domenica 3 ottobre 2021

2021 10 03 - Lo stato dei conti di Stato

2021 10 03 - Lo stato dei conti di Stato

Si deve fare.

E’ una rottura ma si deve fare.

Nel 2014 feci una analisi approfondita dei conti di stato, paese, sistema ispirato da esigenza di chiarezza, innanzitutto per me.

 https://docs.google.com - 2014 10 26 - C'e sempre un'altra via - Viaggio in alcuni conti di sistema - Partire con i migranti approdare off-shore

Oggi l’analisi è ancora valida, cambiano solo i parametri.

Decido perciò di procedere con una sola tabella in coda.

E una serie di considerazioni di sintesi in ordine sparso.

Innanzitutto diffidate dalle percentuali.

Vi comunicano così per nascondere i dati reali in valore assoluto.

La tabella riporta i 2.700 miliardi di debito e 1.700 miliardi di Pil a fine 2021.

Ricordate che non sono grandezze omogenee, ovvero non è con il Pil che rimborso il debito.

Ma il Pil mi genera redditi, o entrate, le tasse,  con cui rimborso il debito.

Il famoso 155%, 160% ufficiale è un “mele e pere”.

Ed evidenzia, la tabella, dei trend ipotetici futuri, oltre a riportare alcuni dati passati per farsi una idea

Siamo morti?

Teoricamente no.

Ma tra dire e fare.

Mancano dati a volontà, solo per citarne alcuni, investimenti, bilancia dei pagamenti, riserve, interessi, inflazione e tanto altro, ma serve a farsi la seguente idea.

Se rimborsassi 50 miliardi annui di debito, arriverei nel 2032 con oltre 2.000 miliardi di debito residuo ben oltre il 60% del Pil previsto dall’Europa.

Prescindendo da dove prendere i 50 miliardi, allora si devono rivedere i patti, dando per necessaria l’Europa.

Il che avviene adesso e non nel 2032.

Quali sono i rapporti di forza, adesso?

Usa, Germania, frugali, cicale: bel casino.

Perchè io ho il sospetto che noi crediamo sempre che ci tocchi di diritto divino, non si sa perche’.

Come sforammo il 60% debito/pil a partire dal 1980 per procedere poi piano piano, quasi in un disegno criminoso, che ci proiettasse verso il default e l’appropriazione a due lire dei nostri asset da terzi vari.

La colonia Italia, illusa di libertà e attesa al varco per decenni geopolitici.

Tenete conto che l’euforia attuale è pericolosa assai.

Il Pnrr sono quattro ceci.

Potete confrontare la metà di 190 miliardi spantegati  negli anni con la tabella per avere gli ordini di grandezza.

Non ci ha salvato Draghi, ma i vaccini.

E adesso stiamo vivendo solo un  rimbalzo alla fine del quale torneremo nella configurazione della tabella.

Crescita 2%, se va molto bene, il che vuol dire 35/40 miliardi annui di Pil, diciamo pari a maggiori entrate per tasse per 20 miliardi.

Mi mancano 30 miliardi per rimborsarne i 50 previsti.

Una montagnetta paragonabile a una manovra in più ogni anno, non si sa bene poggiata su cosa.

Allora ecco che arriva lo slogan “se ne esce solo con la crescita”.

Ma come la faccio la crescita ?

Soprattutto se sono decenni che me la sogno.

Due opzioni, non di  più.

Investimenti.

Esportazioni o turismo che è una forma di esportazione stanziale.

Altro ? 

Non saprei.

Una tantum posso fare una patrimoniale, ma non fa crescita, solo spostamento.

Spending review? Sacrosanta, ma anche quella serve solo a mettere lo Stato in avanzo affinchè poi possa investire. Ma lo Stato poi lo deve fare e bene.

No evasione? Certo, ma attenzione a chi mettere soldi in mano, che finiscono come una paghetta ad uno Stato bambino.

In tutte queste opzioni mi si presenta il problema di saperli fare gli investimenti.

Ammesso di avere i soldi

Quindi?

Sorpresa.

Devo investire, paradosso:  altro debito.

Con cui investire in  cose che rendano più di quanto devo rimborsare tra capitale e interessi.

In sintesi la ricetta di quelli fine austerity.

Tenendo conto che uno Stato investe in cose di utilità collettiva, quindi non pensa solo al rendimento monetario e che ciò apre un ulteriore divario sulla capacità di rimborsare i 50 miliardi e, a questo punto, più.

Ora, lo spettro del debito pubblico è veramente uno spettro.

Terrorizza alcuni, tra cui me, e lascia indifferenti altri.

Ma ecco il punto di vista.

Se ipotizzassimo che tutto il mondo delle potenze raddoppiasse il debito e se lo investisse tra potenza e potenza comprandoselo e vendendoselo tra di se nelle stesse proporzioni, ecco la ricetta miracolosa.

Con il doppio dei soldi in giro saremmo tutti più ricchi.

Transizioni  varie, sostenibilità, tutto pagato.

Costano, eh?

Forse qualcuno vi dirà inflazione.

E così sia, inflazione.

Da controllare.

Ma mi fa comodo per svalutare il debito, che a scadenza è sempre nominale

Il problema è che il giochino si inceppa nel mondo reale in cui si guerreggia quotidianamente.

Ancora ben lontani dalla civiltà dell’intelletto.

Forse ci vorrebbe una valuta mondiale.

Garantita e valutata da ciò che ha valore.

Un Cybratto, lo avevo chiamato io, tra cyber baratto e cerbiatto, simbolo di innocenza

Perchè se io sono il solo che si indebita e poi non riesco a investire redditiziamente mi sto’ suicidando più del già successo.

Avevo il padre di mia sorella pieno di debiti.

E mi diceva sempre : ‘”A Clà, stai tranquillo, i buffi ce li hanno loro”.

I buffi a Roma sono i debiti.

E si, ce li hanno loro.

Ma ci rendono deboli.

Attaccabili.

“Virabili”, per restare in tema di malattie.

E se quelli sono buffi, il default non fa ridere.







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