venerdì 24 febbraio 2023

2023 02 25 – Il feticcio del pantone

 2023 02 25 – Il feticcio del pantone

 

Sarò scolastico.

E parto con un paio di definizioni strumentalmente scelte.

Interessante il feticcio.

Termine che i primi viaggiatori portoghesi in Africa occidentale applicavano agli oggetti come idoli e amuleti che, secondo le loro osservazioni, erano venerati dagli indigeni, e rimasto a indicare ogni oggetto inanimato, naturale o artificiale, cui viene tributato culto da popolazioni feticiste.

Ma vuole anche dire cosa o persona esaltata oltre misura, fatta oggetto di fanatico culto, o assunta come simbolo da gruppi sociali, correnti religiose o artistiche o letterarie.

Per ora riassumiamo in idoli.

Pantone, invece, ve lo riservo alla fine.

Bisogna sapere che lavoro in una azienda creativa.

E certe cose, in apparenza di forma, in realtà hanno il potere di essere tramutate in sostanza.

Così storie, forme, immagini, disegni e cose simili devono per forza venire venerate come idoli.

E vabbè, ci sta.

Mi ricordo allora del mio primo lavoro.

Ad essere precisi del mio primo giorno di lavoro, nella grande mamma Montedison.

Dopo una giornata spaesata quanto può esserlo una prima, verso le sei sono pronto per tornare da mammà e papà, che mi aspettavano a ca’.

Sto per uscire e mi bloccano perché c’è un lavoro urgentissimo da fare.

La presentazione di un progetto all’amministratore delegato.

“Controllala”, mi dicono.

E io controllo scrupolosamente e poi riporto.

Il mio capo la guarda un istante e mi dice secco : “hai sbagliato, rifalla”.

Io mi arrovello, ma non trovo davvero nulla di sbagliato.

La riporto e quello mi rimbalza di nuovo lo stesso “hai sbagliato, rifalla”.

Andiamo avanti così per qualche ora.

Si fa notte, senza che io avessi il coraggio o il potere di fare niente, nemmeno una telefonata a casa.

Sarà mezzanotte, quando all’ennesima tornata sbagliata il capo si muove a compassione e mi fa’secco: il pantone; stai usando un pantone che non è quello aziendale.

Io manco sapevo cosa fosse il pantone.

Oggi lo so, anche se ci ho messo una nottata ad impararlo.

Pantone Matching System. Pantone.

Il sistema Pantone è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori e "tradurli" nel sistema di stampa a quattro colori composti (o quadricromia) CMYK (ciano, magenta, giallo e nero) semplicemente grazie a un codice. I colori, coi relativi codici, sono quindi inseriti in un catalogo, denominato in italiano "mazzetta" o "tirella", dove è possibile "sfogliarli" e selezionarli.

Ma il punto è l’attenzione al dettaglio.

Verde era verde, ma il mio occhio dilettante non vedeva differenza, lampante invece all’artista cromatico.

Così oggi so bene perché si possano rifare certe cose anche decine di volte, se non si è feticisti del pantone.

Che poi per estensione intendo del dettaglio.

Così se vi capita quello che è capitato a me non prendetevela.

La bellezza totale è fatta di mille dettagli.

E la loro ricerca è cura d’amore.

Feticisti del pantone, dunque.

Che siamo tutti feticisti del pantone.

E chissà quanti pantoni vedeva Hendrix in acido.

Chiedetelo all’asso, audace come l’amore.

Lui sa tutto.

And you, r u xperienced?

 

Kalimmudda ipsum dixit

The rainbow bold as love

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