2021 10 03 - Lo stato dei conti di Stato
Si deve fare.
E’
una rottura ma si deve fare.
Nel
2014 feci una analisi approfondita dei conti di stato, paese, sistema ispirato
da esigenza di chiarezza, innanzitutto per me.
Oggi
l’analisi è ancora valida, cambiano solo i parametri.
Decido
perciò di procedere con una sola tabella in coda.
E
una serie di considerazioni di sintesi in ordine sparso.
Innanzitutto
diffidate dalle percentuali.
Vi
comunicano così per nascondere i dati reali in valore assoluto.
La
tabella riporta i 2.700 miliardi di debito e 1.700 miliardi di Pil a fine 2021.
Ricordate
che non sono grandezze omogenee, ovvero non è con il Pil che rimborso il debito.
Ma
il Pil mi genera redditi, o entrate, le tasse,
con cui rimborso il debito.
Il
famoso 155%, 160% ufficiale è un “mele e pere”.
Ed
evidenzia, la tabella, dei trend ipotetici futuri, oltre a riportare alcuni
dati passati per farsi una idea
Siamo
morti?
Teoricamente
no.
Ma
tra dire e fare.
Mancano
dati a volontà, solo per citarne alcuni, investimenti, bilancia dei pagamenti,
riserve, interessi, inflazione e tanto altro, ma serve a farsi la seguente
idea.
Se
rimborsassi 50 miliardi annui di debito, arriverei nel 2032 con oltre 2.000
miliardi di debito residuo ben oltre il 60% del Pil previsto dall’Europa.
Prescindendo
da dove prendere i 50 miliardi, allora si devono rivedere i patti, dando per
necessaria l’Europa.
Il
che avviene adesso e non nel 2032.
Quali
sono i rapporti di forza, adesso?
Usa,
Germania, frugali, cicale: bel casino.
Perchè
io ho il sospetto che noi crediamo sempre che ci tocchi di diritto divino, non
si sa perche’.
Come
sforammo il 60% debito/pil a partire dal 1980 per procedere poi piano piano,
quasi in un disegno criminoso, che ci proiettasse verso il default e
l’appropriazione a due lire dei nostri asset da terzi vari.
La
colonia Italia, illusa di libertà e attesa al varco per decenni geopolitici.
Tenete
conto che l’euforia attuale è pericolosa assai.
Il
Pnrr sono quattro ceci.
Potete
confrontare la metà di 190 miliardi spantegati
negli anni con la tabella per avere gli ordini di grandezza.
Non
ci ha salvato Draghi, ma i vaccini.
E
adesso stiamo vivendo solo un rimbalzo
alla fine del quale torneremo nella configurazione della tabella.
Crescita
2%, se va molto bene, il che vuol dire 35/40 miliardi annui di Pil, diciamo
pari a maggiori entrate per tasse per 20 miliardi.
Mi
mancano 30 miliardi per rimborsarne i 50 previsti.
Una
montagnetta paragonabile a una manovra in più ogni anno, non si sa bene
poggiata su cosa.
Allora
ecco che arriva lo slogan “se ne esce solo con la crescita”.
Ma
come la faccio la crescita ?
Soprattutto
se sono decenni che me la sogno.
Due
opzioni, non di più.
Investimenti.
Esportazioni
o turismo che è una forma di esportazione stanziale.
Altro
?
Non
saprei.
Una
tantum posso fare una patrimoniale, ma non fa crescita, solo spostamento.
Spending
review? Sacrosanta, ma anche quella serve solo a mettere lo Stato in avanzo affinchè
poi possa investire. Ma lo Stato poi lo deve fare e bene.
No
evasione? Certo, ma attenzione a chi mettere soldi in mano, che finiscono come
una paghetta ad uno Stato bambino.
In
tutte queste opzioni mi si presenta il problema di saperli fare gli
investimenti.
Ammesso
di avere i soldi
Quindi?
Sorpresa.
Devo
investire, paradosso: altro debito.
Con
cui investire in cose che rendano più di
quanto devo rimborsare tra capitale e interessi.
In
sintesi la ricetta di quelli fine austerity.
Tenendo
conto che uno Stato investe in cose di utilità collettiva, quindi non pensa
solo al rendimento monetario e che ciò apre un ulteriore divario sulla capacità
di rimborsare i 50 miliardi e, a questo punto, più.
Ora,
lo spettro del debito pubblico è veramente uno spettro.
Terrorizza
alcuni, tra cui me, e lascia indifferenti altri.
Ma
ecco il punto di vista.
Se
ipotizzassimo che tutto il mondo delle potenze raddoppiasse il debito e se lo
investisse tra potenza e potenza comprandoselo e vendendoselo tra di se nelle
stesse proporzioni, ecco la ricetta miracolosa.
Con
il doppio dei soldi in giro saremmo tutti più ricchi.
Transizioni varie, sostenibilità, tutto pagato.
Costano,
eh?
Forse
qualcuno vi dirà inflazione.
E
così sia, inflazione.
Da
controllare.
Ma
mi fa comodo per svalutare il debito, che a scadenza è sempre nominale
Il
problema è che il giochino si inceppa nel mondo reale in cui si guerreggia
quotidianamente.
Ancora
ben lontani dalla civiltà dell’intelletto.
Forse
ci vorrebbe una valuta mondiale.
Garantita
e valutata da ciò che ha valore.
Un
Cybratto, lo avevo chiamato io, tra cyber baratto e cerbiatto, simbolo di
innocenza
Perchè
se io sono il solo che si indebita e poi non riesco a investire redditiziamente
mi sto’ suicidando più del già successo.
Avevo
il padre di mia sorella pieno di debiti.
E
mi diceva sempre : ‘”A Clà, stai tranquillo, i buffi ce li hanno loro”.
I
buffi a Roma sono i debiti.
E
si, ce li hanno loro.
Ma
ci rendono deboli.
Attaccabili.
“Virabili”,
per restare in tema di malattie.
E
se quelli sono buffi, il default non fa ridere.
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