2023 10 17 – La civiltà della rivoluzione meridionale
Forse
per www.parolebuone.org. e forse su www.shareradio.it
Rivisitato.
Nel frattempo io posto che batte in testa, come le auto
Civiltà.
Meridione.
Si, il fatto che eravamo già ricchioni, certo.
Mentre un piemontese era ancora
cavernicolo.
E vabbè, lasciamocelo pure.
Quando ero piccolo andavamo al Sud in
villeggiatura, in macchina.
Ogni anno io mi preparavo alla frontiera.
Che immancabilmente arrivava in bagno di
sudore quando si raggiungeva Eboli.
Un paio di svolte ed eccolo il profondo
sud, rappresentante di tutti i sud del mondo.
In un mare di terra arsa e pietrisco
caprino io da giovine inchiericato silloggiavo.
Papà, ma se Cristo è il figlio di Dio e Dio è onnipotente, quindi
Cristo pure?
E allora perché si è fermato a deboli?
Questa è la vera domanda.
Chissenefrega del valore simbolico di un
titolo di libro e di quattro ruderi.
Ma perché i già ricchi li ha fatti
benestare e gli altri no?
Sarà mica che Dio è banchiere.
Ci hanno pure costruito l’etica
protestante.
Per l’Islam invece uno sarebbe da punire
perché il denaro non deve generare danaro.
Ma io ho imparato che il nord trova
sempre il modo, e si fa sempre scippatore, lui.
Si, questo è il mondo migliore mai
esistito.
Ma io non mi accontento e lo pretendo perfetto.
E allora la civiltà deve tornare
meridionale.
Ma sarà la civiltà dell’intelletto.
Non quella del profitto.
Dove il pensiero di chiunque avrà la stessa utilità marginale di
quello di chiunque altro.
8 miliardi di cervelli interconnessi che attaccano sinapsi in un
continuo flusso di scambi ideativi.
Altro che intelligenza artificiale.
“Le” supercomputer.
Serve però la conoscenza omnipervasa, giammai indebitamente
appropriata.
E naturalmente la diffusione dell’intelligenza, geneticamente
evoluta e pronta da millenni.
Perché è la conoscenza che alimenta il libero arbitrio.
Ma è l’intelligenza che consente di
elaborare le informazioni per scegliere cosa decidere.
Ogni conoscenza sarà naturalmente
asservita al bene comune, che sarà noto a tutti e che pertanto non concepirà
manipolazioni oligarchiche.
Quando tutto questo avverrà, saremo in
una situazione di equilibrio iperdinamico ma perfetto, che potrà essere
modificato da un chi chiunque.
In parole povere, chiunque potrà
elaborare un pensiero nuovo che serva a fare meglio una cosa.
E tutti lo riconosceranno
istantaneamente, senza alcun conflitto.
Un mondo senza armi, senza fame, senza
malattie, senza povertà, e soprattutto senza il pensiero di danaro malato di
oggi.
Dove l’unità di scambio sarà la nanoparticella elementare di
pensiero.
Lo psicoquanto.
Non sarà uno scambio a uno a uno.
Sarà un continuum di energia
omnidirezionale pulsante, che tenderà per sua natura a livellarsi alla velocità
dell’istante.
Distribuita omogeneamente e
istantaneamente come un fluido nei vasi comunicanti.
Il Neuro: la mia idea di unità di
scambio, di misurazione, di moneta, di questo nuovo mondo autolivellante alla
velocità della luce.
Un ∞ 2 ∞.
Illeggibile.
Inconcepibile finora.
Uno psicobaratto istantaneamente
infinito.
Ma prima, ed era ora, la rivoluzione.
Fuori la grana.
Anzi: escila terùn a soreta.
Esproprio meridionale.
Banche occupate, sportelli espropriati,
moneta requisita.
Révoluciòn.
Il tempo è scaduto.
E a me mi girano i cugghiòn.
Indebiti appropriatori di regni e non
solo, come quello della sparita banca delle due Sicilie.
Che oggi varrebbe 15.000 miliardi, pare.
Il debito nazionale.
Studiatavello allora questo Professore
di Terroni qua sotto.
Di certo non è falso e cortese.
In un bello sciò.
Che al galoppo Mimmo bradò.
Kalimmudda ipsum dicit
Siamo
meridionali – Lo
spettacolo completo.
E
la hit con il rit. Mo'
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