2023 05 24 – Rimozione collettiva
Covid,
di nuovo tu.
Che
fine aveva fatto il seminatore di terrore?
Sciolto
in una grande rimozione collettiva.
Ma
la Cina prevede 65 milioni di casi
a settimana
Picco
a fine giugno.
Sempre
se non si tratta di fake news.
L’ordine
di grandezza è imponente.
Almeno
per noi piccoli occidentali.
E
il bacillo è smascherato.
L’immunità
di gregge ad occhio e croce non funziona granché.
Se
tralasciamo la questione dello smorzamento virale a “poco più di un influenza”.
E
65 milioni a settimana è un po’ come dire che tutta Italia si ammala ogni
lunedì.
Come
se fosse un giorno lavorativo per il mondo immunologo virologo.
Che
il bacillo fosse ancora in giro lo sapevamo tutti.
Ma
non è chiaro il processo di rimozione a cui è stato soggetto.
Certo, la
rimozione nella psicoanalisi, è un potente meccanismo psichico che
allontana dalla coscienza desideri, pensieri o residui di memoria considerati
inaccettabili e intollerabili dall'Io.
L'inconscio
stesso per la psicoanalisi, di Freud, si costituisce in massima parte come
conseguenza della rimozione.
E’
dunque vero che gli effetti della rimozione si nascondono nell’inconscio.
E
da quello individuale a quello collettivo.
Di
mezzo, qualche archetipo, tipo modelli e schemi collettivi.
Jung
contrapponeva quello collettivo all'inconscio personale freudiano, ritenendolo
condiviso da tutti gli uomini e derivante dai loro comuni antenati attraverso i
cosiddetti archetipi.
Banalizzando.
Ma
allora perché ne parlo, se non so quello che dico.
Perché
ho letto una postilla, appendice, dettaglio, che mi ha fatto pensare.
Chiedermi
perché non slatentizzare, “derimozionare”, un piccolo dubbio.
Vaccinale.
E’
chiaro che dopo l’allarme iniziale e la globalmente maldistribuita campagna
vaccinale, la strategia adottata circa urbi et orbi è stata di lasciarlo andare.
Confidenti
nella auto mitigazione di massa dei suoi effetti, vaccinale o naturale.
Arrivata
parzialmente, almeno geograficamente.
Ed
ecco, allora, che tornano in voga i desideri vaccinali.
Riserve
di profitto per l’ingordigia farmaceutica.
Che
non può mica fermarsi e astrarsi dalla logica del profitto.
Così
dopo una colossale opera di induzione alla rimozione collettiva, incentrata
sulla presunta vittoria vaccinale, cui ha fatto seguito la fine della
propaganda ad esempio delle utili mascherine, oggi siamo pronti a ricevere il
ceffone del risveglio della ragione.
Io
viaggio sui mezzi, solitario mascherato.
E
mi chiedo perché la gente non la metta, la mascherina
E
la risposta è sempre la stessa.
Rimozione
collettiva del trauma.
Quasi
non più una parola sulla circolazione bacillare.
Fino
a che non si presenti la nuova variante.
Buona
da vaccinare.
Dice
un cinese esperto di malattie respiratorie, che suona un po’ come “dice il
saggio”, che presto saranno immessi sul mercato due nuovi vaccini per
contrastare la variante Xbb. Aggiungendo che probabilmente altri tre o quattro
saranno approvati a breve.
“Se
poi avremo a che fare con una variante che è differente da Omicron (Xbb) allora
ne riparliamo”.
“Però
è vero che Omicron per ora è l'espressione un po' massima di questo
virus".
Lasciata
correre deliberatamente.
Come
se d’incanto avesse dismesso la sua acclarata peculiare capacità di mutare.
Tralasciando
che “un po’ massima” non si può sentire, il succo che capisco è che se poi
arriva una nuova variante, e abbiamo le prove che lasciandolo correre arriverà,
ecco pronto, o che appronto, il nuovo vaccino.
Praticamente
siamo una incubatrice per coltura virale globale.
Con
tanti ringraziamenti da Pfizer, Moderna e chi sa chi.
Kalimmudda
ipsum dixit
Venezia, giusto per potere parlare
di morire in un letto di ospedale
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