Dopo
l’Italia avevo in mente di passare alla struttura economica dell’Europa, poi ho
deciso di passare direttamente alla scala superiore.
Sono
anche stato indotto dalle recenti dichiarazioni Ansa
- Foley paga anche imperialismo USA.
Evento
sul quale non si può ne si deve dire o fare nulla, se non condannarlo
categoricamente.
Tenendo
presente che le questioni geopolitiche sono davvero complicate e non possono
essere trattate come argomenti da bar.
Dichiarazioni
quindi inopportune, per due motivi.
Il primo
è sempre il solito: si trasmette energia a chi proprio quella sta cercando. E
bastava osservare attentamente il video per capire che il boia voleva proprio
quello.
Pare
proprio di avere a che fare con un esperto di comunicazione, che ha
architettato il dramma a sua utilità.
Da un
lato un uomo in nero, colore di morte. Senza viso, simbolo di inafferrabilità.
In piedi, immagine di dominanza.
Dall’altro
un uomo in arancione, colore di Guantanamo dice il dichiarante, ma anche di pace
orientale, rasato per fare risaltare a pieno solo i lineamenti di un viso,
senza accessori. Per rappresentare tutta l’umanità, pallida, occidentale. In
ginocchio, immagine di sudditanza.
Chi ha
rilasciato la dichiarazione di cui sopra, ha fatto esattamente quello che il
terrorista voleva.
Gli ha
dato risonanza. Sempre parlando in termini di psichiatria quantica.
Rendendosi
inconsapevolmente complice.
Il punto
però è un altro.
E’ ovvio
che l’imperialismo USA abbia giocato il suo ruolo.
La
definizione che da Wikipedia di impero è bella e appropriata: Impero è un concetto complesso che ha connessioni
con la storia, la politica, l’economia, il diritto, la linguistica; ma anche la
logica e la mitologia avrebbero da dire la loro parte. In realtà, più che un
concetto, “impero” è un sistema
semantico (cioè un sistema di significati).
E gli USA
sono un impero.
Ed è
naturale che per il solo fatto di esistere possono attirare come una calamita anche
nefandezze camuffate da spirito libertario. E’ naturale proprio perchè sono un
punto di riferimento.
Ma queste
nefandezze vanno riconosciute per quello che sono: una distorsione manipolatoria
a proprio uso e consumo.
Io non
sono un amante dell’imperialismo, ma al tempo stesso cerco di ricordare che la
realtà è più complessa, articolata, di quello che si vede in superficie. Ed è
stratificata.
Così io
ricordo bene, anche se la liberazione non l’ho vissuta, che gli USA ci hanno
liberato. Come i Russi, del resto. Anche essi impero. Era 70 anni fa, non 700.
E so che
c’è qualcuno che pensa che fosse per il mercato. Per mettere in piedi il piano
Marshall, ad esempio.
Ma
credete davvero che si possano mandare a morire milioni di soldati con il
deliberato scopo di vendere qualche hamburger ?
Dietro
c’è sempre un insieme di motivi. Tra questi io continuo a credere comunque
anche all’ideale di libertà, che non è solo un modo di dire. Ci vuole meno cinismo
per vivere.
E questo
è un esempio di “cambio di livello” nel sistema semantico di cui sopra. Si
passa ad uno strato più elevato.
Ma ci si
può spostare nelle configurazioni di realtà anche in orizzontale.
Non solo
verso ideali più elevati, ma anche utilitaristici, il che non vuol dire
renderli esclusivi.
Ad
esempio le guerre in Iraq furono fatte per la libertà degli Iraqeni ? Forse una
componente di difesa di quel popolo c’era davvero. Di sicuro c’era in molti
soldati. Ma sicuramente una ragione dominante era il petrolio. E quindi, che si
fa? Si grida al diavolo Americano?
Io penso
che si dovrebbe invece ricordare che buona parte di questo mondo attuale è stato
creato in larga parte a immagine e somiglianza proprio degli USA.
E con
tutte le sue storture e devianze e violenze, e’ un mondo di cui dobbiamo essere
grati. E’ ancora il migliore che sia mai esistito.
Certo, al
tempo stesso sono gli stessi suoi inventori che perpetrano anche ingiustizie e
violenze.
Ma il
problema sono proprio queste ultime. Da condannare per me non sono gli USA,
quindi, ma solo le violenze e diseguaglianze che ancora alimentano.
Tornando
al petrolio, si deve poi ricordare che tutto questo mondo è fondato sul
petrolio.
Che
volenti o nolenti funziona ancora così.
E che il
petrolio è al risorsa strategica planetaria che permette a tutti di andare in
giro in macchina. O in larga parte di accendere le luci.
Così
facendo si capirebbe che c’è anche un altro modo di vedere le cose.
Possibile
che non venga in mente che se il terrorista che ha decapitato Foley fosse il
libero padrone del suo petrolio nazionale, ci potrebbe mettere in ginocchio con
poche mosse o qualche click di computer ?
La difesa
della primaria fonte di energia planetaria è un fatto di interesse globale. E’
davvero ipocrita fare finta che non sia così.
Certo, è naturale
obiettare che il terrorista è tale perché oppresso e affamato. E questo è
evidente.
Ma il
dato di fatto è che la situazione è questa. E il problema è nutrirlo, non
legittimarlo.
Certo,
gli USA si arricchiscono anche con il petrolio.
E a volte
fanno più danni che benefici.
Ma questa
situazione è quella che bisogna evolvere. E’ un equilibrio che va spostato. Non
travolto.
Troppo
facile (e davvero deprecabile) quindi gridare “americani cattivi ve lo siete
meritato”.
Soprattutto
se a farlo è qualcuno seduto su una poltrona in parlamento.
Imperialismi, imperi e insiemistica imperiale
In ogni
caso, è bene ricordare che gli Usa, oramai, non sono più l’unico impero
esistente.
C’è la
Cina certamente. Cosa c’è di più imperialista di produrre qualsiasi cosa a 1
cinquantesimo di quanto eravamo abituati, per imporci i bisogni e drenarsi la
nostra moneta ?
Ma c’è la
Russia, che con il gas darà dimostrazione di imperialismo molto presto, secondo
me.
C’è
l’India, che è un innesto di impero inglese in un altro territorio.
E così
via. Chi si senta infastidito dalla presenza di un impero, farà bene ad
abituarsi, quindi.
Insomma,
ricordiamoci di essere noi stessi italiani, una colonia.
E che sugli
altrui imperi, noi italiani da sempre ci campiamo.
E
arriviamo così al nocciolo della questione.
Tempo fa
una persona informata sui fatti mi ha parlato di “imperialismo solidale” degli
USA.
Non sono
sicuro che non fosse un modo di deviarmi l’attenzione. C’è gente che ancora si
diverte così.
La tesi
era che gli USA, avendo una bilancia commerciale da sempre negativa, alimentano
le altre economie mondiali costituendo di fatto un mercato di sbocco. Gli USA
sono domanda.
E questo
è noto da sempre. Non a caso si dice che se la locomotiva USA non viaggia,
dietro non viaggia nessuno.
Dati alla
mano, è innegabilmente vero. Si parla di circa 400 miliardi di dollari/anno di
bilancia commerciale negativa (300 miliardi in euro).
Al tempo
stesso non si deve però nemmeno eccedere in desiderio di protagonismo.
300
miliardi su un PIL mondiale di 55.000 miliardi non sono evidentemente la sola determinante
principale.
Di
seguito ho quindi riprodotto i dati principali a livello mondiale delle principali
economie imperiali.
La
tabella riporta innanzitutto i principali dati dei primi 8 “imperi economici”
del pianeta (dati Fmi).
Sembra
una provocazione, ma se ci si ferma ai primi 8 Paesi, cioè all’India, si
osserverà che sono proprio storicamente tutte realtà “imperiali”. Un motivo ci
sarà.
Dal 9° al
18° paese, i Paesi sono stati inseriti per arrivare a una somma prossima al totale generale. 87%
del PIL mondiale (Colonna O e P) e 97% del debito netto (Colonna Q e R).
In testa
ci sono i 28 paesi UE, ordinati per PIL decrescente. I primi 5 paesi
totalizzano euro 8 mila miliardi di PIL su 10 totali, e quasi 6 su 7 di debito
netto.
Il
raggruppamento di questi 28 paesi per me ha del miracoloso.
Per
questo lo considero come un tutt’uno.
E’ il
primo impero autoproclamato della storia dell’uomo.
E con una
differenza sostanziale: è nato e si proclama “non violento”.
Ed
economicamente parlando è secondo soltanto agli USA.
In coda
invece sono riportate le tabelle comprendenti tutti i 190 paesi.
Anche se
dovrebbe essere storia nota, val la pena di puntualizzare alcuni punti.
Tenendo
presente il titolo, con il quale volevo proprio dire che immagino un prossimo
futuro con alcuni macroblocchi, connessi tra loro (o sovrapposti, come si dice
in insiemistica) da aree di sovrapposizione.
La
bilancia dei pagamenti è una di queste.
Pil – Colonna A
I primi 5
imperi totalizzano 35.000 miliardi su 55 di PIL. Il 65% del Pil mondiale, per
2,3 miliardi di persone.
I primi
10 Paesi, totalizzano 43.000 miliardi di PIL. Il 78% del Pil mondiale, per 3,9
miliardi di persone.
La
concentrazione eccessiva di ricchezza è un fatto noto.
Al tempo
stesso 4 miliardi di persone si trovano in zone del mondo che offrono
possibilità di sopravvivenza. Naturalmente va considerata a parte la Cina, ma
il dato totale rimane.
Ed è
proprio questo che ci deve ricordare che questo mondo è il migliore mai
esistito.
L’esclusivo club dei debitori – Colonna B, C, E, F
Una cosa è
una certezza assoluta.
Il debito
è un problema di pochi intimi. Ed è un problema di pochi intimi ricchi. I
poveri di debiti non ne hanno.
In
termini di debito al netto di asset liquidi e riserve in genere questi 5 imperi
totalizzano il 93% del debito.
Se si
scende fino all’11° paese, il debito netto è pari al 99%. Sono 4 miliardi di
persone.
Ciò vuol
dire che almeno 3 miliardi sono i poveri, che di debito non ne hanno.
Debito lordo e debito netto – Colonna D
E’
interessante notare come ci sia una grande differenza tra la nozione di debito
lordo e debito netto.
Tutti
fanno riferimento alla prima. Ma a
livello mondiale ci sono 17.593 miliardi di differenza, dati da “value
of gold, debt securities, loans, insurance, pension and other account
receivable items”.
Per
l’Italia ad esempio, si tratta di 335 miliardi su 2.034 totali.
E’ noto
come i grandi detentori di riserve siano proprio i grandi ricchi: USA (2.900
mld), Cina (1.500 mld), Giappone (3.900 mld), India (900 mld), Canada (684
miliardi).
Ma
L’Europa è la seconda al mondo, con 2.700 miliardi di euro.
Entrate e uscite governative – Colonna H, I, L
Il netto,
colonna L, rappresenta una sorta di avanzo di bilancio.
Si vede
quello italiano, pari a 10 miliardi. I dati Fmi sono leggermente diversi da
quelli usati per l’analisi Italia, ma danno comunque l’idea perché sono
omogenei per tutti.
E’interessante
vedere come si comportano gli imperi.
Gli USA
ad esempio, hanno un disavanzo annuale di 700 miliardi di euro (colonna L). E’ anche
questo, oltre al saldo BOP (Balance of payment) che li ha portati al livello di
debito lordo dell’104 %. 13.000 miliardi.
Ma
fortunatamente ci sono riserve per 2.900 miliardi, che riportano il debito
netto all’ 81%.
Secondo
me è certo, però, che la politica monetaria espansiva USA non potrà andare
avanti all’infinito.
Il
secondo in classifica è il Giappone, con 195 miliardi di disavanzo. Il Giappone
è una anomalia, ed è anche un modello su cui poggia la teoria del lasciare
crescere il debito europeo.
Il debito
lordo Giapponese è pari al 243%. 8.800 miliardi rispetto a 3.600 di PIL.
Bisogna
però sempre tenere presenti le riserve. Al netto di 4.900 miliardi di riserve
il dato percentuale diventa il 134%.
Quindi
non è vero che il Giappone resiste con un debito stratosferico.
Il dato
netto è dello stesso ordine di grandezza di quello italiano, ed infine degli
altri imperi.
Investimenti
A livello
globale, tutti gli imperi investono.
Il totale
mondiale è 13.900 miliardi.
La
colonna N riporta i dettagli per paese.
Consumi calcolati
Il dato è
calcolato sottraendo al PIL, gli investimenti e la Bilancia dei Pagamenti
Quella
dei consumi, a livello macroeconomico, è la grandezza principale.
Il mondo
consuma per 40.000 miliardi, di cui 8.800 l’Europa, 9.700 gli USA e così via
(Colonna “blank”).
E’ su
questa scala, che le politiche economiche classiche hanno senso, secondo me.
E’ su
questa scala che spostare domanda e offerta può avere effetti.
Mentre
sulla scala italiana tutto rimane marginale.
BOP e insiemistica imperiale (dati in USD)
E’ a
livello di BOP, che si può vedere bene l’interconnessione tra imperi o almeno
aree di influenza.
In realtà
ci vogliono i dati di dettaglio tra singoli paesi, ma già con il totale qualche
idea ce la si può fare.
E
comunque per questo parlo di insiemistica.
Il mondo
può essere visto come una sommatoria di tanti singoli insiemi, i quali hanno
delle aree (delle superfici) di sovrapposizione.
Il saldo
netto totale della BOP mondiale dovrebbe essere pari a zero.
C’è chi
compra e c’è chi vende, ma alla fine del “giro economia” tutto si dovrebbe
nettare.
In
effetti nei dati FMI non è esattamente così, ed il totale di colonna P è pari a
400 miliardi, che però sul commercio totale mondiale possono essere considerati
un arrotondamento.
La
tabella riporta solo 50 dei 190 e più paesi FMI. Quelli nascosti sono tutti a
Bop vicina allo zero.
E’
interessante scorrere la tabella, che è stata ordinata in ordine decrescente di
Bop 2013 (Colonna P).
Chi
vende
La prima
nazione esportatrice è la Germania. Ne abbiamo già parlato.
Segue la
Cina, della quale è interessante notare la crescita dal 2.000. Anche se già
nota.
3°, 6°,
8°, 9° sono paesi esportatori di petrolio, tutti in forte espansione.
Il Giappone
(13 °) ha sofferto molto la crisi. Da oltre 200 miliardi di Bop, crolla a 34.
14° la
Russia, che secondo me ha immense plusvalenze latenti.
L’Italia è
al 18° posto. Ne abbiamo già parlato. Abbiamo una Bop tendenzialmente in
pareggio ogni anno, ma poi la somma di tutte le colonne da un -332 miliardi. Evidentemente
il pareggio “tendenziale”, sul lungo periodo non basta, perché è mediamente sempre
un pochino sotto lo zero. Tanti niente ammazzarono il ciuccio. Quei -332 miliardi
avremmo potuto investirli.
Chi
compra
Sono
tutti i paesi a segno -.
In larga
parte gli acquisti saranno acquisti di energia.
Balza
agli occhi che gli USA sono proprio i maggiori clienti del mondo.
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