mercoledì 22 settembre 2021

2021 09 23 - Buone intese

 2021 09 23 - Buone intese

 Per www.parolebuone.org

Questa cosa delle parole buone mi sembra una buona cosa.

La pillola di resilienza conforta in alto i nostri cuori.

Ci permette di elevarci dalla condizione umana, davvero troppo umana, in cui ci hanno proiettato.

Trascendenzialità dalla contemplazionità,

Che qua ne usciamo pazzi se preghiamo sempre.

Io aspetto trepido ogni tornata successiva.

Anche se poi maledico chi ha scelto la parola, ogni volta che voglio cercare di scrivere qualcosa di fruibile per chi ascolta, o riceve, cercando di non essere banale.

E sfruculiandone dunque la sua  immaginazione ascoltativa.

Se prendo per buono, come è buono, il concetto di arrivare a destinazione in vari modi, forse dovrei provare altre forme comunicative.

Ma io so solo scrivere.

E fare leggere

E fare girare.

E ascoltare

Mi sorprende quindi apprendere la consapevolezza della ricerca di una multiofferta, che in realtà mi rendo conto che cerco io stesso.

E infatti ho scoperto come dire le parole buone in modi differenti, in modo che si spandano per la neurosfera.

In variegati modi, anche non espliciti.

La mia teoria è che pensieri parole opere e missioni viaggiano nel campo gravitazionale.

Dentro il quale si sovrappongono stratificando e rinforzando significati.

Rotori semantici e centri di gravità per la mente.

Niente si perde al vento.

Casomai alimenta il vento.

Quindi concentrarsi su una parola su cui focalizzare il pensiero è un esercizio di ricerca di intesa.

Io pronuncio  una parola e quella cerca le sue compagne con cui aggregarsi.

Se la intendono.

Così si forma il pensiero.

Per intesa gravitonale.

Sempre intesa è quella semantica.

La sequenza delle ultime parole è indicativa.

Riparazione, entusiasmo, relazioni, gentilezza.

Cercate il nesso di intesa.

E’ anche divertente.

E magari scopriremo un meme che si autopropaghi come unità culturale di pensiero resiliente.

O meglio ancora di pensiero.

E basta.

La rienrelezza.

Che tra l’altro sembra un iniezione di vaccino di pensiero.

Eccola la bontà di intese e intesa.

La parola buona.

Io non sacrifico il significato originale di intesa.

Lo evolvo, o almeno ci provo.

Magari delirando.

Ma quello è il privilegio della scrittura sinaptica di un matto patentato.

Così l’intenzione di comunicare mira al cuore.

Sforzandomi di comunicare per comprendere me stesso.

E così cercando di stare bene.

Confidando che qualcuno ascolti.

E ci stia bene.

Di intesa.

 

Kalimmudda ipsum dixit

 

Ludovico Einaudi per tutti da Vittoria: vola

 

 


 


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