giovedì 3 luglio 2014

2014 07 02 – Tweet law : consecutio istantanea reato-confisca.



Esperienza personale
Ho scritto di recente della necessità di una tweet-law (un misto tra twitter e beep-beep, che era il suono del volatile road-runner talmente veloce che il coyote non lo prendeva mai) a disposizione dello “sceriffo” anticorruzione, che lo mettesse in condizione di ottenere risultati in fretta.
Ecco, adesso mi è venuto in mente cosa si dovrebbe fare.
E’ capitato a me in prima persona. E non ne parlo per lamentarmi.
Ne parlo perché il fatto che sia successo vuol dire che si può fare.
Una riga di coca in mano al passeggero di fianco a me determinò la confisca immediata e definitiva di una mia automobile da 60.000 euro. Ovviamente una sanzione spropositata, ma oggi tale sproporzione torna concettualmente utile per altri ambiti.
Il reato che commisi io fu la mia opposizione a fare un test del capello per verificare se vi fosse presente cocaina. Il test del capello riesce ad andare indietro nel tempo per anni.
Avevo accettato di fare il test delle urine, che copre circa 5 giorni indietro, ma i poliziotti non ne vollero sapere.
Il punto è che il solo fatto di non volere fare il test del capello, secondo la normativa in vigore, era testimonianza della mia mala fede e quindi costituiva reato sanzionabile.
La sanzione era la confisca immediata e inappellabile.
Peccato che se anche guidare sotto uso di stupefacenti sia in effetti pericoloso e quindi sanzionabile, il fatto di avere fatto uso in un passato più remoto dei 5 giorni non abbia invece alcuna controindicazione.
E rientri nella sfera delle libertà personali dell’individuo, seppur criticabili come tante altre cose.

Il reato
Tra queste tante altre cose, entrando in tema di conti pubblici, c’è secondo me la detenzione occulta di soldi che avviene normalmente all’estero.
Molto, molto grave.
E’ questo uno dei veri cancri di sistema, se non il vero cancro.
Non solo per come è generata: attività illecite, evasione, frodi e altro.
Ma anche perché restando all’estero non fa girare l’economia, se non per la parte di consumi reinstradati in Italia a mezzo contanti. Sul tema, per inciso, sono favorevole a qualsiasi disposizione che ne limiti la circolazione. E’ ragionevolmente vero che dove c’è contante ci possa essere malvivenza. Di piccolo o di grande taglio. O almeno è sicuramente vero il contrario: dove non c’è contante non ci può essere malvivenza. E se anche ci fosse sarebbe rintracciabile.
Ed è molto, molto grave perché sono soldi che proprio per la loro illiceità, essendo nascosti e non sequestrati, vengono sottratti a possibili destinazioni di utilità pubblica.

La confisca
Ma il punto è un altro.
Sono un po’ di settimane che osservo conti pubblici, struttura dello stato, spending review e così via. E più mi addentro nei conti più mi rendo conto della difficoltà e complessità di qualsiasi intervento.
Il che è un problema fondamentale, perché mi rendo anche conto che la situazione socio-economica in cui viviamo assomiglia sempre più a una bomba a orologeria.
Tra gli interventi che preconizzavo in una sorta di piano strategico di rilancio Italia, c’era anche la patrimoniale off-shore. Evidenziata in giallo nella tabella seguente già in 2014 06 29 - Struttura, costi dello Stato e spending review.html e 2014 06 15 sceriffi taglie e tweet-law
Ne avevo già parlato tempo fa, quando avevo scritto (2012 09 18 - 3 o 4 conti della serva ) che la patrimoniale bisognava farla alle Cayman, come esempio di paradiso fiscale, nella modalità concordata tale per cui il paradiso fiscale fa un prelievo alla fonte a titolo di ritenuta. In tale caso ipotizzavo anche che si potesse concedere al “prelevato” di mantenere l’anonimato.
Qualora invece il paradiso non collaborasse esageravo, ma mica troppo, ipotizzando l’annessione per invasione.
Con un paradosso concepivo portaerei cariche di ragionieri destinati a sbarcare nelle banche dei paradisi per espropriare conti correnti, cassette di sicurezze e soprattutto depositi titoli.
Oggi il tempo è finito.
La soluzione è una tweet-normativa del seguente tenore:
  • Reato = detenzione di soldi all’estero a qualsiasi titolo (o chi più ne ha più ne metta).
  • Sanzione = confisca totale.
Non si capisce bene nemmeno perché non intervenire mentre si impazzisce a cercare soluzioni sugli altri temi segnalati e di seguito riassunti, quando abbiamo a disposizione una bella cassaforte off-shore world wide che non aspetta altro che essere aperta.



1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12


(dati in milioni di euro)
Anno
Da Evasione
Da Sommerso
Da Progressività
Da centri di costo
Da Personale
Da Regioni
Da Comuni
Da spending
Da rit. investimenti
Da turismo
Da dismissioni
Patrim. off-shore
TOTALE VARIAZIONI
TOTALE FINALE
Tributarie
442
10
50
5
5




5
15


90
532
Extra Tributarie
39












0
39
Alienazione pat. e risc. Cr.
1












0
1
TOTALE ENTRATE
483
10
50
5
5
0
0
0
0
5
15
0
0
90
573
Spese correnti
-410




10
10
5
10




35
-375
Spese in conto capitale
-37








-25



-25
-62
TOTALE SPESE
-447
0
0
0
0
10
10
5
10
-25
0
0
0
10
-437
ENTRATE - SPESE
36
10
50
5
5
10
10
5
10
-20
15
0
0
100
136
Interessi sul debito (tutti9
-100









0
10
25
35
-65
RISULTATO ECONOMICO
-64
10
50
5
5
10
10
5
10
-20
15
10
25
135
71
DEBITO
2.100










200
500
-700
1.400

Certo bisogna trovare il modo di inquadrare il tutto nel diritto internazionale. Ma mi concentrerei sull’obiettivo finale, senza troppi garantismi. Il diritto dovrebbe valere a reciprocità. Qui siamo in situazione del tutto squilibrata, invece.
E certamente bisognerebbe anche trovare il modo di non farsi “gabbare” da questi esperti fiduciari, capaci tra l’altro di trasferire altrove sedi e conti nell’arco di una notte.
Un modo che mi viene in mente è il ricorso alle “taglie” già menzionato.
Con una percentuale tra il 20 e il 30% destinata ai delatori, magari progressivamente decrescente in base agli importi confiscati.
In fondo questi spalloni fiduciari non sono molto simili a delle puttane? E allora questi fiduciari, in vendita per natura, compriamoceli.

La cooptazione: da off-shore a in-shore.
Potrebbe essere, come già scritto e circostanziato, che le somme estere siano infinitamente più grandi dei 500 miliardi di euro ipotizzati in tabella.
Si immagini quindi quanti soldi si potrebbero destinare a nuovi investimenti, anche acquisendo aziende, che creino occupazione e ricchezza.
E questo è un altro vero nocciolo della questione. Tutti proclamano che serve crescita, investimenti, ripartenza del sistema. Ma come ciò si possa fare non è dato sapere.
Anche la flessibilità comunitaria tanto invocata a cosa si riferisce? Si pensa di sforare i parametri di bilancio? E di quanto? Il rapporto debito Pil ce lo siamo già giocato. In Italia siamo al 130%. Ma gli altri paesi non stanno mica tanto meglio. Il deficit consentito invece, una volta 3% del Pil, di quanto può essere flessibilmente sforato? Ricordiamoci che un 1% sul Pil vale meno di 20 miliardi di euro. Cosa ci facciamo con 20 miliardi? Cosa risolviamo?
Lascerei comunque una porta aperta ad un ultimo tentativo di rientro “scudato”. A tassi tangibili, e non al 1% - 2%.
Ma che sia l’ultima.
E che sia anche una questione etica. La famosa questione morale.
Io, per esempio, tanti anni fa lo scudo fiscale l’ho fatto. Ho fatto rientrare un patrimonio dei miei genitori morti.
E l’ho fatto principalmente per due motivi :
  1. mi sembrava giusto;
  2. avevo la netta percezione che quel mondo fiduciario non aveva alcun senso e sarebbe prima o poi finito.
Poi quel patrimonio, non più fantasma, ho potuto cercare di utilizzarlo anche per iniziative che avrebbero dovuto essere utili o almeno di modello per tutti.
E non mi è successo niente: non mi hanno rapito, non sono stato derubato, non mi hanno confiscato o espropriato.
Infine, un monito.
Se anche si dovesse riuscire su questo tema della cooptazione sistemica di massa monetaria fantasma off-shore, questo non vuol dire che si debbano tralasciare tutti gli altri temi numericamente sensibili : corruzione, sprechi, appalti, spending review e così via sono tutti temi necessari ad una buona conduzione della cosa pubblica.
Necessaria comunque per una questione etica e anche per utilità comune.
Ma con le tasche piene tutto sarebbe più facile.
Ricordandosi però che se questa neo-cooptata massa monetaria non viene usata bene, una seconda volta non ci sarà.

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