2021 09 03 – Panta stay
Quando
due anni fa sono uscito dall’ospedale psichiatrico dopo una forte depressione,
mi sono ritrovato il Covid a cui ho anche attribuito quella pesantezza d’animo
che mi sentivo addosso.
In
fondo siamo imbuti in cui si convoglia la gravità del pensiero collettivo.
E
alcuni di noi sono più ricettivi di altri
Il
peso della neurosfera, piena di paure e pensieri negativi comuni, era dunque dislocato
in parte sulla mia testa.
Ma
mentre la pestilenza sembrava a tutti roba da fine del mondo, dopo anni di
scrittura e alimentazione della neurosfera stessa, io continuavo a pensare che
era il segnale inviatoci per farci cambiare modello.
Di
vita.
Avevo
ben chiaro però che se fosse durata troppo poco non avremmo fatto in tempo a sovrascrivere
gli schemi neuronali.
E
quindi comportamenti e atteggiamenti.
E
quindi modello di vita.
Perché
che quello attuale è insostenibile abbiamo avuto modo di lo riflettere a lungo
E
la gente sembrava pure crederci.
Dobbiamo
cambiare priorità di vita.
Prima
la salute.
No,
prima l’ambiente.
No,
prima la redistribuzione di ricchezza.
No,
prima la sostenibilità e la circolarità.
No,
prima la digitalizzazione.
Tutto
veniva affogato in un mare di buoni propositi, come se la punizione divina
fosse davvero arrivata.
Pentiamoci.
E
tra l’altro io ci credo davvero.
L’apocalesse,
la chiamo, al ritmo del trotto.
Perché
ogni dio è grande e ti da sempre una altra occasione, almeno fino a quando
perde la pazienza.
E
allora ti stermina indegno del suo creato.
Per
un paio d’anni siamo anche stati buoni.
Niente
auto.
Solidarietà.
Protezione.
Valori.
Sembravamo
in balìa dei fumi dello spirito santo.
Ma
come detto, non bastavano.
Si
vede che due anni erano troppo pochi
Hanno
puntato tutto sul vaccino.
Hanno
fatto bene, in teoria.
Peccato
quella reiterazione del richiamo, come se fossimo cani, che è arrivato molto
probabilmente a 3.
Dietro,
il profitto.
Dalla
prima dose da spacciatori da 15 dollari siamo a 3 dosi da 30 dollari ciascuna.
Solidarietà
per i paesi poveri, non mi risulta se non un generico calmiereremo.
E
per inciso, esistono altre cure.
Era
l’occasione di spingere sulla ricerca.
Chissà
mai che avremmo scoperto qualcosa di buono e nuovo.
Ad
esempio nuove monoclonali e staminali contro altri tumori.
Ma
il vaccino è magnetico, come la banda della carta di credito.
Già.
Perché
ha il richiamo.
E’
una rendita quasi perpetua.
Ed
è il deus ex machina della tragedia delle nostre piccole vite.
Appena
è stato possibile, tutti a riprendere le abitudini di vacanze, ristoranti, auto,
shopping e consumi.
L’aperifè,
lo chiamo io, di cui tutti si beano goduti come se la normalità di prima,
presunta ma già deviata, fosse un valore.
Il
valore.
Come
niente fosse, pure la questione afgana.
Mi
fa pure ridere che facciamo piani al 2050 per la Co2, quando i mari avranno
sommerso le città, in buona parte sulla costa.
Tassassero
i consumi adesso.
E
redistribuissero davvero i redditi prelevati.
Obbligassero
le auto elettriche da subito ad esempio, il vero green pass, e tanti posti di
lavoro
Alcune
cose che si dovrebbero fare l’ho scritte in tante occasioni.
Questo
è piuttosto uno sfogo di amarezza.
Tutto
scorre.
La
civiltà evolve in movimento.
Panta
rei.
Ma
dove?
Stocazzo.
Rimbalza
indietro.
Panta
stay.
Kalimmudda ipsum
dixit circularis
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