2023 03 08 – Paniere e carrello
Un
po’ di sana retorica veterocomunista.
Per
capire, dobbiamo ripartire da la revoluzione della mortadella
Bisogna
solo ricordare che la moneta non esiste.
E’
solo un grande pagherò che il sistema ha, alla fine del gioco dell’aeroplano,
con la gente.
Una
cambialètta.
In
pratica ogni banconota che prelevate è una promessa di pagamento che lo Stato
vi sta facendo.
Senza
garanzia alcuna, tranne la parola, non avendo più la moneta alcun legame con la
realtà.
Perché
la gente si fida e lo lascia “battere moneta”, uno dei sintomi di regalità
passate.
Alla
fine però, se stampi moneta, allora i prezzi salgono.
In
questi ultimi anni o decenni di moneta ne à stata stampata a strafottere.
Salvataggi
bancari, pubblici, statali, pandemici, i “quantitative easing” e chi più ne ha
più ne metta.
Tutta
cosiddetta massa monetaria.
Ma
come si fa a battere moneta?
Le
banche centrali stampano titoli di debito pubblico che vengono “collocati sul
mercato”.
Che
vuol dire che voi ve li comprate, fiduciosi che vi servano da risparmio per la
pensione, e in cambio gli date subito i soldi che lo Stato poi si spende per
spesa pubblica e, una volta, per investimenti, vale a dire qualcosa che dovrebbe
produrre utilità futura.
Dopodiché
entra in campo l’inflazione.
Se
una banca centrale ha un “pagherò”, un Btp, con il pubblico di 100 euro da
rimborsare dopo dieci anni, e ammettendo che non defaulti, dopo dieci anni vi
ridarà i 100 euro.
Ma
mettiamo che nel frattempo i prezzi del Pil siano aumentati del 10% all’anno.
In
dieci anni vuol dire che sono raddoppiati.
Arriva
il momento di andare a riscuotere il sudato risparmio, e la banca centrale vi
restituisce sempre 100.
Con
cui però non ci comperate più nulla.
Si
dice che il debito è svalutato a parità di valore nominale.
A
questo serve l’inflazione, e non ve lo dicono.
Ammortamento
inflattivo del debito.
E
appropriazione del plusvalore, per noi nostalgici, con relativo accumulo di
capitale del capitalista.
Che
se ne approfitta sempre, per genetica.
Si
perché nei conti che vi raccontano non parlano mai della verità.
Così
ripenso alla stabilità del prezzo della mortadella all’Esselunga.
C’è
una targhetta inquietante.
Prezzo
bloccato fino al 30 aprile.
E
dopo?
Ebbene,
vi svelerò che il dopo è già arrivato, in barba a chi la targhetta non ce l’ha.
Ieri
mi è venuta la fame.
Allora
mi è venuta voglia di qualcosa di nuovo dalla solita mortadella.
Mi
sono sognato una coscia di pollo con sovracoscia.
Mi
ricordavo che stava a 2 euro al pezzo circa.
Allora
tutto gongolante al pensiero del luculliano pantagruelico banchetto della pelle
di pollo, mi sono recato alla Esselunga.
Ho
iniziato a scartabellare tra le varie confezioni alla ricerca di quella che
costasse meno di 2 euro massimi.
Ma
scartabellando, scartabellando, ho scoperto con stupore che non ce ne era nemmeno
una a meno di 3 euro.
Ho
ricontrollato e ricontrollato fino a che mi sono arreso all’evidenza,
ricordandomi di una danza del gorgonzola di una vecchina di tempo addietro,
combattuta tra desiderio e possibilità, ovvero potere di acquisto. Lo prendeva e poi rinunciava, prendeva e rinunciava.
Mi
sono reso conto che la vecchina stiamo diventando tutti.
Non
che non lo sapessimo, ma riscontrare che è meglio rinunciare alla coscia e
sovracoscia non è stato divertente.
In
realtà tutto ciò è già successo, ad esempio, con la parità Euro al raddoppio.
La Germania, che poi è America, ha garantito il nostro debito, in cambio del
raddoppio del prezzo di una Golf.
Ma
quello che più mi ha fatto incazzare è stata questione di aritmetica
proporzione.
Tra
2 euro e 3 euro non ci passa il 10% ufficiale, ma il 50%. 2 + 1 =3
“Falce
e carrello” una sega.
La
differenza è tutta plusvalore appropriato e strumentalmente attribuito ad un
generico paniere Istat, o ad un inesistente aumento dei prezzi di acquisto dell’energia,
che in quanto materia prima sta sempre agli stessi prezzi di anteguerra russa.
E
quindi?
Quindi
scordatevi anche la mortadella, e men che meno il pollo, e preparatevi alla
dieta proteica del fagiolo.
Se
proprio vogliamo scialare, pane e fagioli.
Ma
attenti al pane.
Non
è il glutine che può uccidervi, quanto piuttosto il marginale seme di sesamo,
stretto decadente parente del pistacchio nella mortadella.
Kalimmudda
ipsum dixit
Nessun commento:
Posta un commento