Torniamo al nostro viaggio alla ricerca di notizie
interessanti, possibilmente nessali seppur in apparenza acausali.
La notizia del primo dell’anno è che a Roma è stata strage
di uccelli trovati a centinaia sull’asfalto.
Centinaia di storni sono stati
ritrovati a terra in tutta la zona del centro di Roma attorno alla stazione
Termini, da via Cavour a piazza Esedra a via Nazionale.
L'organizzazione internazionale
protezione animali si è affrettata ad imputare la strage ai botti di capodanno,
che andrebbero vietati per evitare sofferenza volatile.
Intanto pare che sarebbero uccelli qualunquemente agenerici,
essendo solo storni, storni
vulgari.
Sono uccelli molto gregari e si
riuniscono in stormi che possono contare diverse centinaia di individui.
L’oipa non ci dice perché mai
dovrebbero fare quello che fanno, ma comunque dopo aver trascorso l'intera
giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di
storni si dirigono verso i "dormitori", costituiti da canneti o
gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente
le postazioni migliori.
Tutti gli atri uccelli non sarebbero così intimoriti dai
botti.
Oppure se ne restano quatti quatti nei loro anfratti.
Mentre gli storni, solo loro, si alzano in volo ma perdono
la loro sincronìa di massa e vanno a sbattere da tutte le parti.
Così forti da restarci secchi, come gli uccelli di Hitchcock.
Gli storni sono tra quei fenomeni della natura a dir poco
spettacolari.
Creano nuvole di stormi che volano perfettamente sincroni,
in moto isterico casuale, cambiando improvvisamente direzione ma ritornando
sempre in formazione.
Un po’ come fanno certi banchi di pesci, capaci di separarsi
ed ammantare un predatore, in modo da fargli perdere il quadro di quello che
credeva essere l’insieme.
Agli storni capita se arriva un falco, ma in realtà lo fanno
costantemente a prescindere dal predatore.
Questa capacità di stormeggiare è citata tra i tanti esempi,
non di esclusiva pertinenza del regno animale, di comportamenti emergenti nelle
teorie sui sistemi adattivi complessi.
Come facciano a configurarsi in nuvola non glielo insegna
nessuno, eppure lo fanno, e il fenomeno viene attribuito alla capacità
intrinseca all’essere di ordinarsi da solo.
La risposta è sorprendentemente semplice: la combinazione di
tre semplici comportamenti, adottati in isolamento da ciascuno degli uccelli,
fa emergere un comportamento del sistema degli uccelli presi nel loro insieme,
che è dovuto esclusivamente alle loro interazioni. Quindi, niente leader.
Radar, vista, onde elettromagnetiche, percezione della
prossimità da gravità alare, tutto quello che volete.
Ma la realtà che sta di fatto è che l’ordine emerge dal caos
per ordine naturale delle cose, dalla interazione di alcune comportamentali dinamiche
di base.
Sono fatti così.
E’ il
segreto delle spettacolari coreografie di uno stormo, ma non solo.
Leggere il link è obbligatorio.
La teoria, oramai non più teoria, si applica, in grafica, in
fisica, in chimica, in biologia, in sociologia e in chissà quale altra ìa.
La cosa interessante però, è che il modello dello storno è
applicato anche allo studio della diffusione di virus pandemici, per spiegarne
proprio il comportamento aggregante.
E così sembrerebbe terminato il post.
Ma non saremmo semper
nessalis se non cercassimo il nesso estremo.
Allora diciamo che tre comportamenti guidano lo stormo.
Un uccello
non collide con gli altri perchè cerca di mantenere una certa separazione.
Ma un
uccello isolato è facile preda di predatori e quindi tutti cercano di tenersi
coesi al centro.
Per fare ciò
mantengono l’allineamento con gli altri.
Il tutto in
costante iterata interazione la quale determina l’ordine emergente.
Dei tre
comportamenti i primi due sono istintivi, il terzo, pur più che istintivo, può
essere perturbato da fenomeni esterni come i campi elettromagnetici o
gravitazionali.
Gli uccelli
migrano e volano mica per niente.
Ora tornando
ai nessi, gli antichi capitolini avrebbero visto nella morìa di capodanno un
oscuro presagio.
E noi ci
ricordiamo che intanto dallo spazio, la neurosfera si dispera e manda le
sue onde, elettromagnetiche, messaggere di presagio foriere, fino da proxima centauri che ci dice sempre la stessa cosa da
eoni: state attenti a scherzare col fuoco, passa il tempo e restate arretrati.
Nel frattempo un centro di gravità per la mente trasferisce
a terra maledizioni capitali per l’indecisione culminata poi nell’invocazione
allo stefanos
santos, trasmettendo un’onda gravitazionale in guide d’onda per
quella elettromagnetica, mentre concepisce una pernacchia
di speranza, di ristori economica, rivolta giusto alla capitale.
L’onda gravitazionale porta il messaggio radio fino a
destinazione, alla capitale della nazione.
Tutti i kalimeriggianti, chiusi e fermi in casa per la
virale prescrizione, fungono da antenna, recettore e trasmissore, praticamente
un amplificatore, rimbalzando le onde come una deflagrazione.
Gli storni, particolarmente dotati dei tre comportamenti
emersivi, tra cui il terzo di gravità e elettromagnetismo assai recettivo,
finiscono abbrustoliti di risonanza e ridondanza gravignetica.
Altro che funesto presagio.
Questa è scìensa.
In tutto questo il virus che fa ?
Se non si è elettrolizzato, che contrariamente agli uccelli
che stano in aria quello è fatto per stare in acqua nella quale la propagazione
della deflagrazione gravignetica è attutita ma pur sempre elettrolita, non ci
resta che l’arma di mia mamma.
Se tantascìensa non abbastasse, rivolgiamoci
all’animadellimortaccimundi.
Mammanima, andrà tutto bèn?
Sperèm.
Che ci perdonino le animelle stornelle.
In guerra ci sono i danni collaterali.
Se è per questo abbiamo sterminato anche le animelle
virelle.
Ma d’altronde anche il vaccino l’avrebbe estinto, il
piccino.
Kalimmudda
zompomortalicum fecit
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