2020 10 10 – Vaccino. Caprino.
Pecorino.
Questione di latte, o solo
di rime malfatte?
Che fine ha fatto il
vaccino?
Ammesso e non concesso
che sia meglio della cura, come è che non arriva?
Se ne parla anche meno.
Eppure era la panacea per
i mali di tutta Pangea.
Da possibili creatori di
virus sintetici, siamo diventati incapaci di produrre un vaccino, naturale o
artificiale.
Vaccino: in origine
designava sia il vaiolo dei bovini, o vaiolo vaccino, sia il pus ricavato dalle
pustole di tale vaiolo bovino impiegato per praticare l’immunizzazione attiva
contro il vaiolo umano.
Che schifezza.
Ma ne abbiamo fatta di
strada.
Oggi vaccino indica
preparazioni rivolte a indurre la produzione di anticorpi protettivi per consolidare
la risposta immunitaria.
Accanto ai vaccini
classici, ottenuti da sospensioni di microrganismi patogeni, uccisi o vivi ma
attenuati, sono stati preparati anche vaccini sintetici.
Eppure con tutta la
scienza che abbiamo, siamo ancora qui che brancoliamo.
Lezioni divine. O divine
lezioni.
Qualcuno però ce lo ha
pronto.
Lo zarismo suprematista ne
ha fatto testare uno nazionale, tutto in famiglia.
Con tanto di conferenza
stampa: solo 38 di febbre.
Poi più nessuna notizia.
Sarà mica morta la cavia figlia
di zar?
Di sicuro se dimezzano le
stime dei contagi, son capaci anche di nascondere le notizie dei morti.
Intanto il mondo prenota.
Non ho ancora capito come
faccia a sapere con chi prenotarsi, ma intanto prenota.
Ma non è questo il punto.
Chi è senza peccato….
In Cina addirittura è
silenzio stampa totale, che sa tanto di silenzio assenso a qualsiasi cosa vi
paia aver senso.
Che belli i regimi.
Puoi fare e dire quello
che ti pare e nessuno osa fiatare.
Eppure alla fine è tutta una
questione de lana caprina, col “de” alla latina.
Possiamo essere indecisi se
il vello che ricopre le capre sia di lana o di pelo.
Ma anche se scadente e di
basso valore, comunque ti copre e ti dona tepore.
E poi di certo non tutti
possono essere pecore alchimiste, capaci di dare lana di maggior ancestrale plusvalore,
insieme a formaggio di grande sapore.
A meno che non si parli
di immunità.
Allora l’unica cosa che
conta è come ce la prendiamo.
Tutto il resto è di lana
caprino, che così sembra pure promossa a merino.
E alla fine ci resta solo
greggiare.
Per cercare l’immunità da
animale visto che quella da umani non la inventiamo.
E se ci dava un po’
fastidio essere definiti pecore, beeehhh, adesso ci ritroviamo di fronte alla
realtà. .
Gregge al macello, ma se
vivo che bello.
E se penso ad un gregge,
non lo vedo ne’ vaccino ne’ caprino.
Sarà un altro l’“ino” che
ci salverà.
Di antica memoria.
Sarà pecorino.
Beeehhh.
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