giovedì 20 agosto 2020

2020 08 20 – Solidarietà un paro

 

2020 08 20 – Solidarietà un paro

Incubo di una notte di messa estate

 

Mi chiedono di parlare di solidarietà.

E allora riparto dall’incubo di mezza estate.

Ma si.

Scomodiamolo anche Shakespeare, primo che fa fico e secondo che e’ una anima grande che aleggia nella neurosfera dove resta infisso come centro di gravità per la mente, e magari ci da una mano.

Alle tre di mattina emergo di botto dal sonno leggero indottomi da psicofarmaci vari e mi scopro in preda ad un attacco di panico.

Lascio passare un po’ di tempo, poi mi dico che non ha senso il “siamo nati per soffrire”.

O meglio, espiare magari dobbiamo anche espiarne tante, ma se possiamo evitare tanto meglio.

Fuor d’ogni misticismo sono certo di avere la soluzione di chimica neuroscensatezza e annaspo la mano nel cassettino dei medicinali, alla ricerca di Xanax e Stilnox.

Scopro con terrore che sono finiti.

E inizia la mia notte di passione.

Così mi metto a pensare a cosa mi ha svegliato.

In principio, e anche in posticipo, furono le immagini dei vacanzieri.

Covid dimenticato, tutti stressati, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare.

E ovviamente, in discoteca.

In realtà non e’ propriamente dimenticato, ma scopriremo presto che era solo stato oggetto di rimozione, pericoloso meccanismo psicologico detta anche sindrome dello struzzo, il quale potrebbe anche fare tenerezza, finche’ non arriva un leone a sbranarti, mentre tu ti senti al sicuro solo perche’ non ti guardi intorno.

E così mi appare chiara la visione di un mondo sempre più pervaso di viralità, in certi posti molto più surrettiziamente che in altri.

Tra questi, come evidente, l’Italia, dove il nostro amato Bel Paese alla “de noartri” ce la sta mettendo in culo.

Eh si.

Vorrete mica rinunciare ad una settimanina al mare? Tre giorni in montagna? Vogliamo non fare un salto in una delle nostre amate meraviglie? Almeno una grigliatina e un balletto con gli amici, valà.

E intanto il virus va.

Ogni giorno qualche centinaio in più, che sono solo quelli contati prima del rientro.

E poi chissà quanti altri, che scopriremo solo vivendo.

O morendo.

Così mi arriva un flash, ed il virus d’incanto lo vedo stratega.

E’ capace di mutare, sembra fatto apposta per diffondersi. Mentre lo becchi, quello cambia forma.

Ed e’ interessante notare che le mutazioni sono endogene, ma anche esogene.

Vale a dire che sono connaturate al processo evolutivo ma possono anche provenire dall’esterno.

Così mi continua a tornare in mente la punizione divina, che però non arriva come un flash, ma con una lunga fase preparatoria.

Una punizione mutante, seppur per niente mutevole.

Ed e’ stratega proprio perche’ ci tira fuori, piano piano, e intanto ci pervade uno ad uno, quasi con dolcezza. Sembra dire come con una specie di carezza: “tranquilli, non fa male”.

E su! Tutti sui carri per Auschwitz.

E’ stratega anche nell’autosopravvivenza manipolatoria.

Ci da anche l’idea dell’occasione di resa.

Conviviamo in pace, sembra dire.

E’ possibile.

E sembra compassionevole, in fondo : se cambiate il mondo io mi fermo.

Ma invece io mi sveglio di soprassalto nel buio di questa notte solitaria perche’ lo vedo.

E’ li pronto come un avvoltoio, con becco e artigli affilati per vendicarsi.

Di cosa, direte voi?

Io non ho fatto niente.

E invece no.

Siete andati tutti al mare!

Gaia si sta preparando: vi sto aspettando. Voi non state facendo niente. Il mondo non cambia.

E io sarò costretta a sterminarvi per far si che possiate ripartire da capo.

La visione del nuovo mondo non emerge.

Gli imperi vacillano, senza niente altro che un’attesa predatoria.

Mentre intanto qua in Italia, che di certo non e’ un impero: tutti al mare!

Arriverà allora la mutazione zero.

Quella primigenia.

Distruttrice creazionista.

E non sarà più un dolce avvertimento.

Sarà un diluvio universale di locuste.

Che raderà al suolo questo nostro vecchio mondo.

Credete serva molto ?

Molto meno di quel che pensate.

Una nuova mutazione più mortifera.

Un lock down di qualche mese.

E poi, il deserto.

E allora, grandi e “puerini” della terra, una vocina vi ricorderà del libero arbitrio.

Non avete fatto niente ?

Tutti al mare ?

Io vi avevo avvisato.

Pure con tanto amore.

E quindi solidarietà.

Alla romanesca: solidarietà?

Un paro de coijoni.

Tutti al mare?

Tutti in discoteca?

E allora crepateci voi.

Io non sono solidale.

Sempre con tanto amore.

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