venerdì 14 agosto 2020

2020 08 14 – La piaga dormiente

 

2020 08 14 – La piaga dormiente

Incubo di una notte di messa estate

 

Ma si.

Scomodiamolo anche Shakespeare, primo che fa fico e secondo che e’ una anima grande che aleggia nella neurosfera dove resta infissa come centro di gravità per la mente e magari ci da una mano.

Alle tre di mattina emergo di botto dal sonno leggero indottomi da psicofarmaci vari e mi scopro in preda ad un attacco di panico.

Battito accelerato, respiro affannoso, irrequietezza motoria e tutti gli altri sintomi che ne fanno una vera e propria sindrome autonoma.

Vale a dire che sembra una cazzata finche’ non la provi, poi ti rendi conto del potere della mente che ti dimostra inequivocabilmente che esiste.

E crea.

E come crea.

Lascio passare un po’ di tempo, poi mi dico che non ha senso il “siamo nati per soffrire”.

O meglio, espiare magari dobbiamo anche espiarne tante, magari senza risalire ad un peccato originale ma fermandosi ad una più prossima nemesi genitoriale, o speciale di specie, o individuale personale, ma se possiamo evitare, visto che abbiamo così tanta conoscenza da farci sentire Dio, tanto meglio.

Fuor d’ogni misticismo sono certo di avere la soluzione di chimica neuroscensatezza e annaspo la mano, che ravana autonoma a memoria nel cassettino dei medicinali, alla ricerca di Xanax e Stilnox.

Scopro con terrore che sono finiti.

Anzi, il terrore lo scopro dopo, che e’ il succo di questa storia che prima devo ricostruire, perche’ a primo istante penso di controllare la situazione

E inizia la mia notte di passione.

In fondo se dura solo una notte me la cavo bene.

La passione di Cristo fu ben altra cosa.

Una passioncina, la mia.

Sembra roba da panetteria.

E così mi metto a pensare a cosa mi ha svegliato.

In principio furono le immagini dei vacanzieri.

Sono sintomatiche del nostro modo di vedere le cose, il pensiero, per questo me la prendo con lor poveretti.

Covid dimenticato, tutti stressati, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare.

In realtà non e’ propriamente dimenticato, ma scopriremo presto che era solo stato oggetto di rimozione, pericoloso meccanismo psicologico che accantona il problema a data da definirsi in barba al principio di realtà.

Sindrome dello struzzo, che potrebbe anche fare tenerezza, finche’ non arriva un leone a sbranarti, mentre tu ti senti al sicuro solo perche’ non ti guardi intorno.

E così mi appare chiara la visione di un mondo sempre più pervaso di viralità, in certi posti molto più surrettiziamente che in altri.

Tra questi, come evidente, l’Ialia, dove il nostro amato Bel Paese ce la sta mettendo in culo.

Eh si.

Vorrete mica rinunciare ad una settimanina al mare? Tre giorni in montagna? Vogliamo non fare una salto in una delle nostre amate meraviglie? Almeno una grigliatina con gli amici, valà. E così via.

E intanto il virus va.

Ogni giorno qualche centinaio in più , che sono quelli contati.

E poi chissà quanti altri che scopriremo solo vivendo.

O morendo.

Così mi arriva un flash, ed il virus d’incanto lo vedo stratega.

E’ capace di mutare, ed e’ interessante notare che le mutazioni sono endogene, ma anche esogene.

Vale a dire che sono connaturate al processo evolutivo ma possono anche provenire dall’esterno.

Io ad esempio sono convinto dell’esistenza di una creazione continua originata proprio dai flussi di informazione provenienti dalle vibrazioni originarie della creazione, oggi detto big bang, domani chissà.

E mi continua a tornare in mente la punizione divina, che però non arriva come un flash, ma con una lunga fase preparatoria.

Un virus che muta a me da l’idea di qualcosa di talmente adattivo da saper prendere la forma che serve in ogni contesto con un fine ben preciso.

La diffusione.

Ma occulta.

Ed e’ stratega proprio perche’ ci tira fuori, piano piano, e intanto ci pervade uno ad uno, quasi con dolcezza. Sembra dire come con una specie di carezza: “tranquilli, non fa male”.

E su, tutti sui carri per Auschwitz.

E’ stratega anche nell’autosopravvivenza manipolatoria.

Ci da anche l’occasione di resa.

Conviviamo in pace.

E’ possibile.

E sembra compassionevole, in fondo : se cambiate il mondo io mi fermo.

Ma invece io mi sveglio di soprassalto nel buio di questa notte solitaria perche’ lo vedo.

E’ li pronto come un avvoltoio, con becco e artigli affilati per vendicarsi.

Di cosa, direte voi?

Io non ho fatto niente.

E invece no.

Siete andati al mare.

Gaia si sta preparando.

Ora, dovete sapere che non si vede il futuro per il semplice motivo che il futuro non esiste.

Lo costruiamo noi sulla base di interconnesse interazioni probabilistiche.

Ogni istante e’ una decisione da prendere che determina le successive probabilità di emersione.

Il libero arbitrio e’ la chiave.

E va guidato con l’amore, inteso universale.

Ma in ogni caso, solo questo si può prevedere: la sequenza delle probabilità, ma senza avere la certezza che la situazione evolverà in quel senso.

Eppure a me sono arrivati i segnali.

Il che vuol dire che e’ una probabilità.

Io vi sto aspettando.

Voi non state facendo niente.

Il mondo non cambia.

E io sarò costretto a sterminarvi per far si che possiate ripartire da capo.

La catastrofe malthusiana partirà per mancanza di idee.

Nessuno sa come rilanciare l’economia.

O meglio, come liberare quella attuale verso nuove frontiere

Green deal e digital deal.

Si ma quando?

Si ma come?

Non c’e’ più tempo.

Nell’onanismo della contingenza tutti si affannano a prodigarsi in briciole di assistenzialismo.

La visione del nuovo mondo non emerge.

I nostri imperi vacillano.

L’America e’ morta.

La Germania fa fatica a scrollarsi di dosso il senso di colpa e non impera.

I Russi tirano fuori un nuovo Sputnik da guerra fredda.

Gli altri imperi stanno ad aspettare.

Di India e Cina non si sa nulla.

Stanno li a bere calvadòs.

Normanni che aspettano al varco, come il virus, in attesa di potere risorgere dalle ceneri altrui.

Lo Zenilismo.

Il capitalismo Zen.

Io ci speravo.

Anzi, l’ho visto tra le interconnesse interazioni probabilistiche del tutto.

E invece per ora niente.

Solo una attesa predatoria.

Mentre intanto qua in Italia, che di certo non e’ un impero, tutti al mare.

E pensare che dovremmo essere l’aristocrazia dell’impero di santi, poeti e soprattutto utili navigatori.

Arriverà allora la mutazione zero.

Quella primigenia.

Distruttrice creazionista.

E non sarà più un dolce avvertimento.

Sarà un diluvio universale di locuste.

Che raderà al suolo questo nostro vecchio mondo.

Credete serva molto ?

Molto meno di quel che pensate.

Una nuova mutazione più mortifera.

Un lock down di qualche mese.

E poi il deserto.

E allora una vocina vi ricorderà del libero arbitrio.

Non avete fatto niente ?

Tutti al mare ?

Io vi avevo avvisato.

Con tanto amore.

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