si riesce a superare la barriera della barocca frammentatio legiferatio ad hoc.

Perché devono arrivare a fine mese.

Così ricordo che sui conti di sistema c’è addirittura un libro intero, uno che si chiama Viaggio nei conti di sistema. Partire con i migranti, approdare off-shore.

La soluzione è davvero semplice.

Abbiamo sommerso e quindi evasione per 100, 200, 300 miliardi annui, non ricordo bene, ma facciamo solo 100 di tasse scappate.

Quello che nessuno fa è una semplice moltiplicazione: in 10 anni vuol dire 1.000 miliardi che se ne sono andati off-shore.

E non è vero che rientrano tutti come consumi, ma sono risparmio, capitale, accumulato e nascosto, impiegato fuori dai confini nazionali.

Ma voglio andare oltre: perché contare solo 10 anni quando questa è una pratica pluridecennale?

E allora, fascisti.

Svelatevi e fate il primo passo imperiale verso un nuovo nazionalsocialismo.

La soluzione sta in oltralpe: invadiamo la Svizzera.

Oddio la Svizzera forse no che, neutrali son neutrali, ma sono protetti dalle Alpi, armati fino ai denti, pieni di bunker nelle montagne, ponti minati, fanno pure il servizio militare tutti gli anni e va a finire come con il proclama di Badoglio.

Ma io ho la soluzione, combattenti di terra di cielo e di mare.

Siamo un popolo di marinai navigatori.

Allora montiamo sulla nostra anticostituzionale meravigliosa ammiraglia portaerei Cavour , con i suoi aerei verticali che vanno su e giù, e che ribattezzeremo altrimenti, visto che Cavour era di quelle terre di pianura e più che altro si intrippava di canali e risaie, e poi non era nemmeno propriamente fascista.

Potremmo chiamarla Latina.

Comunque tutti mimetizzati, navighiamo giù verso Suez, breve virata improvvisa per scappare ai radar a 20 nodi appena, e via, tutti a Cipro, terra isolata di facile conquista.

Oh cazzo, no.

Ci sono gli oligarchi di Putin, che poi ci invade lui.

Allora, allora, allora,…noi fascisti siamo gente con i piedi per terra.

Riforministi.

Quindi contentiamoci, e annettiamoci San Marino, che nemmeno Monaco si può fare che poi si incazzano anche i francesi che le balle ancora gli girano.

Scateniamo una pioggia di virus dai nostri aerei su e giù, che svuotino di moneta tutti i conti del Santo.

E rendano trasparenti le loro vite dorate.

E facciamo si che il paradiso fiscale, diventi di incanto un inferno fiscale.

Che chi ci tiene i soldi nascosti debba impazzire.

E si scateni in un’orda di redenti benefattori, tutti contagiati dal virus della giustizia.

Così finalmente noi fascisti non saremo più riforministi e diventeremo riformonisti.

Con una grande opera.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Fratelli d'Italia

2023 03 15 – Sbancate le banche

 2023 03 15 – Sbancate le banche

 Questo è un post a doppio passo. A puntate. Due per la precisione.

Sbancate le banche, questa pagina, e “Nella pratica della ubiquità monetaria”, seguente dialogo un po’più lungo ma simpaticamente chiarificatore. Poi scegliete voi se avventurarvici o no.

Tirando a memoria, se non proprio a caso, tutta la struttura del sistema finanziario nazionale funzionava più o meno così. Che palle, lo so.

Le famiglie sono prestatrici nette, ovvero finanziatrici creditrici, con la loro ricchezza una volta da risparmio, depositata in banca. Le società non finanziarie, quelle operative produttive o commerciali, sono debitrici, con le banche o con la borsa, l’è istèss. Lo stato, tra amministrazioni centrali e locali, è debitore, al netto delle riserve, verso famiglie e banche. In mezzo ci sono tutta una serie di realtà finanziarie bancarie che vivono della segmentazione esistente tra le prime tre classi, raccogliendo soldi e poi riprestandoli al sistema. Il trasferimento in andata o ritorno tra queste classi avviene con la moneta, bancaria e non solo cartacea, la quale diventa presupposto di esistenza della casta bancaria, e si moltiplica da sola. Esiste pure un mirabolante meccanismo detto moltiplicatore monetario che monta la panna.

Invece basterebbe mettere in contatto diretto le famiglie con le società e con lo Stato, ed ecco che la moneta ritornerebbe al suo ruolo di strumento di scambio, unità di conto, e non di agognata entità autoreplicante.

Sbancate le banche.

Ebbene, dopo secoli di onorato servizio la moneta non serve più, il dio danaro è morto.

Aveva ragione Adam Smith, qualcosa di invisibile che facesse allocare le risorse c’era davvero, ma non era la mano del mercato.

Era il Cybratto, que viva el Cybratto.

Un po’ cyber baratto un po’ innocente cerbiatto, in sintesi moneta efficiente a catena corta.

Banche occupate, sportelli espropriati, moneta requisita.

E’ facile, sono 4 marketplace, una centrale di compensazione e una Costituzione monetaria.

1.      Modello lato domanda, tipo Ebay: ho da vendere una patata, chi mi offre più.?

2.      Modello lato offerta, tipo Ipay: ho un euro per acquistare patate, chi me ne offre di più?

3.      Modello lato prestiti, tipo social lending: ho un euro e lo voglio prestare, chi mi dice a chi?

4.      Modello lato investimenti, tipo crowdfunding: ho un progetto da un euro, chi vuole investire?

Poi il modello centrale di compensazione, il cuore.

In ogni istante la piattaforma di compensazione saprà dirmi, aggiornando i prezzi in un reiterato ricalcolo:

a.       dove e per che beni, servizi o lavoro c’è domanda inevasa;

b.      dove e per che beni, servizi o lavoro c’è offerta invenduta;

c.       dove ci sono saldi di cassa, risparmio, a disposizione per prestiti;

d.      dove ci sono richieste di finanziamento e per che investimenti, ovviamente a Sanocapitale .

In un tale sistema elettronico ogni transazione è pagata on-line e quindi non lascia dietro di sé’ ne crediti ne debiti ne evasione, tra l’altro.

La centrale, invece, deve rendere possibile il “match”:

1.         tra domanda e offerta di beni, servizi e lavoro, e relativi prezzi.

2.         tra domanda e offerta di prestiti e investimenti e relativi prezzi.

In pratica, deve svolgere la funzione di allocazione delle risorse, che è il mestiere mediatore proprio della economia, il più efficientemente possibile, alla velocità della luce, con una cybermoneta che così diventi infine ubiqua e non oggetto di intermediazione indebita.

Attenzione, non è un Pay-pal, che alla fine si traduce in un flusso sempre verso e dai circuiti interbancari. E che potrebbe essere solo uno dei veicoli anche per Cybratto.

Sarà una nuova visione comune che infine ci pervada, diventando rivelazione, apocalisse, monetaria.

La moneta che conosciamo oggi, con cui viviamo, ha fallito, non funziona, non alloca, anzi ingordisce.

Bisogna necessariamente passare oltre.

Dopo secoli di onorato servizio la moneta non serve più.

Il dio danaro è morto.

O perlomeno non si sente più tanto bene.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Money for nothing :parassiti e manovali…..continua…..se vi pare.

Per un trattatello completo cliccate qui, scaricate e cercate Cybratto


Nella praticadell’ubiquità monetaria

Giò    :    Avrei proprio voglia di un bel caffè. Peccato che ho lasciato i soldi a casa.

Clò    :    (passando di la) glieli presto io se vuole.

Giò    :    Ma come ha fatto a sentire? Io non ho parlato.

Clò    :    Lasci stare, quello è un altro esempio, un altro film. Lo vuole o no il caffe?

Giò    :    Ma che mi vuol fare la carità? Le sembro uno che chiede la carità? Sono tutto griffato, io.

Clò    :    Ma che carità! Glieli presto io i soldi, se vuole.

Giò    :    E poi come faccio a ridarglieli?

Clò    :    Non si preoccupi, me li rida la Centrale. Anzi non me li da nemmeno, mi annota solo nella “bacheca creditori”.

Giò    :    Però! Ma scusi con questo sistema posso bere caffè a debito all’infinito?

Clò    :    Ma che dice! Lei sarà annotato nella bacheca debitori, e li sarà oggetto di monitoraggio da parte della “Polizia Monetaria”

Giò    :    Che? Che Polizia è? Mai sentita.

Clò    :    E’ la polizia che vigila sulla efficiente allocazione delle risorse. E’ quella che guarda che fili tutto liscio.

Giò    :    Ci lavoreranno in tantissimi in questa Polizia Monetaria!

Clò    :    Ma no, non capisce?

La bacheca debitori, ma anche quella creditori, sono come un mastro generale di contabilità.

Raggruppano tanti mastrini individuali, tra cui il suo.

E a lei, che le piace fare debiti, la controllano.

In realtà controllano tutti.

Oltre un limite di solvibilità, diciamo 3 “debiti caffè”, non potrà andare perché la sua bacheca manderà un alert a quella del suo creditore potenziale.

Questo si fiderà dell’alert e non le presterà il suo 1 in più.

Giò    :    Mh. Mi piace già meno. Ma comunque, funziona con tutto?

Clò    :    Ma certo, non lo vede? E’ già così. Provi a trovare un bancomat. Non lo vede che non esistono? Da dove viene? Dalla terra?

Giò    :    Ok. Allora diciamo che non voglio essere “taggato” come cattivo debitore.

A questo punto la dovrò rimborsare, giusto?

E per farlo dovrò avere i soldi.

Quindi dovrò aspettare lo stipendio dal mio datore di lavoro.

Quando arriva il giorno di paga, quello accumula 1000 “debiti salario” e io mi trovo 1000 crediti nella mia bacheca personale.

E’ giusto?

Clò    :    E’ giusto.

Ma non dimentichi che tutto avviene, o un giorno avverrà, come quando ci siamo conosciuti: istantaneamente e con il pensiero.

La velocità di circolazione della moneta sarà quindi infinita, il che vuol dire che la moneta sarà ubiqua.

E infine che la moneta sarà quella che serve, e non quella inventata dal moltiplicatore monetario o altre stercherie.

Costituzione monetaria, consumi e credito al consumo

Giò    :    Non sono sicuro che funzioni con tutto.

Se io voglio un prestito per bermi 2000 caffè come lo faccio?

Clò    :    Non lo fa.

Il credito al consumo è stato proibito dall’articolo 1 della Costituzione Monetaria che dice che “puoi indebitarti, entro certi limiti, ma solo per esigenze reali, e non per i consumi”.

Quelli te li devi pagare con il tuo stipendio da 1000.

Giò    :    Lo sapevo che c’era l’inghippo.

Clò    :    Ma no, vedrà che se sta attento nei 1000 ci pùò stare. E poi in famiglia siete in 2, no?

Giò    :    Ma come fa a saperlo ? C’è una bacheca mia e di mia moglie e lei ci ha sbirciato dentro?

Clò    :    Beh, anche se fosse sarebbe così tremendo ?

Aspetti di vedere cosa fa la Polizia Monetaria con chi cerca di guadagnare troppo!

Vedrà che tutto costerà meno, e i suoi 1000 varranno di più.

Allora mi dirà se la trasparenza è così fastidiosa.

Giò    :    Ok. Sono curioso. Certo che questa PM dovrà richiedere un sacco di lavoratori.

Clò    :    Ma allora è “de coccio”.  Mica siamo sulla terra.

La PM è una rete di supercomputer, sempre al lavoro per controllare l’allocazione delle risorse.

Il che vuol dire controllare i giusti livelli di debiti e di crediti e anche i giusti prezzi, salari e cose analoghe.

Giò    :    E come fanno a dire cosa è giusto e cosa no ?

Clò    :    Bravo finalmente inizia a capire.

Questa è la domanda cruciale.

Lo fanno in un continuo processo di calcolo e aggiustamento successivo.

Prendiamo che si debba fare il prezzo di una camicia.

I supercomputer verificheranno i prezzi delle materie prime, del lavoro, del capitale investito, e calcoleranno un valore, diciamo 10.

Se a quel prezzo nessuno la compera, vuol dire che è eccessivo.

Allora avvieranno una scala di promozioni e aste al ribasso fino a che qualcuno la compera.

Se il produttore “ci sta dentro” il mercato esisterà, altrimenti si estinguerà.

Giò    :    Ma se il produttore ci prova lo stesso, la piazza a 100, e qualcuno se la compera?

Clò    :    Il produttore sarà soggetto allo stesso controllo di tutti.

Se piazza a 100 una cosa che gli è costata 2 …..allora per lui sono cazzi.

La PM sulla allocazione delle risorse non scherza niente.

Facile che gli arrivino in casa degli agenti speciali che, come in una sorta di Minority Report, hanno visto comparire sugli schermi della centrale un alert sulla “bacheca avidi”. Si goda la scena.

La Precrimine Monetaria

Toc, toc. Apra la porta. E’ la Precrimine Monetaria, il braccio armato della PM.

Che succede? Che problema c’è?

Abbiamo saputo che sta per mettere sul mercato una camicia da 100 che le costa 2. Lei è in arresto per la violazione dell’art.2 della Costituzione Monetaria: la tentata distrazione di risorse dalla loro efficiente allocazione.

Ma io volevo solo diventare molto ricco, molto di più di quanto sia adesso.

Non sapevo che fosse un reato.

Credevo solo di essere un uomo economico.

Ma quanto dovrei farla pagare?

“Troppo tardi. Non basta chiedere “quanto dovrei, o dovevo, farla pagare”.

La Precrimine Monetaria interviene a supplenza del libero arbitrio.

Una volta intervenuta, il soggetto è bandito dal Sistema Cybratto.

“Comunque in base ai calcoli di materie prime, lavoro non minorile, rese del capitale e altre componenti, lei avrebbe dovuto fare quattro cose.”

Pagare 10 volte tanto la sua manodopera.

Non assumerla minorenne.

Remunerare il doppio i suoi investitori privati piccoli risparmiatori.

E infine astenersi dal reato di cui all’articolo 3 della Costituzione Monetaria che sancisce il “divieto di istigazione al consumo sperperoso” di chi gliela avesse comperata comunque anche a 100.

La sua camicia per essere “a norma di efficiente allocazione delle risorse” avrebbe dovuto costarle 5 ed essere venduta a 6,5.

Adesso la smetta di piagnucolare e ci segua. La Precrimine Monetaria non ha tempo da perdere. La “bacheca avidi” è ancora troppo giovane e di furbi come lei ce ne sono ancora troppi.

Prestiti

Giò    :    Allora, vediamo se davvero tutto funziona.

Diciamo che vorrei un prestito per comperare la casa, e non per consumare.

Questa del credito al consumo l’ho capita.

Tra me e mia moglie guadagnamo 2000 al mese. Ne riusciamo a mettere da parte, con un po’ di fatica, 500.

Adesso li andiamo a mettere in banca. Che banca ci consiglia?

Clò    :    Proprio non capisce, vero ?

La banca siete voi.

Ha detto che riuscite a non spendere 500 al mese. Nei 1500 che spendete, avete già contato l’affitto, visto che la casa non la avete perché la volete comperare.

Questi 500 resteranno ogni mese sul vostro mastrino individuale.

Negli anni potrete anche decidere di prestare ogni tanto una somma a qualcuno, magari qualcuno vi è grato e vi rimborsa con qualcosa in più.

Agli albori della nuova civiltà dell’intelletto lo chiamavano “social lending”.

Giò    :    Scusi ma gli interessi ? Così ci smeno gli interessi.

Clò    :    Ma quali interessi!

Sono illegali ai sensi dell’art. 4 della Costituzione Monetaria : “il danaro non deve generare altro danaro, fatto salvo un possibile saggio ragionevole da definire a titolo di equa remunerazione del capitale”.

Non è più legale fare come facevate voi sulla Terra, dove le banche centrali si indebitavano a tasso zero, a voi quando depositavate non vi davano niente mentre se facevate un prestito si prendevano il 5,6,7%.

Torniamo alla casa.

Dopo 10 anni avrete da parte 60.000.

Se proprio volete comperare questa benedetta casa potrete farvi prestare una somma analoga, equa e sostenibile, ad un tasso o pari allo zero + uno spread del 1% o simile, anche esso equo e sostenibile.

Ve li potrete fare prestare da “un’orda” di potenziali investitori: tutti i prestatori potenziali saranno annotati nella bacheca “nano banchieri” di quell’ alveare che voi chiamavate worldfunding.

I 60.000 di prestito li rimborserete in 10 anni, e così sarete proprietari non schiavizzati.

Fate attenzione: la Precrimine è sempre all’erta.

Non potete indebitarvi a 30 anni perché la casa vi ruberebbe l’anima.

Se non ci arrivate voi da soli, lo faranno loro e vi bloccheranno.

In cambio saprete che vigilano anche sulla banca.

Il meccanismo otterrà anche una efficiente allocazione delle risorse del settore immobiliare, che sarà costretto a offrire case di valore massimo da 120.000.

Il tutto sempre condito dal “punteggio bacheca”, a cui saranno soggetti anche i palazzinari esattamente come il produttore di camicie.

La legge del profitto qualità e l’informazione

Giò    :    Vabbè, inizio a capirci qualcosa.

Ma secondo me su larga scala non può funzionare.

Come si fa a controllare una transnazionale?

Non è soggetta a nessuna legge specifica.

Sta nascosta in quale paradiso.

E opera solo sulla base della legge del profitto.

Clò    :    Mamma mia, che fatica parlare con lei.

“La legge del profitto” è abolita ai sensi dell’art. 5 della Costituzione Monetaria: “la legge in vigore non è più quella del profitto, ma quella delle risorse. 

Con risorse si intende in senso lato ogni mezzo funzionale alla diffusione della Qualità intrinseca. E’ abolita la corsa alla Quantità”.

Clò    :    Ascolti bene, questa è più difficile.

C’è un postulato interessante di questo art. 5: “il profitto è direttamente correlato alla energia impiegata e a quella messa a disposizione e può essere misurato in Joule”.

L’energia generata non è realmente generata, visto che sappiamo che può essere solo trasformata, ma è solo messa a disposizione prendendola a prestito dal tutto.

Ogni individuo nasce con un “patrimonio energia” a disposizione.

Questo viene accreditato sul suo mastrino individuale quando nasce.

In altre parole, una versione intelligente di profitto allargato è quella di efficienza energetica, nel senso di efficiente allocazione.

L’unità di conto successiva al Cybratto sarà allora il Joule.

Giò    :    Ok, più o meno ho capito. Ma mi faccia qualche altro esempio.

Facciamo finta che io sia la transnazionale che vuole andare in qualche paese africano di quelli da 1 dollaro al giorno pro capite per comperare miniere di qualcosa, miniere di utilità stimata di 1000 anni.

In realtà non voglio comperarle, voglio espropriarle in maniera occulta e sono già d’accordo con il Presidente del Paese locale.

Le miniere valgono 1000, le compro a 100, al presidente pago 50, e agli abitanti locali costruisco una scuola una strada e un ospedale per un valore totale di 10.

Dopodiché ogni giorno li assoggetto alla transumanza chilometrica per metterli a lavorare in miniera in condizione di schiavitù “di fatto”.

Che succede a questo punto?

Clò    :    Vede che non ascolta ?

Che differenza c’è con l’esempio della camicia?

Lei ancora non ha capito.

L’essenza, per allocare le risorse, è l’informazione.

Se io ho l’informazione, posso controllare la congruità di qualsiasi processo.

E le assicuro che Polizia Monetaria e Precrimine Monetaria sanno sempre tutto.

E un giorno, nel pieno della Civiltà dell’intelletto saranno tutti che sapranno sempre tutto.

Il punto fondamentale è l’art. 6 della Costituzione Monetaria: “è in ogni caso fatto assoluto divieto di trattenere qualsiasi informazione, e sue aggregazioni definite “conoscenza” o “cultura”, per qualsiasi utilità personale”.

“Tutte le informazioni devono essere messe a disposizione della collettività e delle autorità, che altrimenti le reperiranno d’ufficio.”

“Ogni informazione di costo, ricavo, profitto, disponibilità di risorse o surplus di energia, dovrà essere esposta immediatamente nella “super bacheca energia a disposizione per ogni bisogna””.

Giò    :    Ho capito. Si mi torna con l’esempio camicia. Per curiosità, alla transnazionale che succede?

Clò    :    Arriva la Precrimine Monetaria che notifica l’avvenuta espulsione dal Sistema Cybratto.

Contestualmente la PM manda un alert a tutti gli abitanti dell’espropriando Paese che saranno così allertati contro altri avidi potenziali, dai quali si sapranno difendere da soli avendo imparato a conoscere il vero valore di cui sono proprietari.

Come vede, si torna sempre alla questione delle informazioni e sue aggregazioni definite “conoscenza” o “cultura”.

L’essenza della Civiltà dell’Intelletto

Giò    :    Più continuiamo più mi pare di capire.

L’economia è interconnessioni e interdipendenza, non denaro.

In questa generale interconnessione, tutti sanno tutto, e le informazioni sono regolarmente diffuse ovunque.

Per questo la chiamiamo Civiltà dell’Intelletto.

Le connessioni si misuravano in soldi, oggi sono misurate in “altro profitto”.

I soldi non esistono più.

La vera essenza di tutto questo non è lo scambio cybertelepsichico.

Questo è solo un supporto, assai veloce e efficiente ma pur sempre supporto.

Questa si che mi pare la vera revoluzione: allocare le risorse, in ultima analisi l’energia, in maniera efficiente.

Vuol dire allocare tutto in maniera utile per tutti e non solo per il singolo uomo economico.

Immaginiamo che il mondo interconnesso abbia un valore totale.

Ipotizziamo di usare come unità di misura l’energia che esso rappresenta, in Joule.

E=mc2 insegna che dove c’è massa c’è energia, due facce della stessa realtà.

Ciò vuol dire che tutto ciò che vediamo e tocchiamo e facciamo o pensiamo è calcolabile in quantità di energia che rappresenta.

Sono stato un po’ eccessivo, mi scusi.

Ma mi sembrava utile un po’ di ridondanza a rinforzo sinaptico.

Mi dica: le sembra tutto giusto?

Clò         E’ giusto. Adesso, però, andiamo al lavoro.

Tutto il nostro discorso non vuol mica dire che possiamo stare tutto il giorno a non fare niente grattandoci i coglioni fino a farci venire gli unghioni neri.

Lo cantava già Pino Daniele : il Signore dice sempre “ Ma che ve site mise ‘n capa : ‘n Paraviso s’adda faticà”

E…si ricordi che mi deve un Joule-caffè, o arriva la Precrimine.

Giò    :    Allora vede che mi ha fregato?

Non aveva detto che i soldi glieli ridava la Centrale?

Clò    :    E’ inutile. Lei è senza speranza.

La contaminazione monetaria oramai le ha eroso la capacità di vedere le cose più evidenti.

Si, me li ha già ridati la Centrale.

Ma è lei che è ancora debitore verso il sistema.

E’ lei che deve saldare il suo debito, alla velocità della luce.

Giò    :    E quella questione del “patrimonio di energia”?

Mi piaceva molto il “prima guadagno, dopo lavoro”.

Clò    :    E’ tardi.

Andiamo al lavoro, appunto.

Dobbiamo rendere la nostra dose di energia quotidiana.

 

 

martedì 14 marzo 2023

2023 03 15 – Tenacia

 2023 03 15 – Tenacia

 Per : www.parolebuone.org su www.shareradio.it. Tenacia

 

Voglio fare una premessa che riguarda ancora la precedente parola buona, tenerezza.

L’appropriatezza della scelta del requiem di Mozart, in realtà è stata una botta “de bucio de culo”.

Non ricordavo assolutamente il testo, o diciamo libretto non so, ma evidentemente un decennio di studio di classica mi deve essere rimasto negli schemi neuronali, pronto a saltare fuori al momento giusto.

Mi sa che mi sa che c’entra sempre quella malandrina della neurosfera.

Sta di fatto che la rabbia del giorno del giudizio poi sfumata in dolce melancolia, io la sentivo tutta.

Insomma, bisogna essere onesti.

Ma torniamo in noi.

Oggi parliamo di tenacia.

Certo, quella di ideatori, redattori e altri “ori” delle parole buone.

Ma io vi parlerò della mia.

E non solo.

Lo sapete che ci vuole scienza ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità, cantava Guccini.

E io mi ci sono messo di impegno, con tanta tenacia e quella costanza.

Ma soprattutto dopo la pazzia.

Come il Kalimmudda mi sono imposto di essere facile preda di una costante irrefrenabile ilarità.

E cerco di ridere e fare ridere costantemente.

Ma un aiuto me lo hanno dato medici e operatori, che bruta paroela, in quel viaggio tra le molte vite che ho avuto.

Così ne voglio ricordare una in particolare.

In barba alla privacy, di cui ci priviamo volentieri, non avendo nulla da nascondere.

La dottoressa Laura Bellini.

Che qui dichiaro pubblicamente essere uno dei grandi amori della mia vita.

Con molta tenacia, mi aprì una breccia nella mia corazza di diffidenza verso chi mi parlava di malattia a cui io pensavo sempre come incompetenti, che non avevano percepito il dono, di quella cosiddetta schizofrenia.

Ma anche io, guidato d’empatia, di tenacia ce ne misi un tot, affidandomi alla percepita fiducia, che come noto non è questione di intelletto, quanto proprio di percezione a pelle.

Così un giorno le porte della tenacia reciproca si spalancarono alle sue semplici parole di: “dobbiamo imparare a cavalcare l’onda”.

E io mi dissi che tanta metaforica lucidità meritava fiducia.

Mi ci misi con costanza e con impegno, direi con tenacia, per l’appunto.

Finché aprendomi il cuore a quei traumi infantili genitoriali, che avevo sempre ritenuto “psicopippe”, ma che tali non sono, un giorno in non ricordo bene quale contesto, io le raccontai che mio padre diceva di me fin da piccolo che "non avevo spina dorsale”.

Un eufemismo che tanto mi ricorda un non essere tenace.

La dottoressa mi guardò interdetta e mi disse: “eh? Con tutto quello che le è capitato? Altro che spina dorsale, accipicchia”.

E siccome sono feticista della rima, dalle quali devo spesso trattenermi, vi dirò che fu così che la reciproca tenacia, alimentata di fiducia, divenne infine audacia.

Se sono qui a scrivervi è grazie a questa elargita e conquistata audacia.

E siccome sono schizoaffettivo, che è un modo affettuoso di dire schizofrenico, me ne frego se il collegamento tra audacia e tenacia fosse labile.

Io ce lo vedo tutto, come per la rabbiosa tenerezza del Requiem del principio, ove ci sentivo tutta la rabbia dell’ira di Dio e la melancolia susseguente.

Visto che anche la premessa è tornata utile?

Eh, noi schizati ne sappiamo una più del demonio.

E per dimostrarvelo, dopo Mozart vi piazzo un pindarico Hendrix “audace come l’amore” Axis, bold as love

Entrambi tenacemente poco normali, con costanza.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Axis, bold as love

PS : un applauso abbracciante a tutte le belline del mondo

domenica 12 marzo 2023

2023 03 11 – Evoluzionaria® bancaria e il Sanocapitale®


2023 03 11 – Evoluzionaria® bancaria e il Sanocapitale®

Prima premessa : questo non è l'unico mondo possibile.

Seconda premessa : è fallita un'altra banca. 

Della Silicon Valley. 

Panico generale.

Hanno paura che il gioco dell'aeroplano della catena di Sant'Antonio, nemico d'o demonio, gli si ritorca contro.

Come abbiano fatto, quei cervelloni dell'era digitale e della AI non è dato sapere.

Svb, boh?

Che sia una smodata ricerca di appropriazione di plusvalore? Si lo so che la parola giusta è profitto, ma il vintage è sempre attuale.

Comunque non ci interessa più di tanto perchè abbiamo una soluzione, anzi due.

Una me la conservo per il prossimo post giraballe.

Una ve la racconto ora.

Tranquilli, io sono contro l’appropriazione di ogni cosiddetta proprietà intellettuale.

Il simbolino è solo per fare scena.

Anche se i marchi li avevo registrati davvero.

Più mi copiano l’idea più sono felice di contribuire alla conversione del sistema alla Revoluzione.

Piccole ambizioni.

Solo un mondo migliore, un giorno perfetto.

Ma aveva ragione il Cipolla: preso un numero n grande a piacere, il numero dei cretini che incontrerete sarà sempre maggiore di n.

Quello che non sapeva è che la distribuzione di intelligenza e della sua reciproca cretineria è assolutamente una costante di parità di genere.

Allusioni, eh eh eh.

Allora, traggo spunto da recenti accadimenti di natura riservata, per ricordarmi che io il banchiere l’ho fatto davvero.

Nobile mestiere che nulla ha a che fare con il passacarte bancario.

Vuol dire reimpiegare il capitale in maniera produttiva antiparassitaria, conoscere il mondo reale del sistema, magari avendo memoria di avere fatto l’impiegato o l’operaio, sapere valutare e assumere rischi, anche chiedendo garanzie, certamente, ma quali?

Tranquilli, noi una soluzione la troviamo, garantito.

Il mondo è pieno di banche, e almeno un banchiere vero ci sarà.

Si, ma in in che senso?

In quello che voglio raccontare di quando io ho fatto il banchiere.

Proprio perché ci entrava la questione di beni strumentali e di come usarli come garanzia.

La mia banca si chiamava Evoluzionaria®, ed era preposta allo sviluppo del Sanocapitale®.

I soldi ce i avevo messi io, e li avevo dedicati a finanziare solo beni strumentali, come in certi tipi di leasing su beni come escavatori, carrelli elevatori, e simili, ma su scala di piccolo cabotaggio.

Era l’evoluzione del microcredito, quello di Yunus, per il quale la garanzia stava nella reputazione della comunità.

Non restituire un prestito era marchio di vergogna, perdita di reputazione, e così la sua diventò la banca a più basso tasso di insolvenza del mondo.

Io invece da brutto vecchio capitalista la garanzia la volevo, ed erano i beni strumentali, che inizialmente pagavo io e i cui soldi mi sarebbero stati restituiti solo con gli utili generati.

Niente utili, niente rata di rimborso.

La garanzia stava nel fatto che se l’imprenditore non ce la faceva a me restava un Caterpillar da rivendere usato.

Praticamente senza perderci nulla, che i Caterpillar sono gioielli di meccanica materiale pesante praticamente indistruttibili, a patto di metterci dentro l’olio giusto e non il biodiesel.

Ma questa è un’altra storia.

Oggi in un mondo cresciuto di contenuto sempre più immateriale, il nostro bene strumentale sono le vostre menti.

E sto pensando ai giovani.

Lo studio, la ricerca, il know-how, l'expertise. 

Ma non vi accettano ancora a garanzia.

Però ci stiamo lavorando.

Per consolazione, o forse solo conclusione, penso che il tutto, il Sanocapitale®, era pure a tasso zero.

Perchè i soldi che generano altri soldi sono immorali.

Mi pare si dicesse così nella finanza islamica.

Di sicuro lo sa qualche celeste esperta di Corano.

Finanza perfetta, oculata partecipazione al rischio e tutti ci guadagnano.

In teoria dei gruppi, gioco a somma maggiore di zero.

Un giorno la civiltà dell’intelletto sarà così.

E saremo anche liberi di raccontare le nostre storie senza autocensura.

Sarà come rapinare banche, ma dicendo solo per favore.

Succederà, poesia

 

Kalimmudda ipsum dixit