domenica 20 marzo 2022

2022 03 26 – Due anni con passione

 2022 03 26 – Due anni con passione

 

Mi raccomando, “con”. Passione.

Seppur immersi in un “di”. Passione.

Due anni con passione, intrisi di passione.

Quando sono uscito da un ricovero oramai più di due anni fa mi son trovato la sorpresa del covid.

Sembrava uno scherzo all’inizio, tanto da non richiedere nessuna resilienza, ma un semplice “àdda passa’ ‘a nuttata”.

E poi mi sembrava l’occasione per cambiare modo di vivere, senza ancora l’anelito al ritorno alla normalità.

Quasi una vacanza forzata, come in colonia estiva, dalle nostre cattive abitudini comportamentali.

Poi passò il tempo, che seppure io sia convinto che non esista, e sia solo una convenzione, invece non concorda.

Mano a mano che si snocciolavano i giorni qualcosa rodeva da dentro quello stato di semplice attesa, preparandoci ad un accumulo di sempre maggior necessità di resilienza.

Il castoro della resilienza richiedeva e preparava la sua diga, rosicchiando una pillola qua e una pillola la. Dove la trovava.

Resilienza e’ un parolone da professori, che per questo non amavo, in quanto “facente forbito”.

E poi chi di noi del volgo l’aveva mai sentita?

Bypassando la definizione in psicologia, trovo indicativa quella della tecnologia dei materiali, dove indica la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, il cui inverso è indice di fragilità.

Ma è anche capacità di riprendersi dai traumi, dote che il materiale non credo abbia contrariamente alla psiche.

Solo che a volte il trauma è erosivamente castorico, come detto.

Così mi si presentò, non ricordo nemmeno come, l’opportunità di una onda diurna, che tra l’altro mi evocava la diga del castoro che si tuffa nel suo lago, e iniziai a scribacchiare le mie impressioni sulla questione covid.

Altro che castori e dighe.

A fare outing sull’onda ho scritto un paio di centinaia di articoletti, alcuni pure buoni, scoprendo un subconscio sotto pressione, tirato fuori con la forza della comunità.

Il solo fatto di avere dei radio ascoltatori comunitari a cui raccontare qualcosa, mi psicanalizzava da solo .

Obiettivo di resilienza divenne l’appuntamento regolare con Onda Diurna Community, che parafrasai in quella che divenne la rubrica Ondivaga Diurna Congrega, con quei quattro dell’ave Maria a condurre una improbabile quanto terapeutica, ritmica, regolare trasmissione radio.

A me ha aiutato molto questa pillola , più delle chimiche, o forse oltre alle chimiche, ad arginare la marea dell’ansia subconscia.

Poi d’un tratto mi resi conto che ci eravamo incanalati lungo il sentiero delle Parole Buone, pillole di resilienza, per l’appunto, che servivano a focalizzare riflessioni su un concetto specifico, contro il derivare della mente tra i flutti delle onde, senza àncora a cui aggrapparsi.

Ad un tratto, non ricordo bene quando, il sentiero mi spuntò come àncora di salvataggio ad uno stato d’animo perennemente negativo, inizialmente nel subconscio poi emerso nel “sonconscio”.

E fu www.parolebuone.org su www.shareradio.it.

Fino  a che sembrò che l’emergenza Covid fosse terminanda, e la pressione si fece più lieve, testimoniata da una scrittura più leggera, forse eterea.

Alla fine avevamo imparato la resilienza sul campo, e tutto sembrava prodromico al ritorno alla tanto denigrata normalità.

Con una pillola.

Fino a che un genio si inventò una guerra scappata.

E la pillola non bastò più.

La terapia saltò di scala.

E divenne un’endovena di resilienza.

Da cercare chissà dove.

Forse la cazzimma che ho nei geni mi soccorre.

E’ giunta l’ora della radiovisione.

Con orrore dei 4 dell’ave Maria.

 

Kalimmudda ve salutat estemporaneo

https://www.youtube.com/watch?v=ImAejGApJV0 

Peligro



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