domenica 24 agosto 2014

2014 08 24 – Imperialismi, imperi e insiemistica imperiale



Dopo l’Italia avevo in mente di passare alla struttura economica dell’Europa, poi ho deciso di passare direttamente alla scala superiore.
Sono anche stato indotto dalle recenti dichiarazioni Ansa - Foley paga anche imperialismo USA.
Evento sul quale non si può ne si deve dire o fare nulla, se non condannarlo categoricamente.
Tenendo presente che le questioni geopolitiche sono davvero complicate e non possono essere trattate come argomenti da bar.
Dichiarazioni quindi inopportune, per due motivi.
Il primo è sempre il solito: si trasmette energia a chi proprio quella sta cercando. E bastava osservare attentamente il video per capire che il boia voleva proprio quello.
Pare proprio di avere a che fare con un esperto di comunicazione, che ha architettato il dramma a sua utilità.
Da un lato un uomo in nero, colore di morte. Senza viso, simbolo di inafferrabilità. In piedi, immagine di dominanza.
Dall’altro un uomo in arancione, colore di Guantanamo dice il dichiarante, ma anche di pace orientale, rasato per fare risaltare a pieno solo i lineamenti di un viso, senza accessori. Per rappresentare tutta l’umanità, pallida, occidentale. In ginocchio, immagine di sudditanza.
Chi ha rilasciato la dichiarazione di cui sopra, ha fatto esattamente quello che il terrorista voleva.
Gli ha dato risonanza. Sempre parlando in termini di psichiatria quantica.
Rendendosi inconsapevolmente complice.
Il punto però è un altro.
E’ ovvio che l’imperialismo USA abbia giocato il suo ruolo.
La definizione che da Wikipedia di impero è bella e appropriata: Impero è un concetto complesso che ha connessioni con la storia, la politica, l’economia, il diritto, la linguistica; ma anche la logica e la mitologia avrebbero da dire la loro parte. In realtà, più che un concetto, “impero” è un sistema semantico (cioè un sistema di significati).
E gli USA sono un impero.
Ed è naturale che per il solo fatto di esistere possono attirare come una calamita anche nefandezze camuffate da spirito libertario. E’ naturale proprio perchè sono un punto di riferimento.
Ma queste nefandezze vanno riconosciute per quello che sono: una distorsione manipolatoria a proprio uso e consumo.
Io non sono un amante dell’imperialismo, ma al tempo stesso cerco di ricordare che la realtà è più complessa, articolata, di quello che si vede in superficie. Ed è stratificata.
Così io ricordo bene, anche se la liberazione non l’ho vissuta, che gli USA ci hanno liberato. Come i Russi, del resto. Anche essi impero. Era 70 anni fa, non 700.
E so che c’è qualcuno che pensa che fosse per il mercato. Per mettere in piedi il piano Marshall, ad esempio.
Ma credete davvero che si possano mandare a morire milioni di soldati con il deliberato scopo di vendere qualche hamburger ?
Dietro c’è sempre un insieme di motivi. Tra questi io continuo a credere comunque anche all’ideale di libertà, che non è solo un modo di dire. Ci vuole meno cinismo per vivere.
E questo è un esempio di “cambio di livello” nel sistema semantico di cui sopra. Si passa ad uno strato più elevato.
Ma ci si può spostare nelle configurazioni di realtà anche in orizzontale.
Non solo verso ideali più elevati, ma anche utilitaristici, il che non vuol dire renderli esclusivi.
Ad esempio le guerre in Iraq furono fatte per la libertà degli Iraqeni ? Forse una componente di difesa di quel popolo c’era davvero. Di sicuro c’era in molti soldati. Ma sicuramente una ragione dominante era il petrolio. E quindi, che si fa? Si grida al diavolo Americano?
Io penso che si dovrebbe invece ricordare che buona parte di questo mondo attuale è stato creato in larga parte a immagine e somiglianza proprio degli USA.
E con tutte le sue storture e devianze e violenze, e’ un mondo di cui dobbiamo essere grati. E’ ancora il migliore che sia mai esistito.
Certo, al tempo stesso sono gli stessi suoi inventori che perpetrano anche ingiustizie e violenze.
Ma il problema sono proprio queste ultime. Da condannare per me non sono gli USA, quindi, ma solo le violenze e diseguaglianze che ancora alimentano.
Tornando al petrolio, si deve poi ricordare che tutto questo mondo è fondato sul petrolio.
Che volenti o nolenti funziona ancora così.
E che il petrolio è al risorsa strategica planetaria che permette a tutti di andare in giro in macchina. O in larga parte di accendere le luci.
Così facendo si capirebbe che c’è anche un altro modo di vedere le cose.
Possibile che non venga in mente che se il terrorista che ha decapitato Foley fosse il libero padrone del suo petrolio nazionale, ci potrebbe mettere in ginocchio con poche mosse o qualche click di computer ?
La difesa della primaria fonte di energia planetaria è un fatto di interesse globale. E’ davvero ipocrita fare finta che non sia così.
Certo, è naturale obiettare che il terrorista è tale perché oppresso e affamato. E questo è evidente.
Ma il dato di fatto è che la situazione è questa. E il problema è nutrirlo, non legittimarlo.
Certo, gli USA si arricchiscono anche con il petrolio.
E a volte fanno più danni che benefici.
Ma questa situazione è quella che bisogna evolvere. E’ un equilibrio che va spostato. Non travolto.
Troppo facile (e davvero deprecabile) quindi gridare “americani cattivi ve lo siete meritato”.
Soprattutto se a farlo è qualcuno seduto su una poltrona in parlamento.

Imperialismi, imperi e insiemistica imperiale
In ogni caso, è bene ricordare che gli Usa, oramai, non sono più l’unico impero esistente.
C’è la Cina certamente. Cosa c’è di più imperialista di produrre qualsiasi cosa a 1 cinquantesimo di quanto eravamo abituati, per imporci i bisogni e drenarsi la nostra moneta ?
Ma c’è la Russia, che con il gas darà dimostrazione di imperialismo molto presto, secondo me.
C’è l’India, che è un innesto di impero inglese in un altro territorio.
E così via. Chi si senta infastidito dalla presenza di un impero, farà bene ad abituarsi, quindi.
Insomma, ricordiamoci di essere noi stessi italiani, una colonia.
E che sugli altrui imperi, noi italiani da sempre ci campiamo.
E arriviamo così al nocciolo della questione.
Tempo fa una persona informata sui fatti mi ha parlato di “imperialismo solidale” degli USA.
Non sono sicuro che non fosse un modo di deviarmi l’attenzione. C’è gente che ancora si diverte così.
La tesi era che gli USA, avendo una bilancia commerciale da sempre negativa, alimentano le altre economie mondiali costituendo di fatto un mercato di sbocco. Gli USA sono domanda.
E questo è noto da sempre. Non a caso si dice che se la locomotiva USA non viaggia, dietro non viaggia nessuno.
Dati alla mano, è innegabilmente vero. Si parla di circa 400 miliardi di dollari/anno di bilancia commerciale negativa (300 miliardi in euro).
Al tempo stesso non si deve però nemmeno eccedere in desiderio di protagonismo.
300 miliardi su un PIL mondiale di 55.000 miliardi non sono evidentemente la sola determinante principale.
Di seguito ho quindi riprodotto i dati principali a livello mondiale delle principali economie imperiali.
La tabella riporta innanzitutto i principali dati dei primi 8 “imperi economici” del pianeta (dati Fmi).
Sembra una provocazione, ma se ci si ferma ai primi 8 Paesi, cioè all’India, si osserverà che sono proprio storicamente tutte realtà “imperiali”. Un motivo ci sarà.
Dal 9° al 18° paese, i Paesi sono stati inseriti per arrivare a  una somma prossima al totale generale. 87% del PIL mondiale (Colonna O e P) e 97% del debito netto (Colonna Q e R).
In testa ci sono i 28 paesi UE, ordinati per PIL decrescente. I primi 5 paesi totalizzano euro 8 mila miliardi di PIL su 10 totali, e quasi 6 su 7 di debito netto.
Il raggruppamento di questi 28 paesi per me ha del miracoloso.




Per questo lo considero come un tutt’uno.
E’ il primo impero autoproclamato della storia dell’uomo.
E con una differenza sostanziale: è nato e si proclama “non violento”.
Ed economicamente parlando è secondo soltanto agli USA.
In coda invece sono riportate le tabelle comprendenti tutti i 190 paesi.
Anche se dovrebbe essere storia nota, val la pena di puntualizzare alcuni punti.
Tenendo presente il titolo, con il quale volevo proprio dire che immagino un prossimo futuro con alcuni macroblocchi, connessi tra loro (o sovrapposti, come si dice in insiemistica) da aree di sovrapposizione.
La bilancia dei pagamenti è una di queste.

Pil – Colonna A
I primi 5 imperi totalizzano 35.000 miliardi su 55 di PIL. Il 65% del Pil mondiale, per 2,3 miliardi di persone.
I primi 10 Paesi, totalizzano 43.000 miliardi di PIL. Il 78% del Pil mondiale, per 3,9 miliardi di persone.
La concentrazione eccessiva di ricchezza è un fatto noto.
Al tempo stesso 4 miliardi di persone si trovano in zone del mondo che offrono possibilità di sopravvivenza. Naturalmente va considerata a parte la Cina, ma il dato totale rimane.
Ed è proprio questo che ci deve ricordare che questo mondo è il migliore mai esistito.

L’esclusivo club dei debitori – Colonna B, C, E, F
Una cosa è una certezza assoluta.
Il debito è un problema di pochi intimi. Ed è un problema di pochi intimi ricchi. I poveri di debiti non ne hanno.
In termini di debito al netto di asset liquidi e riserve in genere questi 5 imperi totalizzano il 93% del debito.
Se si scende fino all’11° paese, il debito netto è pari al 99%. Sono 4 miliardi di persone.
Ciò vuol dire che almeno 3 miliardi sono i poveri, che di debito non ne hanno.

Debito lordo e debito netto – Colonna D
E’ interessante notare come ci sia una grande differenza tra la nozione di debito lordo e debito netto.
Tutti fanno riferimento alla prima. Ma  a livello mondiale ci sono 17.593 miliardi di differenza, dati da “value of gold, debt securities, loans, insurance, pension and other account receivable items”.
Per l’Italia ad esempio, si tratta di 335 miliardi su 2.034 totali.
E’ noto come i grandi detentori di riserve siano proprio i grandi ricchi: USA (2.900 mld), Cina (1.500 mld), Giappone (3.900 mld), India (900 mld), Canada (684 miliardi).
Ma L’Europa è la seconda al mondo, con 2.700 miliardi di euro.

Entrate e uscite governative – Colonna H, I, L
Il netto, colonna L, rappresenta una sorta di avanzo di bilancio.
Si vede quello italiano, pari a 10 miliardi. I dati Fmi sono leggermente diversi da quelli usati per l’analisi Italia, ma danno comunque l’idea perché sono omogenei per tutti.
E’interessante vedere come si comportano gli imperi.
Gli USA ad esempio, hanno un disavanzo annuale di 700 miliardi di euro (colonna L). E’ anche questo, oltre al saldo BOP (Balance of payment) che li ha portati al livello di debito lordo dell’104 %. 13.000 miliardi.
Ma fortunatamente ci sono riserve per 2.900 miliardi, che riportano il debito netto all’ 81%.
Secondo me è certo, però, che la politica monetaria espansiva USA non potrà andare avanti all’infinito.
Il secondo in classifica è il Giappone, con 195 miliardi di disavanzo. Il Giappone è una anomalia, ed è anche un modello su cui poggia la teoria del lasciare crescere il debito europeo.
Il debito lordo Giapponese è pari al 243%. 8.800 miliardi rispetto a 3.600 di PIL.
Bisogna però sempre tenere presenti le riserve. Al netto di 4.900 miliardi di riserve il dato percentuale diventa il 134%.
Quindi non è vero che il Giappone resiste con un debito stratosferico.
Il dato netto è dello stesso ordine di grandezza di quello italiano, ed infine degli altri imperi.

Investimenti
A livello globale, tutti gli imperi investono.
Il totale mondiale è 13.900 miliardi.
La colonna N riporta i dettagli per paese.

Consumi calcolati
Il dato è calcolato sottraendo al PIL, gli investimenti e la Bilancia dei Pagamenti
Quella dei consumi, a livello macroeconomico, è la grandezza principale.
Il mondo consuma per 40.000 miliardi, di cui 8.800 l’Europa, 9.700 gli USA e così via (Colonna “blank”).
E’ su questa scala, che le politiche economiche classiche hanno senso, secondo me.
E’ su questa scala che spostare domanda e offerta può avere effetti.
Mentre sulla scala italiana tutto rimane marginale.

BOP e insiemistica imperiale (dati in USD)


E’ a livello di BOP, che si può vedere bene l’interconnessione tra imperi o almeno aree di influenza.
In realtà ci vogliono i dati di dettaglio tra singoli paesi, ma già con il totale qualche idea ce la si può fare.
E comunque per questo parlo di insiemistica.
Il mondo può essere visto come una sommatoria di tanti singoli insiemi, i quali hanno delle aree (delle superfici) di sovrapposizione.
Il saldo netto totale della BOP mondiale dovrebbe essere pari a zero.
C’è chi compra e c’è chi vende, ma alla fine del “giro economia” tutto si dovrebbe nettare.
In effetti nei dati FMI non è esattamente così, ed il totale di colonna P è pari a 400 miliardi, che però sul commercio totale mondiale possono essere considerati un arrotondamento.
La tabella riporta solo 50 dei 190 e più paesi FMI. Quelli nascosti sono tutti a Bop vicina allo zero.
E’ interessante scorrere la tabella, che è stata ordinata in ordine decrescente di Bop 2013 (Colonna P).

Chi vende
La prima nazione esportatrice è la Germania. Ne abbiamo già parlato.
Segue la Cina, della quale è interessante notare la crescita dal 2.000. Anche se già nota.
3°, 6°, 8°, 9° sono paesi esportatori di petrolio, tutti in forte espansione.
Il Giappone (13 °) ha sofferto molto la crisi. Da oltre 200 miliardi di Bop, crolla a 34.
14° la Russia, che secondo me ha immense plusvalenze latenti.
L’Italia è al 18° posto. Ne abbiamo già parlato. Abbiamo una Bop tendenzialmente in pareggio ogni anno, ma poi la somma di tutte le colonne da un -332 miliardi. Evidentemente il pareggio “tendenziale”, sul lungo periodo non basta, perché è mediamente sempre un pochino sotto lo zero. Tanti niente ammazzarono il ciuccio. Quei -332 miliardi avremmo potuto investirli.

Chi compra
Sono tutti i paesi a segno -.
In larga parte gli acquisti saranno acquisti di energia.
Balza agli occhi che gli USA sono proprio i maggiori clienti del mondo.





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