2023 06 17 - E l’uomo incontrò la bea
Questo
al titolo è un riferimento ad un testo sacro di etologia e caninità.
Me
lo fece leggere tanti anni fa un mio grande amore.
Dovevo
e volevo capire certi comportamenti del mio primo cane.
E
poi anche dei seguenti.
Il
primo si chiamava Cleo, preso cucciolo mentre ero ancora studente.
Quando
poi iniziai a lavorare, Cleo iniziò a dare fuori di matto, in particolare
distruggendomi casa.
Con
un inimmaginabile dolore la dovetti dare via, fortunatamente ad una amorevole
famiglia.
Anni
dopo mi dissero che aveva fatto i cuccioli.
Io
ebbi la malaugurata umana egoista attitudine appropriativa e decisi di andare a
trovarla.
Atto
d’egoismo, di cui siamo campioni etnocentrici noi umani.
E
non un cane, fedele ed altruista per genetica di branco.
Cleo
stava allattando, e quando mi vide si alzò di scatto incurante di uno
svolazzare di cuccioli dappertutto nella stanza.
Era
tornato il suo papà.
Fu
straziante, come quando passando accanto alla mia auto, Cleo la riconobbe e
iniziò a ravanare sulla fiancata cercando di entrare per tornare a casa dal suo
capobranco.
Del
libro ricordo poco, se non che è tutto dedicato all’animale che più di ogni
altro crediamo di conoscere e sul quale però tante cose abbiamo da scoprire.
Io
ne ho scoperte tante per esperienza pratica.
La
mia vita si è sempre accompagnata a vari cani.
Pastori
per lo più.
Mi
affascinava la loro indole al radunare.
Come
mi affascinarono tante altre attitudini che Lorenz riconduce ai due ceppi primigeni.
E
che per chi vuole, o è attentamente predisposto, sono a volte ben riconoscibili.
Lorenz
ci guida infatti verso le origini dell’«incontro» fra l’uomo e il cane, quando
il rapporto era piuttosto con i due, assai differenti, antenati dei cani attuali.
Lo
sciacallo e il lupo.
Queste
origini lasciano le loro tracce in tutte le complesse forme di intesa,
obbedienza, odio, fedeltà, nevrosi che si sono stabilite nel corso della storia
fra cane e padrone.
Oggi,
dopo tanti anni dalla morte della mia amata Tina, spinto da tanti familiari, mi
sono deciso al grande passo.
Mi
sono deciso a sposarmi nuovamente.
Questa
volta senza puzzonerie di razza di classe.
Ma
rivolgendo il mio amorevole affetto ad una bastardina trovatella.
Si
chiama Bea.
E
oh ciò, se l’è bea.
E
mi sa che non ha niente né dello sciacallo né del lupo.
E’
solo di purissima dolce genetica canina.
Giudicate pure voi.
Che tenerezza
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