venerdì 9 ottobre 2020

2020 10 10 – Vaccino. Caprino. Pecorino.

 

2020 10 10 – Vaccino. Caprino. Pecorino.

 

Questione di latte, o solo di rime malfatte?

Che fine ha fatto il vaccino?

Ammesso e non concesso che sia meglio della cura, come è che non arriva?

Se ne parla anche meno.

Eppure era la panacea per i mali di tutta Pangea.

Da possibili creatori di virus sintetici, siamo diventati incapaci di produrre un vaccino, naturale o artificiale.

Vaccino: in origine designava sia il vaiolo dei bovini, o vaiolo vaccino, sia il pus ricavato dalle pustole di tale vaiolo bovino impiegato per praticare l’immunizzazione attiva contro il vaiolo umano.

Che schifezza.

Ma ne abbiamo fatta di strada.

Oggi vaccino indica preparazioni rivolte a indurre la produzione di anticorpi protettivi per consolidare la risposta immunitaria.

Accanto ai vaccini classici, ottenuti da sospensioni di microrganismi patogeni, uccisi o vivi ma attenuati, sono stati preparati anche vaccini sintetici.

Eppure con tutta la scienza che abbiamo, siamo ancora qui che brancoliamo.

Lezioni divine. O divine lezioni.

Qualcuno però ce lo ha pronto.

Lo zarismo suprematista ne ha fatto testare uno nazionale, tutto in famiglia.

Con tanto di conferenza stampa: solo 38 di febbre.

Poi più nessuna notizia.

Sarà mica morta la cavia figlia di zar?

Di sicuro se dimezzano le stime dei contagi, son capaci anche di nascondere le notizie dei morti.

Intanto il mondo prenota.

Non ho ancora capito come faccia a sapere con chi prenotarsi, ma intanto prenota.

Ma non è questo il punto.

Chi è senza peccato….

In Cina addirittura è silenzio stampa totale, che sa tanto di silenzio assenso a qualsiasi cosa vi paia aver senso.

Che belli i regimi.

Puoi fare e dire quello che ti pare e nessuno osa fiatare.

Eppure alla fine è tutta una questione de lana caprina, col “de” alla latina.

Possiamo essere indecisi se il vello che ricopre le capre sia di lana o di pelo.

Ma anche se scadente e di basso valore, comunque ti copre e ti dona tepore.

E poi di certo non tutti possono essere pecore alchimiste, capaci di dare lana di maggior ancestrale plusvalore, insieme a formaggio di grande sapore.

A meno che non si parli di immunità.

Allora l’unica cosa che conta è come ce la prendiamo.

Tutto il resto è di lana caprino, che così sembra pure promossa a merino.

E alla fine ci resta solo greggiare.

Per cercare l’immunità da animale visto che quella da umani non la inventiamo.

E se ci dava un po’ fastidio essere definiti pecore, beeehhh, adesso ci ritroviamo di fronte alla realtà. .

Gregge al macello, ma se vivo che bello.

E se penso ad un gregge, non lo vedo ne’ vaccino ne’ caprino.

Sarà un altro l’“ino” che ci salverà.

Di antica memoria.

Sarà pecorino.

Beeehhh.

 

 

 

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