sabato 4 marzo 2023

2023 03 04 - Primavera col buco

 2023 03 04 - Primavera col buco

 

Ho letto questa notizia.

Misterioso oggetto attratto dal buco nero della via lattea

“Potrebbe essere una nube di gas e polveri generata dalla collisione tra due stelle, il misterioso oggetto X7 che viene attratto dal grande buco nero al centro della Via Lattea, Sagittarius A* (Sgr A*), e che rischia di finirci dentro entro pochi anni”

E vabbè, chissenefrega.

Se è misterioso lasciamolo nel suo mistero.

Sarà mica l’unico.

Quello che invece ho notato è che lo sapevate già che c’era un buco nero nella nostra lattea galassia.

Sagittarius A, per gli amici Sgr A.

Attenzione che sgr non sta per società gestione risparmio.

All’universo del nostro risparmio frega sega.

Ma comunque.

Io sono del sagittario.

E A potrebbe stare per Aroldi.

Adesso capisco perché per tanti anni mi sentivo quella forza oscura che mi attraeva oltre l’orizzonte degli eventi.

Quella continua sensazione di percepire gravemente che stavo cadendo dentro un buco.

Nero.

Eh ma potevate anche dirmelo.

Così mi risparmiavo manicomio e conseguenti anni di letture di astrofisica.

Invece no, vi siete tenuti il segreto a mio paranoide discapito.

Però adesso mi sono preoccupato.

Non vorrei mai che questo buco nero si ciucciasse tutta la nostra amata neurosfera.

Fino ad ingoiarsi tutto nella sua singolarità.

Che poi mi tocca ripartire a predicare in un altro universo.

Allora decido di dare una controllatina al mio misuratore di ordine naturale delle cose.

Il mio giardinetto zen.

Ed in effetti mi viene da dire: oh cazzo.

Eppur si muove.

Parlo di naturalia, naturaliter.

I merli hanno cambiato abitudini alimentari e non saltano più a cercare bacche.

Sono tornati coi piedi per terra a beccarmi via pezzi di prato alla ricerca di insetti e lombrichi.

Sottoterra deve essere successo qualcosa.

Tipo che adesso c’è trippa per merli.

E anche se mi staccano qualcuno dei quattro fili d’erba, che io conosco tutti per nome, li lascio fare.

Al pensiero che sto facendo un’opera buona dando da mangiare agli affamati.

Le violette selvatiche, che mi sono spuntate da sole con la forza dell’amore, sono fiorite.

E sul balconcino, circondato di erbacce, mi è spuntato anche uno stentato narciso.

E’ piccolo per esigenze botaniche, che le piante hanno bisogno di 3 cose per l’alchimia di trasformare la luce in legno.

Azoto, fosforo e potassio.

NPK, acronimo che quasi quasi mi conservo per il prossimo buco nero. Npk A.

Ma questo narciso stenta perché è in continua competizione alimentare con le spontanee erbacce in questione.

Che io custodisco gelosamente al pensiero di chi cazzo ha deciso che sono acce, visto che tra l’altro campano quasi senza acqua, almeno fino all’estate. E poi ogni anno resuscitano. Le chiamo boccadori.

Allora penso che fosforo e potassio mi sa che li trovano tra i minerali delle macerie coperte dallo strato di terra di cui è fatto lo zenetto.

Ma per fare tutto il ciclo fino a lignificare manca una cosa. L’azoto.

E dove lo trovo l’azoto?

Idea! Urea!

Ma è semplice, basta pisciare fuori dal vaso e farla a pioggia dal balconcino.

Che se mi vede qualcuno sono certo che mi mandano le forze dell’ordine.

Che ne sanno di botanica universale.

Circolare.

Ma io me ne frego, perché avevo cose più importanti a cui pensare.

Pensavo al buco nero.

Ma adesso so che è tutto a posto.

Tutte quelle descritte sono solo reiterate variazioni dello spazio.

E quindi il tempo non esiste, che è solo una convenzione con cui misuriamo proprio le variazioni dello spazio.

Insomma, è tutto apposto.

La chiamiamo primavera.

Ma questa volta non mi fregate, perché io so.

Questa è una primavera col buco.

Tiè.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Matto, che sporche cose fa

 

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