sabato 31 dicembre 2022

2023 01 01 - Gocce di embarghi

 2023 01 01 - Gocce di embarghi

 

Nella sensazione di non potere nulla si vive male.

Una tentata soluzione diventa il ritiro.

Estraniarsi in una sorta di rimozione negazionista.

Non voglio vedere.

Non voglio sapere.

Non voglio fare.

Tanto sono una goccia nel mare.

Ma in realtà ci si fa una domanda, anche se lo si nega

Di cosa è fatto il mare se non di una moltitudine di gocce?

Così non ce ne si rende conto, ma nascono le onde.

Piccole molecole rotolanti aggregate su se stesse.

Mi rendo conto oggi, allora, di una sorta di mia genetica della contestazione.

Iniziò anni addietro, contestando lo stile di vita dorato di consumo della mia famiglia

Diventò critica costante di ogni cosa potesse essere diversa.

Si sublimò in negazione dei consumi.

Così mi ritrovai a contestare il modello di consumo, appunto.

Niente lusso.

Niente auto.

Niente acquisti insensati.

Solo una conservazione monetaria a beneficio di mia figlia quando sarei morto.

Per darle la libertà che il benessere aveva dato a me.

Certo.

Ma non solo.

Contestazione latente ma sempre presente.

Sempre foriera di soluzioni per tutti.

Il mestiere del profeta di quadrante.

Così elaborai teorie su possibili modelli di spesa alternativa.

Dirottate 10 euro al giorno verso un portale da inventare.

www.revospesa.it

Comprate un essere umano e allevatelo e accuditelo.

Come fate con un cucciolo.

Ma a distanza.

E ricordatevi di essere moltitudine che da goccia diventa onda.

Così, perso nel mio buon ritiro mi rendo conto che in realtà dopo tanto pensare adesso agisco.

In una sorta di resistenza passiva.

Rifiuto il modello consumistico e compro solo l’indispensabile.

Se ci pensate è una vera rivoluzione.

Si deve solo offrire il modello alternativo.

Il portale.

E poi la guerra.

La sto facendo io.

Altro che sanzioni alla Russia

La sanzione sono io.

Non accendo più il riscaldamento e sto con 15 gradi in casa, in un vera guerra.

Scegliere.

Ecco allora che il consumismo diventa potente arma di costruzione di massa.

Embarghi.

Gli embarghi della scelta.

Gocce di embarghi

 

Kalimmudda ipsum dixit

Moltitudini di gioia

venerdì 30 dicembre 2022

2022 12 31 Augurio reaparecido

 2022 12 31 Augurio reaparecido

 

E’ oramai qualche mese che non partecipo più al circo mediatico.

E più in generale a nessun circolo di tarantelle di sorta.

Non riesco ad avvicinarmi alla idea di dovermi esprimere.

Non ne vedo più il motivo.

Ma soprattutto non ne vedo più alcun autorevole diritto.

Credevo che la botta finale me la avesse data la guerra in Ucraina, che nel nostro subconscio, e pure nel conscio, abbiamo già tutti rimosso.

Diventata una replica della guerra in Siria e più in generale di una della 50 o 60 guerre attualmente in corso nel mondo.

Come sempre siamo diventati tutti allenatori della nazionale.

Tutti esperti di geopolitica, Ussr, Usa, la Nato, i blocchi, i riassetti, le alleanze

Tutti dimentichi della semplice verità del fatto che l’industria bellica deve girare.

E che dal proiettile al missile tutto costa e genera un plusvalore.

Sull’immediato a beneficio delle grandi multinazionali militari.

Sulla postfazione a beneficio di chi ricostruirà.

Nel mezzo, la disgrazia del plusvalore della morte.

O della morte del plusvalore.

Questo è il semplice motivo per cui le guerre diventano infinite.

O più semplicemente traslocano.

Ma il motivo per cui non mi esprimo più è più profondo.

Dopo anni di spiegazioni di quello che ho visto e che mi è capitato, mi sono detto che avevo spiegato abbastanza.

Non a tutti è concesso di toccare l’origine dell’universo.

Ma chi riceve tanta grazia di illuminazione ha il dovere di trasferirla al prossimo.

Fino al seme, magari a volte divenuto meme.

Ma certe volte insistere vorrebbe dire speculare a fini di gratificazione personale, perché chi doveva capire il messaggio oramai lo ha capito e recepito.

Non ho fatto la rivoluzione, certo, ma tanti spunti li ho dati, credo.

Come si addice ad ogni profeta di quadrante.

Aprendo le porte della metamorfosi.

Il modo perfetto è possibile.

Così direbbe il. brucomente.

E già questo, nonostante tutto, è il mondo migliore mai esistito.

Se non fosse per una questione di volontà di massa.

Troppo relegata a realtà frazionata e disgregata.

Quindi adesso ritorno al mio silenzio.

Mi auguro più fragoroso di una bomba.

Con un augurio di pace.

Non solo querresca.

ma di pace di profondità.

Che porti tutti verso un nuovo ordine emergente.

Come è scritto che sia nel grande libro dell’evoluzione cosmica.

Con la solita dedica musicale

Desaparecido

No mas.

Presenza surrettizia della civiltà dell’intelletto.

Memorie reaparecide para todos.

Kalimmudda ipsum dixit

domenica 16 ottobre 2022

2022 10 15 – Innesto

 2022 10 15 – Innesto

 

www.parolebuone.org su www.shareradio.it : innesto

 

In un generale stato negativo, non riesco più a scrivere.

Quindi con questa parola buona provo e non lo faccio.

Suggerimento prezioso quello di inserire la parola innesto nel corpo delle parole buone.

E’ già esso una richiesta di innesto in effetti

Termine a valenza multipla, si applica in vari campi di attività.

Uno di quelli più suadenti è dunque la semantica.

Mentre uno dei più diffusi e notori è quello botanico.

L’origine è latina.

Viene da insitus, participio passato di inserere.

Introdurre.

Ed è una operazione con cui si fa concrescere sopra una pianta, detta portainnesto o soggetto, una parte di un altro vegetale della stessa specie o di specie differenti, detto nesto o oggetto.

Al fine di formare un nuovo individuo.

O più pregiato.

O più produttivo

O più giovane.

Che bello.

Constaterò dunque una sorta di blocco dello scrittore.

E questa, ecco, è la soluzione.

Devo farmi innestare.

Per essere più pregiato.

Più produttivo.

Ringiovanito.

Kalimmudda ve saluta.

Come i morituri.

Così mi sento.

E non si può fare niente.

Tranne, forse, una cosa.

Innesto.

In memoria di certe gioiose tristezze.

 

Kalimmudda ipsum dixit

A me me piace 'o blues

giovedì 6 ottobre 2022

2022 10 03 – Libro

 2022 10 03 – Libro

 

Emozionante alla Cattolica.

Un lavoro scientifico.

Antidoto alla pandemia.

La parola scritta lascia il segno

Difficile argomentare la parola libro.

Soprattutto se circostanziata come di fatto.

Che libro non è.

Quanto opera di ricerca.

Mi è piaciuta la querra alla infodemia con le armi delle parole buone.

E’ uno dei miei concetti cari.

In generale vale il concetto della potenza del verbo.

Fuor di metafore religiose.

Serve ad alimentare la neurosfera

E la riassunta parola buona vale contro ogni demìa.

Infatti più che l’accezione di parola prenderei quella derivata.

Logos, sempre che io non sbagli memorie

Da cui pensiero.

Mica cazzi.

La civiltà dell’intelletto, la chiamai tempo fa

Una demìa di pensiero interconnnesso diffuso che si sparga ovunque nel mondo

Chissà che non si parta da una parola buona.

E si arrivi a conclusioni per tutti più logiche.

Comunque come partecipante al progetto, devo dire grazie a chi ha dedicato tanto sforzo e fatica.

Perché come detto la parola scritta lascia il segno.

Lo sapevano già i latini, no?

Scripta manent

Mica per niente

mercoledì 14 settembre 2022

2022 09 14 – Il casquè delle tarantelle

 2022 09 14 – Il casquè delle tarantelle

Dalla danza delle tarantelle al tango col casquè.

Un nuovo ibrido di metafora danzante.

Il casquè delle tarantelle.

Per evitare figuracce, prima del casquè, nel tango come in altre danze, bisogna fare attenzione a non inciamparsi i piedi.

Altrimenti che caduta, e che figuraccia tutta dedicata alla coppia.

Casquè è voce pseudo francese, dal verbo cascare, si capisce.

E’ figura di danza, caratteristica del tango.

In un arresto improvviso dei passi, la dama si piega sulle reni rovesciandosi all’indietro fin quasi a toccare terra, sostenuta dietro la schiena dal braccio sinistro del cavaliere.

Ma inciampandosi i piedi si può scivolare.

E si finisce in un suicidio ballerino, come minimo derisibile.

Seppur drammatico per la coppia, più che per il pubblico.

Una di quelle classiche occasioni che facciano profferire un “ohh” di massa.

Così leggiamo.

E suggerisco leggiamo tutto.

2022 09 14 - Ansa - Usa : dalla Russia 300 milioni a 20 partiti e paesi stranieri

Il primo pensiero è “sai che novità”.

Propaganda spicciola.

E spiccioli di propaganda.

E poi per quattro ceci.

Assumendo una media aritmetica, 300/20 fa 15 milioni.

A paese.

Peanuts, come dicono gli yankees.

I quali sono gli autori del leak milionario, in una grottesca esternazione.

Propria del loro modus operandi.

Eppure qualcuno deve dar loro retta.

Per quanto spicciola, questa propaganda si vede che funziona.

Altrimenti non la farebbero mica.

Mica sono stupidi gli apparati imperialisti.

Così una volta sganciata la bomba elettorale, ecco che delegano ai servizi italiani la smentita.

Poco convincente.

E che ci ricorda come noi siamo l’anello debole su cui puntare per una specie di golpetto da divide et impera foriero di tutto un catalogo di sventure.

Gli Usa smentiscono che ci sia l’Italia tra i paesi interessati.

Ma quella era solo una tranche e concentrata nel tempo

E poi se non i russi, i soldi ce li avranno messi loro.

Come i finanziamenti alle fazioni irachene, o afghane, o chi si ricorda più

O mille altri casi

E poi vai a capirlo e saperlo dove sta la verità.

Così adesso attendiamo gli sviluppi.

Se son rose fioriranno.

O forse meglio se son rose pungeranno.

E allora magari vedremo un clamoroso casquè.

In quella danza di amore e morte che è il tango.

Assurgendo le nostre tarantelle a miglior nobiltà.

Divenute libertango

Speriamo con il casquè giusto.

Metafore…

Chi ha orecchie per intendere,…

si risparmia una querela

 

Kalimmudda ipsum dixit

Libertango

domenica 11 settembre 2022

2022 09 11 – L’era dello scoiattolo urbano

 2022 09 11 – L’era dello scoiattolo urbano

Chi si ricorda della teoria dello scoiattolo?

https://cloeconomie.blogspot.com/search?q=la+teoria+dello+scoiattolo

Lascio tutto l’hyperlink in bella mostra che rimanda al trattatello di economia del 2014 “C’è sempre un’altra via”, la cui conclusione era l’intelligenza delle vie alternative, come dimostrateci da “pancia bianca”, lo scoiattolo di montagna ammirato con mia figlia e da lei così battezzato.

Ma li eravamo in montagna, dove lo scoiattolo ha un suo habitat naturale.

Oltre a ricordarmeli in Hyde Park, tanto per fare un’associazione gratuita e alla larga con il nuovo Re.

Invece alcuni giorni fa mi è capitato di essere ispirato qui a Milano dalla vista di scoiattoli come su passaggi zebrati.

Attraversavano sereni la strada zompettando da un lato all’altro.

Qualcuno mi ha detto che è una varietà infestante poco dissimile dai ratti, se non per quella coda a batuffolo che tanto lo rende dissimulato.

E simpatico

Ma io non credo.

Credo piuttosto a quei segnali dal brucomente dei quali sono stato privilegiato destinatario spettatore.

E così stamattina presto ero al pc a fare conti per me e per tutta la famiglia, che poi è fatta solo da mia figlia, cercando equilibri, alchimie e trovate varie per quadrare il budget familiare.

Interpretazione di vita basata sui numeri.

Palloso, eh?

Eppure ansiolitico.

A me quando i conti tornano mi mettono tranquillo e mi pare di avere fatto qualcosa di risolutivo.

Anche se è solo un esercizio rappresentativo della realtà.

Comunque.

Di botto sento un trambusto alla finestra, non faccio in tempo ad alzarmi che il trambusto sfuma in un “tonf”.

Pochi millisecondi dopo mi appare il cugino di pancia bianca proprio sulla ringhiera del balcone a cui di solito mi metto affacciato.

Dalla strada era arrivato fin quasi dentro casa.

Giusto per memoria mi torna in mente un merlo appollaiato sul mio pc di qualche giorno prima.

Capisco subito che è una di quelle occasioni rare in cui il mondo ci parla tramite la neurosfera.

Ma cosa mi vuole dire?

Ci sono tante possibili simbologie e significati, fate voi.

Lo scoiattolo rappresenta uno degli animali più scaltri.

E’ veloce e lungimirante poiché accumula rifornimenti per tutta la stagione calda allo scopo di garantirsi le provviste che gli serviranno durante l’inverno.

Nello svolgere questo laborioso compito rispetta l’equilibrio con la natura alla quale regala le ghiande che, con il tempo, sfuggiranno alla sua memoria dando vita a nuovi alberi. Lui traccia una mappa mentale dei luoghi in cui ha deposto le ghiande, ma alcuni gli scappano.

Per la sua sensibilità a ogni vibrazione o piccolissimo suono egli diviene il guardiano del luogo in cui si trova. Una delle sue peculiarità, infatti, è quella di segnalare in anticipo un probabile pericolo.

Come detto, rappresenta la lungimiranza, ma pure la purezza poiché accantona ciò che gli serve ma allo stesso tempo restituisce alla madre terra tutto ciò che è in eccesso.

Inoltre, lo scoiattolo simboleggia la fiducia.

Infatti, è uno dei pochi animali selvatici che permette all’uomo di potersi avvicinare.

Così mi si fa strada nella mente il messaggio recondito.

Conti di famiglia. E no.

Pancia bianca.

Altra via.

Brucomente.

Mondo perfetto.

L’era dello scoiattolo urbano apre le porte all’era del brucomente, se non bruciamo prima il bosco.

 

Kalimmudda ipsum dixit

A proposito di ere animali

venerdì 9 settembre 2022

2022 09 09 – Monarchia e borghesia

 2022 09 09 – Monarchia e borghesia

 

E’morto il Re.

Viva il Re.

Tanto adesso ne fanno un altro.

E’ il bello della monarchia.

Istituzione autoreplicante all’infinito.

Cosa cambia per noi piccolo borghesi?

Niente.

I presume.

Pur dotato di qualche ottavina reale di sangue blu, io non capisco nulla di dinastie, successioni, incoronazioni e istituzioni relative

Però posso dire che oltremanica si respira davvero un’aria di istituzioni e tradizioni fin dalle piccole cose.

Il monarca è una onnipresenza divina, per regale concessione offerta al popolo.

Con il suo carico di simboli e tradizioni da orgoglio nazionale e dinastico.

E così un popolo intero piange questo non meglio conosciuto personaggio da lignaggio. 

La Regina.

Io quell’aria nobile l’ho respirata.

E forse pure rimpianta.

Con un paio di simboli esemplificativi.

Andavo a Londra a studiare l’inglese.

Ma io scappavo dalle lezioni per andare a vedere i campioni di Wimbledon.

Arrivato al mitico tennis club, io giovane piccolo borghese venivo rimbalzato dai campi principali, per banale assenza di biglietto.

I campi top erano riservati in buona parte a nobili e personaggi di rango.

Ma scoprii presto la prima tradizione, osservando una fila di ragazzi.

Borghesi e proletari della racchetta, stavano appostati all’uscita dei palchi nobiliari.

I giovani venivano scrutati, censiti, e poi come per magia il nobile, che aveva esaurito la sua presenza, cedeva il suo biglietto ad uno di loro.

Con grazia e senza spocchia.

Il nobile si prendeva cura dei suoi sudditi.

Con eleganza.

Anche se può sembrare una mancia, in realtà non lo è.

E’ una tradizione sociale

Alla fine della giornata, prendevo il famoso metrò di Londra, altro simbolo di grandezza monarchica sul quale sorvoliamo, per tornare a casa.

Abitavo in una stanzetta da cui vedevo il giardino sul retro.

In fondo al quale c’era un casotto di legno scarrupato dove il padrone di casa si chiudeva di frequente.

Io lo guardavo entrare e lo aspettavo uscire con lo sguardo.

Finchè un giorno decise che poteva rivelarmi il suo segreto.

Mi chiamò e fece cenno di raggiungerlo.

Così feci.

E dentro il casotto lo trovai che spolverava una magnificente Rolls Royce d’epoca bicolore.

Spolverava e basta, ma con orgoglio.

Finchè mi si rivolse e mi chiese : “ Do you want to take a ride?” con quell’accento tipico londinese tutto aperto “potato in mouth” e per niente stretto yankee.

Ovviamente risposi di si e lui mi fece segno di salire.

Passò qualche minuto finchè io capìi che to ride non voleva dire in motion, ma solo un contemplare il simbolo di una nobiltà per il resto decaduta.

Così a volte ci ripenso.

E mi chiedo se un re sia un anacronismo o una difesa culturale.

Chissà.

Forse c’è re e re.

Di certo non lo scopriremo votando nella nostrana danza delle tarantelle.

Kalimmudda ipsum dixit

Evviva 'o re

mercoledì 7 settembre 2022

2022 09 10 – L' importante è partecipare

 2022 09 10 – L'importante è partecipare

 Per www.parolebuone.org su www.shareradio.it. Partecipazione

Con partecipazione si intende in generale, il fatto di prendere parte a una forma qualsiasi di attività, con la propria presenza, con la propria adesione, con un interessamento diretto, recando un effettivo contributo al compiersi dell’attività stessa.

Nella vita pubblica delle società democratiche, si intende la collaborazione e l’intervento diretto dei cittadini al funzionamento degli organi di governo mediante l’esercizio del diritto di voto.

Ah già.

Il voto.

Mo’ me lo segno.

Casomai mi dovesse scappare di mente.

Ma già so che non lo segno per andarci, al voto.

Lo segno per una forma di partecipazione occulta.

Una manifestazione di interesse, camuffata di disinteresse.

Ma non intrisa di complicità.

Io non sarò complice della danza delle tarantelle.

E se devo partecipare, preferisco l’accezione di prendere parte con un interessamento espresso più o meno surrettiziamente in quello che scrivo.

Da lì emerge anche la mia preferenza votiva.

Ora.

Se è vero come è vero che nella vita si vivono molte vite, io devo ricordare di averne vissute tante.

E ogni volta un punto di svolta mi ha rimesso in una certa direzione.

Ma ne ho alcuni in particolar modo significativi.

I ricoveri per manìa.

Prima di essi, io ero discretamente partecipativo.

Non che mi facesse impazzire dovere andare a votare, ma ci andavo.

Ma soprattutto cercavo di partecipare all’andamento del mondo, assommando esperienze di sorta.

Tutte incise nella neurosfera

Con i ricoveri, invece, sono stato disconnesso traumaticamente dalla neurosfera stessa.

Sempre lei, ebbene si.

E col tempo, che pure non esiste, la partecipazione ha cambiato forma, divenendo più intima.

Spesso mi dicono, o mi dico, che non partecipo alla danza della realtà.

Anche se non la definiscono per quel "tutto danza" che è Lila.

Per me sarebbe ricevere un complimento, avendo avuto il privilegio di partecipare a realtà infinitamente più profonde.

Immense.

Ma ciò è impossibile, se incomprensibile.

Il che, dunque, non vuol dire che io non partecipi.

Se ricordate l’immagine del mondo divisa in quadranti dentro ciascuno dei quali vi sono degli archetipi, io sono il profeta del mio quadrante, grande quanto una stanza.

Dentro cui, hai voglia se partecipo.

E dal quale diffondo la mia partecipalità.

Confidando nelle onde gravitazionali che trasportino il pensiero, le parole, le opere e anche le omissioni “across the neurosphere”

Una partecipazione autoctona in principio, ma non autarchica.

Per ordine naturale delle cose.

Si partecipa a prescindere dalla volontà.

E se libertà è partecipazione, l'importante è partecipare

 

Kalimmudda ipsum dixit

Across the universe

Con tanta psicotropìa


-------------------------------------

ATTRAVERSO L’ UNIVERSO

(John Lennon- Paul McCartney)

Le parole scorrono come pioggia incessante
Dentro una tazza di carta
Scorrono selvaggiamente e scivolano via
Attraverso l’ universo
Pozze di dolore, onde di gioia
Vanno alla deriva nella mia mente aperta
Mi possiedono e mi accarezzano

RITORNELLO (2 volte)
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Immagini di luce frammentata che ballano
Davanti a me come un milione di occhi
Continuano a chiamarmi
Attraverso l’ universo
I pensieri vagano come il vento incessante
Nella cassetta della posta
Procedono alla cieca mentre si fanno strada
Attraverso l’ universo

RITORNELLO (2 volte)

Suoni di risate, ombre di vita
Squillano nelle mie orecchie aperte
Mi incitano e mi invitano
Amore immortale senza limiti
Che splende intorno a me come un milione di soli
Continua a chiamarmi
Attraverso l’ universo

domenica 4 settembre 2022

2022 09 04 - Transperanza

 2022 09 04 - Transperanza

Bisogna sapere che a me di scrivere lo ha ordinato il medico.

Serve a convogliare la mia a volte turbolenta frenìa, e che l’ansia si porti via.

Così nei periodi più propensi, o in quelli meno, do retta al mio medico.

He does the best with me he can , in fondo.

E mi risparmio depressione, manìa e corredo.

Dunque scelgo e mi ripeto in intro, perché mi va.

Sapete come è: repetita.

E poi potremmo chiamarla una rubrica “segnali dal brucomente”.

Come già detto ne il delfinato del mare,  qua bisogna cercare di aggrapparsi ad un rotore semantico.

Che ci àncori ad un centro di gravità per la mente.

Solo così possiamo sperare che la neurosfera riprenda a parlarci

E rilasciarci vibrazioni dai suoi solchi di vinile.

E’ importante.

È la porta che porta verso l’universo.

Ognuno ci arriva come può o come sa.

Ma quella porta la cercano tutti, spesso inconsapevoli del bisogno di trascendenza.

Che ci porti a cavallo delle onde gravitazionali per tutto l’universo, con cui sentirsi cosa sola.

Allora alla ricerca di quella porta a me piace navigare nelle notizie.

Con lo sguardo del rapace allenato a riconoscere ogni minimo segno di pace.

E spesso la neurosfera mi restituisce proprio quel segno di pace.

Così oggi leggo di tale trans Trace Lysette, fiera di essere infine un’attrice.

Onore al merito a tanta transparenza.

Ma al tempo stesso mi viene in mente che oggi non è 30 anni fa.

Ne è passata di acqua sotto i ponti.

Mulinata di sofferenze personali additate di pregiudizio.

E quanto gay pride.

Bisogna sapere che io ho sempre avuto una certa attrazione per quel lato che definire oscuro non potrei.

Sentirsi intrappolati nella psiche e nel corpo sbagliato.

Ed avere tanto coraggio da cambiarlo per seguire l’istinto.

E’ la forza dell’amore, credo.

Che niente ha a che fare con il sesso.

La ricerca del quisè, qui e sè

Così mi sono avvicinato decenni fa a quel mondo trans.

Inizialmente tramite prostitute, a volte poi divenute amiche.

Alcune mi hanno salvato la vita quando avevo dei collassi da sovradosaggio psicotropo.

Il terzo sesso.

O forse il sesso zero.

Affascinante.

Senza indulgere nel rimirare un fenomeno da baraccone.

In principio non sapevo perché.

Poi iniziai a vederlo come il futuro del genere umano.

Senza più scissione tra maschio e femmina.

Ma solo un unico recettore di amore universale.

Così oggi ripenso a Lysette e con lei a tutte le omologhe.

E mi viene la riflessione che tanta sofferenza pregressa è servita a preparare il terreno della tolleranza.

Non essendo infine più solo fattore di tendenza.

Ma questione del rispetto della propria essenza.

Esiste una forza dominante che ci evolve con pazienza, costanza e perseveranza.

Proprio come il brucomente.

Fino a che saremo tutti farfalle.

Tutte trans, per ordine naturale delle cose.

D’altronde il genoma non mente

 

Kalimmudda ipsum dixit

Chillo è 'nu buono guaglione

sabato 3 settembre 2022

2022 09 04 – Cazzimma e scazzimma

 2022 09 04 – Cazzimma e scazzimma

In effetti nella vita una dose di cazzimma aiuta.

Anzi, la prescriverei come antidoto totipotente.

Ma non saprei definirla.

So che se ce l’ho, faccio tutto quello che mi va.

Perché sono così e non voglio cambia’.

Così cantava Pino Daniele, tradotto a beneficio dei presenti.

E dei posteri.

Cazzimma e’ voce ampiamente usata e trattata.

Dalla Treccani fino alla  Accademia della crusca che la intendono come una sorta di furbizia opportunistica.

Che rende colui che ce l’ha uno furbo, scaltro, sicuro di sé, che sa cavarsela, anche a discapito degli altri.

Ma il termine copre uno spettro di significati e atteggiamenti ampio.

La cazzimma può infatti indicare anche semplicemente la cattiveria gratuita.

O come piace dire a me, con una vena di negatività in meno, la dispettosità.

Cosa è la cazzimma ordunque ?

Beh, non ve lo voglio dire.

Eccola qua.

Ma la scazzimma invece è termine di nuovo conio, almeno per me, di cui andare fieri.

E’ un opposto in qualche modo.

Vorrei fare tutto quello che mi va.

Ma mi scontro con il non si può fa’.

E mi ritrovo nello stato d’animo maligno.

Asprigno, arcigno e non benigno.

Così mi analizzo e trovo che mentre imperava il Delfinato del mare c’era un’aria stabile.

Ma e’ durata lo spazio di una giornata.

Fino ancora a questi poi.

Guerra, povertà, petrolio, gas, inflazione, disoccupazione, proteste, tumulti, russi, americani.

E chi più ne ha più ne metta.

Qua ci vuole resilienza.

Ma a ciclo rapido.

Non passano due giorni uguali.

E per resistere bisogna essere abituati di scazzimma.

Scazzo viene dal gergale scazzo, di chiara derivazione.

E imma vai a sapere, se non sei un etimologo accademico.

Pare sia una mutazione semantica di ime, che a sua volta vai a sapere.

In ogni caso la scazzimma è più potente dello scazzo.

Probabilmente per la doppia coppia.

E tutto ti pervade

Togliendoti la voglia di muovere una foglia.

E come si cura la scazzimma?

Suggerisco la tanto da me bistrattata rimozione.

Ove addirittura non la negazione.

Se non della sana proiezione, ammesso che si abbia su chi proiettare.

Si può ricorrere ad un amico immaginario da rendere destinatario del malessere.

Ma non vi fate sentire a parlarci insieme.

La proiezione diventerebbe contenzione.

E allora la scazzimma diventerebbe esponenziale.

Il meccanismo il più sano, alla fine, è proprio la cazzimma,

Sapersene fottere.

E godere del proprio quisè, qui e sè.

Vagabondi nella neurosfera.

Come quel famoso duo di The Voices

 

Kalimmudda ipsum dixit

Sinatra Fitzgerald-The voices are a tramp

2022 09 03 – Il delfinato del mare

 2022 09 03 – Il delfinato del mare

Qua bisogna cercare di aggrapparsi ad un rotore semantico.

Che ci porti ad un centro di gravità per la mente.

Solo così possiamo sperare che la neurosfera riprenda a parlarci

A rilasciarci vibrazioni dai suoi solchi di vinile.

E’ importante.

È la porta che porta verso l’universo.

Ognuno ci arriva come può o come sa.

Ma quella porta la cercano tutti.

Spesso inconsapevoli del bisogno di trascendenza.

Così cerco tra le notizie interessanti che viaggiano nell’etere.

Cercando di dribblare la trita cronaca politica, le guerre, le tragedie e così via.

Mi ci vuole una luce di speranza.

In questo periodo di attuale confusione e grandi tumulti.

E il mio sforzo viene premiato.

È dei delfini la più vasta rete sociale dopo quella umana .

Aiutano a capire anche la nostra evoluzione, come le società di certi primati.

Ma questi mammiferi sono più stratificati.

Possono formare alleanze su più livelli arrivando ad un più efficiente successo genetico.

L’accoppiamento.

Nei branchi possono formare reti cooperative di primo livello, formate da due-tre maschi, per condividere l'accesso ad una femmina.

Questi nuclei iniziali si possono alleare poi in gruppi più grandi di secondo livello, costituiti da 4 a 14 esemplari, che competono tra loro, ma possono stringere anche alleanze più grandi di terzo livello.

La dinamica dominante è la cooperazione e non la pur presente competizione.

Così si riproducono più efficientemente.

Ma questa è una visione parziale. Etologica.

Che i delfini di certo non comprenderanno.

Bisogna averli osservati per capire che sono fatti così, qualsiasi cosa facciano.

Io nelle mie varie vite fortunate, ne ho avuta una in cui avevo una barca.

A due motori.

Né troppo grande né troppo piccola. Giusta.

Giusta per uscire in mare aperto, spegnere i motori e aspettare.

Fino a vedere l’acqua ribollire frustata da una miriade di pinne caudali, avvicinantesi in branco.

Mi avevano riconosciuto e sapevano che potevo cooperare per quello che volevano.

E in qualche modo, nella loro sofisticata modalità di comunicazione, fatta di suoni, battiti e movimenti, mi dicevano che dovevamo cooperare,

Con un fine all’inizio oscuro, ma di certo votato all’ordine.

Il branco circondava la barca.

Pretendeva che accendessi i motori per creare l’’onda multipla dietro di essa.

Ottenuta l’onda, scomparivano, rituffandosi nelle loro profondità.

Fino a che riapparivano in perfetta formazione.

I più grandi, tre per onda, a fare surf.

Pattuglie numerose a circondare la barca come gendarmi di rotta.

I cuccioli in un tripudio di piroettare davanti alla prua.

E tu capivi che tutto cooperava ordinatamente con il fine ultimo semplicemente di giocare.

Non ho mai visto due delfini collidere tra loro, come gli storni che volano in stormo

Anche giocare è una cosa seria, con ordine.

Tutto questo per dire che quegli incontri erano una meraviglia da cogliere con occhi da bambini.

E forse un giorno nell’era del brucomente potremmo aprire le metaforiche porte della politica.

E scoprire, l’umanità tutta, che si può cooperare.

Non solo confondere e collidere.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Come è profondo il mare

Bonus track E il mare sta sempre la

lunedì 29 agosto 2022

2022 08 28 – Le calenda greche

 2022 08 28 – Le calenda greche

Lo so che mi ero ripromesso di non commentare le fole della campagna elettorale, ma questa mi ha fatto scompisciare.

Di fronte al possibile tsunami prossimo venturo, finirà che tutti chiederanno scostamenti di bilancio, ovvero altro impercorribile debito, o proposte più o meno creative.

Per lo più sull’aumento di prezzi che c’e’ già stato.

E’ sufficiente distribuire soldi.

Che non abbiamo.

In una disgustosa tarantella di cifre più o meno azzardate, ma mai circostanziate.

Mance elettorali.

Pochi si preoccupano di quello che succederà, o perlomeno potrà succedere, dopo decenni in cui ci siamo consegnati in ostaggio alla Russia.

Nostro nuovo padrone, insieme ai tradizionali americani sogghignanti alla finestra.

In tale contesto spicca una dichiarazione di Calenda. 

Sospendere la campagna elettorale. Misure per il caro gas

Evidentemente deve temere una lunga agonia per un altro mese.

E si attacca al tema del giorno.

D’altronde lo dice il nome stesso.

La locuzione italiana alle calende greche, derivante da quella latina ad calendas graecas, ha il significato metaforico di "mai".

Poteva anche non candidarsi.

Con quel cognome.

A meno che non scommetta sull’effetto novità.

Che ad ogni elezione fa spuntare formazioni di sporadici personaggi fungini.

Servilmente votati da un popolo alla ricerca d’autore.

E poi c’e’ quella questione del fenotipo.

Che come noto riflette il genotipo.

Teorie da Lombroso.

Fenotipo inquietante.

Il genotipo sarà dotato?

Per ora vediamo solo un gene egoista, come tutti.

E una gran faccia.

Mentre anche lui gioca sulla contingenza.

Incurante di lasciarsi dietro le macerie causate dagli eletti.

Ma qualcuno bisogna pur eleggere.

Non si può sospendere la campagna elettorale.

A meno che non se ne riconosca la inutile natura di propaganda.

Perche’ ci vogliono degli elettori consapevoli.

Altrimenti non e’ democrazia

Ma solo politocrazia.

Inconsapevole che l’instabilità ci ucciderebbe.

In ogni caso non hanno capito ancora, o forse troppo, che il problema e’ di inverno.

Quando l’assenza di gas ci riporterà indietro di mezzo secolo.

Austerity, shock petroliferi, e ora guerra del gas.

In mezzo, tanta pluralità di proposte.

Fatte apposta per poterne rivendicare la autorialità.

E allora niente proposte.

Solo qui di seguito un sociale affresco d’autore.

 

Click !

Un rumore familiare.

Inizia così.

Ma non è una pistola. Non è un fucile.

E’ peggio. E’ una tastiera.

Il Generale Ov ha appena aperto le danze.

Le pompe si fermano con soltanto un piccolo ritardo temporale, sufficiente a strappare a Ov un sorriso di compiaciuta perfidia.

E’ inverno. Ov ci è abituato. Lui sa che il generale inverno è il suo generale migliore.

 

Pff…

Qualche istante dopo la sciura Pina Brambilla si sta avvicinando al fornello per preparare la tradizionale cassoeula di inizio inverno.

Gira la manopola del gas e il massimo che ottiene è qualche secondo di uno sfiatato “pff…"

Sveglia tutta la sua bile e si bestemmia da sola : “bruta vecia vaca porca; che storia l’è chesta qui".

Mi sun qui che lauri. Mi paghi le tasse, beh almeno ogni tanto, e Roma ladrona mi ruba pure il gas ?

Si affaccia al balcone e urla : “Uè ma qualcuno mi sa dire cosa succede ? Come me prepari la cassoeula?"

Bisogna sapere che nella scala dei bisogni di Milanslow, la cassoeula corrisponde al latte in polvere per i bambini africani. E’ imprescindibile per la sopravvivenza del lumbard.

Risponde la vicina : Uè Pina, Tsu-no-mi.

Senza ancora immaginare quanto profetica sia la sua risposta.

Ancora non immagina lo Tsu-na-mi che si sta per abbattere su noi tutti.

Pochi minuti, e anche la caldaia del riscaldamento si ferma. Per la seconda volta in pochi minuti un “pff…” pesantissimo, a dispetto della sua origine volatile.

Pochi minuti e in casa di Pina inizia a scendere la temperatura.

Pina inizia a imprecare.

 

Pff…

Negli stessi momenti Gennaro Esposito si sta avvicinando al fornello per iniziare a preparare il tradizionale ragù domenicale.

Gira la manopola del gas e anche lui il massimo che ottiene è qualche secondo di uno sfiatato “pff…"

Lui ha geneticamente meno bile a disposizione, e gli esce solo “mannaggi’a maronna. Comme facimmo ‘mo?”

A Napoli, senza ragù la domenica si rischia davvero di sfociare in scontri di piazza.

Anche da lui dopo pochi secondi la caldaia si ferma.

A Napoli è meno drammatica che a Milano.

Ma resta il problema della domenica senza pummarola.

A Napoli, da secoli, il ragù, e la pummarola in genere, sono strumenti di controllo e coesione sociale.

Il ragù assicura obnubilazione di massa.

C’è chi dice addirittura che sia stata deliberatamente diffusa una varietà di pummarola geneticamente modificata e contenente geni oppiacei.

Pare che sia stato tramite i migranti finiti nel casertano.

Tutti farciti di eroinacei, li hanno rilasciati pisciando sui pummaroli, che ora chiamano Erodori.

E’ una nuova frontiera di terrorismo. E’ uroterrorismo.

 

Pff…

Anche a Palermo Carmelo Picciotto si trova nella stessa situazione.

Lo sfincione lo ha già pronto, e il tempo è bello. Fa caldo.

Quindi, in fondo, “che minchia ce ne fotte”, pensa Carmelo?

Abile nell’arte del vedere il bicchiere mezzo pieno per genetica adattiva, gli viene in mente : “vuoi vedere che se il petrolio segue il gas e va a 200 dollari al barile risolviamo anche l’annoso problema di Palemmo? Il traffico."

Devo sincerarmi che non ci siano troppe riserve nascoste, però.

Altrimenti qua continueranno tutti ad usare la macchina invece delle moto a scureggetto, che son fastidiose all’udito, ma consumano poco; di petrolio ne basta un dito.

“Caro cugino come va in Val d’Agri ?”

Ma ce l’avete davvero ‘u petroglio ?

Azz, dici che di recente hanno detto che è una delle più grandi riserve d’Europa ?

Ma mi vuoi dire che ti troverò a cavallo 'e 'nu cammello c’o turbante e ‘o narghilè ?

Va a finire che facciamo anche noi il nostro califfato ? Il califfato lucano ?

Ma sei sicuro che i diritti e le concessioni di estrazione siano ancora italiani ?

Vabbè, trivellate poco però.

Che qua bisogna insegnare a tutti a non usare più la macchina.

 

Pff…

Negli stessi istanti, anche in Parlamento si ferma il riscaldamento.

Il primo che se ne accorge è il “deputato zero”, che sbotta.

Oh cazzo : vuoi vedere che non scherzavano niente ?

Vuoi vedere che dopo mesi e mesi di avvertimenti questi ci hanno davvero tagliato il gas ?

E adesso ?

Adesso : Evviva ! Dentro fa freddo. Tutti fuori a far vacanza. Come quando eravamo a scuola!

Come sempre il deputato zero ben rappresenta buona parte della sua casta.

Non ha capito niente.

 

Fine dell’intro

Ecco, questa e’ una consecutio d’autore.

Di chi forse non ha capito però almeno ci prova.

Ma da dieci anni.

Non alla calenda greca.

Un altro personaggio in cerca d’autore

D’altronde con quel fenotipo cosa pretendevate.

 

Qui di seguito, dopo l’intro, lo scenario “worst”.

Worse dell’actual

Con quasi dieci anni di anticipo.

2014 -09-21 Breviario di-guerra.

 

Kalimmudda  ipsum dixit

La presa dell potere