martedì 29 agosto 2023

2023 08 29 - C’era una volta in Italia la Sip

 2023 08 29 - C’era una volta in Italia la Sip

 

C’era una volta in Italia la Sip.

Glorioso gioiellino delle telecomunicazioni nazionali.

Nato nel secolo prima di questo.

Che nei decenni si evolvette anticipando e rincorrendo l’innovazione tecnologica.

Storia istituzionale utile, importante e gloriosa.

Fatta di cabine e gettoni.

Con i suoi telefoni a disco dal tipico colore grigio topo.

Era di proprietà di tutti gli italiani.

Dello Stato.

Erogava un servizio pubblico.

Staccava bollette i cui incassi giravano in Italia.

Con gli incassi dava lavoro a migliaia di persone.

C’erano addirittura i pandisti.

Quelli che giravano a fare manutenzione alla rete con le Panda.

Altro simbolo di Italia scippata.

Fino a che qualcuno se ne accorse.

Che era una miniera d’oro.

Capitò nell’era delle privatizzazioni.

E fu assaltata in varie rate da manipoli di ingordi privati.

Che infine si fecero prestare miliardi con cui comperarsela.

I soldi non li avevano nemmeno, certi pezzenti.

Per ciò se li fecero prestare a debito foresto.

I debiti li ripagavano con gli stessi incassi che faceva la Sip.

Frattanto divenuta la Telecom Italia, più chic.

Con le bollette, dicevamo.

La caricarono di debiti dunque.

Tanto li reggeva, così si dice nel mondo della finansa.

E la Sip navigò oltreconfini.

Ad onore del vero bisogna essere onesti.

E ricordare che quei manipoli coraggiosi non erano nemmeno fascisti.

Quanto piuttosto dell’altra sponda.

Almeno nominalmente.

Così oggi i poveri fascisti fanno tenerezza.

Quando dichiarano che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto di assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro.

E adesso tutti d’un pezzo lo fanno, dicono.

Se solo si capisse qualcosa, a partire da cicazz’è Kkr.

Ma voilà, eccolo qua Kkr.

Il Dpcm rende operativo il memorandum d'intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell'Economia e il fondo americano Kkr per presentare un'offerta vincolante al consiglio di amministrazione di Tim per rilevare fino al 20% della Netco, società della rete fissa.

E poi, però, la partecipazione del Mef alla Netco di Tim "sarà di minoranza per un importo massimo di 2 miliardo e 200 milioni", ha specificato Giorgetti.

Assumiamo il controllo strategico della rete dice la Signora Presidente.

Ma no, Signora Presidente.

Se è di minoranza, e per massimi 2,2 miliardi, non può essere controllo strategico.

Mica decidiamo noi che cosa farci.

Eppoi quanto vale davvero questa benedetta rete?

Quanta me ne compero con i 2,2 miliardi?

Non la potete mica rifare da zero.

Ergo non ha prezzo.

E’ per quello che doveva restare nostrana.

E non uscirla dallo Stato a suon di debiti.

E probabili padri di tutte le tangenti.

Che vissero felici e contenti.

Loro.

 

Kalimmudda ipsum dixit.

C'era una volta in America

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