sabato 2 gennaio 2021

2020 01 02 – Storni vulgari e ristori capitali

 2020 01 02 – Storni vulgari e ristori capitali

Torniamo al nostro viaggio alla ricerca di notizie interessanti, possibilmente nessali seppur in apparenza acausali.

La notizia del primo dell’anno è che a Roma è stata strage di uccelli trovati a centinaia sull’asfalto.

Centinaia di storni sono stati ritrovati a terra in tutta la zona del centro di Roma attorno alla stazione Termini, da via Cavour a piazza Esedra a via Nazionale.

L'organizzazione internazionale protezione animali si è affrettata ad imputare la strage ai botti di capodanno, che andrebbero vietati per evitare sofferenza volatile.

Intanto pare che sarebbero uccelli qualunquemente agenerici, essendo solo storni, storni vulgari.

Sono uccelli molto gregari e si riuniscono in stormi che possono contare diverse centinaia di individui.

L’oipa non ci dice perché mai dovrebbero fare quello che fanno, ma comunque dopo aver trascorso l'intera giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di storni si dirigono verso i "dormitori", costituiti da canneti o gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori.

Tutti gli atri uccelli non sarebbero così intimoriti dai botti.

Oppure se ne restano quatti quatti nei loro anfratti.

Mentre gli storni, solo loro, si alzano in volo ma perdono la loro sincronìa di massa e vanno a sbattere da tutte le parti.

Così forti da restarci secchi, come gli uccelli di Hitchcock.

Gli storni sono tra quei fenomeni della natura a dir poco spettacolari.

Creano nuvole di stormi che volano perfettamente sincroni, in moto isterico casuale, cambiando improvvisamente direzione ma ritornando sempre in formazione.

Un po’ come fanno certi banchi di pesci, capaci di separarsi ed ammantare un predatore, in modo da fargli perdere il quadro di quello che credeva essere l’insieme.

Agli storni capita se arriva un falco, ma in realtà lo fanno costantemente a prescindere dal predatore.

Questa capacità di stormeggiare è citata tra i tanti esempi, non di esclusiva pertinenza del regno animale, di comportamenti emergenti nelle teorie sui sistemi adattivi complessi.

Come facciano a configurarsi in nuvola non glielo insegna nessuno, eppure lo fanno, e il fenomeno viene attribuito alla capacità intrinseca all’essere di ordinarsi da solo.

La risposta è sorprendentemente semplice: la combinazione di tre semplici comportamenti, adottati in isolamento da ciascuno degli uccelli, fa emergere un comportamento del sistema degli uccelli presi nel loro insieme, che è dovuto esclusivamente alle loro interazioni. Quindi, niente leader.

Radar, vista, onde elettromagnetiche, percezione della prossimità da gravità alare, tutto quello che volete.

Ma la realtà che sta di fatto è che l’ordine emerge dal caos per ordine naturale delle cose, dalla interazione di alcune comportamentali dinamiche di base.

Sono fatti così.

E’ il segreto delle spettacolari coreografie di uno stormo, ma non solo.

Leggere il link è obbligatorio.

La teoria, oramai non più teoria, si applica, in grafica, in fisica, in chimica, in biologia, in sociologia e in chissà quale altra ìa.

La cosa interessante però, è che il modello dello storno è applicato anche allo studio della diffusione di virus pandemici, per spiegarne proprio il comportamento aggregante.

E così sembrerebbe terminato il post.

Ma non saremmo semper nessalis se non cercassimo il nesso estremo.

Allora diciamo che tre comportamenti guidano lo stormo.

Un uccello non collide con gli altri perchè cerca di mantenere una certa separazione.

Ma un uccello isolato è facile preda di predatori e quindi tutti cercano di tenersi coesi al centro.

Per fare ciò mantengono l’allineamento con gli altri.

Il tutto in costante iterata interazione la quale determina l’ordine emergente.

Dei tre comportamenti i primi due sono istintivi, il terzo, pur più che istintivo, può essere perturbato da fenomeni esterni come i campi elettromagnetici o gravitazionali.

Gli uccelli migrano e volano mica per niente.

Ora tornando ai nessi, gli antichi capitolini avrebbero visto nella morìa di capodanno un oscuro presagio.

E noi ci ricordiamo che intanto dallo spazio, la neurosfera si dispera e manda le sue onde, elettromagnetiche, messaggere di presagio foriere, fino da proxima centauri che ci dice sempre la stessa cosa da eoni: state attenti a scherzare col fuoco, passa il tempo e restate arretrati.

Nel frattempo un centro di gravità per la mente trasferisce a terra maledizioni capitali per l’indecisione culminata poi nell’invocazione allo stefanos santos, trasmettendo un’onda gravitazionale in guide d’onda per quella elettromagnetica, mentre concepisce una pernacchia di speranza, di ristori economica, rivolta giusto alla capitale.

L’onda gravitazionale porta il messaggio radio fino a destinazione, alla capitale della nazione.

Tutti i kalimeriggianti, chiusi e fermi in casa per la virale prescrizione, fungono da antenna, recettore e trasmissore, praticamente un amplificatore, rimbalzando le onde come una deflagrazione.

Gli storni, particolarmente dotati dei tre comportamenti emersivi, tra cui il terzo di gravità e elettromagnetismo assai recettivo, finiscono abbrustoliti di risonanza e ridondanza gravignetica.

Altro che funesto presagio.

Questa è scìensa.

In tutto questo il virus che fa ?

Se non si è elettrolizzato, che contrariamente agli uccelli che stano in aria quello è fatto per stare in acqua nella quale la propagazione della deflagrazione gravignetica è attutita ma pur sempre elettrolita, non ci resta che l’arma di mia mamma.

Se tantascìensa non abbastasse, rivolgiamoci all’animadellimortaccimundi.

Mammanima, andrà tutto bèn?

Sperèm.

Che ci perdonino le animelle stornelle.

In guerra ci sono i danni collaterali.

Se è per questo abbiamo sterminato anche le animelle virelle.

Ma d’altronde anche il vaccino l’avrebbe estinto, il piccino.

 

Kalimmudda zompomortalicum fecit

A testa in giù

 







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