2023 02 18 – Albeggia lo squarcio
E’
così che fa l’alba.
La
più bella quella di mare.
Si
arrampica affaticata sulle braccia dell’orizzonte dell’acqua.
E
lentamente progredisce verso il suo culmine.
Uno
squarcio di luce che strappa il crepuscolo.
Uno
spettacolo di potenza.
Che
si ripete sempre uguale.
E
sempre rinnovatamente nuovo.
Se
parlassimo di musica diremmo un reiterato tema in “crescendo”.
E
forse lo faremo davvero.
Dopodiché
possiamo immaginare tutte le immagini, metafore, allegorie o altre figure
retoriche che ci piace.
Certamente
è vero che la forza della luce è capace di uccidere ogni tenebra.
E
dopo ogni cataclisma la vita trova la via di rialbeggiare.
A
chi mi dice che il mondo va a scatafascio io rispondo sempre che questo è ciò
che sembra.
Se
si guarda lontano dal quadro di insieme.
Dentro
di esso, invece, la realtà è che l’ordine vince sempre.
La
vita vince sempre.
E
la vita è ordine cosmico.
Così
mi ricordo il mio primo ricovero coatto.
Un
tuffo nel buio più pesto che c’è.
Vedersi
portare via tutto.
Financo
la propria mente.
Eppure
camminando camminando l’alba si presentò ancora.
Là
dove mai avrei immaginato.
In
un giardinetto, che battezzai zen, dove passavo le ore a camminarmi sui miei
passi al ritmo dei miei respiri.
E
così vale dopo cataclismi di massa.
A
riguardarsi indietro vedrete che la vita vince sempre.
Nonostante
chi gioca contro.
Così
voglio tornare al “crescendo” dell’albeggiare.
E
citare questa cosa.
Meglio
l’oro o il paradiso?
C’è
chi è più capace di me, a fare traduzioni e interpretazioni.
Ma
taglio qui e lascio spazio volutamente.
Vorrei
che ascoltaste un classico in una strepitosa versione.
Addirittura
presidenziale, presente perfino un Obama sognante.
E
se ascolterete, e potendo guarderete, allora vedrete l’alba crescente.
E uno
squarcio sulla scala del cielo.
Kalimmudda
ipsum dixit
Ndr
: non sfumare o tagliare se possibile. Ho lasciato spazio nel testo apposta per
gli 8 minuti con “squarcio”
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