giovedì 7 maggio 2020

2020 05 07 - Lo spazio virale


2020 05 07 - Lo spazio virale

Altro che spazio vitale.
Qui di vitale c’è solo il virus.
E quello che resta è lo spazio virale.
Così ci siamo dovuti adattare ad una nuova concezione di spazio.
Ci sono stati preclusi gli accessi ai nostri spazi abituali.
Tutti chiusi in casa, obbligati ad avvicinarci gli uni con gli altri, abbiamo dovuto abbandonare quegli spazi che ci eravamo abituati a considerare nostri.
Eravamo abituati a disporne a piacimento e invece adesso ce li hanno limitati.
Eravamo abituati a crederci confinati, nell’illusione di essere liberi di spaziare ovunque, e invece ci siamo ritrovati senza piazze, strade, parchi, viaggi, seconde case, località di svago più o meno esotiche.
Nemmeno gli spazi degli uffici o dei negozi sono rimasti immuni.
Eppure così facendo ci siamo ritrovati in nuove configurazioni dello spazio.
Quelli virtuali in primo luogo, ma poi mi vengono in mente gli spazi tra le code ai supermercati, il famoso spazio del metro di distanza sociale, lo spazio dei balconi, lo spazio negli autobus, lo spazio nelle scuole, lo spazio negli e degli ospedali.
E quindi ecco che mi chiedo: lo spazio a nostra disposizione è aumentato o diminuito ?
A volte si, e’ aumentato e a volte no, è diminuito, ma in realtà parlo di quello che viviamo come nostro.
La realtà è che lo spazio totale rimane sempre uguale.
E’ solo ridistribuito.
Ma che cosa è lo spazio, e in particolare quello che chiamiamo vitale ?
E quanto ce ne vuole effettivamente di spazio per vivere ?
E poi mi chiedo quello che abbiamo liberato come o da chi verrà rioccupato ?
Perché una cosa è certa ed è che l’umanità di gregge si comporta secondo il principio dei vasi comunicanti e dove c’è uno spazio vuoto tende a riempirlo.
Nello spazio noi viviamo e ci spaziamo.
E lo spazio va immaginato a piccoli quadranti cuciti tra loro in molti strati a cipolla come un  grande multistrato di lenzuola fatte di fazzoletti cuciti tra loro.
Come le celle delle reti di telecomunicazioni.
Questo e’ il motivo per cui nello spazio siamo interconnessi con tutto.
Esistono porzioni di spazio a cui accediamo.
Esistono quadranti dentro cui viviamo.
Ma tutti sono cuciti con altri quadranti.
Se un quadrante si muove si muovono anche gli altri.
Il battito d’ali della farfalla del caos in realtà e’ il grande svolazzo di lenzuola fatte di fazzoletti della complessità.
E noi siamo porzioni del nostro quadrante di lenzuolo.
Noi siamo tra i fazzoletti di cui e’ fatto il lenzuolo.
La multifrenia e’ vedere i fazzoletti che svolazzano.
La monofrenia e’ credere di essere il lenzuolo.
Dalla logica dell’orticello dobbiamo passare a quella del quadrante.
E dentro ogni quadrante ognuno è profeta di se stesso.
Meglio un giorno nel vento del brandello di quadrante che cento giorni da lenzuoletto piegato in orticello.
Ecco lo spazio virale: dall’orticello al quadrante.
Ecco come il virus ci ridefinisce il nostro spazio vitale.

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