domenica 13 agosto 2023

2023 08 13– Ma che manìa, io sono misura

 2023 08 13– Ma che manìa, io sono misura

 

Rivendicazione mentale.

Ma perché non vai dal medico.

Psichiatra di una volta, ben più che psicologi di oggi.

Oggi ci vogliono i neuroscienziati.

E per forza.

È tutta questione di illuminazione di neuroni.

Luminari e di sinapsi.

Ebbe’ ci sono andato, come tutti i mesi.

Spacciatori legalizzati.

Ma che ci andavo a fare.

Non voglio mica smettere di bere e di fumare.

Dipendenze a buon mercato, quelle.

Mentre di una cosa però vorrei smettere di intossicarmi.

In mezzo al crogiuolo farmacologico, soprattutto dal litio.

Lo so, lo so, credono che faccia tanto bene alla salute mentale.

Eppure ci fanno le pile.

Un po’ tossico lo deve proprio essere.

Mi hanno spiegato che in quanto metallo pesante modifica la conduttività del cervello.

Nessuno si preoccupa troppo dei risvolti di cosa voglia dire appesantirsi le percezioni in testa.

Mica è la loro.

Quindi il litio serve a contrastare uno stato cosiddetto psicopatologico caratterizzato da euforia, allegria e ottimismo immotivati, non si sa siddefiniti da chi.

E da un’alterazione del corso dello psichismo nel senso di una accelerazione il cui grado estremo è rappresentato dalla disordinata “fuga delle idee”.

Cosiddetta insalata di parole.

L’ulteriore accelerazione nella fuga delle idee può sfociare in ideazione deliranti il contenuto delle quali è di grandezza, di esaltazione della propria persona, allucinatori, tali da essere assimilabili alla schizofrenia.

Ma ci arriverebbe anche un bambino.

Ma quale insalata. 

E' che la parola viaggia alla velocità del suono.

Quella del cervello a quella della luce.

E vai ad acchiapparla, se ci riesci.

Comunque questa mia malattia sarebbe la manìa.

Ma che manìa, io sono misura.

Se almeno ai dotti medici e sapienti facessero cercare gli etimi, allora troverebbero un antico greco furore profetico.

E ancora più, una sanscrita radice “man”, da cui deriva sia la parola mana, mente, che quella maniu, che vuol dire furore.

Tanta roba che la mente sia furore.

E che lo sappiamo già da qualche millennio.

Proporrò di inserire lo studio della saggezza dei Veda nei piani di studio di medicina psichiatrica, così intanto devono studiarsi il sanscrito, mattone della conoscenza.

Allora forse capirebbero che lo stato di illuminazione si raggiunge in accelerazione.

Non con il freno a mano tirato.

La chiamiamo illuminazione perché vediamo la luce, mica il buio.

Ma per fortuna una volta toccatala non la si scorda più, anche se la si perde per spaccio di farmaci.

Io dico che mi è stato concesso di mettere il dito al centro dell’origine dell’universo. 

Là dove tutto l’ordine delle cose è contenuto e scritto.

Il qbit primigenio, se volete uscire dalla synfisica, e tornare a fisica e scienza.

Ma non è scienza infusa, è una porta dentro cui bisogna decidere di infilarsi, per ricondurre tutto alla sua unitarietà.

E studiare, con uno scopo preciso.

Ricongiungere gli opposti, di occidentale aristotelica memoria, dimentica che tra fisica e metafisica, ci va la synfisica: senza figure, e pure con il link alla figura.

Ognuno dentro al proprio quadrante di riferimento.

Siamo tutti profeti. 

Perché ogni mente è furore.

Perciò mi girano le balle quando sento parlare, tra l'altro, di intelligenza artificiale.

Abbiamo già 8 miliardi di cervelli pronti alla connessione.

Pronti alla civiltà dell’intelletto.

In evoluzione telepatica genetica, che un giorno ci farà comunicare tutti di psicoquanti neurali.

Bisogna essere epifanici nel guardare le cose dall’alto.

Io non vedo cose che non ci sono, io vedo cose che voi non vedete.

E così c’era bisogno di fare una brutta copia di tanta grazia neurale?

Comunque.

Non sono un pensatore

Non sono uno scrittore.

Non sono un insegnante.

Non sono un dotto.

Non sono un sapiente.

Non sono un saggio.

E allora?

Io computo la revoluzione perenne.

Per ricomporre ogni opposto.

Io cerco l’altra via, che c'è sempre.

Io sono misura.

Ma lungo e tortuoso si presenta il cammino.

Con una risata 

Che "io sono misura" è tanta roba.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Ma che manìa, inventando come fosse vero, si' nu dio 'e malato . Illumino l’immenso.

 

Bonus track.

Si vive di intelligenza, di intermittenza . Di cosa si vive.

 

Odio l'estate.

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