venerdì 3 febbraio 2023

2023 02 03 – Opere d’arte

 2023 02 03 – Opere d’arte

Per www.parolebuone.org su www.shareradio.it . Arte

 

E’ davvero troppo vasto, l’argomento arte.

Così mi sento impossibilitato a coglierne l’essenza.

A darne definizioni o significati.

Decido di ignorare la consueta traccia degli editori delle parole buone.

E vado di scrittura a mano libera.

Senza canovacci improvviso quello che viene.

Una jam session semantica.

O forse dialettica, chissà.

Ecco, già mi perdo nei meandri delle parole.

Figuriamoci nei significati profondi.

Navigo in una accozzaglia di banalità e luoghi comuni.

I quali, però, spesso diventano tali in quanto veri.

E in quanto veri sono belli, a volte come perle di opere d’arte.

Una cosa però la voglio dire.

L’onnipresenza della creazione artistica pervade ogni regno, che sia vegetale, animale o umano.

Così è opera d’arte una pianta che germogli, come un alveare fabbrica di miele, fino a quelle forme espressive proprie dell’essere umano, sempre alla ricerca della bellezza.

Questo è il mestiere dell’artista.

Costruttore e raccoglitore di bellezza.

Che testimonia la presenza divina.

Se è bello è buono, diceva la kalocagatìa.

In qualche modo, la capacità di cogliere l’essenza divina nella sua onnipresenza.

Ecco che l’artista è quello che “io vedo la divinità che è dentro ogni cosa”.

Io vedo dentro di te, citando l’opera d’arte di Avatar.

Ma torniamo in noi.

E non alla indefinibile arte.

Io non sono un’artista.

Questa è una certezza.

Non so dipingere o disegnare.

Non so scolpire o nemmeno intagliare.

Non so creare, in qualsivoglia forma di genere.

Ho provato col pianoforte, da giovane.

Dieci anni di classica per arrivare a suonare, male, la marcia alla turca di Mozart.

Così un giorno dissi a mio padre : "Papà, io non sono buono".

"Regaliamo lo Schimmel a chi può farne buon uso".

Lui mi ascoltò.

E lo Schimmel finì alla scuola per bambini ciechi in via Conservatorio.

Ci passavo davanti tutti i giorni andando alle elementari.

E mentre camminavo, che quello lo sapevo fare, ascoltavo note e melodie uscire dalle cieche finestre.

Mi consolavo dicendo che avevo fatto un’opera buona, creando l’occasione per diffondere il bello.

Forse quella fu una occasione in cui fui davvero artistico.

Poi, anni dopo, arrivò la pazzia.

E io scoprii il genio farsi opera d’arte.

Era la mia vita che in qualche modo e per alcuni istanti, era diventata opera d’arte.

Una bellezza.

E che volete.

Cose da pazzo.

In produzione d’artista.

Voi siete i pazzi.

Mica van Gogh

 

Kalimmudda ipsum dixit

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