venerdì 18 dicembre 2020

2020 12 18 – Visonario ‘mericano

 2020 12 18 – Visonario ‘mericano
 
Affoghiamo nel mare magno di reiterate perfusive pseudo notizie veicolate nelle guide d’onda di un costante mantra che ci avvolge suadente, anche se pur sconfortante.
Prodotto sempre uguale da uno dei qualsiasi media che la modernità tecnologica ci ha donato, come per sua natura, veicola onde di pensieri a cicli alternati tra funesterie e speranzerie.
In fondo tutto di una noia mortale.
Poi ogni tanto sbuca una scintilla di qualcosa degno di nota.
Così Kalimmudda già annotò in visoni d’autore l’olocausto di visoni in Danimarca
Pensò ai poveri visoni, animelle pelose a milioni di milioni, che galoppavano verso l’estinzione, come già prima i loro parenti marini, per maldestrevolezza dell’umana genìa.
Forse era meglio così.
Un’eutanasia di massa, per un vita dietro una grata, anziché nelle praterie a cui nacque destinata.
Che poi erano così carini.
Una cosa inquietante però ce l’avevano.
Se al posto dei peli ci mettete due ali, hanno quel musino mustelico che tanto somiglia a quello dei pipistrelli, altra specie imputata al banco dei covilisti, curiosamente sempre più vuoto di umanisti.
Fenotipica genìa condivisa, foriera di pensieri genetisti.
Se pipistrello e visone son parenti di geni, quanti ne avranno in comune gli umani?
Magari abbiamo anche qualche predisposizione virale comune.
Adesso ci spunta una nuova chicca visonaria.
A noi Kalimmuddi il naturalismo evoluzionistico ci piace un casino.
Quando poi diventa simbolicamente metaforaggero, figuriamoci.
E così ecco che, siccome le notizie per saperle leggere prima bisogna saperle coglierle, cogliamo che
un visone nello Utah è risultato positivo al coronavirus ed è il primo caso conosciuto in un animale selvatico.
Per forza che è il primo.
E’ selvatico.
Chi è che va a fargli il tampone agli altri?
Comunque e’ curiosa questa ricorrenza mustelide.
‘O fatto lo ha annunciato il dipartimento per l'agricoltura americano, precisando come tuttavia "al momento non ci siano prove che il virus stia circolando nelle popolazioni selvatiche intorno agli allevamenti di visoni infetti”.
Sembra la Cia.
Non possiamo negare ne confermare che stiamo confermando o negando quanto non fosse da confermare o negare. O il contrario.
Eh, ma come non ci sono prove.
Mi avete appena ammesso che gli allevamenti sono pieni di visoni infetti, e tra l’altro anche nello Utah e non solo in Danimarca.
Da dove vuoi che se lo sia preso, er servatico.
Tralasciamo per ora considerazioni sulla malnata globalizzata globalità della pratica di allevare pellicce.
E’ ovvio il bisogno di negazionismo.
Anche tralasciando la questione, di non secondaria rilevanza, di come se lo siano presi quelli dentro l’ allevamento, non posso mica dirti che ci sono chissà quante specie animali che te lo depositano in giro per il mondo a casaccio e a tua insaputa.
Sarebbe ammettere un ecco da dove spuntavano tutti quei dati mantrizzati a ricorrenza costante del cui moto ondoso non si capiva un cazzo.
Un po’ su, un po’ giù, onda su onda.
Un visone de qua, un pipistrello de la, una pantegana de su, una mosquita de giù.
Un’orda speciale, che non sarebbe più credibilmente mantrizzabile, aspettando l’estate della covata zanzarile.
o    Mustela lutreola – visone europeo
o    Neovison vison – visone americano
o    Neovison macrodon – visone marino, estinto.
Il terzo ce lo siamo già giocato.
Gli altri selvatici sono sulla buona strada, sopravvivendo invece in prolifici ammassi ingabbiati dentro cui li abbiamo gabbati.
Tra l’altro i visoni in questione sono proprio di specie diverse.
Infatti, nonostante presenti nome, struttura fisica e comportamento simili, il visone europeo non è un parente stretto del visone americano, ma della puzzola europea e della donnola siberiana (kolonok).
Nel corso del XX secolo, il numero di visoni, in realtà apolidi, è diminuito in tutto il loro areale; è stato ipotizzato che dietro questo calo vi sia una combinazione di fattori, tra cui il cambiamento climatico, la competizione con il visone americano introdotto dall'uomo (nonché le malattie da esso trasmesse), la distruzione dell'habitat, la diminuzione del numero di gamberi di fiume e infine proprio anche  l'ibridazione con la puzzola europea e la donnola siberiana.
Certo che siamo capaci di combinare davvero un gran casino.
Ibridazione a parte, ma forse anche no, non ce ne è una che non sia di umana deriva.
E così ora pare che l’ammerricano stia dominando anche nell’impero dellu pilu animale.
Curiosa anche tutta questa questione dell’ibridazione con la puzzola e la donnola, che tanto ricorda la parabola dell’ermellotta sincronizzata e dell'aquila astigmatica che divenne perfetta per regnare nel suo regno dei peli.
Ibridando ibridando sono certo di sapere dove sto andando ?
Un ordine naturale delle cose esiste sempre, ma a volte prevede sentieri oscuri di mete.
Nel dubbio mi avvio verso altre frontiere estintive, ovviamente per nulla istintive, ma di certo indicative di approdi a derive.
Il visone europeo è simile al visone americano, ma si differenzia da esso sotto alcune importanti caratteristiche.
Il cranio del visone europeo è molto meno specializzato ad una dieta carnivora di quello della specie americana, presentando caratteristiche più infantili, come una dentatura più debole e proiezioni molto meno sviluppate.
È stato inoltre riportato che il visone europeo sia meno efficiente sott'acqua della specie americana.
Ma questa si che è una metafora di peso, oltre che pelo.
Il visone americano è più o meno infantile, dentato per mangiare steaks e progettato per viaggiare sottomarino.
Abbiamo scoperto che evidentemente l’ambiente influenza l’evoluzione.
Da puzzole e donnole alla fine il visone americano cagherà pallottole.
Qui c’entra qualche frammento di dna del qbit primigenio, veicolato in zona continentale in congiunzione con qualche centro di gravità per la mente.
Vale la pena di seguirsela tutta la vicenda evolutiva del visone americano in Europa.
Che poi, sarà democratico o repubblicano ?
Decidete un po’ voi.
Il visone americano venne introdotto e rilasciato in Europa durante gli anni '20 e '30.
Esso è meno dipendente del visone europeo dalle zone umide, e rispetto a quest'ultimo è più grande del 20-40%.
L'impatto che i visoni americani inselvatichiti hanno avuto sulle popolazioni di visone europeo è stato spiegato attraverso il principio di esclusione competitiva e con il fatto che il visone americano si riproduce un mese prima della specie europea.
Nelle femmine di visone europeo che si sono accoppiate con un visone americano l'embrione viene riassorbito, perciò per quell'anno esse non sono più in grado di riprodursi con i loro conspecifici.
Insomma, se in Europa ci mettiamo a trombare un mese prima, ecco che diventiamo dominanti se non dominatori.
L’impero del cazzo, praticamente.
Ma il metaforaggio non e’ mica finito.
Anche le malattie diffuse dal visone americano possono aver contribuito al declino di quello europeo.
Tra i parassiti figurano almeno ventisette specie di elminti.
Il visone è anche vulnerabile alla filariasi polmonare, alla krenzomatiasi e alla skrjabingylosi. che non so bene cosa siano ma fanno tanto onomatopea di roba bruta.
Agli inizi del XX secolo, poi, l'Europa settentrionale attraversò un periodo climatico caldo che coincise con un'espansione verso nord dell'areale della puzzola europea.
Forse la popolazione dei visoni europei è stata gradualmente assorbita in quella delle puzzole in seguito ad ibridazione.
Inoltre, la competizione con le puzzole, provocata da mutamenti ambientali a favore di queste ultime, è aumentata notevolmente.
In un caso documentato, una puzzola ha assalito un visone e l'ha trascinato all'interno della sua tana.
Evidentemente era una puzzola cannibale.
Annibale, grande generale nero.
Ecco perché molti italiani hanno la pelle nera.
Ibridazione.
Chillo ‘o fatto è niro niro.
Imperdibilmente imperdibilissimo.
Gli ibridi puzzola-visone vengono chiamati khor'-tumak dai pellicciai e khonorik dagli appassionati.
Questi ibridi sono molto rari in natura e generalmente sono presenti soltanto nelle aree dove i visoni sono in diminuzione.
Sono molto difficili da addomesticare e da far riprodurre, in quanto i maschi sono sterili, anche se le femmine sono fertili.
Dunque, non è questione di ili.
Quindi si allevano apposta, in quei lager di gabbie tutti ammassati ad aspettare di esser gassati.
Ma c’è una buona notizia.
Almeno sembra.
Si calcola che più del 30% degli animali in cattività riesca ad evadere dalle gabbie, tanto autonomamente che a seguito di raid animalisti.
Numerosi esemplari nel corso degli anni sono stati così liberati in un ambiente alloctono, spesso già colonizzato da altri conspecifici fuggiti dagli allevamenti.
La chiusura di alcuni allevamenti, però, ha causato la liberazione di grandi quantità di questi animali in alcune aree, similmente a quanto avvenuto con la nutria, il famoso castorino pelliccetta di gradazione povera, rendendo quindi la tanto auspicata cessazione dell'attività conciaria in realtà un disastro ecologico.
Insomma, come la fai e come la giri, avota e gira, dove ti intrometti con l’ordine naturale delle cose, qualcosa ti torna indietro.
L’esfiltrazione deliberata di questi animali ha esiti disastrosi sulla specie nel complesso.
I visoni americani della sottospecie domestica, che sono poi quelli allevati in cattività, non sono abituati a procacciarsi il cibo e difendere un proprio territorio.
Ciò vuol dire che la maggior parte degli animali "liberati" muore entro due mesi dal rilascio, generalmente per fame o per ferite riportate da combattimenti con altri esemplari.
Poi ci sono anche quelli che ne hanno fatto un pet, un animale da compagnia.
Anche se, se tenuti come animali domestici, i visoni si possono dimostrare piuttosto aggressivi e mordaci: vi mozzicano.
E ci hanno pure ragione.
Tuttavia, essi sono assai curiosi ed intelligenti, sempre pronti al gioco. Sfruttando tali qualità, dopo un processo lungo e piuttosto difficoltoso, il visone americano può essere addomesticato con successo.
Che tristezza….
Ma tranquilli.
Karma, contrappasso, nemesi : tuttistèss.
Chi di pelliccia ferisce, di visonaria perisce.
Ancora qualche sprazzo di uichipedìa, bella malattìa, invece.
E così, verso la metà degli anni ottanta venne scoperta una malattia, l'encefalopatia trasmissibile dei visoni, un prione comparabile a quello che causa l'encefalopatia spongiforme bovina  e che può causare altissimi tassi di mortalità negli allevamenti di questi animali.
Tale agente patogeno pare inoltre trasmissibile reversibilmente a bovini ed ovini, dalle cui carni infette i visoni potrebbero essere stati contagiati.
E adesso c’è il visone solitario, lonsome vison, che sarebbe l’unico contagiato al mondo di corona.
E che si aggira solingo per le steppe dello Utah, che non so manco come si scrive ne dove sia, ma di certo lontano dalla Danimarca.
Si, viaggiare.
Il nostro coroncino sa pure viaggiare.
Dolcemente senza strappi al terrore.
Il covilo.
Come il cobra.
Il cobra non è un furetto, ma un visone reietto, che si aggira furbetto, tutto pieno d’infetto.



Kalimmudda ipsum dixit






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