2022 03 26 –Scomunica contabile
Primavera,
giorno 5.
Cambio
contatore.
Sono
disgustato dalla contabilità di guerra rappresentata in quel numero dei giorni
di bombardamenti trascorsi.
Come
se stessi facendo un conto alla rovescia in vista della fine.
Avendo
saputo dal principio che durava, pare,
fino al 9 maggio, data associata alla denazificazione sovietica della seconda
guerra mondiale
L’anniversario
della vittoria sui nazisti, su.
Trovo
in effetti disgustoso ogni forma di inventario bellico in numeri di missili,
carri, aerei e altro, nuovi, vecchi, di tipo a, di tipo b.
Mentre
non si capisce, né si calcola, quanti morti contare.
Ma
neanche quanti danni fatti.
E
come si ricostruisce.
Contano
approssimativamente invece il numero dei profughi a milionate, che quelli sì
che possono fare danno a tutti e fanno paura tsunami.
Quindi
nel disgusto generale mi associo al Papa e provo vergogna per l’aumento delle
spese militari.
Che
per inciso, senza percentuali ma in valore assoluto, vale qualche decina di
miliardi di euro.
Più
che sufficienti a risolvere numerosi problemi.
Ma
poi ci ripenso.
La
vergogna non serve a niente.
Se
non ad attrarre su di se la colpa collettiva di altri.
E
porgiamo l’altra guancia, in preghiera, che pure evocai come strumento di
resistenza in “si vis pacem, ora pacem”.
Ma
mi rendo conto che non basta.
Allora
ecco che mi chiedo se tutta questa conciliazione vaticana non sia divenuta
fuori luogo, al contabile giorno 30 di guerra.
Mentre
noi abbiamo armi più potenti.
Il
verbo.
Incanalato
nella neurosfera.
Santità,
siamo o non siamo in missione per conto del Padreterno?
Quando
lanciamo qualche anatema di pregio e pure di sfregio?
Non
è forse ora di veicolare una piccola maledizione ai signori della guerra?
Anatemo
origina da dedicare
E
dedichiamolo, qualche piccolo anatema.
Senza
preoccuparsi del fatto che sia “a grappolo”.
Che
il padreterno ci ha la mira buona e Lui
sa chi deve andare a prendere e chi no.
Ecco,
nell’infinita bontà del Padreterno, non crediamo che chi è buono è fesso.
E
l’ora del perdono non è giunta ancora.
Siamo
in guerra e l’anatema ci sta tutto.
Che
sia prodromico alla scomunica.
Ossia
al bando dalla comunità guerrafondaia di chi di dovere.
Lo
sa Dio, che forse aspetta solo un segnale per contrattaccare.
D’altronde
la guerra è di per sé una eresia.
Una
scelta contra legem naturae.
E
come tale richiede provvedimenti da banditi.
Quindi
mentre esortiamo a continuare a pregare, mettiamoci dentro la parolina
“scomunica”.
E
bandiamo i banditi come nel far west dell’apocalisse che stiamo vivendo
Son
convinto della forza neurosfera.
E
il comando di imprinting è l’arma divina che dobbiamo attivare.
Habemus
contato abbastanza.
Scomunica.
Kalimmudda
ipsum (Ndr: è neutro come gli angeli) dixit
Sine
musica, solo verbo
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