lunedì 4 maggio 2020

2020 05 04 – Lessico virale: maschab


2020 05  04 – Lessico virale: maschab

Chissà se solo a me fa quest’effetto.
La mascherina non ti fa capire l’espressione di chi abbiamo di fronte.
O meglio, restano solo gli occhi che spesso sono più espressivi che il resto, ma se non si è attenti non ce ne si rende conto.
Siamo abituati al colpo d’occhio di una faccia tutta insieme.
Invece così ci resta lo spezzatino delle espressioni.
E diventa difficile percepirsi a vicenda.
Ma c’è chi ci è abituato.
Indovinate un po’ chi sarà mai ?
Li abbiamo criticati così tante volte tutti presi dall’etnocentrismo delle nostre imperversanti nudità.
Spesso derisi, a volte calunniati come retrogradi, adesso si prendono la loro rivincita.
I musulmani.
O meglio, le musulmane.
Questo è il contrappasso.
Insultati dai più, adesso il virus da loro l’occasione di rivincita.
Esponenziale, come è giusto che faccia il contrappasso, perché se i musulmani erano un miliardo e le donne per deduzione una mezza miliardata, ecco che adesso il virus di umani ne colpisce quattro di miliardi.
E mentre noi ci sentiamo oppressi per qualche centimetro di stoffa su naso e bocca, che per alcuni addirittura non ci fa respirare, loro se la ridono di gusto.
Noi, come bambini viziati della nostra civiltà non più decadente ma già decaduta del tutto.
E loro, con il Niqab.
Ci voleva una pandemia per rivalutarlo.
Tra l’altro io lo trovo affascinante.
In un oceano di macelleria di quarti di carni scoperte, mi sembra che oltre a non indurre in tentazione serva a preservare il gusto del mistero.
Quasi quasi mi viene da sperare che il virus si diffonda anche con lo sguardo se non addirittura con i pensieri.
Che sia un virus telepatico.
Ce ne sono già tanti che diffondono pensieri del cazzo, uno in più che abbia un suo sano concetto fondativo sarebbe una bella novità.
Un’idea, insomma, che possa generare un contagio diffuso.
Questo virus telepatico infatti è piuttosto un televirus che ci obblighi a coprirci tutti di tuniche a corpo intiero, con tanto di “i” evocativa di lontani tempi andati in cui scoprirsi era vergogna prima ancora che prescrizione.
Eravamo così anche noi qualche decennio fa.
Abbiamo solo iniziato prima il processo si desnudificazione.
E mentre aspettiamo che succeda qualcosa e si vada in giro tutti senza vestiti, nel frattempo possiamo immaginare di avere già cominciato a ricoprirci con le mascherine.
Poi possiamo cominciare ad allungarle sempre un po’ di più.
In attesa che i tempi maturino per il maschab.
Non è un mascara di serie b.
E’ l’evoluzione della civiltà dell’intelletto.
Regredire per progredire.
Assomiglia tanto anche alla bardatura di medici e infermieri.
Che siano tutti musulmani ?
Beh, però ci curano lo stesso.



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