giovedì 2 febbraio 2023

2023 02 03 - Nulla è perduto, olè

 2023 02 03 - Nulla è perduto, olè

Ma si, che ci frega.

Spaziamo.

Vedrete che intendo in senso letterale.

Ebbi un privilegio.

Fui toccato di grazia illuminante.

Ma non mi capirono.

E fui chiuso in manicomio.

Ma io sapevo.

E mi misi a studiare.

Onde evitare di essere miscreduto.

Insomma volevo evitare che mi credessero un delirio.

Così per alcuni anni mi misi a studiare, appunto.

Di scienze per lo più, ma non solo.

Tra le cose che ancora mi affascinano c’era la fisica.

Scienza che mi spiegava come funzionavano le cose.

Portandomi lontano da esoteriche concezioni che aborrivo per costituzione.

E studiando studiando incontrai il gravitone.

Particella elementare, all’epoca ancora non scoperta oggi non so, che compone e governa il campo gravitazionale, attraversandolo alla velocità della luce.

Mi chiesi allora come mai tutti diano per scontata la radiazione elettromagnetica in tutti i suoi spettri e le sue declinazioni.

Ha visto la luce, urlava James Brown a Belushi, ma mai nessuno mi ha detto che aveva sentito la gravità.

Sembrava che la gravità fosse data per scontata.

Eppure è la miracolosa chiave di tutto.

Perché tutti restiamo affascinati dalla luce, e poi la gravità non ce la filiamo manco de’ pezza?

In fondo nel campo del vuoto non vuoto, una piccola fluttuazione accende una scintilla.

E vabbè’, è facile, soprattutto se sei il padreterno.

Ma perché non potevamo restare fotoni non soggetti al peso della massa?

Ecco, questo è uno di quei miracoli che fa parte delle dinamiche di fondo della creazione.

Così studiando e riflettendo diedi per scontato il miracolo e mi chiesi che altre proprietà fossero nascoste nei meandri del sapere.

Nacque la neurosfera, che tutto conserva come inciso nel vinile dell’universo.

In fondo qualsiasi cosa diciamo, facciamo o pensiamo genera una alterazione di distribuzione di massa che per ordine naturale delle cose resta incisa nel campo del gravitone.

E quindi?

Quindi questo spiega tante cose, ad esempio la crescita del pensiero collettivo.

Una proprietà della neurosfera, infatti, è che i solchi nel vinile si ridondano sovrapponendosi sempre più per il semplice fatto che tutto è in rotazione, nella quale tutto si ridonda crescendo sempre più

O, tanto per fare il mistico, il fatto che tutti, in tanti modi, ci ritroviamo a pregare anche reiteratamente, in  modo da rendere la ripetizione veicolo di trasporto di onde gravitazionali.

Lessi da qualche parte che a questo serve la cantilena dei mantra, ad aprire delle guide d’onda dentro cui si infilasse il pensiero.

Dritto a cavalcare il campo del gravitone e fino a raggiungere il centro dell’origine dell’universo.

Dove forse non troveremo risposte, perché nascoste in un campo diverso, magari a decine di dimensioni che solo un giorno scopriremmo se attraversabili.

Per intanto, però, una cosa che attraversa le dimensioni c’è.

Si, certo, la forza dell’amore.

Ma io intendevo qualcosa di più miracoloso.

L’amor in musica, che certe volte rompe i muri delle leggi fisiche.

E, con perizia e maestria, risale fino alle vibrazioni originarie dell’universo.

Dove nulla è perduto.

Olè

 

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