2021 03
16 – La scelta del turututù
Non ho
scelta.
Non c’era
scelta.
Non avevo
scelta.
Non ho
avuto scelta.
Uff..
Ma quante
scelte.
Nella mia
mente.
O nell’immanente.
Vabbè, sofiopippe
niente.
Pensieri
di prima scelta.
Come etti di
prosciutti.
Selezioni.
Liberi atti
di volontà.
Libero
arbitrio.
Estinzioni
della predestinazioni.
Universi
di probabilistiche intersezioni.
Di quantiche
interconnessioni.
(hi hi hi,
sofiopippa; a tradimento).
Dentro cui
fare una scelta.
Scelta
consapevole.
Scelte
subconscie, ma pur sempre scelte.
Respiro
per scelta, e pure mia.
Anche se so
che non lo so.
E non per
mia scelta.
Tutto è scelta.
Ogni secondo
una scelta.
E allora
non ho scelta.
Faccio la
mia scelta.
Scendo in
campo la mia carta.
Come il
cane che lo piscio.
Mi ci
metto di sghimbescio.
Per principio
un manrovescio.
Con cui guardo
al rovescio,
alla fine dell’arbitrio.
Tutto il
giorno me la rido.
E che vada
come vada.
Basta solo
un po’ di biada,
che mi
faccia poi nitrire,
da cicala
col frinire.
Scelta
dunque di vibrare.
Scelta pur
senza volere.
Ce la vivo
interamente,
con il corpo
e con la mente.
Su vibriamo
ordunquemente,
a
prescinder delinquente,
di chi
vibra di paura
e non vive
finché dura.
Io rifaccio
un’altra scelta.
E mi
estranio dalla palta.
La cippetta
mi si è rotta.
Scioperandomi
la scelta.
Di finire
scelgo ordunque.
Resto zitto
e sto in mutande.
Sono molto
preoccupato,
per la stella
che ho guardato.
Kalimmudda ipsum canticchiò
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