sabato 26 dicembre 2020

2020 12 26 – Stefanos santos vaccìna nos tu

2020 12 26 – Stefanos santos vaccìna nos tu
 
Στέφανος, Stephanos letteralmente significa corona.
In senso lato, il nome è interpretabile come coronato, incoronato.
Oh, quanta associazione si apre al mio neurone.
Ma la conservo per il coacervo che servo.
Non iniziamo mica bene, però, se dobbiamo rivolgerci al protomartire incoronato.
Protomartire vuol dire  il primo martire, fattosi lapidare per testimoniare la propria fede in Cristo.
Ma a me sa pure di  protozoo
Che sembra una roba piccola simile a un virus.
Incoronato vincitore dell’anno.
Io però protomartire non mi ci vedo mica.
Ho come un protozìo nelle orecchie che mi bisbiglia di dovere essere il primo inoculato, che sembra un doppio senso triviale, ma intende martire sull’altare della scienza, a far vedere l’effetto che fa.
Il vaccino, no?
Oddio che palle
Adesso iniziano le tarantelle.
Persuasioni, esortazioni, incitamenti, ammonimenti.
Tutti a dire la loro, tutti a vomitare paternali, tutti a girare video virali di iniezioni aletali.
Perché ci vogliono convincere di plateale manipolazione?
Neppure velata, mi fa domandarmi perché tutto questo dubbio.
Che c’è da convincere?
Obbligate.
Governi di Stati siate, mica parlamentii stagionali d’inverni.
Oppure avete davvero qualcosa da nascondere.
Nel caso contrario, io voglio un po’ di sano regìme.
Voglio essere governato.
Non voglio essere consultato.
Da elezioni perenni disturbato.
Con l’illusione di essere democratizzato.
Ecco, mi tocca pure tirare fuori la solita ritrita battuta di Churchill.
“È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.”
Ma quante balle.
Quello faceva il bello e il cattivo tempo, gingillandosi con tutto un parlamento fino a portarselo in guerra con tutto un regno.
Certo, Hitler andava sconcepito, ma a me mi sa che a quel Wynston li sotto sotto gli piaceva a giocare al sovrano illuminato.
Mhhh….
Ecco, Stefanos santo incoronato.
Ecco cosa puoi fare per noi.
Un miracolo.
Abbiamo 600 disperati crocifissi ad uno scranno.
Raccomanderanno per il capodanno di non far danno.
E poi di fare il vaccino, caprino, pecorino.
Come fossimo, o fossero, un bambino.
Invocazione di libero arbitrio.
Certo, una conquista dell’umanità indispensabile a districarsi nei meandri di ogni interconnessa intersezione probabilistica di cui è fatta la sostanza del tutto.
Lo so che questo è complesso, ma voglio dire che da quando hanno scoperto la quantistica il dogma è stato definitivamente soppiantato dal dubbio, che è l’essenza della ragione quando si spande nel gravitone.
Ma quante psicopippe.
Ma quale arbitrio.
Io voglio un sovrano illuminato.
Che a ragion di stato veduta mi obblighi a farmi ‘sta pera.
Di più.
Pretendo un imperioso tiranno, che vedendo il lumen pe’ i men, decida lui cosa fare e si imponga a guidare.
E tiriamo fuori pure la seconda ritrittata.
Scomodiamo pure il caro Plato, dal suo iperuranio dove sono sicuro si sarà rintanato, a vita privato.
La repubblica e la tirannia.
“La sete di libertà. Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei  coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.”
Ma magari.
Ma che niente niente Platone aveva visto i nostri parlamenti e governucci niente niente iperuranici?
Tirannia, dpcm, sparlamentazione.
Pare di sentirla l’opposizione.
Ma no, povero Conte Peppiniello, che doveva fare.
Si un po’ di confusione, un approccio rateale, qualche debito mondiale, ma io al suo posto non mi ci sarei voluto trovare.
Uno pensava a un tranquillo governucciolo come tanti  e invece gli scoppia tra le mani il bubbone pestilenziale, metafora quanto mai azzeccata.
Conte.
Conte, conte, conte…….duca, marchese, principe,….ah no ecco : sovrano.
Ma che dico sovrano, despota, che poi suona tanto tiranno.
Ma io voglio quello illuminato.
Stefanos santos, tu che con Plato da sopra ci aleggi, incorona qualcuno, ma che di lumen via fedi.
Assolutamente illuminoso,cogli chi sia rispettoso.
E vi cito la tripletta, questa volta che l’ho letta.
Roba grossa, immanualesca, da manual dell’intelletto.
«L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro: Sapere aude!  Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo.»
E ci lascio pure la didascalìa,o che si chiami come che sia :
Immanuel KantRisposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?1784
Centennio di rivoluzioni delle archìe, quello.
Ancora poco e arriverà il secolo delle rivoluzioni, per esasperazioni  d’intellettiva carenza.
Ma intanto si partì dal dispotismo illuminato.
Assolutismo, si, ma almeno illuminato.
Detenere archetipici poteri, legislativoesecutivo e giudiziario esercitati in maniera assoluta per diretto diritto divino dei re.
Stefanos, questi in pratica si credevano Dio.
Ma poi con qualche lumen sono arrivate le  costituzionali, con le Costituzioni a limitare i poteri dei re, poveretti, ritrovatisi di botto a scoprire i diritti dei cittadini e a dovere rispettare norme sociali e religiose.
Altra storia la tirannide: il tiranno è colui che governa senza legittimità né limiti.
Quello che fa per noi, quindi, è il tiranno illuminato.
Un ossimoro di archìe.
Che d’audere sapere conosca le vie.
E ci guidi diretto, verso il mondo perfetto, vaccinando per legge, ogni pecora e gregge.
Si, in effetti, memento un momento anche Fransisco, che siam sotto Natale, e una bolla papale, non ci sta neanche male.
Ci manca solo la selezione pecorina, a distribuzione vaccina malandrina.
Insomma, alla fine:
ho visto un re.
Ma lui no.
Lui non piangeva.
Anzi ridacchiava.
Perché lui decideva.
Per tutti i suoi vilàn.
Di fargli ‘sto vaccìin.
Il fatto l’è…
Il fatto l’èeee:
che sempre audere
s’adda ‘mperare
che il dubitare
fa sprofondaaar.
Za za za.
 
C’è pure la perla di Natale.
C'era il re. Al seggio
.

 

 

Kalimmudda vaccinatòr synfisicamente audet

 







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