sabato 20 maggio 2023

2023 05 20 – Lapidaria Resistenza Antifascista

 2023 05 20 – Lapidaria Resistenza Antifascista

 

Il mondo alla rovescia.

Delitto di antifascismo.

Così titola Società INformazione su Diritti Globali.

www.dirittiglobali.it - 2023 05 12. Il mondo alla rovescia: delitto di antifascismo

La storia è quella raccontata da Cecco Bellosi.

Che in clima di denunce confido non mi denunci per la mia appropriazione.

La riporto intera, ma senza alcuni nomi, come lezione di storia e di pensiero.

Cecco è un amico che mi ha aiutato, come ha fatto con tanti altri, in momenti di difficoltà.

Accogliendomi presso la comunità “Il Gabbiano” nella bella e terapeutica sede di Piona.

Ne ho apprezzato il grande cuore.

Forse grande proprio per genetico antifascismo.

O radicato comunismo.

Come dice egli stesso, comunista antifascista dall’età di 15 anni, fino agli attuali 75.

Oggi sono senza parole.

Già da un po’ osservo inutilmente segnali preoccupanti.

A volte cerco di parodiare con leggera presa in giro l’aura fascista che aleggia nell’aria.

Ma la realtà è che quell’aura è memetica.

E qualcuno ne viene colpito e trasportato.

E l’idea si diffonde tra disinformazione e fraintendimenti.

Legittimata dal successo elettorale e dalla presenza al governo.

Potete negarlo.

Ma il cervello umano funziona così.

Suggerisco quindi di leggere l’articolo qui riportato.

Per trarne le debite autonome conclusioni.

Io resto lapidario.

Categoricamente.

Naturalmente antifascista.

E pure un poco comunista.

Entro i limiti della coerenza.

E della ragione.

 

“Oggi, 12 maggio 2023, sono stato chiamato dal quotidiano “La Provincia”, che mi ha chiesto conferma della perquisizione che ho subito ieri mattina, in quanto indagato dalla procura di Como per aver danneggiato la lapide del dittatore fascista Benito Mussolini la notte del 28 aprile 2023.”

Nego nella maniera più assoluta di aver danneggiato la lapide.

Rivendico invece di avere tolto i fiori che erano stati posti da una squadra di fascisti quella notte.

Chi mi conosce, sa che sono abituato ad assumermi le responsabilità di quello che faccio. Senza problemi, e a viso aperto.

Il 28 aprile è una data simbolo e Giulino di Mezzegra è un luogo simbolo: lì è finito il regime fascista dell’epoca (altro è il discorso sul fascismo eterno descritto da Umberto Eco e che si ripropone oggi), con il dittatore travestito da tedesco e i gerarchi in fuga da loro stessi e dalle loro nefandezze. Fermati da 27, ripeto 27, eroici partigiani della Cinquantaduesima Brigata Garibaldi.

In quel luogo ci dovrebbero essere le loro fotografie, non quelle di un dittatore giudicato dagli Alleati come il criminale di guerra numero due.

Il primo era Adolf Hitler.

Quella lapide lì, a Giulino di Mezzegra, è, in sé, apologia di fascismo. Come se a Berlino ci fosse una lapide sul bunker di Hitler. Cosa che i tedeschi si sono ben guardati dal fare o dal lasciar fare. Cosa che invece le istituzioni in Italia hanno sempre concesso, permettendo allo stesso tempo la reiterazione del fascismo eterno.

Con i fascisti che ogni anno intervengono con tutti i segni e i gesti dell’apologia del regime, nel silenzio e nell’ignavia di certa magistratura .

Invece di perseguire i fascisti, si mettono alla caccia degli antifascisti. Sono antifascista e comunista dall’età di 15 anni. E ne ho settantacinque.

Bene, prendo atto che esiste un nuovo reato: l’antifascismo. Il rovesciamento della storia. O l’adeguamento ai tempi.

Queste righe sono l’abbozzo della memoria solo tecnicamente difensiva che consegnerò al sostituto procuratore. Insieme a una copia del mio libro “Sotto l’ombra di un bel fiore”. Già, perché la perquisizione in cerca di chissà che cosa ha portato al sequestro, oltre che del telefono di lavoro, su cui vengo chiamato ogni giorno da persone in cerca di aiuto, di un quaderno di appunti con segnata la data del 28 aprile e lo svolgimento di quella giornata. Bene, si trattava degli appunti per il capitolo sul 28 aprile 1945 contenuti nel libro. Così si potrà leggere la Storia per come è stata.

E non a rovescio.

Onore al commissario politico Pietro, al comandante Pedro e ai partigiani dimenticati della cinquantaduesima Garibaldi, che anche la notte tra il 24 e il 25 aprile 1945 hanno dato la loro vita durante un rastrellamento nazifascista.

Ora e sempre Resistenza.

Cecco Bellosi è coordinatore dell’Associazione Comunità Il Gabbiano. Ha collaborato per diversi anni alla redazione del Rapporto sui Diritti Globali. E’ autore di diversi libri, l’ultimo è  L’orlo del bosco (DeriveApprodi, 2022)

 

Kalimmudda ipsum dixit

Qualcuno era comunista. Meme antifascista.

 

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