lunedì 27 aprile 2020

2020 04 25 – Estinguiamoci, che facciamo un favore all’universo


2020 04 25 – Estinguiamoci, che facciamo un favore all’universo
Se il coronavirus e’ solo la grande prova generale di come il mondo, Gaia, ci rigetterà, arriverà prima o poi qualche cataclisma, naturale, sociale o economico che sia, che ci spazzerà via per davvero.
Ma noi abbiamo la conoscenza e gli strumenti per porre rimedio a tutte le nostre malefatte e prevenire l’apocalisse, e il virus ci obbliga ad adottare nuove configurazioni comportamentali in potenza salvifiche.
Però mentre il mondo della gente normale si ritrova a mettere in campo mille modalità di solidarietà ed adattabilità, chi governa continua a litigare. Sulle misure da adottare, sulla prevenzione da realizzare, su chi abbia creato il virus, e così via, continuando a generare sofferenza e disperazione.
Ecco allora che mentre io immagino la fusion tra il “we have a dream” e il “yes we can” il mondo si arrabatta tra i suoi mille particolarismi, di grande o piccolo taglio che siano.
E mentre io immagino, la gente si ammala, muore o perde il lavoro, proiettandosi come minimo in uno stato di collettiva ansia di massa.
La soluzione che ci propinano e’ riaprire le attività, e questa  una scelta obbligata soprattutto per prevenire ulteriori tensioni sociali e shock economici, ma allo stesso tempo apre le porte ad una immensa ondata di ritorno difficilmente controllabile.
Io non credo all’informazione di regime, per cui ne faccio la tara ogni volta che me la propongono.
Allora, quasi quasi, abbandono il pensiero positivo che faticosamente cerco di salvaguardare e propongo un’altra soluzione.
Non confido tanto nella capacità di Gaia di autoregolarsi e sopravvivere rigettandoci di conseguenza  almeno in parte.
Penso a qualcosa di più vasto.
Sofferenza per sofferenza sarà l’universo che ci rigetterà.
Come un sistema immunitario con un virus o con un tumore, verremo espulsi dal creato come corpo estraneo non soltanto moralmente indegno di farvi parte, ma soprattutto fattore di disturbo interstellare.
A quanti è mai venuto in mente che tutta la sofferenza che produciamo genera onde, in principio psichiche ma che in seguito, tra campi elettromagnetici e gravitazionali, veicoleranno onde varie, che si diffondono oltre il pianeta e l’atmosfera?
E’ come un campanello di allarme, un segnale di pericolo che l’universo continua a ricevere o assorbire, in apparenza impotente.
Una configurazione di energia cosmica negativa, che per sua natura ne attirerà di più negative.
Pensate ad un lamento universale : Ah…,ah….,ah,….
E che palle!
Un giorno il cosmo si romperà i coglioni e ci azzittirà. E forse quel giorno sta arrivando.
Senza arrivare ad immaginare alieni che vengano a distruggerci esasperati dalla nostra distonìa, è dunque bene pensare al costante fremito di dolore che emaniamo.
Prima o poi tornerà indietro.
Come se fossero onde sonar, prima o poi rimbalzeranno e torneranno indietro.
E se anche non dovessero tornare indietro tanto presto, perche’ l’universo e’ parecchio più grande di noi e per attraversarlo ci vuole un bel po’ di tempo, è una vibrazione negativa in costante trasmissione dalla terra.
Il cui rimbalzo prima o poi ci colpirà come un Gran Ceffone tiratoci in faccia col dorso della mano.
Per questo mi piace provocare, ma non troppo, dicendo “estinguiamoci, così facciamo un favore all’universo”.
Eviteremo in tal modo di diffondere un fastidioso ronzìo come quello di una grande zanzara, destinata a farsi  schiacciare per ordine naturale delle cose.


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