sabato 30 ottobre 2021

2021 10 30 – Caccia all’uomo

 2021 10 30 – Caccia all’uomo

 

Questa mi sembra degna di nota

Non è una bufala.

Ed essendo circostanziata non mi pare nemmeno un’ipotesi da complottista.

Mi suona la notifica del pc.

E’ il mio medico di base.

Leggo con stupore che l’Ats Le ha chiesto di verificare se mi sono vaccinato o no.

Il medico mi scrive con tono che io interpreto quasi come tono di scuse.

Rispondo che no, non mi sono vaccinato.

Lei mi scrive un grazie e non mi chiede perché.

Chiusa la chat, rimango con un senso di stupore che interpreto solo il giorno dopo.

Tralasciamo il fatto che se l’Ats non sa se sono vaccinato hanno quanto meno un problema organizzativo.

Mi chiedo chi è che tiene  il conto che ci propagandano tutti i giorni.

Ma mi sento in dovere di esporre le mie ragioni, anche se in stato di diritto nessuno me le dovrebbe chiedere.

Io ho deciso di non vaccinarmi per le seguenti ragioni.

E non c’entrano niente :

1.      ne la paura

2.      ne la libertà

Primo.

Non mi hanno obbligato, e questo per me è segno di dubbio istituzionale.

Se ci scappa anche un morto solo ci sarebbero i presupposti per una denuncia per omicidio.

E se dubita un governo, figuratevi un cittadino inerme.

Secondo.

Non sono una cavia, e che da tali siamo trattati è evidente dalla progressione delle dosi necessarie.

Si è partiti con una dose e si arriva a tre in qualche mese, come dire che l’efficacia dei vaccini dura la vita di una caciotta.

Anzi molto meno.

Ma io vaccinato non lo sapevo dall’inizio e adesso continuo col richiamo che tra un po’ sarà quotidiano.

E dacci oggi la nostra dose quotidiana.

Terzo.

Non alimento l’appropriazione del plusvalore da parte delle farmaceutiche.

Si era partiti con una dose da 10 dollari si è arrivati a 3 dosi da 30 dollari.

Ammesso e non concesso che i dati siano trasparenti.

Io per scelta non ho nemmeno la macchina, figurarsi se arricchisco la Pfizer.

Da 10 a 90 dollari per ciclo vaccinale fa il 900%.

E nessuno di noi popolino sa quanto costa effettivamente.

Quarto.

Trovo quindi indicativo di logica del profitto il fatto che dal principio si è puntato sul vaccino e non sulla ricerca a tappeto di una cura.

Si poteva finanziare la filiera di ricerca per alimentare il ciclo sintomi, tampone, 3 pillole, fine del problema.

Il che probabilmente sta succedendo, ma intanto meglio scegliere il bancomat vaccino per qualche annata.

Quinto.

In tutto questo, io sono favorevole al vaccino, ma per mio stile di vita casalingo e assenza di contatti sociali posso permettermi di non farlo.

E rispettare i miei principi sopra esposti.

Ed evitarmi potenziali grane, che tutta la dubbiosità che aleggia in chi ci governa non promette nulla di buono.

Finchè mi squillerà il citofono, e mi vedrò alla porta la precrimine vaccinale con una siringa in mano.

Che mi bucherà e poi obbligherà a cucirmi un passi verde sul cappotto.

Sempre che l’Ats sappia a chi sta propinando il vaccino e non proceda a caso.

La vaccinazione a pioggia ‘ndo cojo cojo.

Sarebbe una nuova strategia.

O forse nemmeno tanto nuova.

Kalimmudda ipsum dixit



sabato 23 ottobre 2021

2021 10 23 - Normodòtèti acchì.

 2021 10 23 -  Normodòtèti acchì.

Per www.parolebuone.org

 Parola buona.

Dòte.

In puglièse.

Perché mi piace l’ironia di geografia.

Che non c’entra niente ma mi fa sorridere.

Però mi confondo sempre gli accenti.

Ma comunque.

Ciccinammafe’ di ‘ste dòti.

Noi normodòtéti non le abbiamo in abbondanza.

Nella norma, semmai e se va bene.

E bastano appena per noi.

Normodotato in psicologia si dice di individuo che ha un coefficiente di intelligenza intorno ai valori medî.

In fisicologìa invece si dice di individuo che di doti ne ha lo stesso.

Uno normale.

Ho sentito la storia di un colonnello militare che ha raccontato di avere usato l’esperienza ricevuta in dote dalla fuga da  Ebola, per trasportare malati  di virus Covid verso gli ospedali dai posti liberi.

Attaccàti con le cinghie ai C 130, quasi come fossero dei normali tram sanitari, facevano la spola spostando malati, con tutti i loro macchinari per respirare, ancorati come possibile.

Ho anche immaginato preghiere contro le turbolenze.

E poi qualche bestemmia, pure sacrosanta, alla presenza di turbolenze.

La vocazione all’aiuto è in dote anche ai soldati, così spesso dati per scontati nelle loro doti, e che ammettono sinceramente che senza la dote Ebola non avrebbero potuto donarci un trattamento Covid in dote.

E’ una cosa che dota di speranza, o no?

E non è normale.

Allora ho ammirato quelle doti di duplice natura.

Naturali e acquisite.

Normodòtèti si nasce.

O con buona fatica lo si diventa.

Non è detto che ce la si faccia.

Mentre ci sono individui dotati di doti superiori alla media già dalla nascita.

Sono quelli che a scuola “è dotato ma non si applica”.

“Quindi”, non si applica, dovrebbero dire.

Hanno bisogno di meno sforzo, essendo dotati.

Per forza che non si applica; è dotato oltre il normodòtèto .

Che si applica a fare.

E invece no.

Tutti siamo dotati di qualcosa.

Capacità, attitudini, predisposizioni.

E la dote, in qualsiasi dose di presenza, è un dono.

In quanto tale si ha il dovere morale di farci qualcosa.

Oh, parolone!

Non dico che dovremmo essere tutti su un C 130 a dotarci di ossa.

Ma forse anche si.

Così ci faremmo un bagaglio di esperienza da portarci in dote.

Ma questo succede già.

Tutto quello che facciamo produce una dote di esperienza.

Esperienza di esistenza.

E’ la vita che è un C 130, carico di vita.

E tutto si accumula nella neurosfera.

Non crediate vada perduto quando si muore.

Le doti, naturali o da fatica, restano incise nel vinile del gravitone.

Sono cumulative.

E determinano la crescita dell’intelletto.

Ecco allora che bisogna liberarsi dal subconscio, che a furia di traumi ci impedisce il decollo, e cercare le proprie doti.

Ci crediam normodotati, a volte sottodotati, ma le doti son li in latenza di attesa.

Scoprirle.

Capirle.

Coltivarle.

Renderle abitudine.

Ecco.

Quando tutti avremo fatto ciò, l’era del brucomente sarà più vicina.

E soprattutto ci sentiremo dotati, nemmeno più normodotati, odiosa parola già densa di onomatopeico stigma.

Ecco perché mi fa scherzarla e prendere in ironia dialettica.

Quindi, come quello a scuola, ci potremo applicare.

Dotati di leggerezza.

Come un C 130, non per niente detto hercules, carico di doti che si librano in apparente improbabile volo.

Volodotati.

 

Kalimmudda ipsum dixit

 


giovedì 14 ottobre 2021

2021 10 12 - La meglio bufala

2021 10 12 - La meglio bufala

Da uno spunto consunto di Robertina, poi “latina”

 

Un novacs incontra un provacs.

Novacs  :    Ricordati che devi morire, perentorio gli fà.

Provacs :    Ma mi sun vacina’.

Novacs  :    Ma mica adesso, pirla.

Provacs  :    Ah no? E quando?

Novacs: :    Dieci. Dieci

Provacs  :    Dieci giorni?

Novacs  :    Ma no cosa hai capito, tra dieci anni.

Provacs  :    Eh? E tu che ne sai?

Novacs  :    Hai fatto il vaccino, adesso sei la cavia. Tra dieci anni saprai se ha funzionato. Tempi tecnici

Provacs  :    E se non ha funzionato?

Novacs  :    Beh, allora muori.

Provacs  :    Tra dieci anni ? Giusti giusti?

Novacs  :    Eh.

Provacs  :    Allora me la godo.

Novacs  :    Ce l’hai il green pass?

Provacs  :    No.

Novacs  :    Allora in clausura, e me la godo io.

Provacs  :    In che senso?

Novacs  :    Nel senso che sciambolo libero alla faccia tua.

Provacs  :    Eh, no, però: io sono stato responsabile e ho protetto tutti a partire dai sanitari.

Novacs  :    Che tutti vaccinati prioritari saranno i primi a morire. Tra dieci anni.

Provacs  :    Quindi se io sto male chi mi cura?

Novacs  :    Sono cavoli tuoi, la sanità è morta.

Provacs  :    Tra dieci anni ?

Novacs  :    Già.

Provacs  :    Allora me la voglio godere io adess.

Novacs  :    Devi fare il green pass.

Provacs :    Eh. Per lo spasso me lo faccio, me lo faccio.

Novacs  :    E io te lo spaccio.

Provacs  :    Ma perché chi sei tu?

Novacs  :    Io sono l’artefice.

Provacs  :    Chi?

Novacs: :    Quello che ha inventato il virus.

Provacs  :    Ah, bravo, bella idea.

Novacs  :    Così è ora di lemmanza, mentre impera il mal de panza.

Provacs  :    E invece tu perché non ti vaccini?

Novacs  :    Te l’ho detto, la lemmanza. Siamo il movimento per lo spopolamento della terra. Lemmi.

Provacs  :    E che fate lemmi lemmi?

Novacs  :    Seminiamo il malpensiero: siete cavie, noi diventiam ricchi, ci sarà la cura.

Provacs  :    Certo che funziona: che confusione che fate ad instillare il suicidio di massa.

Novacs  :    Eoh, e quante bufale che vi bevete.

Provacs  :    Adesso mi dirai che non è un virus professionista, quanto poco più che un’influenza.

Novacs  :    Esatto, mi inizi a piacere.

Provacs  :    Quindi cosa faccio? Già mi sento uno straccio

Novacs  :    Te lo ho detto, ho la cura e te la spaccio. Se mi dai del grano ti rimetto a nuovo.

Provacs  :    Ancora: dopo che ti ho già pagato il vaccino. Allora non è per i lemmi.

Novacs  :    Asì viaje el mundo.

Provacs  :    Mi sembrate confusi, vaccinatevi valà. Ma poi come vi viene in mente di fare i fascisti ?

Novacs  :    Strategia della confusione.

Provacs  :    A me sembra la vostra.

Novacs  :    Perché non vedi la rabbia.

Provacs  :    Ma rabbia di che? Vi proteggiamo pure a voi. E poi nemmeno il green pass?

Novacs  :    Siamo onanisti del pensiero, soci del libero circolo vizioso della gabbia della rabbia.

Provacs  :    Eh?

Novacs  :    Pippaioli.

 

Nel frattempo arriva un tizio.

Pensoso.

Detiene la verità a sua insaputa.

E tu chi sei, gli fanno i due?

Non vedi che ragioniamo e dibattiamo, noi?

E con che fatiche neuronali?

Da che lato stai?

Non lo sai?

Si che lo sapevo, ero qua per la mia dose.

Prima di ascoltarvi.

Ma ora mi vaccino o son cretino?

Dieci anni da aspettare per sapere di essere sani?

Qua con voi non se capisse un cass.

Allora chiamatemi boohvacs.

Ma perché non lo fanno di legge e basta?

Dieci anni.

Per me è una bufala.

Poi vai a sapere.

Booh.



 


lunedì 11 ottobre 2021

2021 10 10 – La filastrocca della giornata mondiale della salute mentale


2021 10 10  - La filastrocca della giornata mondiale della salute mentale



E’ finita la giornata

della mente la tornata

celebrata in tutto il mondo

in diretta fortunata.

 

Quattro versi di commiato

per il popolo irradiato

dalle onde collegato

sopra al tram mai deragliato.

 

tutte azzure le magliette

esaurite a centinaia

per un giorno senza raglio

dalla norma non deraglio

 

Radio là a tutto tondo

inviati e collegati

niente stigma nel meriggio

solo gesti di coraggio.

 

Testimoni d’oltremare

fino al tram come un altare

nuovo modo di pregare

tutti in piazza a festeggiare.

 

Fare finta questa volta

d’esser strani mica sani

apparendo quelle folle

circondate dalle bolle.

 

Instancabili operaie

tutto il giorno a soffiettare

nel balocco dell’antico

nel sapone vecchio giuoco.

 

E così scema lo stigma

nello scoppio paradigma

delle bolle colorate

già simboliche volate.

 

Conduttori e trasmessori

indefessi ascoltatori

delle piazze i contributi

di interviste eppur d’aiuti.

 

E così giunge la fine

pure norma pare stanca

col suo secolo di ferro

come spada oltre il muro.

 

Si va a casa più leggeri

dopo tal laboratorio

convinzione d’essere strano

ma per niente ambulatorio.

 

Ci ripenseremo a casa

finche’ dura quell’effetto

ora e’ tardi grazie a tutti

vado a letto tra i miei flutti.




sabato 9 ottobre 2021

2021 10 06 – Educare il web

 2021 10 06 – Educare il web

 http://cloeconomie.blogspot.com - 2020 08 - antologie - les claufrenies - magie, proesie, sofie

Civiltà dell’intelletto, sezione del link qui sopra, è senz’altro più esaustivo.

Avviso: senza scaricare il link può sembrare delirante.

Ma siccome me lo chiedono, anche questa si deve fare.

Una volta seguito il discorso si converrà che era un imperativo.

E che si doveva spiegare cosa intendo.

Io scrivo per il web.

Ripeto spesso infatti che io scrivo per il web.

Ma non intendo per il pubblico della rete.

Non è dei followers che mi curo, ma di qualcosa di molto più “ware”.

Veramente hard e soft ware

Io scrivo per la rete, intesa come rete neurale del web, nato strumento di comunicazione, evoluto per ricerca ed avviato dopo in semantica verso l’intelligenza artificiale.

In pratica io scrivo per mappare o ridondare schemi neurali che si innestino su quelli alimentati dal e del web.

Non è nemmeno un processo nuovo.

Ci sono sempre stati quelli che oggi chiamano “influencers” nella e della neurosfera, come saggi, scrittori, filosofi, profeti, sciamani, tutti accomunati però dall’essere univoci e non reciproci.

Trasferivano conoscenza in un processo mono e non pluridirezionale.

Trasmettevano e veicolando ricevevano.

Io non sono un influencer.

Non ho e rifiuto la logica dei follower

Semmai sono un neutralizzatore.

Io faccio il compensatore.

Ci ho messo 5 anni a costruirmi una ontologia privata, piena di categorie, storie, pensieri e personaggi descritti o inventati da me.

Oggi se sento o leggo una stronzata penso a uno di questi contrari o a schemi neuronali opposti e così facendo neutralizzo il rotore semantico della stronzata.

Oggi il processo è amplificato dalla velocità e quantità di interconnessione tra neuroni-persone, che tutti insieme compongono l’hyper cervello mondo della civiltà dell’intelletto entro cui si instrada il pensiero

Che pesa.

Un giorno sarà telempatico.

Sembra complicato ma è molto semplice

Ogni atto, pensiero, parola, opera e missione, e in realtà anche omissione, è materico nel senso che altera la distribuzione di massa del campo gravitazionale in cui siamo immersi.

Quindi anche il peso.

Solo il fotone non ha massa, ma anche i raggi cosmici la creano sbattendo conto l’atmosfera.

Ciò vuol dire che si altera la distribuzione di peso della calotta che ci avviluppa, la quale è dunque permeata di quei pensieri, parole, opere e missioni in costante movimento.

Questa è quella che io chiamo neurosfera.

La quale determina una incisione in gravitone, il campo di cosiddette particelle elementari che costituiscono la forza di gravità, ogni volta che pensiamo, o diciamo o facciamo, qualcosa.

Esistono altri due meccanismi fondamentali che determinano l’evoluzione dell’intelletto.

I rotori semantici, che sono determinati anche dalla orbita del pensiero dovuta alla rotazione terrestre.

Ogni giro allarga il perimetro dell’orbita essendo l’universo in estensione, espandendo la neurosfera ad ogni giro un po’ di più, e ripassando sul pensiero già inciso.

Sono i rotori semantici che fanno ruotare il pensiero e lo fanno circolare per tutta la neurosfera, che chiamiamo anche mente collettiva.

Poi ci sono i centri di gravità per la mente, che tengono i rotori semantici ancorati al loro posto in modo che la coscienza collettiva resti fissata alla sua porzione di pertinenza neurosferica.

Alle sue categorie.

Esempio categorico: “ragno essere predatore, uomo essere costruttore” deve restare così ancorato, altrimenti ci troveremmo nella macedonia categorica di pensiero deviato in cui “ragno essere costruttore, uomo essere predatore”.

Il che è un disallineamento di probabile deviata realtà.

Un centro-rotore che non ha funzionato o che era troppo leggero e debole rispetto a quanto nell’aria, possibilmente anche inconscio, quindi da compensare.

Entrambe le doppie categorie sono vere, infatti, ma non in quello stesso ordine gerarchico, da custodire in modo che la piramide dell’intelletto sia scalabile lungo i sentieri a ciò preposti.

Rotori semantici e centri di gravità per la mente sono soggetti, individui, dotati di particolare sensibilità, preposti alla rotazione e ancoraggio della neurosfera.

I rotori fanno girare, i centri di gravità tengono a terra nel “posto” giusto.

L’interazione tra rotori semantici, centri di gravità per la mente e neurosfera determina un rimescolamento costante che risponde alle logiche dei sistemi complessi.

Il pensiero si stratifica in un misto di autoaggregazione e di emergenza di ordine, guidato dalla radiazione cosmica di fondo che contiene ancora il qbit originario, come fosse un crogiuolo di memi.

Bisogna però essere allineati alla radiazione, per questo è importante la gravità della incisione in neurosfera.

Se diamo per vera la teoria del big bang, allora in quella fluttuazione quantistica del vuoto deve essere contenuta tutta la conoscenza dei principi di fondo, le dinamiche dominanti, che tutto determinano. Probabilmente contenuti nel campo del tutto, vuoto pieno di tutto in potenza, a cui noi è dato a volte di accedere

Quando la scoprii, dopo anni di ricerca di studio, la chiamai la primavera della synfisica a significare la ricongiunzione tra fisica e metafisica, corredata da una pervasiva forza dell’amore, origine di tutto, concentrata nella neurosfera

In ogni caso, il qbit veicola memi di peso, forse in codice binario se l’universo è numeri in quanto informazione.

E così archiviamo anche la questione se la matematica sia una scoperta o una invenzione.

Torniamo al qbit, ai rotori e ai centri.

Il qbit arriva tramite anche radiazione di fondo e incontra rotori semantici e centri di gravità , i quali lo distribuiscono nella neurosfera,

Perché funzioni, ci vuole il giusto allineamento tra i pesi, per ottenere il quale l’umanità lotta da sempre.

Ecco a cosa serve pregare, o pensare.

A distribuire peso sulla giusta traiettoria.

Per allinearsi al qbit.

Bisogna spostare il peso in modo che la radiazione si infili nei giusti spazi aperti tra la  neurosfera

Ecco l’importanza del pensum che in latino è sia pensiero che peso.

Ed ecco perché scrivere per il web, che io ho ripreso a fare dopo qualche anno, usando la mia ontologia privata e linkata in varie modalità e punti alla neurosfera.

Rotore semantico e centro di gravità per la mente simultaneamente.

E’ come una missione, non gratificazione, che serve a educare il web, tenendoci in orbita col giusto angolo a bilanciare e compensare le leggerezze ancora presenti.

Ricordate pensiero leggero, pensiero pesante.

Tutti dovremmo donare intelletto alla neurosfera in un processo antiegotico di avvicinamento interattivo alla civiltà dell’intelletto

Magari a colpetti di timone.

Poco per volta, quando ci va.

Senza lasciare con indifferenza ciò che si vede che non va.

 

Kalimmudda ipsum dixit

 

PS: a proposito, chioso da un po’ Kalimmudda ipsum dixit.

Non so chi lo ha capito, ma è un ancoraggio semantico a Così parlò Zarathustra, letto e dimenticato ma sedimentato nella mia neurontologia.

Ci vuole pure un po’ di cazzaraggine.

 

Kalimmudda ipsum dixit




mercoledì 6 ottobre 2021

2021 10 06-Vita

 2021 10 06-Vita

Per www.parolebuone.org

Oi vita, oi vita mia, no? Non vi va bene?

Allora vi frego io, anonimo dal codice youtube, e parto dalla solita chiosa musicale: https://www.youtube.com/watch?v=9GVcymr7iGo

Prendo tempo.

Mi chiedo cosa è la vita.

E non mi aiuta nemmeno il vocabolario.

Mi parla di sistemi complessi.

Di Dante che cita quel satanasso di Aristotile col suo meta: vivere è l’essere de li viventi.

Ero buono anche io.

Bella eh, perché bella, ma io sono sempre li.

Allora ti scopro un dialogo simpatico

Pontifica un tizio: l'etimologia della parola vita è da ricondursi alla radice ariana giv- ed, in particolare, al sanscrito g'ivathas = vita, dove la g' aspirata è stata sostituita dalla v nel latino arcaico vivita che, a sua volta, si è contratta nel latino vita.

Unknown dice: si sccussa …..ma quindi, la parola sanscrita, che cosa voleva dire?

Tizio scrive, seccato: come ti ho già riportato nel post, la parola sanscrita g'ivathas = vita. Anche la radice indoeuropea giv- riconduce all'idea di “stato di attività della sostanza organizzata”, in altri termini, all'idea di "forza vitale".

Gli manca qualche passaggio logico e messa così mi aspetto Hitler, ma sintetizziamo. Etimologia dal latino: vita, da un arcaico vivita; parallelo al greco bios e al sanscrito givathas, sostanza organizzata.

Ci mancava pure la bios, che sembra quella dei pc.

In realtà qualcuno dice che la vita sia l'unica bolla di resistenza contro il caos, l'unico sistema capace di mantenere costante il livello di entropia al proprio interno.

L’unica….: e dici cazzi.

Ecco i sistemi complessi.

Ordine.

E ci voleva tanto.

La vita è ordine.

Tanto è vero che noi siamo esseri sociali, il che vuol dire che ci ordiniamo tra di noi.

Sapete, come gli storni in stormo, siamo fatti per volare insieme e non sbatterci addosso, con poche dinamiche di base.

Ancestrali.

Troppo lontani : attenti ai falchi e quindi si torna in stormo

Troppo vicini : manca l’aria per dispiegare le  ali e precipito

Torniamo alle parole buone.

Ordine: era vita.

Mi piace la sponda, e quindi la vita non so cosa sia, ma sociali siamo esseri sociali.

E lo saremo sempre più mano a mano che l’evoluzione procederà a renderci telempatici sociali per ordine naturale delle cose.

Quando fui folgorato di manìa parlavo in continuazione di civiltà dell’intelletto.

Avevo toccato la mente universale, di cui noi fossimo parziale rete neurale.

Ovvero parlavo di una coscienza collettiva slatentizzata e pervasa tra tutti che avrebbe infine reso il mondo perfetto nel suo essere profuso di conoscenza e pensiero per tutti, appunto. Sociale, no?

La storia del cervello di specie usato in minima percentuale sarebbe giunta alla fine.

Ci saremmo trovati con 10 miliardi di cervelli in interconnessione telempatica, con una conoscenza globale cosciente e asimbolica pervasa.

E insieme con questi, la telempatìa propria della natura umana che è fondamentalmente, dalle fondamenta, sociale, ovvero buona.

L’amore di cui è capace il nostro cuore, quale forza da studiare in fisica.

Più sociale di così!

Restava il problema dell’inconscio, collettivo e no, che poteva remare contro, ad esempio alimentando falsi bisogni come un compagno di rete.

Ma presto sarebbe evoluto dalla sua latenza e sarebbe divenuto cosciente, smettendo di rompere i cugghiuni.

Nel collettivo non c’era più subconscio, elaborato nel costante iperveloce continuo interscambio tra tutti di pensieri, parole opere e missioni.

Slatentizzato di massa, allora tutti sapranno valutare anche le emozioni con la ragione pura.

Nel frattempo non basta essere in rete, ci vogliono gli strumenti per giudicare, vero.

Io sono un fautore del distanziamento, ma è sicuramente colpa del mio vissuto, il che mi porta a giudicare, come tutti, ma io lo faccio a distanza.

Anche se mi rendo conto che il barista di vita mi da uno scambio vibrale diverso dal solubile a casa.

Quindi il lock down mi ha fatto piacere. E non mi ha creato bisogno di contatto di stormo.

Ma non è sociale, evidentemente.

E a malincuore devo dire che non è umano e quindi non è vita

E capisco che non diventa facile evitare i falchi della rete.

Uno storno solitario può sempre essere preda del gheppio di turno, di qualsivoglia natura.

Quindi la mia vita scorre così, ma non è un modello da seguire.

E la sera per fortuna quando cerco di dormire non provo ne ira ne malignità.

Solo un po’ di dignità e parecchia singolarità.

E una antecchia di curiosità, per la vita di ogni domani.

Anche se piena di virtualità.

Che in effetti pretende notorietà, subconscio tranello di socialità.

Kalimmudda ipsum dixit



 

martedì 5 ottobre 2021

2021 10 05 – Annessione offshore

 2021 10 05 – Annessione offshore

 La spiaggia nel porto

Nel 2014 scrissi un libro, innanzitutto per me.

Adesso dopo i Panama papers i Pandora. L’associazione di giornalismo investigativo tira fuori le rilevazioni di 14 e non uno solo studio di fiduciari da cui vengono fuori nomi a caterva, pare 30.000.

E si stupiscono.

I giornalisti, che tenerezza

Io scrivo per il web, la neurosfera, ma questo è un altro tema, seppur ben più intrigante.

E il libro web si chiamava così.

 https://docs.google.com - 2014 10 26 - C'e sempre un'altra via - Viaggio in alcuni conti di sistema - Partire con i migranti approdare off-shore

Oggi l’analisi è ancora valida, cambiano solo i parametri, i numeri

La teoria è semplicemente che la massa monetaria offshore è talmente vasta che basta confiscarla e si risolvono tutti i problemi del mondo.

E così sono saltato subito alle conclusioni.

Ma bisogna sapersi guardare intorno.

E si capirà che è inevitabile nella sua semplicità.

Continuano i flussi di migranti e poveri in tutto il mondo.

In effetti non si capisce perché dovrebbero smettere.

Saranno sempre più, meno accesso avranno al nostro presunto benessere.

E saranno sempre più per la questione climatica, se riuscite a immaginare città e terreni  sommerse di oceani salati.

E intanto i ricchi accumulano patrimoni e continuano ad arricchirsi dietro a questi  paraventi off shore.

Da ignoranti in tutto il mondo.

Ah, a proposito di ignoranti.

La definizione nasce da tax haven, una specie di porto franco.

I paradisi non c’entrano.

Gli manca una e.

Almeno in principio.

Arrivano dopo.

Ricordo che Telecom Italia tirò un cavo, Nautilus, che toccava tutti i paradisi del mondo, poi svenduto agli americani.

Perché magari basta tanciarlo o metterci un virus, giusto per ritorsione o vendetta di classe.

Bisogna  però farsi una idea dell’ordine di grandezza

Immaginate il sommerso italiano.

Ovvio che va tutto off-shore

200 miliardi annui.

Arrotondiamo a 100 miliardi anno.

A questo punto si deve andare indietro nel tempo

Di quanto?

Siamo prudenti e diciamo solo 20 anni.

Ma in realtà sarà un secolo, da quando esistono queste cellule cancerose.

Che infatti non solo non pagano tasse, ma distraggono massa monetaria dalle nazioni.

Quanto fa il nostro esercizio di stile ?

100 per 20 = 2.000 miliardi.

Un Pil.

Ecco.

C’è un problema di diritto internazionale?

In culo il diritto internazionale, come direbbe Nick Novecento dalla sua vita off-shore

Il cerchio si chiude con l’annessione.

Portaerei e carri armati.

Finalmente un esercito utile davvero.

Certe volte per difendere la tolleranza bisogna  impugnare la 44 magnum.

In e off shore: wherevershore

Che due cugghiuni.