2020 09 12 – Il meme maoista
Il gene egoista, la
parte immortale di ogni essere vivente.
E’
un libro del 1976 e 1989, che fece scalpore ribaltando la prospettiva evolutiva
dall’interesse di specie all’interesse di gene.
“Noi
siamo macchine da sopravvivenza ‐ robot semoventi programmati ciecamente per
preservare quelle molecole egoiste note sotto il nome di geni”.
In
scienza dell’informazione, la citazione che rende bene è quella per cui una
gallina è solo il modo che un uovo ha di fare un altro uovo.
L’uovo
è il contenuto informativo.
Il
gene, o meglio genoma.
Da
qui nacque il concetto di meme, dal greco mimema, imitazione, e la memetica che
li studia.
Il
meme è un tentativo di spiegare il modo in cui le informazioni culturali si
diffondono.
In
termini più specifici, un meme è "un'unità auto-propagantesi" di
evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica, quindi un
elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, spesso per
imitazione.
Oggi
sono teorie ampiamente evolutesi, nell’inseguimento di un sempre maggior
contenuto informativo e conoscitivo.
Ma
allora seguì un folgorante
Il fenotipo esteso.
Che
spinge ancora più in là questa "svalutazione" dell'organismo, noi, a
favore del gene.
Da
osservazione dei comportamenti animali, Dawkins deduce che è arbitrario limitarsi a identificare
come manifestazione esteriore, fenotipo appunto, dei geni associati a questi
comportamenti, solo i comportamenti stessi e le caratteristiche, anatomiche o psicologiche,
dell'organismo che ne sono alla base.
I
geni che determinano nei castori la funzionalità dei denti ed il loro istinto
non hanno come fenotipo solo questi due aspetti, ma anche la diga che il
castoro costruisce ed il lago che si forma.
Tutti
questi elementi sono determinati dal "loro gene" e hanno ricadute benefiche sulle
probabilità del gene di riuscire a replicarsi nella successiva generazione
Tutto esteso e collegato, insomma, sempre per la probabilità del gene di replicazione e
conservazione di patrimonio informativo.
Il
nostro Covid fa così.
Si
evolve e si adatta nel suo fenotipo allargato che siamo noi con il nostro ambiente.
E
la diga del castoro è il mondo, l’atmosfera e il suo contesto tutto, genere
umano compreso.
Questo
non vuol dire che i tronchi abbiano una mente che favorisce la replica del castoro.
Il
gene forse no.
Ma
noi si.
Per
questo dico spesso che ce lo siamo cercati e che è una punizione divina.
Pur
dotati di intelletto come mai, evidentemente non basta.
Manca
altro.
Manca
la sazietà di altro, e non di quello che abbiamo.
Manca
la sazietà di ottimo, divino synfisico
E
una bella lezione ci farà proprio bene.
Fino
a che capiremmo che ci vuole una rivoluzione fenotipica. E prima genotipica.
Sempre
sperando che nel frattempo non spunti il “gene alfa”.
Non
la variante, ma il gene dominante.
La
mutevolezza genetica infatti nasce dalla capacità di emersione e auto aggregazione
dei sistemi complessi.
Più
rimesti nel pentolone più aumenta la probabilità di un gene egoista per davvero.
Ecco
allora che ci vuole la consapevolezza, non solo sanitaria.
Più
ampia ancora.
E
ci vuole il meme.
Ma
in pochi passi.
In
pochi passaggi memetici.
Comprensibile
agli zappatori cafoni che relativamente siamo.
Ci
vuole un libretto rosso
Che
spieghi ciò che serve.
Che
serve una revoluzione, come quella delle farfalle di sopramezzo.
Re, fa. so.
Refaso
Mao
Kalimmudda ipsum fenodixit
RispondiEliminaRenato Lopena (RadioGold)
dom 12 set, 12:39 (2 giorni fa)
a me
Mio figlio ha appena dato un esame di filosofia morale con il prof. Mori a Torino. Mi ha detto che era esattamente su questo argomento.
Ha preso 30
Saluti
Renato Lopena
Amministratore Delegato
renato.lopena@radiogold.it
S.E.R. Servizi Editoriali e Radiofonici
Spalto Marengo 44, Palazzo Pacto
15121 Alessandria
RispondiEliminaClaudio Aroldi
dom 12 set, 17:40 (2 giorni fa)
a Renato
Grazie della mail.
Bravo tuo figlio.
Servono filosofi non finanzieri
E brava pure Radiogold.
Strumento memetico.
Potresti fare il libretto d'oro.
Tutto in famiglia