2024 04 04 – Il colloquio più veloce del uèst
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Sarà
che sono falliti da quando sono nati.
Sarà
che poi mi ritrovo disoccupato.
Sarò
che non ci sono abituato.
Sarà
che poi ci si annaspi.
Sarà
quel che sarà.
A
me viene in mente che allora farò un colloquio.
Non
di più, già lo so.
Sono
troppo snob e troppo squillato per accettare il terzo grado.
In
un colloquio di quelli di lavoro.
Dove
entri già soggetto in soggezione.
Dall’alto
dei tuoi sessanta.
Pieni
di inutile esperienza.
Che
pare che tutti possono farne senza.
Della
potenza di antica latenza.
Che
puoi solo ridondare di rimembranza.
Con
cui alla fine non ci puoi fare una mazza.
Così
so già che il colloquio immaginario se va bene sarà il primo ed ultimo.
Più
che altro un soliloquio.
Rammentando
lo sproloquio di minchiate raccontate.
Mi
dedicherò allora alla lettura di letteratura.
Partirò
dai grandi classici riposti dentro agli scaffali.
Poi
leggerò il mio civvì fino alla nausea.
Correggendo
virgole e inutili dettagli di impaginazione.
E
poi forse mi stuferò dell’eloquio in solitaria.
Navigante
nel tempo fermo, qualche chicca l’ho pescata.
E
mentre la riguardo in carta a quattro, squilla il telefono a sorpresa.
Pronto,
parlo con il dottore Claudio Aroldi ?
Si
sono io.
Volevo
sapere se è interessato a lavorare per noi.
Scussi,
ma… in che ssenso?
Mi
verrebbe da dire.
Invece
chiedo quando dovrei fare il colloquio.
Quella
risponde che non ho capito.
Loro
mi vogliono assumere, io devo decidere.
Ma
come è possibile così di fretta.
E’
per la sua presentazione, basta quella.
Il
colloquio è vaniloquio.
E
che cazzo ci avevo scritto su questa miracolosa presentazione.
Poi
mi ricordo delle letture e letterature di potenza.
E
mi torna in mente questa ouverture.
Ascoltatemi!
Perché io sono questo e questo. E soprattutto non scambiatemi per altro.
Avevo
appreso che il fredrigo funziona sempre.
E
poi come calzava.
Fu
così che feci il nanoloquio.
Il
colloquio più veloce del uèst.
Come
un colpo di pallottola.
Che
ti secca di stupore.
Da
oltreuomo di tedesco.
Che
non dici mica super.
E
fa tanta differenza.
Anche
dentro a dei colloqui.
Abortiti
naziloqui turpiloqui.
E
concludo rivelando.
Kalimmudda ipsum dixit è una parafrasi.
O boh.
E’
nata zoroastrale sua.
Semplice eppure senza magniloquio.
Perché
tutti siamo questo e questo.
Senza quello.
E
non scambiatevi per altro.
Kalimmudda
ipsum dixit
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