lunedì 29 maggio 2023

2023 05 29 – Botto e risposta

 2023 05 29 – Botto e risposta

Abbiamo appena fatto in tempo a soffrire in silenzio per lo scoppio dell’astropetardo del miliardario.

Io soprattutto mi sono sentito affranto.

Distrutto dal dolore.

E’ infatti nota la mia empatia, sin dal tempo de i figli di Musk, per l’altrettanto noto miliardario.

Aveva provato a lanciare Starship di SpaceX.

Un nome degno di tutta una celebre americana pauperocultura di Gaberiana memoria.

Sta tra western, marlboro, telefilm e cocacola, ‘o mericano.

Comunque come sia sia, è scioppato. 

Ha fatto il botto.

E con maldestra grandeur il patron ha dichiarato: “Congratulazioni al team di SpaceX per l’entusiasmante lancio di prova di Starship!”

All’americana, venditore di propaganda capitalistica.

O aspirapolvere.

Questo non è mica normale, penso pensando ai soldi letteralmente bruciati.

Ma non faccio nemmeno in tempo a passare qualche settimana di astrolutto, che mi ritrovo l’astrocina.

Pronta ad annunciare che la Cina invia il suo primo astronauta civile nello spazio.

Puntualizzando pure che ciò va per la prima volta contro la tradizione militare.

Quella che invece potrebbe scatenare già qua in terra la terza guerra mondiale.

A partire da Taiwan.

Ma loro niente.

Continuano imperterriti nello sfoggio di potenza e di cultura.

Partendo dai nomi autoctoni, o autarchici, chissà.

Il “taikonauta,” che sembra una arte marziale, e invece vuol dire astronauta, che tai kong in cinese significa spazio.

Lo “shenzhou”, meraviglioso “vascello divino”.

E il vettore “lunga marcia”, tutto un programma.

Quanta poesia di potenza.

Di partito e di media di regime.

Ma a parte gli scherzi, qua giocano davvero a chi ce l’ha più grosso.

L’arsenale astrale.

Sembra di essere tornati ai tempi della guerra fredda.

Apollo e Sojuz.

In realtà, con i russi silenti alla finestra, in incognito.

E così si sgonfia l’invenzione all'americana della globalizzazione terrestre totale, che doveva essere portatrice di pace e benessere globale, mentre il mondo ritorna a ripartirsi in blocchi.

Ma ecco che decolla la globalizzazione astrale per niente pacifica ma tanto spaziale.

Tutti in cielo, alè.

Per l’egemonia non più di mari di terre e di cieli.

Ma stavolta di orbite, di pianeti e di stelle.

E’ anche uno scontro di ideologie.

Sempre lo stesso in realtà.

Un ritorno totalitario di capitalismo in apparenza comunista, contro il liberismo di mercato totale creatore di accumulatori seriali di miliardi.

Due facce accomunate dallo stesso istinto profittatore e guerrafondaio.

Il civile cinese, a proposito, è un esperto di “carico utile” o pagante, cioè tutto ciò che viene portato nello spazio attraverso l'utilizzo di un lanciatore.

L’astrorazzo.

Si può trattare di un satellite, di una schiera di satelliti o di strumentazioni di vario tipo, come telescopi o antenne.

Magari qualche altra arma stellare.

Una morte nera piazzata sul dark side of the moon.

Pesante chissà quanto.

Perché alla fine i costi della sola messa in orbita del carico utile sono dell'ordine di 5.000 euro al chilogrammo, ma per avere una stima corretta dei costi collegati ad una generica missione spaziale bisogna tener conto anche dei costi di sviluppo, gestione e manutenzione del sistema di lancio, che ammontano a 100.000 euro per chilogrammo di carico pagante.

Ovviamente a cui sommare il costo del carico pagante medesimo.

Volare per volare costa decisamente meno un chilo di cibo da paracadutare agli affamati.

Reminding prophetic Prince, singing that a sister killed her baby 'cause she couldn't afford to feed it.

And we're sending people to the moon.

It's silly no, when a rocket ship explodes.

And everybody still wants to fly.

Some say men ain't really happy,

until a man truly dies.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Sign of the times

 

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