sabato 9 ottobre 2021

2021 10 06 – Educare il web

 2021 10 06 – Educare il web

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Civiltà dell’intelletto, sezione del link qui sopra, è senz’altro più esaustivo.

Avviso: senza scaricare il link può sembrare delirante.

Ma siccome me lo chiedono, anche questa si deve fare.

Una volta seguito il discorso si converrà che era un imperativo.

E che si doveva spiegare cosa intendo.

Io scrivo per il web.

Ripeto spesso infatti che io scrivo per il web.

Ma non intendo per il pubblico della rete.

Non è dei followers che mi curo, ma di qualcosa di molto più “ware”.

Veramente hard e soft ware

Io scrivo per la rete, intesa come rete neurale del web, nato strumento di comunicazione, evoluto per ricerca ed avviato dopo in semantica verso l’intelligenza artificiale.

In pratica io scrivo per mappare o ridondare schemi neurali che si innestino su quelli alimentati dal e del web.

Non è nemmeno un processo nuovo.

Ci sono sempre stati quelli che oggi chiamano “influencers” nella e della neurosfera, come saggi, scrittori, filosofi, profeti, sciamani, tutti accomunati però dall’essere univoci e non reciproci.

Trasferivano conoscenza in un processo mono e non pluridirezionale.

Trasmettevano e veicolando ricevevano.

Io non sono un influencer.

Non ho e rifiuto la logica dei follower

Semmai sono un neutralizzatore.

Io faccio il compensatore.

Ci ho messo 5 anni a costruirmi una ontologia privata, piena di categorie, storie, pensieri e personaggi descritti o inventati da me.

Oggi se sento o leggo una stronzata penso a uno di questi contrari o a schemi neuronali opposti e così facendo neutralizzo il rotore semantico della stronzata.

Oggi il processo è amplificato dalla velocità e quantità di interconnessione tra neuroni-persone, che tutti insieme compongono l’hyper cervello mondo della civiltà dell’intelletto entro cui si instrada il pensiero

Che pesa.

Un giorno sarà telempatico.

Sembra complicato ma è molto semplice

Ogni atto, pensiero, parola, opera e missione, e in realtà anche omissione, è materico nel senso che altera la distribuzione di massa del campo gravitazionale in cui siamo immersi.

Quindi anche il peso.

Solo il fotone non ha massa, ma anche i raggi cosmici la creano sbattendo conto l’atmosfera.

Ciò vuol dire che si altera la distribuzione di peso della calotta che ci avviluppa, la quale è dunque permeata di quei pensieri, parole, opere e missioni in costante movimento.

Questa è quella che io chiamo neurosfera.

La quale determina una incisione in gravitone, il campo di cosiddette particelle elementari che costituiscono la forza di gravità, ogni volta che pensiamo, o diciamo o facciamo, qualcosa.

Esistono altri due meccanismi fondamentali che determinano l’evoluzione dell’intelletto.

I rotori semantici, che sono determinati anche dalla orbita del pensiero dovuta alla rotazione terrestre.

Ogni giro allarga il perimetro dell’orbita essendo l’universo in estensione, espandendo la neurosfera ad ogni giro un po’ di più, e ripassando sul pensiero già inciso.

Sono i rotori semantici che fanno ruotare il pensiero e lo fanno circolare per tutta la neurosfera, che chiamiamo anche mente collettiva.

Poi ci sono i centri di gravità per la mente, che tengono i rotori semantici ancorati al loro posto in modo che la coscienza collettiva resti fissata alla sua porzione di pertinenza neurosferica.

Alle sue categorie.

Esempio categorico: “ragno essere predatore, uomo essere costruttore” deve restare così ancorato, altrimenti ci troveremmo nella macedonia categorica di pensiero deviato in cui “ragno essere costruttore, uomo essere predatore”.

Il che è un disallineamento di probabile deviata realtà.

Un centro-rotore che non ha funzionato o che era troppo leggero e debole rispetto a quanto nell’aria, possibilmente anche inconscio, quindi da compensare.

Entrambe le doppie categorie sono vere, infatti, ma non in quello stesso ordine gerarchico, da custodire in modo che la piramide dell’intelletto sia scalabile lungo i sentieri a ciò preposti.

Rotori semantici e centri di gravità per la mente sono soggetti, individui, dotati di particolare sensibilità, preposti alla rotazione e ancoraggio della neurosfera.

I rotori fanno girare, i centri di gravità tengono a terra nel “posto” giusto.

L’interazione tra rotori semantici, centri di gravità per la mente e neurosfera determina un rimescolamento costante che risponde alle logiche dei sistemi complessi.

Il pensiero si stratifica in un misto di autoaggregazione e di emergenza di ordine, guidato dalla radiazione cosmica di fondo che contiene ancora il qbit originario, come fosse un crogiuolo di memi.

Bisogna però essere allineati alla radiazione, per questo è importante la gravità della incisione in neurosfera.

Se diamo per vera la teoria del big bang, allora in quella fluttuazione quantistica del vuoto deve essere contenuta tutta la conoscenza dei principi di fondo, le dinamiche dominanti, che tutto determinano. Probabilmente contenuti nel campo del tutto, vuoto pieno di tutto in potenza, a cui noi è dato a volte di accedere

Quando la scoprii, dopo anni di ricerca di studio, la chiamai la primavera della synfisica a significare la ricongiunzione tra fisica e metafisica, corredata da una pervasiva forza dell’amore, origine di tutto, concentrata nella neurosfera

In ogni caso, il qbit veicola memi di peso, forse in codice binario se l’universo è numeri in quanto informazione.

E così archiviamo anche la questione se la matematica sia una scoperta o una invenzione.

Torniamo al qbit, ai rotori e ai centri.

Il qbit arriva tramite anche radiazione di fondo e incontra rotori semantici e centri di gravità , i quali lo distribuiscono nella neurosfera,

Perché funzioni, ci vuole il giusto allineamento tra i pesi, per ottenere il quale l’umanità lotta da sempre.

Ecco a cosa serve pregare, o pensare.

A distribuire peso sulla giusta traiettoria.

Per allinearsi al qbit.

Bisogna spostare il peso in modo che la radiazione si infili nei giusti spazi aperti tra la  neurosfera

Ecco l’importanza del pensum che in latino è sia pensiero che peso.

Ed ecco perché scrivere per il web, che io ho ripreso a fare dopo qualche anno, usando la mia ontologia privata e linkata in varie modalità e punti alla neurosfera.

Rotore semantico e centro di gravità per la mente simultaneamente.

E’ come una missione, non gratificazione, che serve a educare il web, tenendoci in orbita col giusto angolo a bilanciare e compensare le leggerezze ancora presenti.

Ricordate pensiero leggero, pensiero pesante.

Tutti dovremmo donare intelletto alla neurosfera in un processo antiegotico di avvicinamento interattivo alla civiltà dell’intelletto

Magari a colpetti di timone.

Poco per volta, quando ci va.

Senza lasciare con indifferenza ciò che si vede che non va.

 

Kalimmudda ipsum dixit

 

PS: a proposito, chioso da un po’ Kalimmudda ipsum dixit.

Non so chi lo ha capito, ma è un ancoraggio semantico a Così parlò Zarathustra, letto e dimenticato ma sedimentato nella mia neurontologia.

Ci vuole pure un po’ di cazzaraggine.

 

Kalimmudda ipsum dixit




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